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Autore: Hotrod    11/02/2009    0 recensioni
E' passato molto tempo dalla mia ultima storia pubblicata qui. Spero che questa mia ultima fatica *phew* sia di vostro gradimento. Una piccola storia comica/demenziale da buttar giù d'un fiato. :)
Genere: Demenziale, Comico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mollo tutto e faccio il calciatore

Mollo tutto e faccio il calciatore

 

Piccolo racconto comico/demenziale su un ragazzo e il suo sogno e un suo amico che lo aiuta.

 

Suggerimento: Provate a pensare alla narrazione come se fosse la voce fuori campo nei film di Fantozzi…

 

Tanti anni fa, quando la tv ancora non era colpita dal virus “reality show” e le automobili sembravano ancora delle scatolette di sardine (leggi: siamo negli anni ’80) nella principale scuola media due amici davano il tutto per tutto per riuscire ad essere promossi: questi due ragazzi erano Lorenzo e Gianni.

Si può dire che erano entrambi casi patologici, con una paurosa allergia allo studio, alle interrogazioni e ai compiti in classe. Ciononostante riuscivano sempre a farla franca con i mezzi più sleali. Tutto questo per contrapporre alla scuola quello che era per loro la cosa più importante: il divertimento.

Qui i due avevano una concezione TOTALMENTE DIFFERENTE l’uno dall’altro.

 

Divertimento di Lorenzo:

- ritrovo con gli amici ai giardini pubblici

- due sessioni principali di “lancio della gomma da masticare” (disciplina in cui era campione olimpico)

- spesa di 9000 lire in 4 coni gelato formato “Golia” da consumarsi in giornata

- scoppio di petardi di tipo “Sandokan” nella zona dei giardini dove erano solite giocare le femmine

 

Divertimento di Gianni:

- guardare “Holli e Benji”

- provare a replicare l’abbigliamento delle squadre di “Holli e Benji” usando pennarelli su magliette di flanella

- completare album di figurine dei calciatori… di “Holli e Benji”

- allenarsi… a replicare le acrobatiche movenze dei giocatori di “Holli e Benji”

 

Come si sarà già capito, Gianni era uno schiavo del calcio da cartone giapponese.

Per questa ragione, dopo la scuola, precisamente alle ore 16:02, ora di inizio di Bim Bum Bam, Gianni diventava totalmente irreperibile e si murava totalmente in casa per seguire il suo cartone preferito.

La passione di Gianni continuò a perdurare durante gli anni ’90, quando entrò con Lorenzo nella scuola superiore. Di conseguenza la questione ebbe una gravità mostruosa. Gianni infatti divenne il bersaglio preferito dei compagni che in quei tempi iniziavano già a cercarsi le ragazze o peggio ancora di quelli che giocavano al “vero” calcio. Una volta fu vittima di uno spaventoso bombardamento: 230 pallonate. Solo l’intervento di Lorenzo, che nella scuola aveva assunto la carica di Boss del piano terra, riuscì a sedare la violenza.

E si venne a scoprire che Gianni avrebbe voluto dar sfogo alla sua passione giocando a calcio in una vera squadra, così si era rivolto ai suoi aggressori, membri dello “Spaccamidollo Football Club”, facendo però il tragico errore di dirgli che conosceva il calcio avendo guardato Holli e Benji. Ma purtroppo non fu questo l’unico problema: infatti, i suoi voti erano di una bassezza agghiacciante e il padre, un rigido comandante dei carabinieri, aveva deciso che tutto sarebbe stato in proporzione ai suoi voti. Nonostante questo, arrivarono a un accordo: se Gianni fosse riuscito a prendere ALMENO un 10, allora avrebbe fatto dei tentativi per iscriverlo a una scuola di calcio.

 

L’occasione arrivò il giorno di un compito di storia particolarmente difficile: su 24 alunni tutti con una media di 5 e 6, Gianni fu l’unico ad aver preso un 10 e lode, rispondendo correttamente a tutte le domande, comprese quelle tagliate dalla fotocopiatrice. Tutto questo grazie a un becero individuo membro di un cartello di trafficanti di cioccolato Lindt che lavorava indisturbato nei meandri più bui della scuola. Questo gruppo di individui senza scrupoli soleva anche rivendere a caro prezzo i suggerimenti per tutti i compiti in classe aggiornati quotidianamente con agghiacciante precisione. Ad ogni modo, il padre vedendo che il figlio aveva tenuto fede alla promessa, fissò un appuntamento in una piccola scuola calcio rionale per il giorno dopo.

Al provino era presente anche Lorenzo. In pratica doveva solo tirare alcuni calci di rigore per dimostrare la sua tecnica. Gianni spese nello spogliatoio 3 ore per prepararsi.

Tenuta sportiva di Gianni:

- maglia aderente di cotone modello Italia Campione 1934

- pantaloncini ricavati da una vecchia gonnellona della madre

- mutandone d’amianto per prevenzione di eventuali colpi bassi

- scarpe da calcio Mizuno ereditate dal nonno salutista

- calzettoni neri ottenuti intrecciando con MOLTA pazienza la densa peluria delle sue gambe

 

Erano previsti 4 tiri. L’ordine fu il seguente:

1° tiro: colpito in pieno inserviente sulle tribune intento alle operazioni di pulizia

2° tiro: sfondato palo sinistro della porta

3° tiro: rasente calotta cranica di Lorenzo, procurandogli delle meches modello “Ziggy Stardust”

 

Il mister si accorse che la potenza spaventosa conviveva assieme alla paurosa mancaza di mira di Gianni. Così decise di dargli un piccolo suggerimento: “CONCENTRATI SUL PORTIERE!”

Dalla parte del portiere regnava un clima di terrore assoluto.

Il tiro che ne conseguì aveva queste caratteristiche: velocità 127 km/h, accelerazione di 2,7 G e inclinazione di 12 gradi. Il portiere fu colpito in pieno e sfondò rete, muretto a secco della scuola e si fermò solo due chilometri più in là contro un cartellone pubblicitario della Caterpillar. Venne ritrovato dall’autista di un’autocisterna diretta alla vicina raffineria di petrolio: qui venne diluito insieme alla benzina verde e immesso dalla Esso sul mercato come carburante ecologico “dal volto umano”.

 

Il secondo tentativo di Gianni ebbe luogo a una scuola calcio più prestigiosa, situata nel centro città. Qui trovò come ostacolo il figlio del mister locale: Chicco, noto agli altri come “Bugs” per il labbro leporino e “Appennino” per la moltitudine di brufoli sulla faccia. Era il tipico pallone gonfiato sleale e senza scrupoli e i suoi compagni di squadra non erano da meno. Qui il provino consisteva in una partita 5 contro 5. Squadra blu e squadra rossa: Gianni capitò in quella rossa. In realtà erano tutti d’accordo per mettere Gianni in difficoltà, in quanto anche i membri della sua squadra non esitavano a fargli sgambetti e passare la palla agli avversari. Vedendo il mister quasi compiaciuto di tutto ciò, sia il padre di Gianni che Lorenzo non mancarono di fare dei gustosi apprezzamenti riguardo sua madre, che passarono inosservati in quanto il mister in quel momento stava ascoltando Radio Popolare. Ciononostante, quando Gianni si trovò stremato sul campo da gioco, si degnò di sospendere il gioco.

 

Chicco gli puntò il dito e gli disse: “Ma guardati! Non ti reggi neanche in piedi! Non sei degno di far parte di questa squadra! Non c’è posto per i mocciosi come te!”.

Alla fragorosa risata di tutti i presenti la rabbia di Gianni esplose peggio di una pentola a pressione. Si alzò in piedì e trovando il pallone davanti a sé sparò un pauroso tiro dritto negli zebedei di Chicco. La violenza fu tale che si alzò in volo nel cielo fino a scomparire alla vista dei presenti. Lasciando il posto, Gianni e suo padre sputarono in faccia al mister e Lorenzo gli urlò negli orecchi “Venduto!” con la voce a un volume di 47 decibel. Da quel giorno il mister perse l’udito.

 

Da quel giorno Gianni decise di chiudere per sempre con Holli e Benji e col calcio. E se qualcuno gli chiedeva “Ehi! C’è Holli e Benji, non te lo guardi?” come ha fatto il suo fratello più piccolo, potrebbe fare la stessa fine ovvero: quadruplo tuffo carpiato dal balcone del quarto piano. Il bambino si salvò perché gli si incastrò la testa in una fogna a cielo aperto abusiva in costruzione davanti casa.

In compenso dopo quell’esperienza, Gianni sfogò la sua potenza prodigiosa nel pugilato diventando uno dei pugili più temuti del campionato scolastico, guadagnandosi il titolo dei pesi massimi e il soprannome di “Polpetta assassina”.

 

Chicco, il figlio del mister, toccò terra dopo due giorni di volo, atterrando a Sarajevo. Curiosamente arrivò nello stesso momento in cui iniziarono i bombardamenti. In proposito venne indetta un’apposita conferenza stampa all’Università La Sapienza di Roma dal titolo “DOVE CI PORTANO LE NOSTRE CHIAPPE?”

 

E’ da un po’ che non pubblico una ff, quindi sperando di aver superato il blocco dello scritto spero che vi piaccia questo racconto, a presto!

HOTROD

 

 

  
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