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Autore: jjk    18/09/2015    3 recensioni
Ne aveva fatte di cavolate nella sua vita, ma probabilmente nessuna così stupida e completamente priva di significato.
Ma cosa gli aveva detto la testa quella sera? E perché invece che ammettere subito il suo errore aveva insistito sul continuare quella strada per tutto quel tempo?
Sperava solo che non fosse troppo tardi per rimediare anche se era certo che le cose non sarebbero state così facile. Era stato via abbastanza tempo da spingere chiunque ad andare avanti con la propria vita.
Era stato via abbastanza a lungo da causare un dolore che non poteva essere perdonato.
Chissà quante cose erano cambiate durante la sua assenza.
Chissà se lui.....
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andy Dermanis, Fortunè Penniman, Yasmine Penniman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era ormai tardi quando il suo aereo finalmente atterrò, anche se forse sarebbe più corretto dire che fosse troppo presto dato che il suo orologio segnava già le 4:30 del mattino. 
Probabilmente suo fratello a quell'ora stava andando a lavorare.
Forse avrebbe dovuto chiamarlo per dire che era tornato a casa.
O forse era meglio di no.
Non si sentiva pronto ad affrontare la sua famiglia e di certo non poteva pretendere che il suo fratellino tenesse nascosto il suo arrivo per molto. Sinceramente dubitava anche che volesse provarci. 
L'ultima volta che si erano "parlati" non erano parole affettuose quelle che si erano scambiate perché lui, come un idiota, piuttosto che affrontare ciò che  Fortunè gli aveva poco delicatamente posto davanti agli occhi, gli aveva chiuso il telefono in faccia.
Non un comportamento troppo maturo, come il ragazzo gli aveva più volte ripetuto dei messaggi furiosi che gli aveva mandato dopo e a cui lui non aveva mai risposto. 
La verità era che suo fratello era sempre stato più maturo di lui e che aveva avuto ragione e su tutta la linea, ma quello Mika non glielo poteva dire. 
Forse se avesse chiamato le sue sorelle loro avrebbero capito.
Sapendo cosa stava passando in quel periodo, a differenza del fratello minore, non lo avevano mai chiamato e lo avevano lasciato stare, forse per evitare di fargli pesare troppo l’errore che aveva commesso.
O forse a pensarci bene non lo avevano fatto per gentilezza ma perché non ce la facevano più ad aiutarlo a sistemare i casini che regolarmente lui combinava. 
Di sicuro erano furiose anche loro
Sua madre era sicuramente abbastanza arrabbiata con lui da essere pronta a saltargli addosso e suo padre non lo sentiva da troppo tempo, quindi chiamarli era fuori discussione
Forse la soluzione migliore era non chiamare nessuno e sistemare da solo il disastro che aveva combinato. 
Ne aveva fatte di cavolate nella sua vita, ma probabilmente nessuna così stupida e completamente priva di significato. 
Ma cosa gli aveva detto la testa quella sera? E perché invece che ammettere subito il suo errore aveva insistito sul continuare quella strada per tutto quel tempo? 
Sperava solo che non fosse troppo tardi per rimediare anche se era certo che le cose non sarebbero state così facile.
Era stato via abbastanza tempo da spingere chiunque ad andare avanti con la propria vita.
Era stato via abbastanza a lungo da causare un dolore che non poteva essere perdonato.
Chissà quante cose erano cambiate durante la sua assenza.
Chissà se lui..... 
I suoi pensieri furono interrotti da una giovane assistente di volo che gli faceva gentilmente notare che era ora di scendere. 
Si guardò intorno e osservò che era l'unico passeggero rimasto sull'aereo.
Gli altri avevano tutti preso i bagagli ed erano usciti.
Probabilmente molti di loro avevano un volto sorridente ad aspettarli all'uscita.
Per lui invece Londra significava un mucchio di affari in sospeso, di persone che lo odiavano perché lui li aveva costretti a farlo.
Probabilmente non aveva mai odiato Londra come in quel momento, nemmeno quando da ragazzino era stato costretto a lasciare tutto per trasferirsi lì; almeno a quel tempo sapeva di avere una famiglia che lo sosteneva, mente ora...... 
Si trascinò fino all'uscita dell'aeroporto, il suo sguardo continuava a cercare un volto familiare tra le poche persone che si trovano lì a quell'ora, poco importava quanto cercasse di convincersi che lui non c'era e non ci sarebbe stato mai più. 
Trovò subito un taxi libero e si fece aiutare dall'autista a caricare i bagagli. 
Osservò la città scorrere accanto a lui, mentre il tassista lo sbirciava di nascosto dallo specchietto.
-Ehi amico, so che non sono affari miei, ma sembri un po'troppo abbattuto per uno che sta tornando a casa-
-Non sono nemmeno sicuro di star tornando a casa-
Era vero, non erano cose che lo riguardavano, ma quello tassista in quel momento gli sembrava l'unica persona pronta ad ascoltarlo senza urlargli contro e quindi gli venne naturale aprirsi con quello che per lui era un totale sconosciuto.
-Ho fatto un casino, uno di quello veramente grandi e ho distrutto tutto quello che ero riuscito a costruire qui. Non credo che riuscirò a sentire mai più questo posto come casa mia-
-Ma sei venuto qui per sistemare quello che hai combinato, no? -
Mika annuì, senza curarsi se l'uomo potesse notare quel gesto. 
-Ascolta ragazzo, lasciatelo dire da qualcuno che ha fatto più casini che cos'è buone. Se davvero tu vuoi mettere le cose apposto ci riuscirai. Non dico che tutto tornerà ad essere come prima, ma, anche se le cose andassero male e non riuscissi a rimediare , potresti sempre essere in pace con te stesso sapendo che hai fatto del tuo meglio per fare ammenda.-
-Se solo fosse tutto così facile. 
Io ho ferito tutte le persone che amavo. Sono scomparso nel nulla e non mi sono fatto più sentire e a tutti quelli che hanno provato a farmi ragionare ho chiuso la porta in faccia. Non penso che si possa veramente riparare qualcosa del genere.-
-Non conosco la tua famiglia e quindi non posso dirti che tutto andrà, ma di una cosa sono certo: se loro ti vogliono davvero bene non lasceranno che ti disperi  così tanto e ti daranno una seconda possibilità. La famiglia dopotutto fa soprattutto questo: dà seconde possibilità, terze, quarte. La famiglia ci sarà sempre per te, poco importa i disastri che combini, la famiglia saprà sempre andare oltre perché ciò che gli interessa veramente sei tu-
-Spero solo tu abbia ragione-
Arrivati a casa Mika tolse le valigie dal bagagliaio e si recò al portone. 
Prese un bel respiro profondo prima di girare la chiave nella toppa, ricordandosi di tutte le volte che lo aveva fatto, di come Mel gli saltava sempre addosso appena la porrà si socchiudeva, facendolo sempre cadere per  terra, e di come, dietro il muso della cagnolina poteva sempre intravedere il volto sorridente di Andy che aspettava il suo turno per salutarlo. 
Sapeva che quella volta nulla di tutto questo sarebbe successo, eppure non poté non sentirsi pugnalato al cuore quando, aperta la porta trovò solo il buio, che ora cominciava a diradarsi grazie ai primi raggi del sole. 
Chiuse la porta dietro di sé e mosse qualche passo nel corridoio scuro. 
Passò vicino camera loro, ma non vide la dolce sagome del biondo nascosta sotto vari strati di coperte. Il letto era perfettamente ordinato come non lo era mai stato. 
Non provò nemmeno ad entrare in quella stanza, fin troppo consapevole che il profumo che aleggiava lì dentro era ormai irrimediabilmente cambiato. 
Un pianoforte lo guardava dalla stanza di fronte.
 Andy lo aveva aiutato ad insonorizzarla, sapendo quanto odiava che chiunque potesse ascoltare, anche solo per sbaglio, ciò che stava componendo, almeno non finché lui non riteneva che fosse  completo. 
Non entrò nemmeno in quella stanza, l'unica il cui accesso era vietato anche ad Andy. 
C'era, però, una porta in fondo al corridoio che lo chiamava. 
Lui non aveva quasi mai messo piede lì dentro e farlo ora gli sembrava sbagliato, ma ne aveva bisogno.
Aprì lentamente la porta e sgusciò al suo interno prima che il poco odore rimasto si disperdesse. 
Avrebbe riconosciuto quella fragranza ovunque.
Sulla piccola scrivania c'erano ancora le foto di loro due. 
Probabilmente Andy le aveva lasciate lì per non essere ossessionato dai ricordi, per cercare di dimenticarlo.
Anche Mika ci aveva provato ma non ci era riuscito.
Tirò fuori dallo zaino una cornice azzurra e la poggiò sul pavimento accanto a lui. 
Dentro c'era una foto che aveva di Andy che sorrideva.
Era una foto semplice, ma lui l'aveva sempre amata. 
L'aveva scattata Fortunè durante una gita in barca, mentre tutti gli altri stavano facendo una stupida gara di tuffi.
Mika non avrebbe voluto partecipare ma Andy lo aveva ricattato per potersi godere il suo sguardo terrorizzato mentre saltava nell'acqua.
Fortunè aveva scattato quella foto proprio mentre Andy lo stava osservando e lui poteva ancora riconoscere la gioia e l'amore che invadevano gli occhi del biondo in quella fotografia. 
Dopo essersene andato, dopo aver realizzato che in realtà Andy stesso, più ancora che la loro relazione, fosse la cosa migliore che gli fosse mai capitata, aveva fatto stampare quella foto e l'aveva messa in una cornice dello stesso colore degli occhi del ragazzo. 
-Mi manchi sai? So che sono un idiota e che ho rovinato tutto. Questa situazione è solo colpa mia e non mi perdonerò mai per averti fatto soffrire così, però non posso fare a meno di chiedermi se anche tu senti la mia mancanza-Sussurrò alla fotografia prima di addormentarsi sul pavimento accanto ad essa.


Nota:Buongiorno a tutti.
So che in teoria avrei un'altra long in attivo di cui prendermi cura, ma questa fan fiction era nata come un'innociente oneshot, che quindi non avrebbe dovuto portarmi via molto tempo, e si è poi trasformata autonomamente in qualcosa di diverso.
L'idea mi è venuta dall'ascoltare più e più volte ripetutamente Hurts che, come potrete immaginare, è forse la mia canzone preferita del nuovo album.
Mi è sempre sembrato (ma forse perchè io mi faccio dfei film mentali da oscar) che non potesse essere altro che la trasposizione musicale della discussione tra lui ed Andy al suo ritorno da Montreal, ma probabilmente sono solo io che tendo a ricamare un po' troppo su qualsiasi cosa.
Ci sono molte altre cose che forse dovrei dire ma preferisco che siate voi a giudicare questa storia(quindi fatemi sapere cosa ne pensate).
l'unica cosa che vi posso promettere è che questa volta sarò abbastanza puntuale nel postare i capitoli. Ciò non vuol dire che li posterò ad una scdenza fissa, ma non farò nemmeno passare più di un paio di settimane tra l'uno e l'atro.
Detto ciò sparisco che mi sono già dilungata troppo 
  
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