Serie TV > The White Queen
Segui la storia  |       
Autore: Ormhaxan    16/09/2015    2 recensioni
Inghilterra, 1471. Dopo la sanguinosa battaglia di Barnet, in cui Edward IV ha perso la vita, la corona passa a suo fratello minore Richard. Re severo ma giusto, Richard prende in moglie - sotto consiglio del fratello Edmund, Arcivescovo di York - Anne Neville, vedova del suo nemico Edouard di Lancaster, Principe del Galles.
Il matrimonio, però, non sarà inizialmente felice e Richard dovrà fare i conti con una giovane e fredda sposa, un regno in tumulto e dimostrare che anche un "sole di mezzanotte" può essere caldo e luminoso come un sole splendente.
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Neville, Edmund Plantagenet, Elizabeth Woodville, Richard Plantagenet / Richard III
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 






Londra, Giugno – Dicembre 1482






Anne, assopita e attorcigliata tra le fresche coperte di seta, allungò pigramente il braccio alla ricerca del suo sovrano e marito, trovando al suo posto un letto vuoto e freddo.
Erano passate svariate ore dal suo congedo dalla corte, invano aveva aspettato e combattuto il sonno in attesa che lui la raggiungesse, e preoccupata si domandò cosa lo avesse tenuto lontano dal loro talamo nuziale.
Con movimenti lenti e goffi, gli unici che la sua schiena dolorante e il ventre prominente le permettevano, si mise seduta e infilati i piedi leggermente gonfi nelle babbucce e indossata una sopratunica ricamata lasciò le sue stanze nella speranza di non essere notata.
Lo trovò nel suo studio, illuminato dalla luce tremante di poche candele non ancora estinte, sommerso di pergamene abbandonate sul pavimento e sulla scrivania di legno di quercia, impegnato a scrivere chissà cosa con una piuma d’oca imbevuta dello stesso inchiostro nero che macchiava la punta delle dita della sua mano destra.

“Richard…” lo chiamò in un lieve sussurro, attirando la sua attenzione.
“Mia cara! – si alzò immediatamente e le andò incontro – Cosa ci fate alzata a quest’ora? Nelle vostre condizioni dovreste riposare il più possibile.”
“Potrei chiedere la stessa cosa a voi. – fece notare piccata – E’ notte fonda, Richard, e in questi giorni siete sempre stanco e pallido: avete bisogno di dormire, non di passare le ore notturne immerso in documenti e lettere, con la mente piena di chissà quale preoccupazione.”
“Avete ragione, ma belle, ma le lotte ai confini con la Scozia si fanno sempre più frequenti, i soldi e i soldati inviati in questi ultimi due anni non sono più sufficienti e da quando hanno conquistato roccaforti importanti come Berwick i nobili di James si sono fatti più audaci. – sospirò – Francis non può andare avanti da solo per molto, ho bisogno dell’aiuto di Dorset e Northumberland se vogliamo tenerli a bada, e domani mattina il Consiglio dovrà affrontare questioni delicate.”
“Continuate a valutare la proposta di Alexander Stewart?”
Alexander Stewart, Duca di Albany, era il fratello minore di James di Scozia. I due fratelli erano da molti anni in contrasto, i rapporti tra loro si erano deteriorati a tal punto da spingere il minore in esilio a Parigi, dove aveva sposato Anna de la Tour D’Auvergne, nobildonna francese di alto rango, con la benedizione di Louis; quest’ultimo, però, non gli aveva dato il suo appoggio ad invadere la Scozia e deporre James come Alexander aveva sperato, e così le attenzioni dell’esiliato Stewart si erano spostate verso l’Inghilterra.
“Sarei uno sciocco a non considerarle, Francis e Hastings sono per una volta d’accordo sull’accettarle per riprenderci ciò che i cani scozzesi ci hanno rubato e anche di più, avere il controllo totale della Scozia. – rispose – Alexander sarà il mio burattino, potrei persino prendere un giorno in considerazione di suggellare l’alleanza con un matrimonio, dare in sposa una sua futura figlia a Ned o Dickon così da reclamare un giorno la corona.”
“Avete dunque intenzione di invitarlo a corte?”
Aye. Nelle prossime settimane inviterò lui e sua moglie, darò un banchetto in loro onore, e se le sue proposte saranno congeniali a me e al Parlamento allora partiremo alla volta della Scozia e daremo battaglia a James.”
Anne sospirò frustrata e rassegnata all’idea di vivere in una nazione dove la guerra e i conflitti erano inevitabile, pregustando l’amaro momento in cui avrebbe dovuto salutare per l’ennesima volta l’uomo che amava, i giorni che avrebbe speso inginocchiata davanti ad un altare pregando Dio di farlo tornare sano e salvo da lei.
“Sono molto stanca, il bambino ha ricominciato a muoversi irrequieto, e credo che tornerò nelle mie stanze. – disse cambiando argomento – Spero mi raggiungerete più tardi, quando i vostri oneri saranno terminati, in caso contrario vi auguro una buona notte.”
Anne si allontanò prima che lui potesse sfiorarla o baciarla, Richard capì immediatamente che la notizia di una nuova guerra l’aveva turbata, e per l’ennesima volta si ritrovò a maledire il peso della corona – una corona che non avrebbe mai dovuto essere sua – che suo fratello Edward gli aveva lasciato in eredità.


“Anne…”
Sentendolo entrare nella stanza da letto la Regina represse immediatamente i singhiozzi e il pianto che l’aveva travolta una volta ritornata nelle sue stanze e chiusi gli occhi fece del suo meglio per sembrare addormentata.
Richard si sedette sul bordo del letto, togliendosi i calzari e il farsetto, stendendosi poi accanto a lei: sapeva che era sveglia, dopo dieci anni trascorsi insieme conosceva ogni suo più piccolo aspetto, e ne ebbe la conferma quando la sentì sussultare dopo averla abbracciata da dietro e intrecciato le sue gambe con quelle di lei.
“Anne… - sussurrò ancora senza ottenere risposta – Mio odio per avervi recato tanto dolore in questi anni, per essere costretto a darvi altre preoccupazioni, e se potessi porterei voi e i bambini in un posto sperduto e lontano da qui, dove nessuno ci conosce e le guerre sono solo un racconto lontano.”
Le baciò una guancia e nascose il viso nell’incavo del suo collo, concludendo: “Buona notte, amore mio.”


 


**



Il Duca di Albany e sua moglie giunsero a corte una settimana più tardi, furono accolti con tutti gli onori riservati al loro rango, e banchettarono al fianco dei sovrani.
Anne intraprese piacevoli discussioni con la sua omonima, Anna, presentò alla coppia i loro figli, il Principe del Galles giunto da Ludlow per passare il mese di luglio a corte e il Duca di York, Richard, di quasi sei anni.

“Avete dei figli meravigliosi, il Re deve essere molto fiero dei suoi eredi. – disse Anna – E presto ce ne sarà addirittura un terzo.”
“Credo che sia femmina questa volta, ma ammetto che pensavo la stessa cosa anche con Dickon, quindi potrei sbagliarmi. – ammise lei, osservando i suo figli seduti poco distante da loro, intenti a chiacchierare con Bess e Cecilia, con la loro cugina Margaret, di oramai dodici anni, giunta a corte in primavera per fare il suo debutto. La somiglianza dei due principi con il Re spiccava subito all’occhio, Richard non portava solo il suo nome ma anche il suo aspetto fisico, i suoi capelli neri e mossi e i suoi occhi grigi, il suo viso leggermente spigoloso e squadrato; Ned, invece, aveva gli occhi di Anne e capelli lisci come i suoi anche se scuri come quelli del padre, e nei suoi quasi dieci anni aveva un fisico molto asciutto ed esile, diverso da quello più massiccio del fratello minore, un fisico che ricordava vagamente quello di suo nonno Plantageneto e dei suoi zii Edward ed Edmund. – Ma anche voi avete avuto recentemente un figlio, John.”
Aye, otto mesi fa. – confermò – Un bambino forte e robusto, una tale gioia per tutti noi, specialmente per il Duca.”
“Brindiamo ai nostri figli, dunque, alla progenie delle nostre casata, che possano essere longevi e riempire d’orgoglio i propri avi.”
Anne alzò il calice, imitata dalla Duchessa, e portatoselo alle labbra ne prese un sorso.


 

**



“Richard, ti prego di ripensarci, di non agire avventatamente! – esclamò Edmund, camminando fianco a fianco del fratello minore, cercando inutilmente di persuaderlo a ritrattare la folle decisione che aveva preso durante la riunione del Consiglio – Francis in questi due anni ha condotto un ottimo lavoro in Scozia, a lui sono andati in aiuto gli altri nord del nord, si sono aggiunti persino Dorset e Stanley, e non vedo motivo per il quale dovresti andare anche tu.”
“Perché sono il re! – esclamò piccato – Gli uomini hanno bisogno del loro sovrano, inoltre ho dato la mia parola ad Alexander, ho stipulato un trattato e non ho intenzione di rimangiarmi la parola: ci riprenderemo le nostre terre, la Scozia diventerà dominio dell’Inghilterra, e quando il nostro l’esercito entrerà trionfante ad Edimburgo io sarò alla sua testa.”
“E Anne? – chiese ancora, fermandosi di colpo – Tra tre giorni inizierà il suo confinamento, il bambino nascerà nel giro di qualche settimana, e voi non sarete al suo fianco. Dimmi, fratello, vuoi davvero perdere la nascita di vostro figlio per rischiare nuovamente la tua vita in una campagna sciocca tanto quanto quella di Francia?”
“Mi terrò lontano dal campo di battaglia, se questo è ciò che vuoi sapere, ho imparato una dura lezione a Calais, ma i miei uomini devono sapere che il loro sovrano sarà con loro se la battaglia dovesse volgersi a nostro sfavore.”
Edmund sospirò, rassegnato, e deluso concluse: “Sei il mio sovrano, Richard, un uomo fatto e finito e non posso impedirti compiere le tue scelte, ma sappi che Anne non sarà lieta di questo nuovo conflitto, soffrirà molto sapendovi lontano nel momento più importante per lei.”
“Ma tu sarai con lei, tu e nostra madre, e la Contessa: Anne sarà circondata da persone che le vogliono bene, che la tratteranno con cura, e so che non appena mio figlio emetterà il primo vagito tu mi scriverai annunciandomi la nascita del mio terzo erede.”
“In questi sette anni mi sono preso cura del Principe di Galles come fosse mio figlio, l’ho cresciuto come avresti fatto tu, insegnandogli ogni cosa. – ricordò – Veglierò su di Anne come avresti fatto tu, poiché lei non è solo la mia regina ma anche mia sorella, e quando tuo figlio nascerà lo presenterò alla corte e lo battezzerò a Saint Paul come ho fatto già con i suoi fratelli.”


 
**



“Quando tornerà papà? – chiese il piccolo Dickon, spostando i suoi occhi azzurri dal cavallo di legno e puntandoli in quelli di Anne, in piedi accanto alla finestra – E Ned, mio fratello tornerà presto?”
Edward era ritornato in Galles per trascorrere là l’estate, l’aria di Londra non era adatta ad un bambino di dieci anni come lui, i medici e i suoi precettori avevano insistito affinché passasse più tempo possibile all’aria aperta e lontana dai fumi nocivi della capitale.
Anne sorrise al minore dei suoi due figli, aiutandolo a sedersi sul davanzale della finestra accanto a lei, così da poter vedere in lontananza la fila di cavalieri diretti in Scozia che lasciava la città.
“Il Re deve stare con i suoi uomini in questo momento delicato, incoraggiarli e far sentire loro la sua vicinanza, ma sono certa che presto tornerà da noi. – gli accarezzò i capelli scuri – Tuo padre non vorrebbe mai separarsi da te, lo sai questo? E neanche da me o dal bambino non ancora nato, ma purtroppo il dovere lo ha chiamato, e noi dobbiamo accettarlo. Un giorno, quando anche tu sarai grande e ti sarai stabilito a York, capirai.”
Dickon increspò le labbra, riflettendo sulle parole di sua madre, e anche se nei suoi quattro anni e mezzo non riuscì a capire ogni parola, annuì ubbidiente e suo malgrado accettò l’idea di passare del tempo lontano da suo padre.
D’altra parte, però, quella sarebbe stata la sua prima occasione di avere le attenzioni della madre esclusivamente per sé, senza dividerle con il fratello o il padre, e seppur egoistico quello fu un pensiero che rense la lontananza del genitore molto più sopportabile.


 

**
 


“Spingete, Maestà, un’ultima spinta!” esortò la levatrice, la stessa donna corpulenta e dal viso rubicondo che aveva fatto nascere il Duca di York quattro anni prima.
Il parto si stava dimostrando stranamente veloce, erano passate solo cinque ore dall’inizio delle doglie, e il bambino era già pronto ad uscire.
Accanto a Anne, sempre pronte a sostenerla, c’erano la Duchessa di York e sua madre la Contessa, giunta a Londra cinque giorni prima dell’inizio del travaglio. Le due donne non l’avevano mai abbandonata, le avevano infuso coraggio e tamponato il viso madido di sudore, e Anne si era sentita benedetta per tutto quell’affetto che la circondava.
Fuori, in attesa della nascita del terzo figlio della Regina, di quello che avrebbe portato il titolo di Conte o Contessa di March, titolo appartenuto un tempo al defunto Edward IV.
“Una bambina!” annunciò la donna, prendendo in braccio la neonata urlante e paonazza, posandola delicatamente in un lenzuolo.
Anne sorrise, contenta di aver dato alla luce la figlia che sia lei che Richard avevano da tempo desiderato, ed esausta si lasciò crollare tra i cuscini.
“Come volete chiamarla, figliola?” chiese la Duchessa.
“Joan. – sussurrò con voce flebile – Joan, come l’amata dama di Kent moglie del Principe Nero e madre del secondo Richard, nella speranza che sia bella e adorata dal suo popolo come lo è stata tanto tempo fa lei.”
Anne prese in braccio sua figlia, ammirandola e assicurandosi che fosse perfetta, le baciò il capo coperto di folti capelli rossicci e datala alle cure della balia si concesse il meritato riposo.
Nello stesso momento, fuori nel cortile, un messaggero lasciava di tutta fretta Londra con una lettera scritta dall’Arcivescovo di York in persona, una lettera indirizzata al Re – lo stesso sovrano che aveva appena fatto il suo ingresso trionfante nella città di Edimburgo dopo aver catturato e rinchiuso James di Scozia - che annunciava la nascita della Principessa.

 
**


“Ditemi, mia amata, avete mai visto una cosa più bella di questa?”
Era dicembre, la corte tutta si era riunita a Londra per rendere omaggio alla Principessa Joan in vista del suo battesimo, e per la prima volta dalla sua nascita i tre figli dei sovrani si erano ritrovati insieme.
“Non riesco a pensare a nulla di più perfetto, no. – rispose Anne – Ned è stato stregato dalla vista della sua sorellina, è evidente, e sono certa che tra qualche anno i nostri figli faranno a gara per starle accanto e proteggerla.”
“Anche Katherine è contenta di avere una sorella, anche se di molto più piccola, e ora che l’avete presa come vostra dama sono certo che potrà instaurare un rapporto più saldo con i suoi fratelli. – le baciò la fronte – Inoltre, ho deciso di iniziare a pensare alle nostre alleanze, non solo quella del Portogallo per Bess ma anche per Kat e Joan.”
“Non credi sia troppo presto per nostra figlia?” chiese timorosa.
“Mai troppo presto quando si parla degli scozzesi, e ora che Alexander è in fuga e i nostri sforzi si sono rivelati vani devo fare immediatamente la mia mossa: Joan andrà in sposa all'erede di James, sarà regina di Scozia un giorno, e attraverso la sua discendenza spero di poter portare pace tra i nostri due paesi.”
“Non la lascerò sposare prima dei diciassette anni, non metterà piede in Scozia prima del matrimonio, su questo sono irremovibile. – disse piccata – Decidi pure liberamente sul futuro di Bess, mandala in Portogallo se è quello che vuoi, ma Joan rimarrà qui.”
“E io farò ciò che voi mi ordinate, ma belle, tutto per voi. – le sorrise – Joan sarà istruita e cresciuta in Inghilterra, amata moltissimo da suo padre e sua madre, specialmente da sua madre. Sapete, più la guardo e più rivedo voi in lei, e questo mi rende ancor più orgoglioso.”
“Io, invece, rivedo voi in Dickon, mentre Ned è il perfetto connubio di entrambi.”
“Perfetto. – fece eco Richard – Sì, mia cara, è tutto perfetto.”



 

*




Angolo Autrice: Okay, rieccomi ad aggiornare questa storia anche se con ritardo. Il prossimo capitolo sarà l'ultimo vero e proprio, seguito solo da un epilogo finale, e poi la storia sarà conclusa.
Ringrazio, al solito, tutti coloro che leggono in silenzio, seguono e recensiscono.
Alla prossima,
V.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The White Queen / Vai alla pagina dell'autore: Ormhaxan