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Autore: Persefone3    20/09/2015    7 recensioni
Maine. Storybrooke sembra una pacata e tranquilla cittadina di provincia, quando non è al centro di qualche crisi fiabesca. Stavolta, però, qualcosa la scuote fin dentro le sue fondamenta e tutto quello che crediamo di sapere sulle favole viene messo in discussione. Si tratta di un qualcosa che porta Hook a volersi allontanare e a lasciarsi tutto alle spalle. Ma lui non è più lo stesso pirata di un tempo e la mancanza di quello che aveva in città lo porta a tornare indietro. Il punto è che la città che il capitano trova al suo ritorno non è la stessa che aveva lasciato lasciato otto settimane prima.
Genere: Angst, Avventura, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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XXV. Not Just An Ordinary Duel
 
Mentre Hook era nel bagno, Emma stava cercando qualcosa da mettere nell’armadio. Erano saliti al piano di sopra così che il pirata potesse comodamente usufruire del bagno e della tinozza per lavarsi, dopo di lei ovviamente. Emma aveva tirato fuori molti capi, ma nessuno che fosse adatto per quello che stavano per affrontare. Cercava qualcosa di decisamente comodo per quel giorno: non aveva nessuna intenzione di rimanere con le donne alla fortezza. Sarebbe rimasta accanto a lui fino alla fine, qualunque essa sarebbe stata. Aveva quasi smontato tutto il guardaroba, quando le capitò tra le mani un gilet blu scuro, molto simile a quello che indossava il suo pirata, ma di foggia femminile, e un paio di pantaloni dello stesso colore. Tra le maglie piegate trovò anche una casacca bianca e dei lunghi guanti. Iniziò a vestirsi.
Aveva appena finito di sistemare i capelli in una coda, quando Hook uscì dal bagno.
 
- Wow Swan, hai deciso di farmi battere da quel pivello? Sarà difficile tenere gli occhi sul mio avversario, sei uno schianto!
- Basta scherzare! Devi concentrarti!
- Mi sto concentrando sui tuoi pantaloni – disse sfiorandole la vita – lasciano davvero poco all’immaginazione al contrario di quelle lunghe gonne.
 
Emma lo guardò in maniera severa anche se, sotto sotto, tutti quei complimenti la stavano lusingando. Era incredibile come lui non smettesse mai di esternarle i suoi apprezzamenti anche ora, dopo quello che era successo tra loro. Lo tirò con lei dentro l’armadio e portò una mano all’asciugamano che lui aveva stretto in vita.
 
- Lascia che sia io a vestirti – disse dolcemente.
- Non credo ci riusciresti tesoro – rispose lui fermandola – te lo impedirei.
- Sto parlando seriamente
- Come desideri – replicò lui capendo la serietà della richiesta – ma lascia che inizi da solo.
 
Hook si allontanò per alcuni istanti. Quando tornò aveva già infilato i pantaloni ed era a petto nudo. Emma tirò fuori dall’armadio una delle sue camicie nere e gliela infilò. Poi fu la volta del gilet di pelle. Il pirata stava osservando con attenzione la premura che Emma stava mettendo in quei gesti.
 
- Non fraintendermi, adoro quello che stai facendo e l’amore che ci stai mettendo, ma perché ci tieni tanto?
- Prima del tuo arrivo al castello, una notte non riuscivo a dormire così me ne sono andata in biblioteca. Stavo cercando qualcosa tra gli scaffali, quando mi capitò in mano un libro di storia. Ho iniziato a sfogliarlo. Nel mondo antico, era usanza che le donne vestissero i loro uomini prima di una battaglia. Gli uomini la consideravano come un rito propiziatorio per la guerra.
 
Emma gli stava finendo di allacciare il gilet, quando Hook le afferrò la mano.
 
- Mi stai velatamente dicendo che sono il tuo uomo? – chiese sorridendo.
 
Emma abbassò gli occhi timidamente.
 
- Sì, sei il mio uomo e non solo per quello che è successo stanotte.
- E che si è ripetuto stamattina.
- Ma la smetterai mai di prendermi in giro?
- Scusa, ma adoro punzecchiare la mia donna e quando ti innervosisci così, diventi ancora più bella.
 
Emma sorrise e riprese a sistemare la spada al suo fianco.
 
- E ora fammi finire, non posso lasciarti andare lì solo con il tuo bell’aspetto.
- Hai ragione, meglio avere la mia fidata spada in caso fallisse.
 
Emma cercò di soffocare una risata.
 
- Stai ridendo, Swan?
 
Erano davanti alla porta della capanna, pronti per uscire. Emma sapeva che quello era l’ultimo momento in cui sarebbero stati loro due prima di chissà quanto tempo. Aveva cercato di non pensarci per tutta la mattinata ma c’era sempre quella strana ansia a serpeggiare in lei. Lo stava osservando mente finiva di prendere le ultime cose. Aveva il viso serio ma non eccessivamente teso e per quanto avesse cercato di rassicurarla durante la notte amandola così appassionatamente, lei aveva sempre quel chiodo fisso, quella nuova paura: perderlo irrimediabilmente ora che aveva finalmente accettato quello che c’era tra loro.
 
- Sei pronta amore? – chiese lui destandola dai suoi pensieri.
 
Emma si gettò tra le sue braccia con gli occhi lucidi.
 
- Ricordati che hai promesso di tornare da me e anche da Henry – sussurrò con un filo di voce.
- Non ho mai infranto una promessa e non ho intenzione di cominciare ora. – disse lui cercando di calmarla.
- Non è che sottovaluto le tue doti da spadaccino, ho visto quanto sei abile. Ma conosco Rumple e so che ha in mente qualcosa. Per di più non ho neanche la mia magia per proteggerti in caso di necessità.
- Lo so amore mio – disse lui accarezzandole la schiena – ti prometto che non correrò rischi inutili. E ora andiamo: David e Snow ci stanno aspettando fuori.
 
Emma si staccò da lui e iniziò ad avviarsi verso la porta. Mentre era di spalle, Hook afferrò la collanina che la bionda aveva lasciato sul mobile e la infilò in tasca, poi la raggiunse.
Quando Snow li vide uscire dalla porta per mano, notò subito una nuova strana intimità tra loro e la serenità sul volto di sua figlia.
 
- Guardala David, sembra felice ora.
- Sarà perché lui è cambiato davvero. Ma questo non mi impedirà di assestargli un pugno di benvenuto nella famiglia quando sarà tutto finito.
- Non ti seguo.
- Sta tranquilla, lo so io.
 
Hook e David sciolsero i cavalli e poi porsero il braccio per aiutare le loro donne a salire dietro. Per il breve tragitto che li separava dalla fortezza, Emma si strinse alla sua schiena con impeto e trasporto e ripensò a quella loro prima cavalcata nei giardini del castello: ne erano cambiate di cose in così pochi giorni.

Quando giunsero davanti alla fortezza, Rumple non era ancora arrivato. Ad aspettarli c’erano solo Regina, Robin ed Henry. Dietro di loro, le mura della fortezza raccoglievano tutti gli altri abitanti del villaggio. Si erano tutti riuniti attorno ad Hook, quando anche Rumple ed il suo seguito raggiunsero il campo di battaglia. A dividere i due schieramenti c’era un cerchio di sassi a delimitare il campo del duello. Rumple guardò perplesso quella delimitazione.
 
- Ho pensato – intervenne Robin – di delimitare il terreno in modo tale da evitare eventuali interferenze esterne.
- Stai mettendo in dubbio la mia lealtà, ladro? Da che pulpito viene la predica! Io vi ho lasciati andare!
- Io so solo che sei infido – poi Robin si rivolse a Barian – le regole le conosci: il primo che finisce fuori dal cerchio o che viene disarmato perde. Cominciamo tra dieci minuti.
 
Emma era rimasta accanto ad Hook per tutto il tempo, ma fu solo quando vide Henry guardare l’uomo intensamente che capì che il ragazzino voleva stare un momento da solo con lui. Era giusto e anche normale, in fondo lei aveva potuto passarci del tempo, lui no. Si fece da parte non prima di aver baciato ancora il suo uomo.
 
- Henry – disse lei – io e Regina ti aspettiamo lì, raggiungici dopo che hai fatto.
- Grazie Emma, arrivo subito.
 
Quando furono rimasti soli, Henry aiutò Hook a sistemare bene la spada al suo fianco.
 
- Tutto a posto ragazzino?
- Sì. Ho controllato il ciondolo stamattina: ce l’abbiamo quasi fatta, la magia l’ha quasi ricoperto del tutto.
- Bene, allora leviamoci questo dente e poi pensiamo a far recuperare la memoria a tua madre.
- So che Barian non può batterti, ma tu fai attenzione.
- Non ti preoccupare, conosco abbastanza bene il coccodrillo e i suoi stratagemmi. E ora raggiungi gli altri.
 
Hook vide il ragazzino raggiungere gli altri. Prese un respiro profondo e poi si girò verso il suo avversario.
 
- Chiedo al mio secondo David – esordì Hook – di avvicinarsi e controllare la regolarità del duello.
- Non ho nulla da obiettare, - rispose Barian – purché anche il mio, Nottingham, possa fare altrettanto.
- Accordato.
 
David e Nottingham si avvicinarono di qualche passo.
 
- Tutto è pronto – constatò Rumple – Snow a te l’onore di aprire il duello.
 
Snow si portò all’altezza del centro del cerchio pur rimanendo fuori dalla cinta di sassi. Colin aveva istruzioni precise alla fortezza: resistere per dare tempo alle donne e ai bambini di raggiungere le montagne e rifugiarsi dalle fate. Invitò i due uomini ad estrarre le spade e a mettersi in posizione. Dopo che i due ebbero eseguito anche il saluto rituale, era davvero giunto il momento di dare inizio al duello.
 
- Da questo momento dichiaro aperto il combattimento. Vinca il migliore.
 
Dopo la formula di rito, Snow tornò da Emma e Regina, non prima di aver lanciato uno sguardo verso David, il quale iniziò a seguire attentamente ogni movimento all’interno del cerchio del duello.
Barian e Hook erano guardinghi e cercavano di studiarsi prima di iniziare a scagliare colpi. Il primo affondo, però, fu di Barian. Si avventò con impeto sul capitano, che parò il colpo senza difficoltà. Aveva forza il ragazzo, ma non visione d’insieme e questo poteva essere un vantaggio per Hook.
 
- Se pensi che sarà facile battermi, pirata, ti sbagli di grosso!
- Quello che penso è che ti conviene iniziare a contare il tempo che ti rimane con la tua spada o quello che ti separa dal finire miseramente a terra.
- Vantarti non ti servirà a nulla e una volta che ti avrò battuto, mi divertirò anche con lei.
 
Emma stava seguendo con apprensione ogni colpo che i due si scambiavano. La supremazia di Hook era fuori discussione e Barian non aveva alcuna possibilità di vittoria, ma gli occhi di Emma erano più che altro, attenti ad ogni possibile movimento che provenisse dallo schieramento nemico.
I successivi colpi confermarono le prime impressioni di Hook: Barian era avventato. Aveva deciso di farlo stancare parecchio in modo da poterlo disarmare senza problemi. Mandò a vuoto l’ennesimo affondo del suo avversario che barcollò incerto sulle gambe.
 
- Già stanco, Barian? Avrò il triplo della tua età e non ho neanche il fiatone!
 
Barian fece finta di non sentire la provocazione e si chinò per sistemarsi i pantaloni. Senza che Hook se ne accorgesse, raccolse una manciata di terra nella mano libera. Tornò in posizione al centro e ripresero a battersi. Prevalere su Hook stava diventando più complicato del previsto: era davvero uno dei migliori spadaccini in circolazione. Inoltre sentiva addosso gli sguardi di Rumple e Nottingham: Barian voleva compiacere il primo e umiliare il secondo. Hook lo stava per mandare nuovamente a vuoto, quando ebbe il suo volto vicino e la voglia di vincere a tutti i costi lo inghiottì completamente. Barian lanciò negli occhi del pirata la terra che aveva raccolto in modo da accecarlo.
Quando Emma vide il colpo basso di Barian, cercò di gettarsi in avanti preoccupata. Fu Henry a fermarla prendendole la mano.
 
- Perché mi fermi? David, non interviene, per quale ragione?
- Emma – replicò Henry – intromissioni esterne non sono permesse. Decreterebbero la vittoria a tavolino di Barian.
- Ma quello è scorretto!
- Lascia che sia Hook a cavarsela, purtroppo il regolamento è davvero ferreo e non vorrai dare un pretesto a Rumple di reclamare una vittoria.
 
Emma rimase ferma al suo posto ma rivolse uno sguardo pieno di ansia verso quello che stava succedendo davanti a lei. Hook si era allontanato dal suo avversario cercando di pulirsi il viso.
Come Hook sentì la terra entrare nei suoi occhi, si schernì e percepì chiaramente i movimenti di Barian attorno a lui. Ora che la vista era fuori uso, doveva fare affidamento sugli altri sensi. Provò a pulirsi velocemente il viso con la manica della camicia, ma gli occhi continuavano a bruciargli. Parò i due colpi successivi, facendo esclusivo affidamento sul suo istinto, che fortunatamente funzionava ancora benissimo. Riuscì ad aprire gli occhi quel poco che era necessario per capire dove assestare il colpo decisivo che avrebbe posto fine al duello. Con un colpo secco e preciso come la pendola di un orologio, disarmò Barian facendogli volare via la spada.
 
- È fatta! – gridò David – Hook ha vinto!
 
Come vide la spada di Barian cadere, il cuore di Emma esultò. Sarebbe tornato da lei come aveva promesso e senza neanche un graffio, per giunta. Mentre tutti stavano festeggiando, Rumple guardò Nottingham, che nel frattempo era tornato al suo fianco, affinché il piano di emergenza iniziasse: lo sceriffo sapeva esattamente cosa fare e la confusione del momento era il contesto ideale. Si mise il cappuccio in testa e si diresse verso lo schieramento nemico.
Hook riuscì a pulirsi il viso a fondo, con po’ di acqua che aveva nella fiaschetta. Poi guardò il viso raggiante di David: ce l’avevano fatta, lui ce l’aveva fatta. Rinfoderò la spada e fece cenno a David che era tutto a posto e di raggiungere gli altri. Barian era ancora a terra, a tenersi la mano ferita.
 
- Se ricorri a questi biechi trucchetti vuol dire che non ti fidi molto delle tue capacità. Stai lontano da Emma e dagli altri, o giuro che la prossima volta ti uccido senza pensarci due volte.
 
Voltò le spalle al suo nemico e cercò tra la folla i verdi occhi del suo cigno: l’unica cosa che voleva ora era andare da lei e da Henry.
Emma lo vide avvicinarsi verso di loro, felice. Nonostante fosse ancora un po’ lontano, poteva descrivere ogni piega che il volto del suo uomo assumeva quando sorrideva. Stava stringendo Henry, che aveva iniziato ad abbracciarla non appena era stato chiaro il risultato del duello. La donna era al settimo cielo, quando qualcosa attirò la sua attenzione: uno strano movimento tra le fila di Rumple. Hook sembrava non essersi accorto di niente. Improvvisamente una figura incappucciata iniziò a correre verso il pirata. La voce di Emma non riuscì ad articolare nessun suono per la paura. In un batter d’occhio la figura raggiunse il pirata alle spalle che solo in quel momento sembrò rendersi conto di cosa stava succedendo.
 
- Hook! – gridò Emma.
 
Gli altri voltarono subito la testa nella direzione in cui Emma stava guardando. E fu questione di attimi: la figura pugnalò mortalmente Hook alla schiena senza che questo potesse difendersi in qualche maniera. Mentre la lama stava lacerando la sua carne, il pirata sentì la figura sussurrare qualcosa.
 
- Non mi sono mai piaciuti i pirati e me la sono davvero spassata con la tua donna …
 
Hook crollò a terra in una smorfia di dolore acuto. Scoppiò il caos: Rumple ordinò alle sue truppe di prepararsi all’attacco non appena la figura incappucciata fosse rientrata nei ranghi.
Emma aveva vicino David e la prima cosa che fece fu afferrare la spada dell’uomo e lanciarsi all’inseguimento di quel traditore. Provava una furente rabbia dentro. Come aveva osato fargli del male in quel modo ignobile? Si lanciò immediatamente al suo inseguimento.
 
- Emma! – gridò David preoccupato.
 
Nel frattempo Snow e Regina avevano raggiunto il corpo del pirata per cercare di fare qualcosa. Emma sembrava avere le ali ai piedi, raggiunse la figura e la atterrò prima che sparisse nell’altro schieramento del campo. Nella caduta il cappuccio del mantello volò via, lasciando intravedere la figura di Nottingham.
 
- Bastardo, me la pagherai cara! – disse lei alzandosi velocemente e puntando la spada verso di lui.
 
Senza che Nottingham avesse il tempo di replicare, Emma calò l’arma su di lui ferendolo a morte. La rapidità di Emma colse di sorpresa lo sceriffo che non ebbe il tempo di difendersi. Emma affondò la lama con cattiveria, una oscura cattiveria dentro. Lo sceriffo allungò un braccio nel tentativo di afferrare il suo braccio, ma le sue mani andarono a vuoto. Provò una seconda volta e l’unica cosa che riuscì ad afferrare fu il bracciale di Emma che trascinò via con sé mentre esalava l’ultimo respiro. La donna aveva sul volto un disprezzo che avrebbe gelato chiunque.

Rumple capì immediatamente che tutti i suoi piani erano miseramente falliti.

Come Emma percepì la magia oscura fluire di nuovo nelle sue vene, sentì il furore amplificarsi a dismisura.
 
- Maledetti! Me la pagherete cara! Come avete osato? Come hai osato tu Rumple!
 
Protese le braccia in avanti e scagliò una forte onda magica che atterrò tutti. La donna era fuori controllo. Cominciò a richiamare attorno a sé un potenziale di magia oscura senza precedenti. Il cielo iniziò a scurirsi e la terra ad essere sconquassata da violente scosse. Le montagne alle loro spalle iniziarono a franare. Più la rabbia di Emma cresceva, più il mondo sembrava crollare sotto i loro piedi e nessuno era in grado di fermarla.
 
- Dobbiamo fare qualcosa! – urlò Snow – spazzerà via tutto!
 
Regina era intenta a cercare di tamponare la ferita del pirata in qualche modo mentre Henry, in lacrime, gli stava sorreggendo la testa.
 
- Respira ancora – disse Regina – Hook ascoltami se c’è qualcuno che può calmare Emma, quello sei tu. Lo so che ti sto chiedendo uno sforzo sovraumano, ma distruggerà tutto se non intervieni.
 
Hook aprì gli occhi e negli ultimi barlumi di lucidità capì quello che doveva fare.
 
- Perché fa così?
- Quando ha visto Nottingham pugnalarti ha perso la testa. Lo ha inseguito e lo ha ucciso. Cadendo lo sceriffo le ha sfilato il bracciale. L’oscurità sta per avere di nuovo la meglio si di lei.
- Chiamala – disse rivolto ad Henry.
- Ci ho provato – disse il ragazzino in lacrime, ma non mi ha ascoltato.
- Ho capito.
 
Il pirata prese un respiro profondo e facendo appello alle sue ultime forze, la chiamò con tutto il fiato che aveva nei polmoni.
 
- Emma! Amore mio, fermati!
 
Emma sembrava ormai completamente avvolta dalla magia oscura e completamente isolata da tutto e da tutti. Nel momento in cui Hook pronunciò il suo nome, qualcosa dentro di lei sembrò prendere il sopravvento, una persona nuova che non avrebbe più permesso all’oscurità di prendere il sopravvento. E la voce di Hook stava dando forza a quella nuova persona. Sentì la rabbia acquietarsi e la terra smise di tremare sotto i loro piedi.
 
- Hook! – disse girandosi verso di lui.
- Emma ti prego …
 
Emma corse verso di lui. Si inginocchiò allontanando Regina e prendendo il posto di Henry.
Sul fronte opposto Rumple e le sue truppe erano stati immobilizzati, tutto quello che potevano fare era osservare impotenti e consapevoli che se quell’uomo fosse morto, l’ira della dama si sarebbe inesorabilmente abbattuta su di loro con furia cieca.





ANGOLO DELL'AUTRICE:
Lo so, dopo un capitolo e mezzo di loro carini e coccolosi, vi ho lanciato questa mazzata tra capo e collo. Ma d'altronde non ci si poteva aspettare molto da Rumple & CO. Barian non era pericoloso, ma Nottingham ha accoltellato il povero Hook alle spalle. Eppure cadendo ha fatto l'unoca cosa che non doveva fare: sfilare il braccialetto a Emma, che come dire, si è incazzata un attimino, ha anche la magia e le premesse per fare una strage ci sono tutte. Ma Hook sa che non la può lasciare in balia dell'oscurità e che è giunto il momento di farla tornare in sé, tenetevi pronti perchè sarà questo l'argomento del prossimo e penultimo capitolo. Lo sto già stendendo ergo ameno che non mi prenda l'arsura della creatività o un meteorite si abbatta sulla mia stanza, dovrei riuscire a finire la storia per domenica. :D
Vi ringrazio davvero di avermi fatto compagnia e spero di averne fatta di buona a voi. Le vostre letture, recensioni e inserimenti sono davvero la linfa che ha dato vita a tutto cioò, quindi grazie, non smetterò mai di ripetervelo, davvero.
Un bacio e a prestissimo
Persefone

P.S una settimana, manca solo una danattissima e fottutissima settimana ... *elettrica*
 
  
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