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Autore: Alice_Scarlettisoverated    16/09/2015    5 recensioni
E se gli dei esistessero veramente? Come sarebbero nel ventunesimo secolo? E se l'affascinante musicista di strada che ti ammicca da dietro un paio di occhiali da sole fosse uno di loro?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Apollo, Ares, Artemide, Atena
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incest
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C’era un tempo in cui l’uomo era giovane e il mondo ancora verde, e in quel mondo verde quei giovani uomini guardavano al cielo, pregando, aspettando un segno, una risposta, qualsiasi cosa.
Da parte di chi? Beh, nostra. Più o meno.

 Si perché c’è stato un tempo, prima delle metropoli, della birra al limone, e di una cosa che mia sorella adora chiamata tumblr, in cui noi avevamo il potere. Come direbbe suddetta sorella, un tempo in cui tenevamo il mondo per le palle. È una ragazza adorabile, davvero, ma a volte un po’ troppo diretta. Io sono più il tipo che, anche se la verità fa schifo, cerca di indorare la pillola. Si potrebbe definire una certa predisposizione alle figure retoriche e ai giri di parole. Tornando al potere, un qualche migliaio di anni fa, ce l’avevamo noi. Offerte, templi, sacrifici, non c’era niente che gli umani non facessero pur di ingraziarcisi. E a ben vedere; personalmente non sono mai stato un tipo violento, non particolarmente, ma non eravamo tutti così. Guerre, cataclismi, carestie…un nostro capriccio faceva la differenza tra la prosperità e l’estinzione globale. E poi c’erano il lusso, le feste, le donne… una gran bella vita. Qualche millennio fa. Oggi, ventunesimo secolo, un paio di social network dopo… Suvvia, i templi e le statue d’oro saranno pure diventati trilocali fatiscenti nella periferia di Dublino, ma abbiamo la tv via cavo e risparmiamo sulla wi-fii scroccando alla signora Flanagann del piano di sopra. Non è poi così male.

 Ci trasferimmo dall’Italia tre anni fa; in realtà mia sorella si era trasferita, io detesto il tempo qui, troppo poco sole. L’Irlanda è il suo posto, mentre il mio è Barcellona, lo abbiamo deciso tipo quattro secoli fa, dopo la peste. Lei è la mia sorellina, anche se a volte non ci sopportiamo, anche se siamo diversi come il giorno e la notte… ma se i film della Disney mi hanno insegnato qualcosa è che è così che funziona tra fratelli: si litiga, ci si urla contro, si distruggono accidentalmente un paio di edifici, ma ohana significa famiglia, e famiglia significa che nessuno viene abbandonato. Motivo per cui la seguii.

E motivo per cui, nel Marzo del 2018, mi ritrovai bagnato fino al midollo in un vicolo vicino la fabbrica Guinness, trascinando un vecchio barbone ubriaco che continuava ad urlare oscenità in norvegese. Perché? Perché sono sempre stato un dio magnanimo.
-Ouch! Signore, se la smettesse di scalciare come una puledra di Tracia arriveremmo prima in ospedale-
-Ospedale?! Portami alla prossima taverna!-
-Neanche per sogno, se beve un altro goccio dovrei trascinarla direttamente in obitorio-
-Come osi, sbarbatello insolente! Non sai che l’idromele favorisce l’ispirazione poetica?-
-Idromele? Dall’odore direi  birra, e non delle migliori; quanto alla poesia, mi permetto di dissentire. Modesti a parte, me ne intendo-
-Ahahahahahah, tu? Non hai nemmeno un pelo in faccia moccioso, che ne puoi mai sapere?-
Per un momento presi seriamente in considerazione l’idea di mollarlo in una pozzanghera.
-Allora, moccioso, che ne sai?-
Vecchio ubriacone molesto. Per fortuna sono un dio molto magnanimo. E soprattutto sono un dio. In generale tendiamo a mantenere le nostre identità celate ai mortali, ma quel vecchio era comunque troppo ubriaco…
-Lo so perché sono il dio della poesia, attualmente sotto forma di un affascinante ventenne che suona la chitarra a Carnaby Street. Molto lieto-
In un primo momento, interpretai il silenzio in cui l’uomo piombò nei minuti successivi alla mia rivelazione come un primo sintomo di coma etilico. Poi quel vecchio lunatico si voltò a guardarmi; solo allora notai che portava una benda sull’occhio destro, mentre con l’altro cercava di mettermi a fuoco.
-Anche tu?- biascicò alitandomi in faccia. Sono decisamente molto magnanimo.
-Anche io cosa, nonno?-
-Porta rispetto, ragazzo, quando parli al padre di tutti-
-Signore, sono abbastanza sicuro che lei non sia mio padre, e sono assolutamente sicuro che lei sia ubriaco- o il contrario?
Fu allora che un grosso corvaccio mi si posò sulla spalla. Fossi stato un dio meno magnanimo e più sveglio, avrei fatto due più due. Invece mi limitai a dire:
-Sciò!-
-Sciò a chi moccioso?-
Corvi parlanti. Uno pensa che in più di duemila anni di vita le hai viste tutte e poi corvi parlanti.
-Tranquillo moccioso, sono amici miei-
-Sono??-
-Guai…guai…- arrivò gracchiando un secondo corvo.
A quel punto ero quanto meno incuriosito.
-Ehm, signor ubriacone, esattamente lei chi...?-
-Non adesso ragazzo! Qual è il problema?
-Il solito- disse il primo corvo.
-Tuo figlio- riprese il secondo.
-Guai-
-Rissa-
-Guai-
-Donzella-
-Guai-
-Graziosa-
-Grossi guai-
-Capelli rossi-
-Mi piacciono le rosse-
-Pessimo carattere-
-L’ho già detto guai?-
Mentre seguivo lo scambio di battute tra i corvi come una partita di tennis, le parole capelli rossi e pessimo carattere furono un campanello d’allarme.
-Signor ubriacone?-
-Per amor del cielo ragazzo cosa c’è?-
-Per caso anche lei è un dio?-
-Ovviamente-
-Pantheon Norreno?-
-Si potrebbe dire di si-
-Corvi, occhio mancante… lei è Odino, giusto?-
-Non brilli certo per l’ingegno, vero ragazzo?-
-Certo che è Odino- aggiunse uno dei corvi.
-Padre di tutti- continuò l’altro.
-Padre di Thor-
E il campanello d’allarme si trasformò in sirene spiegate e ordini di evacuazione, e non potei più trattenere un sospiro rassegnato.
-Per le ossa di Ymir figliolo che ti prende?-
 -Oh niente d’importante, credo solo di conoscere la rossa col caratteraccio di cui parlavano i pennuti-
Quasi come a rispondermi, in quel preciso istante il cielo fu squarciato da un fulmine, e un tuono scosse la terra.
-E conoscendola, direi che sarebbe meglio muoverci- 
   
 
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