Mollo tutto
e faccio il calciatore
Piccolo
racconto comico/demenziale su un ragazzo e il suo sogno e un suo amico che lo
aiuta.
Suggerimento:
Provate a pensare alla narrazione come se fosse la voce fuori campo nei film di
Fantozzi…
Tanti
anni fa, quando la tv ancora non era colpita dal virus “reality show” e le
automobili sembravano ancora delle scatolette di sardine (leggi: siamo negli
anni ’80) nella principale scuola media due amici
davano il tutto per tutto per riuscire ad essere promossi: questi due ragazzi
erano Lorenzo e Gianni.
Si
può dire che erano entrambi casi patologici, con una
paurosa allergia allo studio, alle interrogazioni e ai compiti in classe.
Ciononostante riuscivano sempre a farla franca con i mezzi più sleali. Tutto
questo per contrapporre alla scuola quello che era per loro la cosa più
importante: il divertimento.
Qui
i due avevano una concezione TOTALMENTE DIFFERENTE l’uno dall’altro.
Divertimento
di Lorenzo:
-
ritrovo con gli amici ai giardini pubblici
-
due sessioni principali di “lancio della gomma da masticare” (disciplina in cui era campione olimpico)
-
spesa di 9000 lire in 4 coni gelato formato “Golia” da consumarsi in giornata
-
scoppio di petardi di tipo “Sandokan” nella zona dei giardini dove erano solite
giocare le femmine
Divertimento
di Gianni:
-
guardare “Holli e Benji”
-
provare a replicare l’abbigliamento delle squadre di “Holli e Benji” usando
pennarelli su magliette di flanella
-
completare album di figurine dei calciatori… di “Holli e Benji”
-
allenarsi… a replicare le acrobatiche movenze dei giocatori di “Holli e Benji”
Come
si sarà già capito, Gianni era uno schiavo del calcio
da cartone giapponese.
Per
questa ragione, dopo la scuola, precisamente alle ore 16:02,
ora di inizio di Bim Bum Bam, Gianni diventava totalmente irreperibile e si
murava totalmente in casa per seguire il suo cartone preferito.
La
passione di Gianni continuò a perdurare durante gli anni ’90, quando entrò con
Lorenzo nella scuola superiore. Di conseguenza la questione ebbe una gravità
mostruosa. Gianni infatti divenne il bersaglio
preferito dei compagni che in quei tempi iniziavano già a cercarsi le ragazze o
peggio ancora di quelli che giocavano al “vero” calcio. Una volta fu vittima di
uno spaventoso bombardamento: 230 pallonate. Solo l’intervento di Lorenzo, che
nella scuola aveva assunto la carica di Boss del piano terra, riuscì a sedare
la violenza.
E si
venne a scoprire che Gianni avrebbe voluto dar sfogo alla sua passione giocando
a calcio in una vera squadra, così si era rivolto ai suoi aggressori, membri
dello “Spaccamidollo Football Club”, facendo però il tragico errore di dirgli che conosceva il calcio avendo guardato Holli e
Benji. Ma purtroppo non fu questo l’unico problema:
infatti, i suoi voti erano di una bassezza agghiacciante e il padre, un rigido
comandante dei carabinieri, aveva deciso che tutto sarebbe stato in proporzione
ai suoi voti. Nonostante questo, arrivarono a un
accordo: se Gianni fosse riuscito a prendere ALMENO un 10, allora avrebbe fatto
dei tentativi per iscriverlo a una scuola di calcio.
L’occasione
arrivò il giorno di un compito di storia particolarmente difficile: su 24
alunni tutti con una media di 5 e 6, Gianni fu l’unico
ad aver preso un 10 e lode, rispondendo correttamente a tutte le domande,
comprese quelle tagliate dalla fotocopiatrice. Tutto questo grazie a un becero individuo membro di un cartello di trafficanti
di cioccolato Lindt che lavorava indisturbato nei meandri più bui della scuola.
Questo gruppo di individui senza scrupoli soleva anche
rivendere a caro prezzo i suggerimenti per tutti i compiti in classe aggiornati
quotidianamente con agghiacciante precisione. Ad ogni modo, il padre vedendo
che il figlio aveva tenuto fede alla promessa, fissò
un appuntamento in una piccola scuola calcio rionale per il giorno dopo.
Al
provino era presente anche Lorenzo. In pratica doveva solo tirare alcuni calci
di rigore per dimostrare la sua tecnica. Gianni spese nello spogliatoio 3 ore
per prepararsi.
Tenuta
sportiva di Gianni:
-
maglia aderente di cotone modello Italia Campione 1934
-
pantaloncini ricavati da una vecchia gonnellona della madre
-
mutandone d’amianto per prevenzione di eventuali colpi
bassi
-
scarpe da calcio Mizuno ereditate dal nonno salutista
-
calzettoni neri ottenuti intrecciando con MOLTA pazienza la densa peluria delle
sue gambe
Erano
previsti 4 tiri. L’ordine fu il seguente:
1°
tiro: colpito in pieno inserviente sulle tribune intento alle operazioni di pulizia
2°
tiro: sfondato palo sinistro della porta
3°
tiro:
rasente calotta cranica di Lorenzo, procurandogli delle meches modello “Ziggy
Stardust”
Il mister si accorse che la potenza spaventosa conviveva
assieme alla paurosa mancaza di mira di Gianni. Così decise di dargli un
piccolo suggerimento: “CONCENTRATI SUL PORTIERE!”
Dalla
parte del portiere regnava un clima di terrore assoluto.
Il
tiro che ne conseguì aveva queste caratteristiche: velocità 127 km/h,
accelerazione di 2,7 G e inclinazione di 12 gradi. Il portiere fu colpito in
pieno e sfondò rete, muretto a secco della scuola e si fermò solo due
chilometri più in là contro un cartellone pubblicitario della
Caterpillar. Venne ritrovato dall’autista di
un’autocisterna diretta alla vicina raffineria di petrolio: qui venne diluito
insieme alla benzina verde e immesso dalla Esso sul mercato come carburante
ecologico “dal volto umano”.
Il
secondo tentativo di Gianni ebbe luogo a una scuola
calcio più prestigiosa, situata nel centro città. Qui trovò come ostacolo il figlio del mister locale: Chicco, noto agli
altri come “Bugs” per il labbro leporino e “Appennino” per la moltitudine di
brufoli sulla faccia. Era il tipico pallone gonfiato sleale e senza scrupoli e
i suoi compagni di squadra non erano da meno. Qui il provino consisteva in una
partita 5 contro 5. Squadra blu e squadra rossa: Gianni
capitò in quella rossa. In realtà erano tutti d’accordo per mettere Gianni in
difficoltà, in quanto anche i membri della sua squadra non esitavano a fargli
sgambetti e passare la palla agli avversari. Vedendo il mister quasi
compiaciuto di tutto ciò, sia il padre di Gianni che
Lorenzo non mancarono di fare dei gustosi apprezzamenti riguardo sua madre, che
passarono inosservati in quanto il mister in quel momento stava ascoltando
Radio Popolare. Ciononostante, quando Gianni si trovò stremato sul campo da
gioco, si degnò di sospendere il gioco.
Chicco
gli puntò il dito e gli disse: “Ma guardati! Non ti reggi neanche in piedi! Non
sei degno di far parte di questa squadra! Non c’è posto per i mocciosi come
te!”.
Alla
fragorosa risata di tutti i presenti la rabbia di Gianni esplose peggio di una
pentola a pressione. Si alzò in piedì e trovando il pallone davanti a sé sparò
un pauroso tiro dritto negli zebedei di Chicco. La violenza fu tale che si alzò
in volo nel cielo fino a scomparire alla vista dei presenti. Lasciando il
posto, Gianni e suo padre sputarono in faccia al mister e Lorenzo gli urlò
negli orecchi “Venduto!” con la voce a un volume di 47
decibel. Da quel giorno il mister perse l’udito.
Da
quel giorno Gianni decise di chiudere per sempre con Holli e Benji e col
calcio. E se qualcuno gli chiedeva “Ehi! C’è Holli e
Benji, non te lo guardi?” come ha fatto il suo fratello
più piccolo, potrebbe fare la stessa fine ovvero: quadruplo tuffo carpiato dal
balcone del quarto piano. Il bambino si salvò perché gli si incastrò
la testa in una fogna a cielo aperto abusiva in costruzione davanti casa.
In
compenso dopo quell’esperienza, Gianni sfogò la sua potenza prodigiosa nel
pugilato diventando uno dei pugili più temuti del campionato scolastico,
guadagnandosi il titolo dei pesi massimi e il soprannome di “Polpetta
assassina”.
Chicco,
il figlio del mister, toccò terra dopo due giorni di
volo, atterrando a Sarajevo. Curiosamente arrivò nello stesso momento in cui
iniziarono i bombardamenti. In proposito venne indetta
un’apposita conferenza stampa all’Università
E’
da un po’ che non pubblico una ff, quindi sperando di aver superato il blocco
dello scritto spero che vi piaccia questo racconto, a presto!
HOTROD