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Autore: Jashin99    19/09/2015    1 recensioni
Hinata Hyuga, la conosciamo tutti, è timida, gentile e molto innamorata.
Quindi molto noiosa.
E allora, perché non renderla più... interessante?
Premetto che sono un NaruSaku convinto, ma ho scritto questa NaruHina perché era un'idea che mi era piaciuta sin dalla prima volta che l'ho pensata, e poi francamente il personaggio di Hinata mi piace molto, mi ha sempre interessato; ma contemporaneamente mi piacciono molto gli schizofrenici e i bipolari, perciò...
Vi auguro buona lettura
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Shikamaru Nara | Coppie: Hinata/Naruto
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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IL CAMBIAMENTO DI HINATA

Naruto si svegliò di buon'umore. Oggi, se lo sentiva, avrebbe conquistato Sakura-chan. È vero, ieri non era stato molto fortunato: Sakura non aveva fatto altro che picchiarlo per tutto il tragitto fino a casa, dove infine lo aveva steso con un pugno più forte degli altri. Ma oggi non era ieri.

Naruto si alzò dal letto. Facendosi strada tra il disordine, andò in cucina. Aprì il frigo, prese una confezione di ramen in scatola, prese le bacchette, si sedette al tavolo, aprì la scatola e con un: “Buon appetito!” al vuoto, si mise a mangiare.

Finita la colazione, si vestì e uscì di casa: non aveva missioni, e stava escogitando un modo per far cadere Sakura-chan tra le sue braccia. Il problema è che non sapeva dove trovare un unicorno laser.

Insomma, si preannunciava una giornata come le altre.

Naruto stava per girare l'angolo, quando un gatto gli tagliò la strada.

Il gatto sparì dietro a un muretto. Naruto si grattò la nuca: sembrava spaventato da qualcosa.

“Brr, speriamo che qui dietro non ci sia un cane, dattebayo!” Si augurò.

Da quando era diventato amico di Kurama, la sua natura volpina aveva influenzato molti suoi gusti.

In particolare, aveva iniziato a detestare i cani. Con Akamaru, certo, non aveva problemi, lui era amico di Kiba e del suo cane da molto tempo, e Pakkun riusciva a sopportarlo. Ma non era assolutamente disposto a fare nuove amicizie canine.

Naruto voltò l'angolo, pronto però a scappare via non appena avesse visto un cane. Solo che non trovò un cane, ma una persona.

-Hinata!- Esclamò stupito.

-Ciao, Naruto.- Rispose lei.

Naruto la squadrò: la ragazza si era tinta i capelli di nero, a eccezione di alcuni ciuffi verdi; aveva un po' di trucco nero agli occhi e del rossetto nero alla bocca; si era messa un piccolo anello alla narice destra e alle orecchie portava numerosi anellini e piercing; si era vestita con una maglietta nera con un grande teschio bianco al centro e con una giacca di pelle lacera; portava dei jeans di colore grigio scuro-nero e scarpe da ginnastica nere con tacchetti grigi; alle mani aveva dei guanti scuri che le lasciavano scoperte le dita.

-Sembri... diversa, dattebayo.- Commentò lui.

Hinata sputò a terra la chewing gum: -Alla fine non sei così stupido.-.

-C-come?- Balbettò incredulo Naruto.

In quella, arrivò Choji.

-Ciao Naruto!- Disse.

Hinata lo fulminò con un'occhiata: -Vattene.-.

Choji fece dietrofront: -Addio, Naruto!-.

Quando se ne fu, andato, Naruto domandò alla ragazza: -Ti senti bene, Hinata-chan?-.

Hinata si staccò dal muretto e si avvicinò a Naruto. Quando gli fu praticamente addosso gli rispose, guardandolo negli occhi: -Mai stata meglio.-.

Naruto reggeva a malapena il suo sguardo. Non era lo sguardo caloroso che gli rivolgeva di solito la ragazza: era freddo, arrabbiato, quasi assassino.

Hinata si avvicinò all'orecchio del giovane: -Diventa il mio ragazzo, Naruto.-.

Non era una domanda, era un ordine.

Naruto sgranò gli occhi: cosa aveva appena detto? Non era normale! Forse aveva la febbre!

Naruto prese la ragazza per le spalle, e fece per metterle la mano sulla fronte.

Hinata però non sembrò gradire il gesto e, afferratogli il braccio, glielo torse, portandoglielo dietro la schiena.

-Ah!- Urlò Naruto: -Hinata! Cosa ti prende-ttebayo?-.

Senza lasciargli il braccio, Hinata gli chiese: -Allora, ti sei deciso? Hai accettato di diventare il mio ragazzo?-.

Vedendo che lui non le rispondeva, aumentò la torsione.

-Smettila!- Gridò Naruto: -Mi fai male, Hinata!-.

Quelle parole sembrarono avere qualche effetto sull'altra. La ragazza diminuì la forza della presa, e Naruto si liberò.

Si girò verso l'amica: -Hinata, cosa...-.

Per un attimo, Naruto rivide la vecchia e gentile Hinata.

-Hinata...-.

Poi quell'attimo passò, e Hinata riassunse lo sguardo furioso: -Naruto!-.

Spaventato, Naruto decise di darsela a gambe finché poteva e scappò via.

“Hinata” Pensò: “cosa ti è accaduto?”.

Dietro di se, Naruto sentiva le urla della ragazza: -Naruto! Non puoi sfuggirmi!-.

Naruto continuò a correre fino a quando non si ritrovò davanti all'Accademia Ninja.

Lì riprese fiato. Si guardò alle spalle, per controllare che lei non l'avesse seguito. Fortunatamente, la strada era deserta.

-Ma... che... cavolo!-.

-Ehi, Naruto-nii-san!- Fece una voce.

Naruto si voltò: -Konohamaru!-.

Il ragazzino corse da Naruto: -Ti sfido!-.

Naruto guardò dietro si se, preoccupato: -Ehm... Adesso no, scusami, Konohamaru, dattebayo.-.

Konohamaru abbassò le spalle, deluso: -Oh, come mai? Guarda che sono diventato molto più forte dall'ultima volta!-.

L'ultima volta...

-Naruto-nii-san, ti sfido!-.

-Adesso no, Konohamaru...-.

-Guarda che sono diventato molto più forte dall'ultima volta!-.

-Ahh... Kage Bushin No Jutsu per Mille!-.

-Ripensandoci... posso diventare ancora più forte!-.

Adesso...

-...Non è per questo, Konohamaru...- Disse Naruto: -...è Hinata che... si comporta...in modo molto strano...-.

-Hinata?- Konohamaru si grattò la fronte, pensieroso: -In effetti...-.

-Cosa?- Chiese interessato Naruto.

-L'ho incontrata ieri sera...- Rispose il ragazzino: -...mi ha detto: “Togliti di mezzo!” o qualcosa di simile.-.

-Non è da Hinata...- Commentò Naruto: -...ma quando l'ho incontrata ieri sera mi pareva come al solito. Per caso sai che ore erano?-.

Konohamaru ci pensò un po': -Mmm... no, mi spiace.-.

Naruto storse la bocca: -Peccato, dattebayo.-.

-Però,- Continuò il ragazzino: -mentre me ne andavo, ho sentito qualcuno che le parlava.-.

-Chi?-.

-Mmm... non ricordo- Rispose Konohamaru: -ma mi pare di averlo già sentito da qualche parte... Sai cosa? Penso che sia uno dei tuoi amici!-.

-Uno dei miei amici?- Ripeté Naruto: -Chi? Rock Lee? Shino? Shikamaru?-.

-Mmm...- Konohamaru si guardò attorno, tentando di ricordare.

-Eek!- Sobbalzò Naruto: -Un cane!-.

Kono si voltò: un cucciolo di labrador stava attraversando la strada.

-Un cane...- Disse Konohamaru: -un cane...-.

Konohamaru si girò nuovamente verso Naruto: -La sua voce! Mi sembrava il latrato di un cane!-.

Naruto si calmò: -Un latrato? Allora è... Kiba! Grazie, Konohamaru!- e scappò via.

Konohamaru rimase lì immobile: -Prego!- gli urlò dietro.

Si sentì leccare le caviglie. Abbassò lo sguardo: -Ehi! Piccolino, come ti chiami?- prese il cucciolo tra le mani.

Il labrador gli morse il braccio. Kono lo mollò e labrador atterrò sulle zampe.

-Cane baka!- Gridò il ragazzino: -Io ti sfido!-.

La sera prima, lungo le vie del Villaggio...

Hinata camminava a testa bassa.

“Un altra delusione.” Pensò tra se e se.

La sua ultima speranza era svanita davanti a lei.

-Troppo buona...- Ripeté: -troppo buona...-.

Hinata alzò lo sguardo. Si era fermata davanti alla vetrina di un negozio.

Si specchiò. Ciò che vide era una ragazza timida che non avrebbe mai ottenuto il vero amore e che avrebbe vagato per sempre, sola e sconsolata, come stava facendo ora.

Hinata iniziò a piangere.

Poi però vide che dietro la sua immagine ne stavano comparendo altre tre.

Con ancora gli occhi arrossati, Hinata si voltò.

Si ritrovò davanti tre ragazzi più o meno della sua età.

Quello davanti aveva lunghi capelli rosso-arancioni sparati in aria, e in fronte aveva una bandana; dietro di lui ce n'era un altro molto grasso, quasi pelato e con gli occhiali da sole, e un altro molto alto e magro, da viso scavato, come se patisse la fame. Tutti e tre vestivano in maniera trasandata, con giacche, magliette e jeans strappati in più punti.

Quello davanti in mano aveva una catena, con cui giocherellava; il ciccione invece impugnava un lungo bastone; il terzo aveva le mani vicino alla cintura, dove teneva un paio di coltelli da lancio.

Hinata era intimorita dalla loro presenza: aveva l'impressione che Kiba, se fosse stato lì con lei, e in quel momento sperava fosse lì con lei, le avrebbe detto: -Ecco, Hinata! Questo è quello che intendevo prima!-.

Quello davanti si avvicinò a Hinata: -Ehi, bellezza!- disse: -Ti sei persa?-.

Hinata indietreggiò spaventata, ma si ritrovò con la schiena appoggiata alla vetrina.

Il ragazzo si avvicinava: era in trappola!

Il teppista agitò la catena: -Forse possiamo aiutarti...-.

Hinata nascose la testa alzando le mani.

I tre ridacchiarono; il capo colpì Hinata con la catena.

Pochi minuti dopo...

Hinata rialzò la testa, confusa.

-Ma cosa...- Hinata non capiva che stesse succedendo: l'ultima cosa che ricordava erano i tre teppisti che la attaccavano. Ora sembravano scomparsi.

Abbassò lo sguardo.

Hinata mise le mani alla bocca: -Oh mio dio!-.

Il delinquente capo cadde a terra, coperto di sangue.

Spaventata, Hinata si voltò. Vide gli altri due teppisti, uno vicino a lei, l'altro in mezzo alla strada, anche loro in pessime condizioni.

Hinata si guardò le mani: erano sporche di sangue.

-No...- Sussurrò.

Hinata si avvicinò al capo dei tre, scuotendolo: -Svegliati... Ti prego...-.

-No...- Borbottò lui, sputando sangue: -...stammi lontano... mostro...-.

Hinata indietreggiò, spaventata.

-Stammi lontano!-.

La ragazza corse via.

   
 
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