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Autore: everlily    17/09/2015    1 recensioni
Alcune scene tagliate dalla storia Stubborn love. Per leggere l'intera storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2089981&i=1
#1. E' solo il caldo (cap. 14: "Wear me out")
#2. Sweet sixteen (cap. 15: "Are you mine?")
#3. Non è come pensa (cap. 18: "Bedroom hymns")
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Deleted scene #2

Pov: Damon

Collocazione: Capitolo 15 ("Are you mine?"), nei flashback. E' la prima volta che Damon e Caroline si incontrano ed interagiscono tra di loro. All'interno della storia alla fine era stato raccontato a posteriori riassumendolo in poche righe, però la scena in realtà l'avevo scritta tutta per intero, ed i battibecchi tra Damon e Caroline (nonché il teen triangolo Enzo-Caroline-Stefan) sono un mio soft spot, quindi … there you go.


***


"Ciao!"

Sobbalzai all'improvviso suono trillante della voce acuta che mi aveva colto di sprovvista alle spalle, nell'attimo in cui stavo per aprire la sportello della Camaro. Quando mi voltai, una ragazza era lì a sorridermi allegra, dondolandosi appena sulla punta dei piedi con le dita infilate nelle spalline del piccolo zainetto di cuoio che aveva sulle spalle.

La osservai per una veloce ed automatica valutazione. Bionda, pimpante e con una corta (molto corta) gonnellina da cheerleader. Tre cose che sarebbero state una combinazione favolosamente allettante, se solo non fossi stato già a conoscenza di chi fosse quella lì. L'amica di Elena, nonché la ragazza per cui sia mio fratello che il mio migliore amico condividevano un'inspiegabile cotta, anche se uno sei due si sarebbe mangiato la lingua piuttosto che ammetterlo e l'altro era troppo idiota per fare qualcosa al riguardo. E quelle tre cose lì, invece, erano una combinazione da catastrofe nucleare.

"Sono Caroline," disse nella stessa voce briosa.

Guardai la sua mano, tesa verso di me, come se posse saltarmi alla gola e lasciarmi squartato e sanguinante sul prato.

"Sì, senti …" replicai cautamente, prima che iniziasse a farsi strane idee. "Sei davvero carina. Ma non sono interessato. Non sei il mio tipo."

"Cosa?" domandò, sbattendo confusa le palpebre e abbassando delusa la mano. Poi la realizzazione colpì anche lei. "Oh mio dio, no! No! Ew! Non ci stavo provando con te, oh gosh, no!"

"Ehi! Puoi per favore smettere di dirlo come se avessi la lebbra? Come ragazzo, ho un po' di ego, qui."

"Beh, come ragazza, anche io ho il mio ego, idiota! E comunque …" sbuffò offesa, "… chi vuoi prendere in giro? Io sono tipo il tipo di tutti."

Storsi appena le labbra, parecchio scettico sulla cosa, ma la lasciai fare. Riaprii la portiera della macchina.

"Ok, ascolta, stavo per andarmene perché devo essere a lavoro, perciò …"

"E' il compleanno di Elena, la prossima settimana."

"Sì, e quindi?"

"E quindi, voglio organizzarle una festa enoooooorme. Sono i suoi sedici anni dopo tutto, no?"

Sollevai dubbioso un sopracciglio. "E lei lo sa?"

La biondina guardò vaga per aria.

"Sa … qualcosa. Aveva detto che stava pensando di fare qualcosa, giusto tra di noi … Ma non è questo il punto. Dettagli," disse agitando una mano nell'aria per scacciare via quel particolare insignificante. "Il punto è, che non posso farlo a casa mia perché dopo la mia ultima festa la casa era appena un tantino sottosopra, e mia madre si è appena un tantino incazzata, e mi ha messo in punizione per due settimane, e non posso rischiare di farlo un'altra volta perché partecipo a Miss Mystic Falls il mese prossimo, e devo assolutamente schiacciare quella stronzetta di Alison Gr-"

"La festa," la interruppi schioccandole impaziente le dita davanti agli occhi. "Il compleanno di Elena. Che stavi dicendo?"

"Oh, giusto. La festa di Elena. Stavo dicendo che ho bisogno di un posto dove farla. E tu sei suo amico, quindi …"

Alzò le sopracciglia per incoraggiarmi a finire quella frase, come se cazzo le potessi davvero leggere in quella testa incomprensibile come i discorsi che faceva.

"… quindi?"

"Oh, andiamo! Arrivaci! Voglio fare la festa a casa tua."

Scoppiai a ridere. La ragazza era pazza. Se avevo iniziato a sospettarlo dal momento in cui aveva aperto bocca per straparlare di cose a caso, adesso ne avevo la conferma. Giuseppe con il prato all'inglese invaso da minorenni ubriachi e bicchieri di plastica rossi odoranti di birra: certo, come no.

"Sì, guarda … No."

Qualcuno, arrivando da dietro, mi afferrò di colpo le spalle, facendo finta di saltarci sopra. Lo scrollai via, quel coglione di Enzo, che nel lasciarmi andare offrì alla bionda un'alternativa ed un sorriso ammiccante.

"Puoi avere il mio garage."

Caroline lo guardò come si guarda una chiazza di vomito appiccicata sotto le scarpe.

"Neanche morta ho intenzione di mettere piede nel tuo garage puzzolente," ribatté secca.

"Ci perdi te, bionda. Ho ragazze pronte a fare la fila per avere i loro sette minuti in paradiso lì dentro."

"Se ti piace che il paradiso puzzi di spazzatura."

Mentre quei due erano ancora troppo impegnati a battibeccare, qualche metro alle loro spalle vidi passare mio fratello. Ci vide anche lui, perché si fermò imbambolato a fissare Caroline, che intanto aveva iniziato stizzita a prendere Enzo a ditate nel petto, le mani affondate nel giacca rossa e bianca del football.

Poiché stronzo lo sono sempre stato, sventolai una mano nella sua direzione.

"Ma ciao, Stef!"

Caroline si voltò di scatto, abbandonando Enzo nel mezzo della loro diatriba. Arrossì, quando vide che Stefan, impacciato e con le spalle curve, aveva iniziato ad avvicinarsi. Gli mormorò un lieve "ciao" decisamente meno squillante di quello con cui si era presentata poco prima. Stefan si produsse in un sorriso ebete.

Enzo, lì accanto, fece segno con due dita di stare per vomitare.

"Ciao … Va tutto bene?" domandò Stefan, in teoria rivolgendosi a tutti i presenti, in pratica incapace di vedere altro oltre alla bionda di fronte a lui.

"Oh, è solo, sai," rispose Caroline, stringendosi nelle spalle, in un teatrale tono abbattuto. "Tuo fratello non vuole farmi dare una festa a casa vostra."

Stefan si voltò verso di me con uno sguardo indignato, neanche avessi appena negato del cibo ad un orfano che sta morendo di fame.

"Perché no? Papà starà via per due settimane. E non deve per forza venirlo a sapere, no?"

Tipico di mio fratello. Saltarsene fuori con l'informazione chiave di cui non ero a conoscenza e riuscire ad usarla per farci la figura dell'eroe.

Caroline proruppe in un battito di mani eccitato e gli gettò le braccia intorno al collo, schioccandogli un bacio sulla guancia. Stefan la strinse con fare un po' impacciato, ma sorridendo da parte a parte.

Enzo vomitò con ancora più convinzione.


————————————————


Next: Teen Elena e Ciuseppi che parlano di Damon. Più o meno …

   
 
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