Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: namelessfedah    16/09/2015    1 recensioni
Harry Styles è solito essere spintonato e deriso dalla squadra di football della scuola, quindi non si aspetta niente dal nuovo arrivato, Louis Tomlinson, che sembra essere un atleta. Riuscirà Harry ad imparare che non tutti sono uguali, che chiunque ha dei segreti, e che a volte c'è molto di più in una persona di quello che l'occhio riesce a notare?
O dove Harry e Louis stanno attraversando entrambi situazioni estremamente difficili, ed imparano a farsi forza l'un l'altro.

Harry/Louis | Highschool!AU, Athlete!Louis | Note: Menzione di violenza fisica/verbale/psicologica e maltrattamenti strettamente legati al tema dell'omofobia | Conteggio parole: 79k
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
XVII



 

Harry era emotivamente vuoto.

Dopo la sua conversazione con Niall, si ritrovò a raccontare la stessa storia a sua madre. Anne provò a rimanere calma di fronte a suo figlio, ma sentire cosa avevano passato i due ragazzi a causa di persone che era solita accogliere in casa sua la stava facendo vedere rosso dalla rabbia. Sapeva che Harry avesse vissuto un periodo difficile con i suoi ex amici, ma non avrebbe mai potuto immaginare che quella violenza fosse diventata anche fisica. Era delusa da suo figlio per non averglielo riferito subito, avrebbe potuto fare qualcosa per prevenire almeno i danni causati a Louis. era delusa da Harry, inoltre, per averle fatto credere che il povero ragazzo non fosse altro che un bullo.

Harry passò la lunga notte ad osservare Louis dormire. Il piccolo ragazzo non si era svegliato nemmeno una volta da quando la sua testa aveva toccato il cuscino, ed Harry non riusciva a smettere di essere ansioso a riguardo. Sua madre gli aveva assicurato che considerando ciò che Louis aveva dovuto affrontare fosse normale che avesse bisogno di così tanto tempo per riposare e rimettersi. Ed anche se Louis era immerso in un sonno profondo, Harry sapeva non fosse tranquillo. Fu una notte piena di sussurri e grugniti tormentati che non permisero ad Harry di chiudere occhio. Ogni volta che sentiva i piccoli rumori straziati fuoriuscire dalla bocca del più basso, Harry carezzava prontamente con dita delicate la sua guancia, confortandolo istantaneamente.

Stava iniziando a diventare un'abitudine, quindi quando Louis lasciò riuscire un piccolo lamento quella mattina, Harry era già al suo fianco a coccolarlo. Tuttavia, non si aspettava di vedere gli occhi del castano riaprirsi.

"H-Harry?" Sussurrò con voce morbida attraverso le labbra screpolate.

"Louis?" Rispose Harry, prendendo il viso del ragazzo tra le mani e scrutandolo negli occhi blu. "Sei sveglio."

"Sei ancora qui."

Harry si lasciò scappare un piccolo sorriso. "Certo che sono ancora qui. Ti avevo detto che non ti avrei più lasciato solo."

Louis ricambiò il suo sorriso, gli occhi stanchi ma pieni di affetto e riconoscimento. Portò la sua stessa mano sul suo viso, poggiandola su quella di Harry. I due rimasero in quella posizione a lungo, guardandosi negli occhi. Era come se stessero avendo una conversazione silenziosa, fatta solo di sguardi. Harry percepì il proprio battito cardiaco aumentare a dismisura osservando Louis bearsi del contatto della sua mano e lentamente carezzarla con le dita. Harry sporse inconsciamente il proprio corpo verso il ragazzo più piccolo, non interrompendo il contatto visivo nemmeno per un momento. Il suo battito continuava ad aumentare mentre il suo viso si avvicinava sempre di più a quello di Louis.

"Harry?" Un leggero colpetto alla porta fece sobbalzare Harry, che si allontanò dal ragazzo e rivolse la sua attenzione alla voce che aveva appena interrotto qualsiasi azione Harry stava per compiere. "Vuoi che.."

Anne si bloccò a metà frase notando gli occhi di Louis aperti. Percepì le proprie labbra curvarsi in un sorriso nel vedere il ragazzo sveglio. "Louis, sei sveglio."

"Si, lo sono." Squittì Louis attraverso la gola secca.

"Come ti senti ora?" Chiese piano la donna. "Hai dolore da qualche parte?"

Louis si prese un momento per elaborare la domanda e fare velocemente un inventario del proprio corpo prima di scuotere la testa. "Sto bene."

Anne chiuse gli occhi e sospirò.

La vedo difficile star bene in quelle condizioni.

"Che ne dici se do un'occhiata alla tua spalla?"

Louis le rivolse un piccolo cenno d'assenso e la donna attraversò la stanza raggiungendo il letto. Harry aiutò Louis a sedersi e si spostò facendo spazio a sua madre in modo che potesse visitare Louis. Lei rimosse le bende, causando un piccolo lamento a Louis. guardò l'arto più attentamente e fu lieta di scoprire che buona parte del gonfiore fosse scomparso. Sembrava che il ragazzo riuscisse a muoverlo abbastanza bene pur essendo in quelle condizioni, ed era in grado di muovere tutte le dita ed il resto del braccio; avrebbero potuto evitare dei danni permanenti.

La donna scese a togliere le bende dalle costole di Louis, volendo accertarsi che fossero anche loro in via di guarigione. La sua frequenza respiratoria era migliorata rispetto alla notte precedente, e fu felice di costatare che il ragazzo riuscisse a prendere respiri profondi senza sembrare addolorato. Non appena finì la sua piccola ispezione, riposizionò i bendaggi.

Aveva fatto dei considerevoli miglioramenti rispetto alla notte prima, ma era ancora difficile considerarlo 'sano'.

"Hai fame?" Gli chiese Anne.

Louis scosse automaticamente la testa, ma proprio in quel momento il suo stomaco decise di emettere un brontolio rumoroso. Arrossì imbarazzato e sia Anne che Harry ridacchiarono.

"Porterò del cibo ad entrambi." Disse la donna camminando verso la porta. "Harry, perché non lo aiuti a vestirsi? Raggiungetemi in cucina quando siete pronti."

Harry annuì e guardò sua madre lasciare la stanza prima di saltare giù dal letto e dirigersi verso il suo armadio. Frugò tra i suoi vestiti per poi tirare fuori una maglietta che l'aveva sempre fatto sorridere; quella con su stampato Topolino. Mostrò la sua scelta a Louis, che roteò semplicemente gli occhi.

"Davvero, riccio? Topolino?"

Harry gli rivolse uno sguardo esageratamente offeso. "Beh, devi sapere che questa è la mia maglietta preferita di tutti i tempi, e dovresti sentirti onorato di indossarla."

Louis tirò la testa indietro lasciando uscire una risata rumorosa. "Sono commosso."

Harry camminò verso il ragazzo con la maglietta tra le mani. "Farai bene ad esserlo; una cosa del genere non la presto mica tutti i giorni."

Harry fu felice di notare un sorriso sul volto di Louis. era la magia di quella maglietta Disney; rendeva sempre felici le persone. Harry lo aiutò ad indossarla, per poi afferrare un paio di pantaloni di tuta e far alzare Louis tirandoglieli su fino ai fianchi.

Una volta che Louis fu completamente vestito, camminò lentamente per la camera di Harry; avendo per la prima volta l'opportunità di osservarla a pieno. Sorrise osservando la foto posta su un'anta dell'armadio raffigurante Harry e sua madre. Aveva capito da subito che i due avessero un bel rapporto. Si incamminò lentamente verso la scrivania, dando un'occhiata ai fogli che la ricoprivano. Notò subito che la maggior parte consistesse in testi di canzoni scritti da Harry.

"Dovresti cantarmene una." Suggerì velocemente Louis mentre continuava ad osservare i testi.

"Fidati," Replicò Harry. "Non vuoi sentirle. Non sono per niente buone."

Louis si voltò per guardare il ragazzo più alto. "Harry, non ci credo. Ne ho sentita una in auditorium, ricordi?"

"Si, me lo ricordo."

Louis raggiunse la chitarra poggiata sul muro accanto al letto. la sollevò e la porse al proprietario. "Per favore, per me?"

Harry lo guardò negli occhi; Louis gli stava rivolgendo uno sguardo da cucciolo. Harry sospirò, non riuscendo a resistergli. Prese la chitarra dalle mani del castano e si sedette sul letto. chiuse gli occhi prima di iniziare a carezzare le corde con le dita.

"When I see your smile

Tears run down my face I can't replace

And now that I'm strong I have figured out

How this world turns cold and it breaks through my soul

And I know I'll find deep inside me I can be the one

I will never let you fall

I'll stand up with you forever

I'll be there for you through it all

Even if saving you sends me to heaven"

Harry cantò le parole di quella canzone guardando dritto negli occhi di Louis. posò una mano sulla sua spalla sana e si perse in quegli occhi color oceano. "Dicevo davvero, ogni parola."

Louis annuì e scostò un ricciolo dal volto di Harry. "Grazie."

Harry sorrise e prese la mano di Louis. "Andiamo a mangiare." Attraversarono il corridoio della piccola casa mano nella mano, annusando l'odore paradisiaco del cibo che Anne aveva cucinato per loro.

Anne sorrise notando i due ragazzi. "Spero ti piacciano i pancakes, Louis."

"Li adoro." Prendendo posto intorno al tavolo rotondo.

"Perfetto, ne ho preparati in abbondanza." Anne posò il piatto colmo di pancakes al centro del tavolo. "Servitevi pure. Se avete bisogno di qualcosa mi trovate nella mia stanza."

Harry e Louis la ringraziarono prima di riempirsi piatti di cibo.

"Vuoi dello sciroppo, Lou?" Chiese Harry dopo aver ricoperto i suoi pancakes con quella salsa dolce e appiccicosa.

"In verità non mi piace lo sciroppo." Disse Louis arricciando il naso.

La mascella di Harry cadde. "Come fa a non piacerti questa delizia?"

Louis alzò semplicemente la sua spalla buona lasciandosi scappare una piccola risata. "Non la definirei deliziosa, magari disgustosa."

Harry sobbalzò. "Rimangiatelo Louis Tomlinson!" Afferrò la bottiglia di sciroppo e la sporse sul piatto di Louis con fare minaccioso.

"Non pensarci nemmeno, riccio."

Harry sogghignò e spremette leggermente la bottiglia, permettendo ad un leggero filo di sciroppo di cadere sui pancakes di Louis. il ragazzo gli rivolse uno sguardo orripilato ed Harry scrollò semplicemente le spalle. "Oops."

"Non posso credere tu l'abbia fatto davvero." Esclamò, cercando di raschiare via lo sciroppo dal suo cibo. "Mi hai appena rovinato il pasto!"

Harry dovette impiegare tutta la sua forza di volontà per non sorridere. Si guardò intorno nella stanza fingendosi confuso prima di tornare a guardare Louis

"Chi, io?" scrollò le spalle. "Non ho la minima idea di cosa tu stia dicendo."

I due si fissarono a vicenda con espressioni serie. Riuscirono a far durare quella sfida solo pochi secondi prima che entrambi iniziassero a ridacchiare. Quando furono finalmente in grado di fermare le risate, mangiarono i loro pancakes. Una volta che entrambi i loro piatti furono vuoti, Louis si alzò raccogliendoli ed incamminandosi verso il lavandino.

"Non c'è bisogno che tu lo faccia." Disse Harry alzandosi a sua volta.

"No, pulirò io. Avete fatto così tanto per me e..."

"Lou." Lo interruppe Harry sfilando i piatti dalla stretta di Louis. "Va tutto bene. tu vai e riposati. Puoi sederti sul divano e guardare un po' di TV ed io ti raggiungo tra poco."

"Ma..."

Niente ma." Disse con un sorriso. "Ora vai e trova qualcosa di carino da guardare." Propose con un sorriso luminoso quando notò l'espressione colpevole sul suo volto.

Louis finalmente ricambiò il sorriso per poi prendere il suo bicchiere dal tavolo e bere un sorso d'acqua. Camminò verso il salotto osservando l'ambiente. La casa degli Styles non era particolarmente grande ne agghindata, ma aveva di certo una cosa che era sempre mancata a casa di Louis.

Il calore.

I colori della piccola stanza emanavano un'atmosfera amichevole e gentile. C'era un bellissimo piano nero nascosto in un angolo della stanza che sembrava essere intoccato, pur essendo libero da qualsiasi tipo di sporcizia o polvere. Le fotografie abbondavano in piccoli quadretti sui muri, la maggior parte raffigurante Harry a diverse età. C'erano anche molte foto che ritraevano un uomo bellissimo dagli occhi verdi ed i capelli ricci.

Il padre di Harry.

Louis era completamente certo che Harry avesse ereditato la sua sproporzionata bellezza da suo padre. Gli occhi e quella sfumatura smeraldina che Louis trovava incantevole. Il sorriso caldo identico a quello del ragazzo in cucina. Persino le rughette intorno agli occhi provocate dal sorriso erano le stesse. Louis non poté fermarsi dal sorridere alla somiglianza.

"Sono identici, non è vero?"

Una voce proveniente dalla porta spaventò Louis che si voltò velocemente. Le sue dita tremanti persero la presa sul bicchiere che con suo sommo orrore finì a terra in mille pezzi, l'acqua divagò sul pavimento.

Louis andò nel panico.

"Oh mio dio! Mi dispiace così tanto. I-io non... Sono un tale..."

Notò Anne che lo fissava dall'uscio con gli occhi spalancati ed il suo panico raggiunse livelli ancora più elevati.

"Mi dispiace. I-io pulirò tutto... Non volevo..." Balbettò abbassandosi per raccogliere i pezzi di vetro rotto con mani tremanti. Louis era talmente frustrato che non prestò attenzione a cosa stesse facendo, ed urtò con la mano un pezzo di vetro particolarmente appuntito ferendosi la pelle delicata del palmo portandolo istintivamente a ritrarre il braccio con un sibilo.

"Oh no." Disse Anne non appena vide il liquido rosso scorrere sulla mano di Louis. raggiunse il ragazzo per aiutarlo ma quest'ultimo si ritrasse al suo tocco e serrò gli occhi aspettando il colpo.

Anne si bloccò,, aspettando che il ragazzo riaprisse gli occhi. Quando finalmente lo fece, gli si avvicinò cautamente. "Tesoro, stai bene?"

Louis la guardò tenendosi la mano sanguinante. "Mi dispiace."

"Non hai niente di cui scusarti. Gli incidenti succedono, non è niente di grave." Fece altri pochi passi verso di lui. "Posso prendermi cura della tua mano?"

Louis non rispose negativamente alla domanda, così Anne si sporse verso di lui e gli prese la mano tra le sue. Una ferita rosso acceso segnava il palmo di Louis dal pollice fino al polso. Non sembrava profonda, ma non smetteva di sanguinare. Anne vi pressò alcuni fazzolettini recuperati dal tavolo e si sorprese quando Louis non si lamentò per il dolore. Se ne stava semplicemente seduto lì con uno sguardo triste e segnargli gli occhi.

"Torno subito con il kit del primo soccorso." Disse al ragazzo dopo avergli fatto stringere il pugno intorno alla ferita. Ancora una volta, non ricevette risposta.

Si alzò velocemente e raggiunse la cucina per prendere il kit. Harry la notò e smise di lavare i piatti.

"Va tutto bene? Ho sentito qualcosa rompersi."

"Louis ha accidentalmente rotto un bicchiere e si è tagliato con il vetro." Spiegò prendendo i bendaggi dalla cassetta.

Harry si accigliò e spense l'acqua. "Andrò a vedere come sta."

Anne annuì e sorrise, passando al figlio l'occorrente per curare la mano di Louis.

Quando Harry entrò nella stanza, percepì il suo cuore spezzarsi guardando il ragazzo accasciato a terra. Louis sedeva vicino ai vetri rotti, il sangue scorreva impregnando i fazzoletti che teneva stretti nella sua presa; i suoi occhi erano incredibilmente tristi.

"Oh Lou." Disse Harry sedendovisi accanto.

Louis alzò finalmente lo sguardo e sussurrò con voce rotta. "Tua madre è arrabbiata con me?"

"Certo che no!" esclamò Harry. "Non le importa di un bicchiere rotto. Le importa della tua salute."

"Ma io..."

"Shh." Lo interruppe Harry. "Va tutto bene."

Rimosse i fazzoletti insanguinati dalla sua mano e li lanciò via. Iniziò a strofinare piano la ferita con dell'ovatta bagnata per disinfettarla. Louis rimase impassibile durante tutta la procedura. Dopo che Harry si fu assicurato che il sangue avesse smesso di affluire, spalmò una crema disinfettante e coprì bene il tutto con la benda bianca. Non aveva un bell'aspetto ma almeno era sicuro che non si sarebbe infettata.

"Hey." Louis disse finalmente. "Dov'è Niall?"

"È dovuto andare a scuola. Era rimasto indietro con il programma considerato che settimana scorsa si è assentato a causa dell'influenza." Spiegò Harry.

Louis spalancò gli occhi.

Era passato un giorno? Era stato così disorientato quando si era svegliato che non aveva controllato l'orologio.

"Aspetta... per quanto tempo sono stato qui?" Chiese lentamente.

Harry notò lo sguardo terrorizzato nei suoi occhi ma gli diede comunque una risposta. "Sei qui più o meno dalle tre del pomeriggio di ieri."

Louis sentì lo stomaco rivoltarsi.

No. Non può essere.

Louis scosse la testa. "Non... n-non può essere... io... oh mio dio, mi ucciderà..."

Un'ondata di vertigini lo avvolse non appena scattò in piedi ed oscillò leggermente.

"Vacci piano, Lou." Gli disse dolcemente Harry alzandosi e avvolgendo un braccio intorno alla sua figura esile. "Stai bene?"

Louis si sottrasse alla presa del ragazzo e si allontanò.

"Devo andarmene." Disse intontito fissando il vuoto.

"Cosa?" Chiese Harry scioccato. "Louis, sei al sicuro qui. Non lasceremo che ti accada niente, ma non puoi andartene."

"Lui mi..." Sussurrò Louis rivolto a nessuno in particolare. "Oh dio... Cosa ho fatto?"

Harry si avvicinò di un passo al ragazzo tremante. "Louis, devi ascoltarmi..."

Louis scosse la testa con forza e si diresse verso la porta d'ingresso della casa, mormorando parole che Harry non era più in grado di captare. Il riccio lo rincorse e gli si parò davanti prima che potesse aprire la porta.

"Louis, fermati e ascoltami." Disse Harry. "Nessuno può farti del male qui."

Louis alzò lo sguardo, ora pieno di lacrime. "Sarà così arrabbiato con me..."

Harry scosse la testa, percependo le sue stesse lacrime iniziare a scorrere.

"Ti prego, lascia che me ne vada."

Harry chiuse gli occhi e prese un grosso respiro. "Parliamone prima con mia madre, se poi vuoi ancora andartene ti accompagnerò ovunque tu voglia."

Louis lo osservò per un lungo momento prima di acconsentire. Tornarono in salotto. "Credo che andrò in bagno mentre chiami tua madre."

"Okay." Disse Harry guardando il piccolo ragazzo scomparire in bagno. Andò a prendere sua madre così che lei potesse convincere Louis a rimanere lì, dove potevano assicurarsi che stesse bene.

"Andrò a controllarlo." Disse Anne al figlio dopo averlo ascoltato spiegare la situazione.

Quando raggiunse il bagno bussò, riuscendo a sentire il lavandino aperto e l'acqua scorrere. Si accigliò non ricevendo risposta ed aprì leggermente la porta per accertarsi fosse tutto a posto.

Ciò che le si parò davanti la costrinse a spalancare gli occhi.

Il lavandino era acceso, ma Louis non era lì a lavarsi le mani. In realtà, Louis non era proprio nella stanza. Gli occhi di Anne si posarono direttamente verso la finestra, che era aperta e creava corrente.

Louis era scappato. 

 
Hey ya!
Sono già qui! Ora prometto che mi dedico alle recensioni, mi sento una persona bruttissima a rispondervi subito.
Inoltre vi ringrazio tantissimo per le innumerevoli letture e i commenti, come sempre. Mi rendete felicissima!

 
Love you.
-fedah
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: namelessfedah