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Autore: Dragon_Iridia    17/09/2015    4 recensioni
- Newtmas - AU -
Faceva caldo, davvero troppo caldo. Ma d'altronde era estate, è per questo che d'estate si va al mare, no?
Per questo avevano scelto quell'isola, Lipari, una delle isole Eolie. Teresa si era occupata di tutto, aveva affittato un piccolo appartamento per lei, Minho, Chuck e Thomas. Come unica donna nel gruppo di amici si era sentita in dovere di pensarci lei.
Thomas non pensava però che un'altro membro si sarebbe aggiunto presto al gruppo, quando alla fermata dell'autobus nota un certo biondino, che fino a qualche minuto prima era nella loro stessa spiaggia. Che ruolo rivestirà il biondo in questa bizzarra e iperattiva comitiva?
Come influirà il passato dei due ragazzi sul loro presente e sul loro rapporto?
Rimarrà solo una stupida cottarella estiva?
Genere: Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Minho, Newt, Teresa, Thomas, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Ognuno ha le sue paure: Chuck è medusafobico
 
Sentì l'acqua scivolare sul petto, per ramificarsi e racchiuderlo in un freddo abbraccio bagnato. Il sollievo si diffuse dalla pelle fino a donargli una sensazione di freschezza e rigenerazione. Era una sensazione appagante, scacciare l'afa estiva con la frescura dell'acqua salata. Seguendo lo slancio del tuffo, Thomas lasciò che il suo corpo prendesse l'aria di cui aveva bisogno. Asciugò l'acqua dagli occhi, e poggiò i piedi sul fondale di sassi e lasciò cadere lo sguardo davanti a se. Notò di sfuggita gli altri tre compagni, Chuck poco davanti a lui che scuoteva la testa alle parole di Minho; intravedeva nell'acqua limpida i capelli neri di Teresa appena immersa sott'acqua, evidentemente soddisfatta del bagno tanto agognato.
 
Il ragazzo si voltò per vedere se Newt lo aveva seguito e notò con disappunto che il biondino, superato il bagnasciuga, era immerso fino a poco sotto i fianchi. Thomas si immerse di nuovo lentamente, lasciando a pelo d'acqua la parte superiore del volto, gli occhi fissi sul biondino. Questo tratteneva il respiro per il contatto con l'acqua gelida, distendendo i muscoli del torace, come per allontanarsi dalla fonte del freddo gelido.
 Quando lo vide fissarlo con i suoi occhi dorati lasciò che gli sguardi si legassero per un attimo, un attimo che sembrò infinito per Newt.
Sentiva freddo a causa dell'acqua, ma quegli occhi forse erano ne erano la causa, erano di un colore così caldo e avvolgente che scaldavano il sangue nelle vene, iniziando a farlo bollire.
 Così era come se lottasse al polo per riscaldarsi, con la temperatura corporea troppo alta per sopravvivere a un clima simile; poi il brunetto accennò ad un ghigno divertito, lasciando uscire qualche bolla d'aria.
Con il naso sotto l'acqua e gli occhi fissi sul biondo, in una tacita richiesta di immergersi completamente, iniziò a soffiare. Le bolle d'aria iniziarono a formarsi e scoppiare in superficie; in quel momento Newt pensò di non aver mai visto una cosa così stupida e infantile, ma sorrise rassegnato, convinto che probabilmente avrebbe dovuto abituarsi a quei gesti scherzosi.
Thomas, come un bambino soddisfatto che ha appena fatto la scoperta più banale del mondo, gettò la testa all'indietro per prendere aria e ridere, seguito dal biondo che iniziò a scuotere la testa e piegare le ginocchia. Fece qualche passo e approfittando delle risate distratte del ragazzo, lo schizzò senza troppe cerimonie, ridendo lui stavolta come un bambino.
 
-Hey!- replicò Thomas fingendosi offeso- brutta testa di caspio -
 
Non riuscì a terminare la frase perchè sentì due mani sulle spalle trascinarlo giù. Sollevò le mani nel tentativo di aggrapparsi a qualcosa d'invisibile sopra di lui fallendo e ritrovandosi sott'acqua. Quando riuscì a issarsi sulle gambe e uscire dall'acqua vide davanti a se Newt che scambiava un pugno con Minho, ridendo soddisfatti. L'asiatico passò una mano intorno alle spalle del biondo e guardando la vittima delle loro risate disse:
 
-Bene Fagio son contento che tu abbia subito capito come funzionano le cose qui! Solitamente ce la prendiamo con i fagiolini come te, ma usualmente con Thomas ce la ridiamo, è lui l'ultimo arrivato.
 
-Fagio? Fagiolino? Ma...
 
Cercò di chiedere il biondino, ma l'asiatico tornò a molestare Chuck, senza degnarlo di uno sguardo, senza però aver prima aggiunto:
 
-Fattelo spiegare da Thomas, è un discorso interessante sai? Lui sa tutto, ed è meno noioso di me. Non è vero ovviamente, ma ho cose importanti da fare.
 
I due ragazzi lo seguirono con lo sguardo, lanciandogli un'occhiata perplessa e arresa; quando Thomas sentì l'acqua muoversi e venir spostata si voltò, per ritrovarsi il biondino accanto a lui, con lo sguardo rivolto verso l'orizzonte e suoi amici. Appena notò che si stava voltando verso di lui, distolse lo sguardo e lo rivolse verso un punto indefinito nel mare.
 
-Quindi cosa significa questa cosa del "Fagio"? Insomma usate un vocabolario bizzarro o mi sbaglio?
 
Thomas a quella domanda sorrise, abbassando il volto, per poi rivolgere lo sguardo al biondino, che aveva un'aria divertita e curiosa nei suoi occhi scuri.
 
-Più o meno. usiamo questo linguaggio perchè i nostri genitori non ci permettevano di dire parolacce, e con il tempo è diventato un linguaggio nostro, che simboleggia l'appartenenza a un gruppo. Solo noi sappiamo cosa significano certe parole e come usarle. E ovviamente possiamo usarle solo noi.
 
Fece una pausa, aspettandosi delle domande da parte del biondino, che non arrivarono. Lui ne avrebbe fatte, una valanga ma Minho lo brontolava sempre per essere così impiccione.
Si voltò per vedere cosa stesse facendo e che espressione ci fosse sul suo volto, e lo ritrovò a fianco a lui, immerso nell'acqua fino alle spalle, con lo sguardo perso verso l'orizzonte.
Aveva la mente completamente svuotata, impiegata nel cercare di capire a cosa stesse pensando il biondo. Sobbalzò leggermente quando lo vide voltarsi verso di lui, con aria interrogativa e uno sguardo che lo invitava tacitamente a continuare. Thomas si sentì come un bambino colto sul fatto, distolse rapidamente lo sguardo e continuò:
 
-Potrebbero sembrare offensive, ma dipende da come sono usate. Avvolte sono usate in modo amichevole, sai quelle "offese tra amici".
 
Fece una pausa, ma non perchè si aspettasse una risposta dal biondo, si limitava ad ascoltare, ormai lo aveva capito. Forse faceva le domande al termine del discorso.
 
-Ad esempio "Fagio", che è il diminutivo di "Fagiolino", lo usiamo per le persone nuove, quelli che conosciamo da poco. Sono stato anch'io uno di loro. Il gruppetto si è formato quando eravamo alle medie insieme, quando siamo andati in campeggio insieme, una gita di più classi. Teresa e Minho facevano porte di un gruppetto di ragazzi, sai amicizie scolastiche. Uno di loro aveva un fratello, Chuck, che si portava dietro ogni tanto. Diventò parte del gruppo di amici, e tutti lo chiamavano "Fagio" perchè era l'ultimo arrivato.
 
-Una sorta di primino insomma
 
Thomas si voltò verso il biondo, che aveva addirittura interrotto un suo discorso, e ne rimase piacevolmente colpito.
 
-Si, stessa filosofia. Sai all'inizio lo prendevano in giro, era un po' la cavia della situazione. Minho e Teresa erano in un'altra classe rispetto alla mia, ci siamo conosciuti in questa gita al campeggio, e abbiamo legato. Così sono diventato io il nuovo fagiolino del gruppo. Eravamo tanti, ma poi sai come va a finire, scuole diverse, si cresce e si cambia, molti hanno preso la loro strada, altri si sono fidanzati e hanno lasciato stare le uscite di gruppo. Ma in fondo siamo legati e ogni tanto ci rivediamo o sentiamo tutti.
 
-Capito, classiche situazioni, succede a tutti così. Ma voi quattro siete rimasti insieme nonostante tutto, mi sembra una buona cosa.
 
-Oh si, beh abbiamo avuto litigi e momenti no, ma eccoci qua, siamo indistruttibili,
 
-Se non voi il vostro legame sicuramente.
 
Thomas percepì un cambio di tono nella voce del ragazzo e si voltò. Non riusciva a leggere cosa ci fosse dietro quegli occhi e quel piccolo sorriso. Newt stava ricordano il suo passato, i legami che aveva perso per cause sciocche e come alcuni fossero fragili, come alcune persone fossero fragili. Non voleva che il passato si ripetesse, vedeva davanti a se una piccola occasione e non voleva mandarla in fumo con il passato.
 Non avrebbe dimenticato, ma non avrebbe neanche permesso al passato di affondare il futuro.
 
Sentendo lo sguardo dell'altro, sorrise, in modo impulsivo, per nascondere qualsiasi traccia di amarezza nel volto.
 
-Cos'ha Chuck?
 
Il ragazzino stava girando su se stesso, per controllare l'acqua intorno a lui, come se fosse alla ricerca di qualcosa di perso. Ma il suo sguardo era spaventato, un'espressione simile a terrore era stampata sul suo volto, mentre paonazzo continuava a girare su se stesso, con le braccia alzate. Teresa fissava con aria corrucciata Minho che rideva, con una mano sulla pancia. Thomas si lasciò scappare una risatina e spiegò.
 
-Chuck ha paura delle meduse, noi lo definiamo "medusafobico" perchè la sua sembra seriamente una fobia. O almeno così dice Teresa. Una volta abbiamo dovuto trascinarlo di peso fuori dall'acqua perchè era svenuto dallo spavento.
 
-Ma
 
Minho stava cercando di abbracciare Chuck, che aveva capito di non essere sotto l'attacco di una medusa, e per questo inveiva contro l'asiatico. Era diventato paonazzo in volto, e aveva gli occhi lucidi.
 Per un attimo Newt pensò che il piccoletto se la fosse presa, poi vide che iniziò a fare smorfie per trattenersi dal ridere, e sorrise anche lui. Minho era riuscito ad afferrarlo e con una mano gli stava arruffando i capelli ridendo, così come Teresa, che però scuoteva la testa, con fare arrendevole.
 Sentì l'acqua vicino a lui muoversi e vide Thomas slanciarsi verso i due ragazzi stretti in un abbraccio giocoso.
 
Newt li guardava giocherellare da lontano, immerso in acqua, attento a non farsi trascinare dalla corrente in un punto in cui non toccava.
Teresa gli si avvicinò, con calma, e con un sorrisetto chiese.
 
-Non ti aggiungi alla guerra dei cuccioli di leone?
 
-Cuccioli di leone?
 
-Si insomma, non ti unisci a loro? Prendersi gioco di Chuck è divertente, almeno loro si divertono. Penso potrebbe essere lo stesso per te
 
-Non so nuotare bene, non mi sento sicuro ad andare dove non riesco a toccare
 
Non aggiunse altro, non sentendo il bisogno di rivelare a una sconosciuta di avere una grave lesione alla gamba che gli impedisse di camminare. Non può neanche nuotare, perchè non ha più provato dall'incidente, e non sembrava certo il momento adatto per sperimentare.
 
-Beh dai, siamo vicini, se hai problemi possiamo aiutarti. Se sai stare a galla non ci sono problemi, il resto è semplice.
 
-No grazie, mi sento più sicuro qui.
 
No, non erano affari suoi.
 
-Come vuoi tu
 
Nella sua voce non c'era aggressività, forse aveva capito che non avrebbe ottenuto nient'altro e si era arresa.
Newt non voleva essere cattivo con lei, sapeva di fare la cosa giusta tenendo certi segreti per se, ma si sentì ugualmente in colpa. Loro erano stati davvero gentili con lui, e avrebbe dovuto ricambiare in qualche modo.
 
 
 
 
 
 
-Non sai nuotare non è vero?
 
-Mh?
 
Thomas gli si era avvicinato, dopo aver giocherellato con i ragazzi e averlo invitato un paio di volte a unirsi a loro. Avevano scherzato insieme, ma solo dove Newt riusciva a toccare, perchè anche Chuck non era un campione di nuoto e non amava l'acqua troppo profonda.
Temeva che se l'avessero spinto sott'acqua scherzosamente, avrebbe perso la concentrazione e non avrebbe potuto vedere la possibile presenza di meduse.
 
-Ho visto che non ti avvicini troppo a dove non tocchi, quando siamo entrati in acqua hai fatto con calma, camminando e lasciandoti andare in acqua senza fretta, e soprattutto senza sbilanciarti troppo. In più quando ti muovi principalmente cammini, sfruttando l'inerzia data dall'acqua.
 
Newt rimase colpito dal ragazzo. Per saperlo doveva averlo osservato un minimo, o era così semplice capirlo? Teresa non aveva parlato subito del fatto che non sapesse nuotare, ma magari lei non voleva essere scontrosa e arrivare al punto.
 
-No
 
-No non sai nuotare o no non è vero che non sai nuotare?
 
-La prima
 
-E' per lo stesso motivo per cui quando cammini zoppichi leggermente vero?
 
Newt voleva intervenire, non gli piaceva molto che uno sconosciuto lo scannerizzasse così. Chi si credeva di essere
 
-Ma non preoccuparti okay? Noi lo facciamo con Chuck per scherzare, lui sa nuotare ma non è una cima, sa che se lo portiamo dove non tocca, non lo perdiamo d'occhio. Non faremmo una cosa del genere con te, tranquillo. Su di me, Teresa e Chuck posso garantire, un po' meno su Minho. Ma ogni caso non preoccuparti, okay? Non ti perdo di vista un attimo, puoi contare su di me se accade qualcosa.
 
Sentì la mano del ragazzo sulla sua spalla, alzò lo sguardo sul volto davanti a lui, e ci trovò un ragazzo con uno sguardo tranquillo, senza segno di turbamento.
 Newt invece era turbato, eccome se era turbato.
Un quasi sconosciuto spunta dal nulla e ammette palesemente di stalkerarti. Insomma non è una cosa comune, no?
Era ancora più turbato dal fatto che non si sentisse spaventato, ma più rassicurato. Come se quella mano sulla spalla confermasse che c'era effettivamente qualcuno davanti a lui, qualcuno che aveva fatto una sorta di promessa, qualcuno che aveva pronunciato parole fraintendibili senza neanche accorgersene. Magari era così quel ragazzo si comportava con chiunque, ma non riuscì a non pensare che se anche così fosse, gli faceva piacere essere uno dei tanti.
 
-Tom!
 
Al grido di Teresa, Newt tornò alla realtà, e tutto accadde in un attimo.
 Thomas si voltò sentendosì chiamare con voce allarmata dalla ragazza, appena n tempo per vedere Chuck immobile, proprio davanti a lui. Nell'acqua mossa dalle onde leggere delle barche, c'era una medusa.
 Fu istinto e nient'altro.
 Chuck era tra lui e la medusa, senza una spiegazione, che lo avesse fatto per cercare di aiutarlo o perchè si era trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, era lì e poco importava.
Thomas lo afferrò per le spalle e lo spostò di lato cercando di portarlo dietro di se, ma il mare non segue nessuna regola, le onde si muovono e chiunque sia nelle loro mani non ha scampo, è obbligato ad obbedire.
La medusa si spostava, senza logica, seguendo il volere del mare, era violacea, con tentacoli sottili che ondeggiavano in modo quasi fiabesco, se non fossero stati un'arma portatrice di dolore.
La creatura fu trascinata sul corpo dei due ragazzi, colpendo il petto di Thomas. Il ragazzo strinse i denti dal dolore, lasciò l'amico e scivolò verso il lato opposto, dov'era Newt, permettendo alla medusa di continuare il suo corso, sorpassando l'incavo del collo del ragazzo che era scivolato in acqua; i tentacoli ancora in balia delle onde sfiorarono il braccio del ragazzino, che una volta superato il panico iniziale, scattò con una forza che non credeva di avere, fuori dall'acqua. Dopodiché la creatura continuò ad ondeggiare verso la riva, ignara di quello che stava succedendo intorno a lei. Teresa era uscita, il più velocemente possibile per raggiungere Chuck, Minho l'aveva seguita, senza perdere di vista la medusa.
Newt era scattato leggermente in avanti, aveva teso le braccia e afferrato Thomas per il braccio opposto a dov'era passata la medusa, poggiando l'altra mano sul suo fianco.
 
-Thomas! Sei impazzito?
 
Avvicinò a se il corpo del ragazzo ruotandolo, chiamandolo con un tono preoccupato. Notò che il suo volto era teso dal dolore, gli occhi chiusi e le labbra tra i denti.
Sentì il corpo formicolare di preoccupazione vedendo quel volto teso, cercò di respirare e mantenersi calmo, cercando di rassicurare anche il ragazzo davanti a lui.
 
-Usciamo da qui, forza
 
Cercò di trascinarlo fuori dall'acqua evitando di entrare in contatto con la parte di pelle ferita, il ragazzo camminava e si muoveva senza problemi ma Newt non riuscì a fare a meno di accompagnarlo tenendolo ancora per l'avambraccio. Minho lo aveva raggiunto, e si era chinato verso Thomas, ma non aveva detto niente. Si era limitato a lanciare uno sguardo al biondino.
 Quello aveva annuito, non sapeva bene il perchè, ma era una tacita conversazione tra i due, in cui Minho avrebbe lasciato Thomas nelle mani dell'altro.
Solo allora notò che l'asiatico aveva una paletta e un secchiello in mano; lasciò che svanisse dal suo campo visivo, vedendolo immergersi in acqua. Prima di uscire completamente dal mare, sciacquò rapidamente la spalla di Thomas con l'acqua di mare.
 
-Per togliere i residui, se è rimasto attaccato qualcosa, non si sa mai
 
Aggiunse per giustificare il suo gesto. Poi lo accompagnò sull'asciugamano, nonostante il ragazzo ripetesse a mezza voce di stare bene. Si sedette e lo fece distendere.
 
-Oddiomio Tom, è gigantesca, stai bene?
 
Newt sentì la voce di Teresa, ma non si fermò a guardare le bruciature di Thomas nel dettaglio. Consigliò alla ragazza di applicare momentaneamente qualche pietra calda sulle bruciature di Chuck e lui fece lo stesso con quelle di Thomas, accorgendosi però che erano troppo vaste per essere coperte da dei sassi.
 
-Il calore inibisce il veleno urticante delle meduse e da sollievo. Per annullarlo del tutto ci vorrebbero temperature molto più alte, ma così li ustioneresti e basta.
 
Data la spiegazione a Teresa, allungò un braccio e afferrò la sua borsa. Frugando trovò un sacchettino di plastica trasparente, in cui si poteva vedere il contenuto: un flacone di protezione solare +50, una confezione di pastiglie e un tubetto verde. Afferrò il tubetto verde e senza spiegare niente a nessuno, e spremette il contenuto sulla spalla del ragazzo.
 
-Teresa dammi una mano
 
-Mh?
 
-E' una crema per le punture, da sollievo immediato e ha lo stesso effetto del discorso del calore. Inibisce l'effetto del veleno.
 
La ragazza porse una mano, per raccogliere la sostanza gelatinosa e trasparente, che poi iniziò a spalmare sulla bruciatura del più giovane. Newt invece si sedette in modo scomposto ma comodo per la sua gamba, vicino a Thomas.
Il brunetto era disteso sull'asciugamano, la parte colpita dalla medusa riguardava il lato opposto rispetto a quello dov'era il biondo, e sussultò quando sentì quella fredda sostanza sulla pelle punta. Fu pervaso da una sensazione di sollievo e freschezza; il biondo abbandonò il tubetto e appoggiò le mani sul petto dell'altro, sfioandolo leggermente.
Iniziò a cospargere la sostanza, cercando di non applicare eccessiva pressione sulle ferite, mandando continue occhiate al volto di Thomas, per capire se stesse causando dolore al ragazzo.
 
-Dimmi se ti faccio male
 
-Una medusa mi ha appena punto, brucia e prude da morire. Non mi fai troppo male, anzi, il dolore sta sparendo.
 
Ed era vero. Aveva sentito la pelle bruciare, un attimo dopo aver visto la medusa andarsene, nello stesso momento in cui aveva sentito la forza presa delle dita magre dell'altro sul suo braccio. Era stato quel breve contatto a tranquillizzarlo e permettergli di non dar troppo retta al dolore. Si era sentito al sicuro, sapendo che qualcuno intorno a lui lo avrebbe sostenuto. Quella sostanza era fresca rispetto al calore della sua pelle. E le dita del biondo sulle ferite creavano piacevoli scosse elettriche, che mandavano in tilt il suo cervello; non capiva che tipo di emozione sesse provando, che istinto seguire. Sentiva dolore, le ferite continuavano a bruciare, soprattutto se sfiorate. Avrebbe voluto togliere quelle mani dal suo petto, perché gli causano dolore, ma al tempo stesso le bramava, perchè gli donavano sollievo, lo facevano sentire al sicuro. Nessuna delle due sensazioni era razionale, nessuna delle due seguiva un ordine volontario, per questo decise che rimanere fermo e farsi cullare dagli eventi sarebbe stata la cosa migliore.
Non pensò molto alle parole da dire al biondino, voleva solo una cosa, e quella chiese.
 
- Quindi ti prego, non smettere di fare qualsiasi cosa tu stia facendo.
 
Newt si sentì rassicurato da quelle parole, lo scrutò in volto, notando che non aveva aperto gli occhi e adesso il suo volto era disteso, le palpebre abbassate con dolcezza, le guancie ancora paonazze, ma il colorito stava già tornando chiaro evidenziando ancor di più i piccoli nei sul lato destro del volto.
Non riuscì a trattenere un lieve sorriso sentendo quelle parole, ponendo nuovamente l'attenzione alle ferite.
 Erano di forma e lunghezza diversa, ma seguivano la stessa direzione. Erano principalmente linee, al centro del petto, sopra lo sterno, c'era una zona più confusionaria rispetto alle altre. Dopo di che la ferita si diramava, salendo verso la spalla, formando segni simili a graffi di un felino. Sul collo invece aveva tre linee quasi parallele, sempre dal lato sinistro del corpo, il lato colpito. Le ferite erano biancastre e gonfie, la parte tra il gonfiore e la pelle non punta, era rossa, a macchie frastagliate, che evidenziava ancor di più quelle strisciate chiare.
Newt passava le mani delicatamente sulle ferite, cospargendole con quella sostanza. Sentiva sotto i polpastrelli il gonfiore delle punture, ma poteva percepire anche gli avvallamenti causati dalla discreta muscolatura del ragazzo.
 Senza rendersene realmente conto si ritrovò a tracciare con le dita il percorso creato dai tentacoli della medusa in modo quasi ipnotico.
Si sentiva imbarazzato da quello che stava facendo.
Rimproverò se stesso quando percepì il sangue salire al volto, non gli piaceva sentirsi così.
 
Basta.
 
Ma per quanto si rimproverasse non sembrava aver intensione di smettere.
La mano sinistra poggiata sullo sterno percepiva il battito del giovane pulsare ritmicamente, come se stesse scandendo il tempo. Poteva sentire gli spostamenti della cassa toracica, mossa dal diaframma, che si rilassava e contraeva ad ogni respiro.
La mano destra continuava a seguire quelle linee immaginarie, ipnotizzato da quei movimenti ripetitivi, Newt non si accorse di aver raggiunto il collo del ragazzo. Le tre linee della puntura si diramavano proprio nell'incavatura del collo, dove poggiò completamente la mano con estrema lentezza, come se stesse sfiorando una piccola farfalla. Poi alzò lo sguardo, che fino a quel momento aveva concentrato sulle ferite, incontrando quello di Thomas.
Il volto del ragazzo era disteso, si notava che percepiva ancora del dolore, ma principalmente sembrava in pace, molto in pace. Aveva la bocca leggermente dischiusa, rossa e gonfia per esser stata usata come distrazione dall'urgente bisogno di grattarsi le punture.
I lati della bocca erano piegati in un leggero sorriso, le guancie leggermente colorate e gli occhi sorridevano tacitamente. Poteva vederli leggermente lucidi dal dolore, brillare alla luce del sole, che lo guardavano con grande curiosità.
 Newt sentì su di se lo stesso sguardo che un cagnolino rivolge alla mano che lo cura e accudisce; sentì del calore espandersi, a partire dal proprio petto, in modo incontrollabile.
 
 
O maledizione Newt, che diamine stai pensando, a cosa diamine stai pensando!
 
Non eri tu quello che rivendicava il fatto che non ci si deve innamorare dell'aspetto di una persona, ma da quello che quell'aspetto racchiude?
 
Ti sei fumato il cervello per caso?
 
Che razza di atteggiamento è questo, ragazzo ragiona per favore.
 
Non puoi  lasciare che degli stupidi ormoni sovrastino i tuoi principi.
 
Però cavolo, ammetti che questi si che sono muscoli, insomma, altro che culturisti e  montati che passano le giornate a guardarsi allo specchio sfoderando pose imbarazzanti.
 
La pelle, insomma, è così chiara, leggermente bronzea per via del sole
 
Maledizione basta, Newt
 
Non sei una ragazzina
 
Una ragazzina sarebbe già svenuta per uno sguardo del genere, ma dico, lo hai visto?
 
Vorrei sapere chi non troverebbe invitanti delle labbra dischiuse  e gonfie per i piccoli, morsi, insomma, presente il classico clichè delle storie?
 
Quelle in cui il protagonista pensa "Vorrei essere io la causa di quelle labbra gonfie"?
 
Ecco.
 
Non mi interessa se è un clichè, può essere quel che vuole, ma in questo momento vorrei seriamente essere io la causa di quel colorito intenso.
 
Dovrei però smetterla di parlare così tanto con me stesso per tenermi fermo, per non assalire realmente quelle labbra.
 
Dovrei anche togliere la mano dal suo petto, per non parlare di quella al suo collo
 
Maledizione
 
Lo sto fissando? Oddio lo sto fissando vero?
 
Okay basta, adesso devo riprendermi
 
Respira, hai dimenticato che hai bisogno di ossigeno per sopravvivere?
 
 
 
 
Respirato, bene, adesso togli quegl'occhi da lì
Subito
 
Distolse lo sguardo da quelle labbra, e preoccupato d'aver fissato con troppa insistenza, si soffermò sugli occhi.  Sorridevano, in modo innocente che fece supporre al biondino di non esser stato troppo esplicito. Forse il ragazzo non era troppo attento, magari credeva soltanto che Newt fosse preoccupato per lui, tutto qui e niente più.
 
-Va meglio?
 
Sentì la sua voce diversa dal solito, era rauca, più bassa. Sembrava la voce di qualcuno appena sveglio al mattino, impastata e con lettere leggermente strascicate.
Si schiarì la voce, in modo leggero e impercettibile, accorgendosi di avere la gola incredibilmente secca.
Quella domanda, probabilmente, era più rivolta a se stesso che a Thomas; era quasi una preoccupazione, una domanda che ne velava tante altre.
Una rivolta a se stesso, per capire se si era effettivamente ripreso da quell'attacco da adolescente, un'altra rivolta sempre alla sua testa, o più semplicemente alla sua coscienza e alla sua razionalità.
Poi forse, senza rendersene realmente conto, chiedeva al ragazzo se stesse meglio grazie a Newt, grazie alle sue attenzioni.
E in fondo in fondo, l'unica che Newt voleva riconoscere, era rivolta a Thomas, alla ferita del ragazzo, curata dalla pomata.
 
Niente sentimenti, niente di niente.
 
 
 
-Meglio, molto meglio grazie
 
Intanto Newt aveva spostato le mani dal corpo del ragazzo, e si era seduto sulla gamba buona, in conflitto eterno con la propria testa. Thomas per rispondere si era voltato, poi facendo pressione sugli avambracci, si era issato a sedere, esaminando con lo sguardo le ferite. Il biondo guardava, in silenzio, cercando di zittire il cervello e soprattutto il rumore dei battiti del cuore che provocavano un gran chiasso nella sua testa. Lo guardava, senza badare ai pensieri, passarsi le dita sulle escrescenze lasciate dalla puntura. Quando raggiungeva zone particolarmente sensibili faceva qualche smorfia, senza però togliere le dita.
Anzi premeva e ci si soffermava.
 
-Heilà pive, come state? Le infermiere sono state di vostro gusto?
 
Newt alzò lo sguardo verso la fonte della voce; Minho si era inginocchiato, tra i due ragazzi punti dalla medusa, e aveva abbandonato davanti a se un secchiello. Sporgendosi poteva intravedere una creatura gelatinosa raggomitolata in modo scomposto su se stessa.
Ma la cosa che fece scattare i pensieri del biondo fu la parola "infermiere"
Sorrise, notando solo in quel momento che anche Teresa si era comportata come una mamma con i propri cuccioli.
Era vicino a Chuck, e nonostante lo osservasse con noncuranza e un'aria impassibile, Newt notò che in realtà aveva osservato la puntura e la reazione del ragazzo; soprattutto come questo si fosse voluto spalmare la pomata da solo con mano tremante.
Si sentì meno teso, meno a disagio vedendo di non essere l'unico ad essersi preoccupato in modo eccessivo, anche se per altri motivi.
Ma dettagli, pensò.
Seguendo la tranquillità ritrovata vedendo il suo gesto come "non troppo affettuoso", si allungò per sferrare un pungo amichevole sulla spalla a Minho
 
-Hey, nessuno mi ha pagato qui!
 
-E nessuno lo farà biondino! Se vuoi posso darti questa medusa, possiamo attaccarla al muro, come trofeo di caccia che ne pensi?
 
Chuck, che ancora era fermo in silenzio e con gli occhi bassi, alzò lo sguardo per incontrare quello sorridente d Minho. Per una volta non sfoggiava un sorrisino sarcastico, ma rassicurante e comprensivo.
 Sapeva che Chuck da piccolo era stato punto dalle meduse ed era finito in ospedale,  con una brutta puntura e con delle reazione che sembravano far pensare a uno shock anafilattico. In realtà si era talmente spaventato per via del dolore, che il corpo aveva reagito improvvisamente.
Non era stato niente di che, ma sicuramente si erano tutti molto spaventati. Per questo il ragazzo aveva paura delle punture di medusa.
L'asiatico lo sapeva, ecco perchè si era avvicinato con l'intenzione di fare l'idiota, per tranquillizzarlo.
Newt lo notò, aveva già osservato che nonostante ognuno avesse il suo carattere e una sorta di aggressività verso gli altri, in realtà in quei gesti erano nascoste  dimostrazioni d'affetto.
E questa sorbì l'effetto ottenuto, perchè gli occhi di Chuck si schiarirono, il viso si distese e le labbra iniziarono a piegarsi in un sorriso
                                                                                                    
 
-Oppure potremmo darla da cuocere a Teresa, almeno non ci sono scuse se il cibo fa schifo
 
Adesso Chuck rideva, come faceva fino a pochi minuti prima della visitina da parte della medusa. Vide che gli altri adesso sorridevano, tranquilli, come se non fosse accaduto niente.
 
-Giuro che prendo quella medusa e te la infilo come se fosse un copricapo, sua maestà- rispose Teresa.
 
Newt lasciò la coppietta bisticciare  e Chuck ridere tranquillo, per sedersi e lasciar uscire dalla bocca un sospiro, rilassandosi.
Sentiva di aver evitato un momento imbarazzante, e capì di aver bisogno di tempo per ragionare con se stesso. Non poteva ignorare a lungo quello che provava, e francamente neanche voleva.
Quel ragazzo gli piaceva, d'aspetto per adesso, ma chissà se non si fosse rivelato piacergli anche come persona. In fondo per quanto si possa ripetere che l'aspetto di una persona non conta, beh conta eccome.
Solo il modo in cui noi ci poniamo è considerata una forma di comunicazione, l'aspetto esteriore è un riflesso di quello interiore.
Poi, obbiettivamente, non esiste la bellezza, se si ha la fortuna di nascere con certi standard di moda in quel momento, si è belli. Ma agli occhi di una persona può essere bello qualcosa che per un'altro è inguardabile.
Quindi doveva smetterla di farsi tutti questi crucci.
Se fosse stato un'idiota totale, poteva essere anche il ragazzo più bello della terra, ma sopportare un idiota per più di dieci minuti sarebbe improponibile.
 
 
 
 
 
-io ho fame però
 
Se ne uscì Chuck, dopo aver assicurato al bagnino di stare bene e di non aver bisogno di niente. L'uomo era accorso per verificare le ferite, anche se era del bagno privato vicino, si era sentito in dovere di vedere come stessero i ragazzi.
Si era portato via le medusa, senza dare tante spiegazioni, ma fino a che quella cosa restava fuori dall'acqua erano tutti tranquilli.
E il bagnino non sembrava aver intenzione di lasciarla andare con tutta quella gente in acqua.
 
-Gelato?
 
Propose Minho, che si era alzato in piedi e troneggiava con le mani sui fianchi
 
-Odio darti ragione ma un gelatino sarebbe l'ideale. Ho bisogno di qualcosa di fresco
 
-Io preferirei di no, non ho molta fame, davvero. Il sole mi da fastidio sulle ferite, il caldo ugualmente. E non se ne parla di mettere la maglia, sentirei troppo male con il tessuto che strofina contro le ferite
 
-Non preoccuparti Tom, il gelato ti farebbe solo ingrassare.
 
Teresa commentò, raccogliendo insieme agli atri due ragazzi gli asciugamani per chiudere le borse e vestirsi. Thomas ignorò il commento della ragazza e lanciò un ultimo sguardo a Chuck.
Il ragazzino lo aveva ringraziato, ma lui non era riuscito a convincerlo che non doveva ringraziarlo, e neanche scusarsi. Credeva fosse colpa sua se la medusa lo aveva punto così tanto. In realtà gli aveva dato il tempo di vederla, era stato ugualmente punto, ma non per colpa di qualcuno; il mare fa quel che vuole, si sa. Anzi, era Thomas quello che si sentiva in colpa per aver costretto il suo amico ad affrontare una sua grande paura.
In fondo però l'altro lo aveva ringraziato, perchè si era reso conto che la puntura di medusa non era poi così terribile.
I ricordi e la paura erano stati alimentati negli anni, perchè provenienti da una sorta di trauma infantile. Ovviamente sapeva di avere ancora paura, ma non più come ne aveva prima.
 E Thomas i sentiva quasi orgoglioso del ragazzo, quasi come una mamma.
Forse più un fratello
 
-Tu Newt? Che fai, vieni con noi?
 
I pensieri del bruno furono interrotti dalla domanda di Chuck, e dagli sguardi degli altri, rivolti a lui e al biondino, ancora seduti a terra. Si voltò appena sentì la voce di Newt rispondere al ragazzo.
 
-Non so, non ho molta fame sinceramente. Andrei a casa, ma probabilmente Thomas avrà bisogno d'aiuto e della mia pomata per stare meglio.
 
A quel punto rivolse lo sguardo a Thomas, fissandolo negli occhi, alla ricerca di una tacita risposta.
 
-Se mi vuoi tra i piedi, ovviamente
 
-Certo che ti voglio tra i piedi, nessun problema ragazzi, lasciatemi le chiavi, vi aspettiamo a casa semmai
 
-Poi esiste Whatsupp pive, possiamo scriverci con quello, il medioevo è finito da un pezzo.
Fai la brava mamma Newt, Thomas è un bambino indisciplinato
 
Con quest'ultima uscita Minho e gli altri se ne andarono, salutandoli brevemente, lasciando un Thomas spiazzato.
Non si era reso conto di quello che aveva fatto finchè.. beh, finchè non se n'è appunto reso conto.
Thomas aveva tacitamente ammesso che gli faceva piacere averlo intorno, certo lo aveva detto in modo innocente, però poteva essere benissimo frainteso, da qualcuno come Minho per esempio.
Sentì le guancie scaldarsi, per questo si alzò iniziando a piegare l'asciugamano, per nascondere l'imbarazzo.
Fino a pochi minuti fa aveva le mani del biondo sul petto e sul collo, quel tocco era stato cullante, rilassante. Si era sentito sprofondare in un calore e una morbidezza nuova, le mani di Newt erano soffici, morbidi, e gli procuravano milioni di scosse al cuore.
Piccoli brividi che sembravano fargli ribollire il sangue nelle vene, in quel momento percepiva solo il cuore nelle orecchie, le mani del biondino e i suoi occhi su di lui. Avrebbe potuto farsi pungere da milioni i meduse milioni di volte per poter provare di nuovo una cosa simile.
Ma sicuramente non si sarebbe aspettato di ritrovarsi solo col biondino dopo averlo conosciuto a malapena 24 ore fa.
Insomma, i suoi ormoni non stavano correndo un po' troppo?
Due amici soli, in una casa, non c'è niente di cui sentirsi imbarazzati giusto?
 
Evidentemente Thomas non era l'unico a rendersi conto di quello che era appena successo, perchè anche Newt aveva realizzato di esser solo con un ragazzo, per la precisione con il ragazzo che faceva impazzire i suoi ormoni.
Tutto normale insomma.
 
Nessuno dei due si lasciava troppo scoperto, evitando di far incontrare gli sguardi, riuscendo così a nascondere l'imbarazzo. Nessuno dei due però durò abbastanza, specialmente Thomas aveva troppe domande arretrate per starsene zitto.
 
-Newt è i tuo vero nome?
 
Si stavano avviando verso l'appartamento del gruppo, passeggiando accanto sul marciapiede, dove i vasi delle pianete  e le macchine parcheggiate permettevano di farlo
 
-Nel senso, ti chiami Newt o è solo un nomignolo o abbreviazione del tuo nome?
 
-I miei genitori mi hanno chiamato Newton, ma è ridicolo, dovrebbe essere il cognome no? Vallo a dire  a loro.
 
-Non è brutto, è solo un nome particolare!
 
-Thomas, obbiettivamente non è affatto un gran che.
 
-A me piace, così non rischi di trovare omonimi. E il tuo cognome?
 
Newt rallentò la camminata, rimanendo qualche passo indietro mentre attraversavano il corridoio stretto colmo di porte d'ingresso ad altri appartamenti. Quando parlò la voce rimbombò sulle pareti, producendo un leggero eco, mescolandosi con i rumori esterni.
 
-Anche il codice fiscale e la data di nascita poi?
 
-Beh codice fiscale no, ma almeno quanti anni hai concedimelo
 
-Sono nato il 16 Maggio, ho 20 anni, freschi freschi
 
Thomas, che stava giocherellando con le chiavi, si fermò all'improvviso, appena sentì l'età del biondo. Questo non essendo preparato non riuscì a fermarsi in tempo, con l'instabilità data dalla gamba infortunata  che minava il suo equilibrio, finì per scontrarsi con l'altro. Così si ritrovò con una mano sulla schiena che lo sorreggeva, completamente appoggiato al corpo del brunetto e  il volto appoggiato alla spalla ferita.
Sentì una scossa, una sensazione inizialmente fastidiosa, paragonabile a una scottatura. Si, una scottatura. Quale contatto aveva provocato in Newt la stessa sensazione di quando l'uomo ignaro, allunga una mano verso le fiamme e si scotta. Sente dolore, una scarica d'adrenalina, che porta con se la scoperta di qualcosa di nuovo.
Thomas era quello, una scoperta, qualcosa di nuovo, bello e adrenalinico, come le fiamme che scoppiettano e ondeggiano cariche di forza.
Cercando di non poggiare le mani sulla ferita si staccò, rendendosi conto che quel contatto era decisamente imbarazzante.
 
-Sei matto? Cosa pensi di fare fermandoti nel mezzo al corridoio così all'improvviso? - e poi aggiunse sottovoce come per non farsi sentire - Ti ho fatto male?
 
Thomas infatti, aveva mugolato leggermente quando il biondo gli era finito addosso, per il dolore del contatto con la ferita?
Forse.
 
-No tranquillo sto bene!- rispose frettolosamente- Non va bene che tu sia così vecchio!
 
-Vecchio?- cercò di protestare Newt sbattendo le ciglia contrariato
 
-Insomma non ti davo vent'anni! Ne hai uno più di me! Capisci che qualcosa non torna! Devi essere Peter pan, non è giustificato!
 
Intanto si era avvicinato alla porta, l'ultima del corridoio, e l'aveva aperta, senza interrompere lo sproloquio
 
-Sembravi più giovane, davvero, ti avrei detto sedicenne, come minimo
 
-E' una cosa positiva. No?
 
Replicò Newt seguendolo all'interno e chiudendo la porta. Capì che davanti a se si prospettava un'oretta di intenso interrogatorio.
 Sospirò lievemente, rendendosi conto di aver perso il conto delle domande che intanto Thomas faceva, scrisse rapidamente un messaggio per rassicurare i suoi e abbandonò il telefono sul tavolo.
 
Passarono un'oretta buona, seduti in terrazza, a parlare.
O meglio, a soddisfare le curiosità di Thomas.
 Aveva scoperto che il biondino aveva vent'anni, ed era rimasto sconvolto, da lì era venuta fuori la scuola.
Il ragazzo aveva frequentato una prestigiosa scuola per studenti con un elevato quoziente intellettivo, era un piccolo genio, tanto che probabilmente i suoi genitori lo avrebbero costretto a frequentare più università.
Per il momento studiava fisica  e matematica, in un piano di studi personalizzato ed i suoi voti erano davvero da invidiare.
Thomas apprese anche che il rapporto del ragazzo con i genitori non fosse il massimo, c'era qualcosa che non andava, ma il biondo si era limitato a dire che "c'è un problema di fiducia, e di aspettativa. Spesso si aspettano da me qualcuno che non sono io. Soprattutto mio padre".
Poi avevano iniziato a divagare, a parlare di tutto e niente.
 
-Tu leggi?
 
Newt era stupito, non si aspettava che Thomas fosse un tipo da lettura.
 
-Certo! Sono incostante e leggo di tutto e solo quando mi va, ma leggo!
Ovvio! non sembra?
 
-No, cioè non ci avrei scommesso, tutto qui
 
Anche Newt aveva scoperto qualcosa di Thomas, aveva appurato che fosse un'impiccione, leggermente iperattivo e ficcanaso. Un po'alla Jessica Fletcher, ovunque andasse faceva disastri o doveva farsi notare, per qualsiasi motivo.
Apprese che anche lui aveva voti alti a scuola, ma era molto più incostante, semplicemente perchè spesso si soffermava su altro, studiando solo quello che gli andava sul momento.
Poi, come Newt, fu costretto a studiare dai genitori, ed i voti iniziarono ad essere alti, nonostante non studiasse poi così tanto.
Una sorta di piccolo genietto anche lui.
Aveva scoperto anche dettagli insignificanti, come il tipo di pizza preferita, il luogo più bello visto, i posti dove gli sarebbe piaciuto andare. Tutto e niente.
 
-E di dove sei Newt?
 
-Provincia di Bologna
 
-Bologna? Cavolo pensavo peggio! Molto peggio!
 
-Peggio in che senso?
 
-Noi siamo di Firenze invece!
 
Rispose Thomas, ignorando bellamente la domanda dell'altro
 
-Firenze?! Firenze Firenze?
 
-Si Firenze, lo conosci no?
 
-Certo idiota, ci studio
 
-COSA?
 
Per poco Thomas non si strozzò con l'acqua che stava bevendo dal bicchiere, faceva caldo fuori, per questo si erano portati fuori una bottiglia d'acqua fresca, e del ghiaccio.
Il ragazzo però rimase stupito da quella notizia e appena smise di tossire e riprese fiato continuò
 
-Davvero? Dove di preciso?
 
-Zona universitaria, al campus delle università scientifiche. Non è Proprio Firenze centro...
 
-Oddio fantastico!
 
-Cosa?
 
-Anche noi volevamo andare là a studiare! Abitiamo in paesi in provincia, ma andavamo a scuola là. Io volevo prendere informatica, Teresa Biologia e Minho è ancora indeciso, per adesso lo vedo molto orientato verso fisioterapia.
Non pensi sia una cosa incredibile? Quante possibilità c'erano che due ragazzi conosciuti in modo causale stessero così vicini? E che avessero in programma di andare nella stessa scuola? E' assurdo!
 
-In teoria una su...-
 
-Newt non mi interessa il numero, è accaduto e basta ed è incredibile, non credi?
 
Thomas si era voltato verso il biondino, questo era in silenzio, con i pensieri che tornavano al loro posto. Per un attimo si era sentito spaesato, perché aveva capito che al di là dei giorni offerti dalla vacanza, avrebbero potuto avere altro tempo, e questo era fantastico. Poteva non essere più solo una cottarella estiva da cui stare alla larga.
La consapevolezza di avere tempo lo colpì come una ventata d'ossigeno, e si calmò, rilassandosi e vedendo meno muri e limitazioni davanti a se e nel costruire un legame con quel ragazzo.
Guardò gli occhi di Thomas, vedendo come sorrideva, tranquillo e con una vivida luce negli occhi, aveva un che di infantile, di ingenuo e puro.
 
-Beh si, le probabilità erano davvero bassissime fece una pausa per distogliere lo sguardo e perderlo tra le onde leggere che increspavano la superficie del mare, visibile da terrazzo- quindi si, si può definire incredibile.
 
-O forse solo fortuna, o destino
 
Newt si lasciò scappare una risatina, che mutò l'espressione serena e contemplativa che aveva assunto. Si voltò di nuovo verso il ragazzo, sempre ridacchiando
 
-Il destino non esiste, è una balla per le storie d'amore romantiche. E io aspetterei a chiamarla "fortuna"
 
-Perchè?
 
-Perchè come puoi stabile già che sia fortuna? Magari il nostro incontro formerà solo brutti ricordi, come quella medusa
 
Thomas, che in un primo momento era rimasto spiazzato e leggermente deluso, senza però perdere il sorriso, adesso aveva scosso la testa. E spiegò immediatamente il perchè di quel gesto, a parole.
 
-Non è affatto un brutto ricordo, Chuck ha capito che le meduse non sono dolorose come ricordava e forse lentamente la sua paura diventerà meno simile a una fobia. Io ho scoperto che ti porti dietro il necessario per affrontare occasioni probabili, quindi se ti porto con me durante questa vacanza posso sempre sentirmi al sicuro. Non credi che questi siano bei ricordi?
 
-Certo che lo sono
 
-Bene allora non si discute, ormai sei condannato qua, che ti piaccia o meno
 
Detto questo si alzò, sempre sorridendo, e sotto lo sguardo di Newt si diresse verso la porta finestra, per entrare in casa.
 
-Dove stai andando
 
-Ho fame, vedo se c'è qualcosa in frigo o nel congelatore. Tu vuoi niente?
 
-Ma non avevi detto di non aver fame?
 
Commentò Newt alzandosi anche lui dalla sedia. Incrociò le braccia al petto e osservò Thomas con un'aria di sfida, come se sfidasse l'altro a trovare una giustificazione a quello che aveva detto.
Il brunetto si massaggiò il mento, un gesto che lo aiutava a concentrarsi e che usciva involontariamente nei momenti in cui si sentiva messo alle strette.
 
-Non avevo fame infatti, mi è venuta adesso- rispose voltandosi soddisfatto e raggiungendo il frigo- sai ero troppo spaventato per poter capire cosa volesse il mio stomaco
 
Intanto aveva iniziato ad armeggiare con il frigo, per poi richiuderlo e aprire il piccolo congelatore, proprio sopra il frigo, altrettanto piccolo.
 
-Hai ragione, ho visto come ridevi terrorizzato da Minho e la sua medusa.
 
-Hey stare vicino a Minho ti ha già contagiato con del sarcasmo?
 
Newt sorrise, non tanto per esser stato accusato di essere dalla parte di Minho e del sarcasmo, ma per quello che il ragazzo teneva in braccio. Sull'avambraccio poggiava una confezione di gelato, e sopra ne erano state impilate altre due, sorrette dalla mano libera.
Era una vista buffa, perchè sembrava intenzionato a mangiarselo tutto quel gelato, e soprattutto perchè sul suo volto c'era di nuovo quell'espressione.
Quel ragazzo era così trasparente che Newt sentiva di dover provare timore, sembrava poter scatenare una guerra mondiale con quel sorriso.
Se non una guerra mondiale sicuramente qualcosa nel biondino la scatenava eccome.
 
-Che c'è? Che ho fatto?
 
-Niente perchè?
 
-Mi guardi come se fossi una causa persa!
 
-Perchè forse lo sei?
 
Thomas mimò una faccia sorpresa e delusa, fingendosi offeso prese due cucchiai dal cassetto delle posate e si sedette sul tavolo, lontano da Newt, guardandolo dal basso.
 
-Vuol dire che questo gelato me lo mangerò tutto io- Poi sottolineando le ultime due parole- da solo
 
E in quel momento suonò il campanello e le voci dei tre ragazzi chiamavano a gran voce Thomas, per farsi aprire la porta. Minho parlava di cose riguardanti un'urgenza, ripetendo che erano spacciati, e che la loro quiete in vacanza sarebbe finita di lì a poco.
Il brunetto abbandonò il gelato sul tavolo, deluso di non poter mangiarselo in pace, e si alzò fissando il ragazzo, che era rimasto in piedi, nello stesso punto di prima.
 
-Ti dimostrerò che il destino esiste, perchè siamo noi a decidere il destino di noi stessi- disse muovendo qualche passo verso il biondo.
 
Si fermò a poca distanza da lui, gli occhi completamente immersi in quell'oscurità circondata da sottili ciglia bionde e brune.
La voce decisa e seria, con un tono profondo e calmo che sorprese il biondo; non si aspettava di vederlo serio dopo aver passato un intero pomeriggio con un ragazzino sorridente e a momenti idiota.
Thomas continuò a parlare, un dialogo fatto di sguardi e piccoli gesti, oltre che di parole
 
-E la fortuna è una scusa umana per non accettare il fatto che il mondo ci circonda di cose bellissime, ma noi le ignoriamo. La fortuna è la decenza umana di accorgersi che la bellezza è nelle piccole cose nascoste.
Ti dimostrerò che ho ragione
 
Si allontanò con calma dal biondino, cercando di mantenere il contatto visivo il più a lungo possibile. Lo spezzò solo dopo essersi allontanato e voltato per raggiungere la maniglia della porta, dopodiché si voltò un'ultima volta.
Lo sguardo serio che aveva pochi secondi prima era sparito, sostituito da uno  scherzoso. Indicò con l'indice e il medio i suoi occhi e  poi il gelato, per poi indicare nuovamente i cuoi occhi e  poi Newt, muovendo e labbra in un silenzioso "I'm watching you".
Il biondo alzò le mani, ghignando appena, facendo finta d arrendersi e stare sotto il suo controllo.

Forse era anche un modo per ammettere che avrebbe accettato la sfida, voleva la dimostrazione di cosa fosse "fortuna" e "destino" per l'altro.

Voleva vedere altre sfumature di quel ragazzo, imprevedibile e capace di sconvolgerlo e spiazzarlo come pochi.

Forse come nessuno prima d'ora.
 











Note autrice
 
Uauuuu
Okay, potete uccidermi, lo so che la sto tirando per le lunghe, davvero, però non riesco ad accorciare, insomma, se si conoscono da zero non posso fargli saltare tutti gli eventi e farli subito affiatati e cose così. Perdonatemi se questi capitoli sono lenti e senza contenuto, credo, non lo so, sono carini questi dettagli del loro primo incontro? O sono da omettere?
Il capitolo è troppo lungo? Lo so, sono l'ansia
 
Btw, il prossimo capitolo avrà dei salti temporali, probabilmente, anzi sicuramente.
Inoltre ho inserito qualche dettaglio extra sulla loro vita "fuori dalla vacanza" perchè thomasnewtgally in una recensione ha detto di voler vedere anche qualcosa a scuola o giù di lì, quindi mi sono inventata qualcosina per poterlo fare. Fatemi sapere se potrebbe piacervi uno sviluppo del genere! Adesso concentriamoci sulla vacanza di questi pazzi. Nel prossimo capitolo voglio divertirmi con Tersa, e lo farò, davvero. Quindi preparatevi, perchè ricordate che Kaya shippa Newtmas
 
Ultima cosina importante!
Poichè questa ff era nata in modo stupido senza che io ci credessi poi più di tanto, ha un nome stupido, il primo che mi è passato per la testa. Ora, pensavo, sarebbe il caso di dargli un titolo più serio? Che mi consigliate?
Sono un'eterna indecisa, lo so ;;
 
Come sempre ringrazio chi legge in silenzio, chi mette nelle seguite, ricordate, preferite e chi recensisce! Senza le vostre recensioni sarei costantemente in dubbi mistici, quindi grazie
 
Thomasnewtgally
_RICORDELLA_
Sara_grover
Norawasabi (che sta scrivendo una fanfiction bellissima andate a leggerla suvvia, che state qua a perdere tempo con ste note infinite)
 
Bye  ❤
  
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