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Autore: Skadi    10/02/2009    0 recensioni
Renji capisce di amare Kuchiki Byakuya. Come farà? E Matsumoto cosa intende fare con il povero tenente della sesta brigata?
Genere: Generale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Byakuya Kuchiki, Rangiku Matsumoto, Renji Abarai, Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yo! Questo è la vera fine della mia storia che dopo molti ritardi (per colpa mia) è arrivata al termine. Spero che la leggerete con piacere e che la mia fic vi abbia appassionato almeno un po'!^_^ Per adesso cercherò di continuare ad aggiornare la fic che sto scrivendo con Akari333 (scusate per la pubblicità occulta^O^)

P.s.: ringrazio tutti coloro che mi hanno recensito o che recensiranno. Grazie mille!

ByE bYe ^^

 

 

ExTrA


Il giorno successivo tutti gli shinigami si misero al lavoro per sistemare il casino che avevano combinato il giorno prima. Perfino quelli dell’undicesima brigata, anche se obbligati, stavano riordinando. Tutti tranne i l’organizzatrice. Lei era impegnata in ufficio a mantenere la promessa fatta ad Hitsugaya. Era tutto il giorno che lavorava come un mulo anche se i fogli da completare erano meno di quello che si aspettava, probabilmente perché Hitsugaya le aveva ridotto il lavoro. Comunque lei continuava a fare pause anche se c’era il suo Taichou che la rimproverava, come sempre.
Arrivò la sera, Matsumoto stava ultimando il lavoro quando venne chiamata da Hitsugaya che le ordinò di ritornare a casa. Lei senza farselo ripetere due volte uscì dall’ufficio dirigendosi verso il suo appartamento. Quando arrivò si accorse che era più disordinata del solito e visto che quel giorno che ormai era al termine, era già stato un miracolo poiché aveva lavorato decise di completare la giornata riordinando il più grosso della stanza. Aprì la finestra per far passare l’aria, spolverò i mobili, raccolse i vestiti che era stati buttati precedentemente sul tatami e pulì tutto quello che rimaneva. Alla fine la stanza brillava dal pulito e Matsumoto era orgogliosa del suo operato oltre a essere esausta. Si accasciò per terra a riprendere fiato quando una folata di vento entrò nella camera, lei si alzò e chiuse la finestra. Sentiva un altro essere vivente in quella stanza e non fece in tempo a girarsi per controllare che delle braccia bianche le cinsero la vita. Matsumoto sgranò gli occhi e decise di domandare a quell’essere che l’abbracciava:
< Che ci fa qua l’ex Taichou della terza brigata Gin Ichimaru? >
Lo shinigami sorrise e sussurrò all’orecchio di lei:
< Rangiku non è il modo di salutare i vecchi amici. Una volta mi offrivi da bere almeno, adesso non mi dici nemmeno “ciao”. Sei cattiva! >
< Tsk! Dovrei arrestarti e non offrirti del sakè però se ci tieni mollami che te lo do >
Gin pian piano si staccò da Matsumoto e si allontanò mentre lei con un ghigno estrarrò la spada puntandola alla gola dello shinigami che la guardava incuriosito.
< CREDEVI VERAMENTE CHE POTEVAMO BERE E CHIACCHERARE COME UNA VOLTA???? SEI DIVENTATO DEL TUTTO SCEMO??!! > urlò arrabbiata Matsumoto mentre delle lacrime solcavano il suo viso. Non riusciva più a capire. Odiava tutto e tutti. Soprattutto lui. Gin la osservò per un po’ e poi le accarezzò la sua guancia impedendo alle lacrime di scendere. Le sue mani bianche accarezzavano il viso pallido di Matsumoto e la punta di Hineko pungeva alla gola di Gin che pronunciò dolcemente:
< Scusa >
Quella parola la colpì al cuore facendole rivivere il loro ultimo incontro. Lei gli teneva il polso finché una luce se lo portò via. Via per sempre. Ed era quello che credeva. Quelle parole che erano sigillante nel profondo del suo cuore che cercava inutilmente di dimenticare. Non riusciva a scordarlo anche se lui l’aveva più volte abbandonata, vizio che non aveva mai accettato. “E finalmente ero riuscita a ricucire quella maledettissima ferita, lui arriva e rovina tutto!!” pensò con astio Matsumoto. Adesso non piangeva più. Gli occhi pieni di odio fulminavano lo sguardo dolce di Gin. Erano uno di fronte l’altro. lei piena d’odio e rancore verso i suoi confronti, lui invece la osservava con tenerezza senza capire i sentimenti di lei. La spada venne messa nel suo fodero e Matsumoto dirigendosi verso la finestra aprendola disse:
< Vai via. Ringraziami per non averti ucciso e adesso vattene! >
< Perché? > chiese ingenuamente l’albino
< Osi chiedermi anche perché?! Non lo capisci da solo??? >
< Ho capito tutto Ran-chan però io non voglio andarmene un’altra volta senza di te >
Matsumoto sgranò gli occhi. Non riusciva più a capire quell’uomo. Poi insicura guardò la luna piena domandando:
< Perché mi fai tutto questo? >
< Scusa >
< Credi che le tue scuse servono a qualcosa, Gin? > la sua voce era rotta dal pianto e lui le si avvicinò. Lei dava le spalle a lui che sussurrò:
< Vieni con me >
< Non posso. Non posso abbandonare la Soul Society. >
Matsumoto si girò verso di Gin che l’abbracciò. Il suo volto era immerso nell’addome di lui e con la sua mano le accarezzava i capelli dolcemente. Le lacrime solcavano le sue guance bagnandogli il vestito bianco. Quando Matsumoto si calmò Gin esordì dolcemente:
< Se non puoi venire aspetterò e fino al quel giorno io resterò accanto a te, qualsiasi cosa accada. >
< Ma non devi ritornare da Aizen? >
< Intendevo dire che la mia anima sarà sempre con te e che magari potrò venirti a trovare >
< L’avevo immaginato. >
Gin lasciò Matsumoto che sorrideva dolcemente poi si avvicinarono e si baciarono. Era il loro momento magico. Il momento che avevano atteso per molto tempo e finalmente era giunto. Quando si staccarono lei chiese:
< Ti va di tenermi compagnia stanotte? > Lui come risposta le accarezzò i capelli, le fece un lieve sorriso tenero e poi si stesero nel futon e si addormentarono abbracciati uno all’altro felici e pieni di speranza.
La mattina, quando Matsumoto si svegliò notò che Gin era già andato via lasciandole la finestra aperta e una rosa rossa vicina al futon. Lei la prese e la osservò a lungo sorridendole. Il suo cuore era leggero, la sua ferita era cucita perché sapeva che non era stata mai abbandonata dalla persona che amava.


FiNe ExTrA


FiNe ThE sOnG fOr ByAkUyA

   
 
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