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Autore: Eclisse Lunare    19/09/2015    2 recensioni
La battaglia infuria.
Il fragore della pistola che si ricarica, il cuore martellante mozza il respiro e i proiettili che volano sono come una formica accanto a un uomo,
una minuscola e insignificante parte di un fragile equilibrio.
Un dolore lancinante è un cicatrice in più da contare prima di dormire la notte. Un segno di cui non importano le dimensioni che ti appaiono agli occhi, ognuna ha una storia da raccontare.
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Questa storia era nel mio computer da mesi, avevo intenzione di scrivere altri capitoli ma non essendomi mai cimeneta in una long avevo paura di rovinare tutto e temevo che questa storia non avrebbe mai visto la luce e quindi per ora la pubblico così poi chissà, magari in futuro farò un seguito ;) 
Detto ciò vi lascio alla storia!
Spero vi piaccia!

Eclisse Lunare


 

A thousand miles and poles apart

( Adele, Skyfall)

 

Se c'è qualcosa che impari presto è che il mondo è un posto misero e sporco, capace di farti male e lasciarti senza niente per sempre.
E per quanto forte tu possa essere niente colpisce duro come fa la vita.
Perdi te stesso e perdi tutto,
tranne quel barlume in mezzo al buio, piccolo, ignoto e distante quanto una stella nel cielo.
La speranza.

 

 

 


La battaglia infuria.
Il fragore della pistola che si ricarica, il cuore martellante mozza il respiro e i proiettili che volano sono come una formica accanto a un uomo,
una minuscola e insignificante parte di un fragile equilibrio.
Un dolore lancinante è un cicatrice in più da contare prima di dormire la notte. Un segno di cui non importano le dimensioni che ti appaiono agli occhi, ognuna ha una storia da raccontare.
Evocano ricordi, di cui posso sentirne ancora il dolore non ostante il tempo.
Ed è proprio ora, che nascosta dietro a un albero, le mie mani si sporcarono lievemente del sangue di quel nuovo solco di fuoco fattosi strada sulla fronte.
Oggi nessuno ha un posto nel mondo, siamo tutti soli.
Saremo anche una squadra ma ognuno difende se stesso.
Massacriamo, combattiamo, sbraniamo con le unghie e coi denti, e per cosa?
Spargiamo sangue e stronchiamo vite solo per paura di cambiare. 
Abbiamo il terrore di essere inadeguati, a essere qualcuno che non sia una macchina che esegue ordini.
La ribellione ci scorre nelle vene come la leucemia, ci divora.
Ci fa prendere a schiaffi mentre lottiamo verso la luce ma ne vale la pena se dopo diventi migliore, ma in questo inferno abbiamo le mani legate.

 

 

Il mio elogio di pensieri venne interrotto da un tonfo poco distante da me, istintivamente puntai la pistola contro chiunque lo avesse provocato.
Era un uomo alto e biondo con grosso arco tra le mani.
Portava una divisa senza maniche dove spiccava l'aquila dello Shield, il simbolo del nemico.
Non so cosa mi spinse a farlo, ma non sparai il proiettile. Restai ad osservarlo mentre con una agilità e una mira paragonabile alla mia abbatteva i suoi rivali.
Per un momento di diedi della stupida, me ne stavo li ferma come una qualunque adolescente innamorata mentre i miei uomini venivano uccisi.
Scattai in piedi con lieve sorriso sulle labbra e lentamente mi diressi verso quel misterioso individuo.

 

Stavo per scoccare una altra freccia ma un calcio alla schiena mi stroncò il fiato e l'arco finì a terra.

Ma che cazz..”

Mi voltai di scatto col viso contratto in una smorfia e rimasi al quanto sbalordito, il mio aggressore era una bellissima donna dai capelli rossi e dagli occhi di gelo.
Sferrò un pugno che riuscì facilmente a bloccare, ma dopo pochi minuti di combattimento corpo a corpo capì che non dovevo sottovalutarla, era veloce, forte e non si arrendeva.Padroneggiava il suo corpo in mosse fluide ed eleganti esibendolo in una danza letale, quasi felina.
Mentre sferrava un calcio ne approfittai per abbassarmi e riprendere l'arco con la quale riuscì a bloccarla con le spalle attaccate a un albero.
Lei era forte, ma la mia robustezza fece si che non scappasse.
Ringhiava e digrignava i denti come un cervo nella rete.
Poco dopo sospirò rumorosamente e smise di dimenarsi, allentai la presa dell'arco ma non la persi di vista.

Che aspetti ad uccidermi?”

Me lo chiese con un tono ovvio, quasi normale.

E se ti dicessi che non voglio farlo?”

Direi che sei pazzo.”

Non ebbi il tempo di ribattere che un proiettile si conficcò dritto nel mio braccio destro. Trattenni a stento un grido mentre un gruppo di uomini mi aveva individuato e avanzava verso di me.

Se non voleva farlo lui ci avrebbero pensato loro oppure sarei morta dissanguata.
Esattamente la solita storia.

Vai corri!”

Cercava di salvarmi? Coloro che mi vogliono morta sono troppi ma nessuno aveva mai provato pietà per me.Ero confusa e spaesata eppure feci quello che mi aveva detto, e corsi più forte che potevo.

 


In quel momento ho capito.
Lui era accanto a me, dovevo solo guardarlo negli occhi.
Non ci eravamo mai visti eppure era lì determinato a guadagnare terreno, pronto a sacrificarsi per me consapevole del fatto che io avrei fatto lo stesso!
Sentivo come se nelle mie vene scorresse sangue per la prima volta, una sensazione calda che provocò la comparsa di una sostanza nuova alla mia pelle.
Trasparente come acqua e salata come il mare.
Lacrime.

 

 

La battaglia era arrivata al suo culmine, sia per il dolore al braccio e per la polvere che si era sollevata mi era impossibile pensare lucidamente.
Mi nascosi dietro a una roccia per riprendere fiato e come un fulmine a ciel sereno mi tornò in mente quell'uomo di cui non conoscevo nemmeno il nome.
Perchè aveva provato pietà per me? Non avrei mai sfidato nessuno a trovare qualcosa di buono in me, proprio perché non c'è niente.
Era stato il primo.
Mi voltai lentamente e lo cercai con lo sguardo, era alcuni metri più avanti e stava combattendo.
Quando scoccò anche l'ultima freccia mi fece cenno di venire verso di lui, con una fatica immensa mi alzai e corsi come non mai.
Ormai allo stremo mi aggrappai ai suoi occhi calmi e sinceri. Tese un braccio verso di me e io feci lo stesso.
In quei pochi secondi mi parve addirittura di udire il suo nome Clint”

 

 

Un'esplosione

Un sorriso

Silenzio

E tutto è notte

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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