*Fanfiction partecipante al primo Five Day For ZoSan indetto dal Forum PieceFairy-fanfiction&images*
ANGOLO
DELLA DEMENZA
Buongiorno cari e rudi lettori
arrivati fino a qui!
Con questo capitolo si conclude questa avventura; mi dispiace un sacco,
mi sono davvero divertita un mondo a scrivere queste cinque storielle.
Vi lascio con quest'ultima che è di sicuro la mia preferita.
Spero che possiate apprezzarla come le quattro precedenti.
Ringrazio chiunque mi abbia seguito fino a qui, anche solo leggendo!
A presto!
Peace & Love!
Parola: Sigaretta
Il bisogno spasmodico della propria sigaretta
“Maledizione!”
Un'imprecazione risvegliò
Zoro dal suo sonnecchiare allegramente accanto al biondo, che aveva
appena osato privarlo del suo amato sonno con quell'urlo sovrumano.
“Che
cosa c'è
cuocastro?” chiese con la voce impastata di sonno, e anche
leggermente irritata.
Per tutta risposta Sanji
continuò ad imprecare, facendo finta di non aver sentito la
domanda
che gli era appena stata posta.
“Maledizione,
maledizione e ancora maledizione!”
Uno strattone lo
costrinse a girarsi verso il suo ragazzo, che aveva assunto un'aria
interrogativa e decisamente scocciata, a causa di tutto quel vociare.
“Mi
vuoi dire cosa
succede o ti devo sbattere fuori di casa?”
Sanji sbuffò
spazientito. Era già abbastanza irritato di suo senza che
quell'idiota continuasse ad essere così fastidioso.
“Non
trovo più le
sigarette” pronunciò infine “E sono
sicuro di averle prese prima
di rincasare!”
Alzò un cuscino per la
milionesima volta, sperando che quel suo prezioso pacchetto sbucasse
fuori magicamente.
“Beh,
meglio così, non
ti sopporto quando fumi!” una mezza verità.
“Non
ti sei mai
lamentato, marimo del cazzo!” aveva ribattuto Sanji, con
un'aria
minacciosa e alludendo ad una cosa ben definita.
“Fumare
fa male, e se
quello schifo di pacchetto non salta fuori, i tuoi polmoni te ne
saranno grati!”
“Stai
zitto testa
d'alga!” e gli tirò un cuscino in piena faccia.
Zoro lo tolse con un
gesto rapido, e con stizza si lanciò sul ragazzo seduto
accanto a
lui. Non ci volle molta forza per riuscire a sovrastarlo e guardarlo
dall'alto.
Era seduto a cavalcioni
su di lui, e qualcosa gli fece capire che sicuramente Sanji non ne
era poi così tanto infastidito.
“La
vuoi piantare di
fare l'idiota o vuoi che ci pensi io?” gli si era rivolto
minaccioso, ma Sanji sapeva benissimo che quella era più una
provocazione che una vera e propria minaccia.
“Dipende
da come lo
faresti” aveva l'aria maliziosa, e nei suoi occhi per un
attimo
balenò una luce perversa.
Non ricevette parole per
risposta, ma quelle furono sostituite più che bene dai fatti.
Le loro labbra si
scontrarono quasi furiosamente, mentre le mani di entrambi
esploravano dappertutto quei corpi che ormai conoscevano alla
perfezione. I vestiti volarono ben presto ai piedi del divano rosso,
lasciando loro libero il passaggio. Si unirono in un corpo solo,
raggiungendo l'apice quasi contemporaneamente; rimasero l'uno
sull'altro finché i loro respiri non si fecero nuovamente
regolari.
“Cuocastro...”
lo
chiamò Zoro, sollevandosi appena per vederlo in viso; lui lo
guardò
con aria interrogativa. “Le sigarette le ho nascoste
io” confessò
in un soffio, con un sorrisetto sulle labbra.
Sanji fu lesto nel
tirargli un pugno in piena faccia.
“Non
bastava chiedere
razza di cretino?” s'infuriò; odiava quando
qualcuno lo privava
della sua sigaretta.
“Non
sarebbe stato così divertente, non credi?” gli
rispose quello,
malizioso e sorridente. Amava farlo arrabbiare, e ancora di
più,
amava farlo
quando Sanji era arrabbiato.
Il
biondo adesso aveva davvero
bisogno
di una
sigaretta.