Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: March232013    16/09/2015    0 recensioni
Chiusi gli occhi mentre l'aereo toccava terra, strinsi così forte il sedile che le nocche diventarono bianche. Quando l'aereo si fermò li riaprii e guardi nuovamente dal finestrino: stavo per iniziare un nuovo percorso.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Arrivammo all'entrata dell'hotel e mi fermai per rimettermi le scarpe. Mi abbassai in avanti e mi misi una e la chiusi e lo feci anche con l'altra mi rialzai e vidi Lorenzo che guardava nell'hotel con le mani in tasca. Quando finii mi guardò mi sorrise e mi diede di nuovo il braccio e aprì la porta dell'hotel ed entrammo. Arrivammo nella sala da pranzo 
<< Oh, io amo questa canzone! >> disse Lorenzo e mi trascinò in pista e lui iniziò a muoversi in maniera strana. Alzai un sopracciglio mentre cercava di imitare Michael Jackson e non riuscii a trattenere una risata. Lui rise con me e poi mi mise una mano dietro la schiena e con l'altra mi prese la mano e iniziammo a fare una specie di tango dove dopo tre passi alzavamo la gamba destra per poi rifarlo dalla parte opposta. Non avevo più riso così tanto da quando .... Mi bloccai, Lorenzo mi guardò preoccupato
<< Tutto ok? >> mi disse, guardai alla mia destra e lo vidi. Stava bevendo del poncho e sentivo il suo sguardo penetrante bruciarmi la pelle. Guardai Lorenzo e scossi la testa
<< Scusami, è tutto ok. Ma, devo andare >> lui guardò nell'esatto punto in cui avevo guardato io precedentemente e serrò la mandibola. Tornò a guardarmi e il suo sguardo si fece più rilassato. Mi fece un cenno con la testa
<< Grazie >> dissi con un sorriso tirato. Guardai di nuovo verso destra, lui mi osservava ancora. Mi voltai e mi incamminai verso gli ascensori il più veloce possibile. Pigiai il tasto e le porte si aprirono, entrai spinsi il piano e le porte iniziarono a chiudersi ma poi si riaprirono e sulla soglia vidi Jace. Con una mano aveva fermato le porte dell'ascensore e adesso l'aveva messa in tasca. Fece qualche passo ed entrò nell'ascensore e le porte si chiusero. Mi abbracciai, mi sentivo vulnerabile in quel momento.
<< Ciao >> disse, appoggiandosi alla parete dell'ascensore, io non risposi. Con la coda dell'occhio vidi che serrò la mandibola << Cos'è hai perso la lingua? >> continuò
<< No, è solo che non voglio parlare con te! >> dissi guardando le porte dell'ascensore
<< Dove sei stata? >> disse irritato 
<< Non sono affari tuoi >> gridai, il suo petto iniziò ad abbassarsi e a rialzarsi molto velocemente 
<< Non sono affari miei?! Certo che sono affari miei! Mi hai lasciato, lì da solo! Hai idea di quanto mia madre e mia nonna abbiano sofferto per colpa tua? >> mi indicò, io scossi la testa e lo guardai
<< Colpa mia? Davvero? Tu sapevi. Sapevi tutto e mi hai nascosto tutto! E poi .... >> scossi la testa ed ebbi un brivido di ribrezzo << Lasciami in pace >> le porte dell'ascensore si aprirono ed io uscii e Jace mi inseguì e mi bloccò, prendendomi per un braccio
<< Te lo detto. Ero ubriaco non sapevo quello che stavo facendo! >> disse lui, mi mossi e mi liberai 
<< Bé, adesso non sei tanto ubriaco! >> dissi io e feci un cenno alla nostra sinistra con la testa. Lui strinse gli occhi, non capendo, ma quando si voltò vide Shila con le mani conserte che lo guardava arrabbiata. Mi voltai e tornai a camminare verso la mia camera, senza voltarmi. La aprii ed entrai e la chiusi. Rimasi immobile a guardare la porta per qualche minuto dove i ricordi iniziarono a riaffiorare.
<< No! >> dissi a me stessa, scossi la testa, andai in bagno e mi struccai. Mi sciacquai la faccia e poi mi sfilai il vestito. Mi guardai allo specchio: le macchie violacee che avevo sul corpo mi provocarono un brivido di ribrezzo. Uscii dal bagno e andai vicino all'armadio ed uscii una maglietta larga bianca e me la misi. Salii sul letto, entrai nelle coperte e rimasi a guardare il soffitto bianco. Qualcosa di bagnato toccò la mia guancia fino ad arrivare al mio orecchio. Decisi che era meglio così: avevo tenuto dentro quelle lacrime troppo allungo. In un attimo il cuscino si bagnò, come se qualcuno ci avesse fatto cadere sopra un bicchiere d'acqua, ma non mi importava. Quel dolore che provavo, piano piano diventava leggero e così anche la mia capacità di rimanere sveglia. Chiusi gli occhi e un'ultima lacrima mi cadde, quella più amara. Quella del perdono. 

Il mattino dopo mi svegliai presto: il mio turno iniziava alle 8.30 ed erano si o no le 6 del mattino. Mi stiracchiai nel letto e poi mi asciugai gli occhi. Mi alzai ed andai in bagno a lavarmi i denti e a farmi una doccia veloce. Finito mi misi un paio di slip, era troppo presto per mettersi il costume, e una maglietta simile a quella precedente. Uscii sul bancone e mi appoggiai coi gomiti sulla ringhiera. Rimasi a guardare la spiaggia - piscina illuminarsi col sole del mattino. La giornata era accompagnata anche da un leggero venticello fresco. Tirai un respiro e poi lo feci uscire. Guardai i bambini rincorrersi vicino all'entrata della spiaggia - piscina già in costume. Aggrottai la fronte e mi voltai per vedere l'ora: erano già le 8. Sgranai gli occhi, rientrai in camera ma qualcuno bussò alla porta. Mi avvicinai ed andai ad aprire e non trovai nessuno. Guardai per terra e trovai una busta con un biglietto, la presi e mi chiusi la porta alle spalle.

"Questo ti servirà per il lavoro. Spero che ti piaccia. L"
 
Sorrisi e aprii la busta ed uscii un costume da bagno intero da bagnino rosso. Risi, sapevo che non lo aveva comprato c'era scritto sopra il seno destro il logo del villaggio. Scossi la testa andai in bagno e me lo misi, mi feci una coda e mi misi anche un paio di pantaloncini. Uscii dalla camera e mi incamminai verso l'ascensore e la chiamai. Mentre aspettavo sentii una mano mettersi sulla mia spalla e stringermela scattai subito e mi allontanai.
<< Hey, calmati! >> disse Jace, avevo il respiro affannato per lo spavento
<< Che ci fai su questo piano? >> dissi io incavolata
<< Sono venuto a prendere dei palloni >> me li mostrò << per far giocare i bambini >> io annuii, non mi interessava. Entrammo in ascensore e spinsi il piano e le porte si chiusero.
<< Primo giorno, eh? >> non risposi << Barbara, io ... >> le porte si aprirono ed io uscii velocemente per dirigermi alla spiaggia-piscina quando andai a scontrarmi contro Lorenzo. 
<< Scusa >> dissi
<< Buongiorno anche a te >> disse lui ridendo, risi
<< Buongiorno >>
<< Vedo che il mio regalo ti è piaciuto >> e mi fece l'occhiolino, gli scoppiai a ridere in faccia
<< Oh, sì, credo che lo userò spesso >> lui rise e anche io. 
<< Dai, ti accompagno >> mi guardai in giro in cerca di Jace e non lo trovai quindi guardai Lorenzo ed annuii. Ci incamminammo verso la porta dell' hotel. 

<< Ferma, dove pensi di andare senza fare colazione?! >> io e Lorenzo ci fermammo di scatto e ci voltammo. Diana era apparsa all'improvviso dietro di noi con un piatto con sopra delle fette biscottate ricoperte di Nutella e nell'altra mano aveva un bicchiere pieno di latte. 
<< Mh, Nutella! >> disse Lorenzo e alzò una mano per prendere una fetta biscottata ma Diana spostò il piatto
<< Queste sono per Barbara, tu hai già fatto colazione! >> disse ridendo, Lorenzo incrociò le braccia al petto e mise il muso, risi. 
<< Grazie, Diana >> dissi prendendo un fetta e addentandola, ero in paradiso. Presi il bicchiere di latte e ne bevvi un sorso. Guardai Lorenzo, che era rimasto col broncio, presi una fetta biscottata e gliela diedi, lui sorrise e la mangiò.
<< Povero, piccolo >> disse Diana accarezzandogli la guancia << Moriva di fame >>
<< Sì, non vedi come sono magro? >> disse lui, toccando la mano di Diana, ridemmo. 
Mi guardai in giro.
<< Vado o faccio tardi, grazie Diana >> le sorrisi e lei contraccambio'. Mi voltai ed uscii dall'hotel di corsa, attraversai la passerella ed arrivai all'isolotto. Mi guardai in torno e poi con un balzo, mantenendomi alla scala, salii sulla sedia gigante dei bagnini e mi sedetti. Attaccato al poggia braccia c'era una borsetta di tela color sabbia con dentro un salvagente rosso e un binocolo. Lo presi e iniziai a guardare i bambini giocare in acqua e i genitori che parlavano in piedi accanto a loro. Un grido attirò la mia attenzione e spostai la visuale, notando che il grido era diventato risata, vidi Jace palleggiare con una palla da basket. Era di fronte ad un bambino che cercava di prendergli la palla. Jace fece un finta a destra, si girò e tirò la palla nel canestro. Disse qualcosa al bambino che corse a prendere la palla mentre lui si avvicinò al suo borsone si abbassò e prese una bottiglia d'acqua. Bevve un sorso e poi si bagnò i capelli. La abbassò e scosse la testa per far cadere le goccioline d'acqua. Chiuse la bottiglia la rimise in borsa e iniziò ad alzarsi la maglietta, togliendosela. Mi morsi il labbro. Buttò la maglietta sul borsone e si toccò i capelli con una mano per bagnarsela poi girò la testa e mi guardò. Deglutii a fatica e lui fece una specie di sorriso nascosto. Abbassai il binocolo e lo misi a posto. " Ma che diamine facevo?! " scossi la testa con gli occhi chiusi, cercando di cancellare dalla mia testa la sua immagine.
<< Ti stai divertendo? >> sentii dirmi, sobbalzai aprendo gli occhi guardai in basso e vidi Jace con le mani nelle tasche che mi guardava con un aria divertita che scomparve subito non appena tornò serio deglutendo e stringendo i denti. 
<< Abbastanza >> risposi, tornando a guardare i bambini, lui rise. 
<< Cosa c'è di così tanto divertente? >> lo guardai, alzando un sopracciglio, lui scosse la testa con lo stesso sorrisetto che aveva prima, si voltò e se ne andò correndo verso il campo da basket. Sbuffai. La giornata fu abbastanza tranquilla. Guardai l'enorme orologio sulla casetta e vidi che era arrivata l'ora di pranzo, così mi alzai ed iniziai a scendere la scala, ad un certo punto scivolai e caddi ma fui presa al volo.
<< Tutto ok? >> mi disse Lorenzo, io annuii e lui mi riportò a terra. 
<< Non credevo fosse così scivoloso ... >> dissi incamminandomi verso il ponte
<< Sei stanca, è normale >> disse lui, camminando di fianco a me
<< Non sono stanca, non ho fatto nulla oggi oltre che osservare >> dissi io, in stile capitan ovvio, lui rise
<< Si, che lo sei. Non immagini quanto sole tu abbia preso oggi! Ci sto ancora lavorando su questo piccolo dettaglio >>
<< Non me ne sono accorta ... >> dissi. Arrivammo all'entrata e decisi che prima di pranzo mi sarei andata a fare una bagno.
<< Sai >> disse Lorenzo << Puoi anche scendere da quella sedia e fare un bagno ogni tanto. Giusto per rinfrescarti e per far amicizia con i bambini anche >> alzai un sopracciglio
<< Fare amicizia con i bambini? Io? >> mi indicai << I bambini mi odiano >> dissi premendo il tasto dell'ascensore 
<< Come fai a saperlo? Ci hai mai provato? >> mi chiese lui, io aprii bocca ma rimasi in silenzio e scossi la testa. L'ascensore arrivò ed entrai << Ci proverò >> dissi << Ma non ti garantisco nulla. Se va male, passerò l'intera estate su quella sedia, quindi ti conviene inventare qualcosa per metterci un ombrellone! >> continuai sarcastica, lui rise << E tu dovresti ricordarti di portarti un tubetto di crema solare >> sgranai gli occhi, lui si voltò e l'ascensore iniziò a chiudersi. Mi voltai e guardai il mio riflesso nello specchio. Avevo la coda scompigliata e tutta la faccia, tranne la parte del naso e degli occhi, rossa. Mi toccai il viso e sentii quella vecchia sensazione calda di pelle arrossata. Chiusi gli occhi e mi ricordai di quella volta in cui io e Jace eravamo in acqua e non volevamo uscire così, Pattie ci prese con forza e ci portò in camera. Io e Jace eravamo rossissimi dopo un pò ci guardammo e lui mi toccò il viso e sottrasse la mano per la sensazione strana. Lo feci anche io con lui e quella sensazione mi piacque. All'improvviso vidi la mia bocca e la sua l'una sull'altra e quella sensazione di calore percorrermi il corpo e poi sentii un respiro sul mio collo e riaprii gli occhi, ansimando. Le porte dell'ascensore si spalancarono e in fretta e furia uscii ed entrai in camera. Presi la crema dopo sole, degli abiti puliti e andai ad aprire il rubinetto della vasca da bagno. Mi avvicinai alla porta finestra e la spalancai ed uscii fuori appoggiandomi alla ringhiera. Guardai le mamme e i papà che lottavano con i propri figli, cercando di farli uscire dall'acqua. Risi e sentii anche un altra risata accompagnare la mia perfettamente. Abbassai di più lo sguardo e vidi Jace che guardava gli stessi bambini che guardavo io. Aveva le mani nelle tasche e la postura era rilassata. Sentii di nuovo la sua risata e sorrisi. Tornai in camera ed andai a chiudere il rubinetto. Mi tolsi i pantaloncini e il costume, mi districai la coda ed entrai nella vasca. Chiusi gli occhi lasciandomi trasportare da quel momento. Qualche secondo dopo sentii un tonfo e li riaprii di scatto. Uscii dalla vasca e mi misi un asciugamano attorno al corpo e piano aprii la porta del bagno. E vidi un uomo di spalle vestito di nero. La porta cigolò e l'uomo si girò quando lo vidi in faccia quasi urlai ma le grida rimasero intrappolate nella mia gola. L'uomo mi si avvicinò e mi buttò contro un muro ed iniziò a toccarmi e a stringermi i polsi. Non riuscivo a respirare, iniziai a vedere male e poi finalmente mi svegliai. Respirai affannosamente guardandomi in torno. Le gocce d'acqua mi cadevano pesanti sul viso. Mi ero addormentata nella vasca e stavo per suicidarmi senza volerlo. Mi aggrappai alla vasca ed uscii. Tolsi il tappo e lasciai che l'acqua scivolasse via. Presi un asciugamano e lo misi intorno al corpo quando qualcuno bussò alla porta della mia camera mi congelai. 
<< Barbara, è pronto il pranzo >> udii una voce scocciata ma familiare. Senza pensarci uscii dal bagno ed aprii la porta della camera. Jace aveva alzato un braccio, pronto a bussare quando mi vide si bloccò. Mi guardò dalla testa ai piedi e poi tornò guardarmi il viso, corrugò la fronte e aprii la bocca ma io non gli diedi nemmeno il tempo che mi buttai sul suo petto e iniziai a piangere. Si irrigidì da quel mio comportamento, sinceramente nemmeno io sapevo perché mi ero comportata così, ma lo avevo fatto. Avevo bisogno di qualcuno. Avevo bisogno di sentirmi al sicuro e lui era l'unica persone che mi faceva sentire tale. Mi mise le mani attorno al corpo e mi abbracciò, attirandomi più forte a se e facendomi piangere molto di più. Iniziò a farmi indietreggiare in modo tale da chiudere la porta. Mi fece sedere sul letto e lo fece anche lui e poi mi attirò nuovamente a se abbracciandomi, scaldandomi, facendomi sentire quel calore che sentivi quando ti scottavi sotto il sole e lì sorrisi. Ero a casa.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: March232013