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Autore: psychart    20/09/2015    2 recensioni
"[..] Perciò, posò una mano sulla guancia del riccio e la accarezzò dolcemente. Ma Harry, con gli occhi bassi, non alzò mai la testa per guardarlo. Stava lì, immobile, con la mente altrove.
Louis si allontanò, prese la giacca e andò via.
Da Zayn."
Se si unisce il blu e il giallo, si ottiene il verde. Se invece si vuole l'arancione, basta mischiare il giallo e il rosso. Il mondo dell'arte sarebbe semplice se si fermasse a questo. Ma si sa che l'arte non è solo una scelta di colori. I colori, nell'arte della vita, non si fanno scegliere. Decidono loro come unirsi. E, in alcuni casi, creano combinazioni perfettamente armoniche. Per citarne uno, si può pensare a New York, ad un negozio di materiale artistico ed ad un particolare verde smeraldo che decide di unirsi ad un azzurro fiordaliso. Poniamo che, al tutto, si aggiunga un caldo marrone, precisamente un rame perlato, e diamo inizio alle danze.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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Capitolo XI


-Fumo bianco-
 
-Potrei rimanere ore a fissare il colore dei tuoi occhi. E sai cos’altro potrei fare per ore, senza stancarmi mai? Poggiare un orecchio sul tuo petto e ascoltare il battito del tuo cuore. Calmo, rilassato, costante. Dopo un po’, alzerei lo sguardo verso il tuo volto, solo per contemplare la tua espressione persa, lontana, ma allo stesso tempo presente e vigile. E, a quel punto, mi chiederei quali possano essere i tuoi pensieri. Ora, ad esempio, a cosa stai pensando, Harry?-
Louis si mise a fissarlo, aspettando una risposta. Il contorno del suo viso venne sfiorato lentamente dalla mano del riccio. Un tocco leggero, delicato. Harry lo faceva spesso, toccare il suo viso. Per imprimere meglio i dettagli della sua bellezza, diceva.
Sentendo le palpebre abbassarsi, si abbandonò a quel contatto e quasi dimenticò la domanda che gli aveva posto qualche secondo prima.
-Al bianco-
Louis aprì gli occhi e cercò di comprendere le parole del ragazzo, invano. Era quasi impossibile capire i pensieri di Harry, lui stesso rappresentava un enigma. Uno schema di emozioni, sensazioni e psiche.
Notando l’espressione confusa di Louis, Harry si affrettò a spiegarsi.
-Il bianco, mon trésor. Il bianco. Non mi è mai piaciuto. Una cosa del genere, pronunciata dalle labbra di un amante dell’arte, può sembrare molto strana, ma è la verità. Amo i colori e tutto ciò che li riguarda e, contrariamente a quello che la maggior parte della gente pensa, il bianco non è un colore. E’, difatti, considerato un “non colore”, assieme al nero. Ma c’è differenza fra quest’ultimo e il bianco, una differenza a cui pochi pensano. Il nero è vivo, reale. Il bianco è vuoto, nullo. Probabilmente ciò che sto per dire risulterà vano e senza senso, ma non mi interessa. So che tu mi capirai, vero, mon trésor? Tu mi capirai, lo farai sempre.-
Sorrise, accarezzando ancora la pelle di Louis, perdendosi nella definizione dei suoi zigomi e nel colore cristallino dei suoi occhi.
Dopo qualche secondo, ricominciò a parlare.
-Pensa all’amore. Sentimento per eccellenza, monarca del cuore e, spesso, anche della mente. Di che colore è l’amore? Bianco? Rosso? No, è nero. E sai perché ne sono così sicuro? Perché il nero, pur essendo un ‘non colore’, racchiude tutti i colori. Nessuno può negarlo. Prova a mischiarli tutti insieme e lo otterrai. Il nero è l’essenza della vita e della morte, è il colore dell’amore. Ogni sentimento ed emozione ha un colore, secondo me. La gelosia è giallo ocra; la tenerezza è turchese; la dolcezza è rosa antico; la passione è rosso carminio. Oh, potrei stare ore a colorare i sentimenti. L’amore è l’unione di tutti i sentimenti, il nero è l’unione di tutti i colori. Perciò, l’amore è nero. Il bianco è l’opposto del nero, dell’amore, per questo non mi piace.-
Louis, come al solito, rimase affascinato dalle parole di Harry. Ma c’era qualcosa.. qualcosa che non lo convinceva.
-Harry, stai sbagliando. Il nero non contiene tutti i colori, ma quasi. Se si aggiunge un po’ di bianco, il tutto diviene grigio.-
-Oh, mon trésor, dovresti prestare più attenzione. Il bianco è un ‘non colore’, perciò non può essere racchiuso nel nero.-
-Allo stesso modo, però, anche il nero è un ‘non colore’, dunque non può essere definito come il colore dell’amore.-
Quest’ultima osservazione bloccò il flusso dei pensieri di Harry, che puntò lo sguardo negli occhi del suo tesoro, sorridendo.
Avrebbe voluto ribattere, ma si ritrovò, per la prima volta, a non saper come rispondere, a non saper come sorprendere la meravigliosa creatura sdraiata sul suo corpo.
-Allora, suppongo che l’amore non abbia un colore. In questo momento, non mi interessa.-
Louis appoggiò di nuovo un orecchio sul petto del più giovane, all’altezza del cuore, e si ritrovò a scoprire che, infondo, neanche a lui interessava.
Harry lo guardò con dolcezza. Quel ragazzo lo aveva ammaliato, ascoltato e amato, ma ciò non sarebbe bastato.
Non sarebbe bastato per fargli ammettere il dolore lancinante che lo colpiva ogni qualvolta che quella stanza bianca –così bianca- colpiva i suoi pensieri.
 
❄ ❄ ❄
 
Zayn camminava frettolosamente per le strade di New York, speranzoso. Aveva pensato molto al riccio, e, dopo ben due giorni, si era finalmente deciso a cercarlo. Girò l'angolo, sentendo il lieve sottofondo di musica Jazz farsi sempre più forte. Le conseguenze che sarebbero potute derivare da quell'incontro erano più negative che positive, ma dopo averci pensato e ripensato, era giunto ad una sola ed unica conclusione: doveva assolutamente rivedere Harry.
Zayn si fermò, guardando il palazzo completamente nero e il pianoforte sopra all'entrata. Sospirò e si avviò velocemente.
La lunga fila sotto alla grande scritta neon "Blue Note" gli fece capire che quella sera si sarebbe esibito qualcuno di famoso. Gli artisti davanti all'entrata che cercavano di vendere i propri quadri erano innumerevoli, data la folla stanziata davanti al locale che aspettava il proprio turno per entrare. La fila si allungava velocemente ed a Zayn bastarono pochi secondi per capire che Harry, quella sera, non sarebbe stato lì. Sbuffò, dando un calcio ad un sassolino che schizzò dall'altra parte del marciapiede. Prese la sigaretta dall'orecchio e, dopo averla accesa, tornò indietro.
 
Camminando seccato per le piccole vie del Washington Square Park, Zayn cercava di evitare cani e coppiette che non avrebbero fatto altro se non peggiorare il suo umore già nero. Ma cosa pensava? Che il mondo girasse intorno a lui? 'Zayn ha bisogno di trovare Harry e magicamente lo rivede nell'unico posto che gli viene in mente.'
La prima volta era stato un puro caso, e sapeva bene che non si sarebbe mai più ripetuto. Era stato tremendamente fortunato. Zayn si bloccò.
Sotto un albero, con lo sguardo perso ed un libro in mano, c'era la fonte di tutti i suoi problemi. Chiedendosi come fosse possibile, e costatando che non se lo meritava affatto, si avviò lentamente verso il riccio. Se quest’ultimo lo notò, non lo diede a vedere. Rimasero entrambi così: il moro a fissare il riccio e quelle perle smeraldine perse in un'altra dimensione. Erano destinati ad essere così, tutti i loro incontri?
Zayn si sedette vicino a lui senza dire una parola e si accese una sigaretta, senza neanche chiedere all'altro se gli desse fastidio, per non interrompere il silenzio. Dopo minuti che parvero ore, Harry sbatté ripetutamente le ciglia e si girò verso il moro.
-Zayn Malik.-
Quelle semplici parole ebbero su Zayn la forza di una tempesta. Si ricordava il suo nome? Un impeto di gioia gli salì al petto. Sorrise, dando un ultimo tiro alla sigaretta.
-Che piacere rivederti.-
Il riccio piantò le sue iridi verdi negli occhi del moro e sorrise, facendo spuntare delle dolci fossette sulle sue guance.
-Oh, Malik. Il piacere è tutto mio.-
Il colore di quei occhi era come un post-it sulla soglia della sua coscienza, che sembrava urlare "Il disegno dovrebbe essere tra quelle mani, non sulla tua scrivania". Distolse lo sguardo, col brutto presentimento che se il riccio lo avesse guardato ancora un po’ negli occhi, avrebbe capito tutto.
-Speravo tanto in questa tua risposta.- Si lasciò sfuggire. -Platone disse che la meraviglia è origine di curiosità e sapienza, Malik. E una meraviglia come te genera senza dubbio curiosità. Non provare piacere nel rivederti è assolutamente impossibile.-
Zayn rimase in silenzio, cercando di elaborare quelle parole. Aveva appena detto che era meraviglioso. Chiunque si sarebbe sentito a disagio sotto lo sguardo di quelle gemme inquisitrici, che osservavano ogni dettaglio del suo viso con interesse. Ma non lui. Il moro lo guardava allo stesso modo, cercando di non farsi sfuggire neanche un minuzioso particolare di quel viso angelico. Fu Harry il primo a distogliere lo sguardo, per rivolgerlo nuovamente al suo piccolo mondo lontano. Nonostante ciò, Zayn era sicurissimo che egli, con la coda dell'occhio, stesse continuando ad osservare le sue reazioni. E contro ogni sua aspettativa, ciò non gli dava affatto fastidio. Si sentiva lusingato dalle attenzioni che Harry gli riservava e, nel suo cuore, sperava che non si rivolgesse allo stesso modo a Louis.
 
-E così sei un artista.- se ne uscì dopo qualche minuto Harry.
Zayn sorrise.
-Chiunque può essere un artista. Questo non è un vanto.-
Harry lo guardò ancora più interessato.
-Non sono d'accordo. Per me, un artista è colui che riesce ad esprimere le sue emozioni in qualsiasi forma. E’ quell’individuo che è in grado di dare voce non solo ai propri pensieri, ma anche a quelli di coloro che non hanno il coraggio di farlo. Esporsi su una tela, in una composizione musicale o in una poesia non è così facile. Non tutti sono disposti a farlo. L'arte, a volte, ti spoglia e ti rende vulnerabile. Questo, Zayn, è decisamente cosa di cui puoi vantarti.-
Gli occhi di Harry brillavano. Il moro guardava quelle gemme smeraldine come se da un momento all'altro potessero spiccare il volo e non tornare mai più. Due smeraldi come quelli dovevano riflettere la luce, non essere luce stessa. Zayn distolse lo sguardo a fatica.
Scosse leggermente la testa, cercando di tornare alla sua razionalità.
Avrebbe pagato oro per sapere cosa passasse in quel momento nella testa del riccio. Ma ciò non era possibile e si doveva accontentare dei propri pensieri, che in quel momenti volavano vorticosi in un tornado di preoccupazione e tormento. Troppe domande, troppe paure, troppe cose a cui pensare.
Era davvero possibile che la sua vita fosse cambiata così drasticamente, in così poco tempo? Tornò a guardare Harry, che non gli aveva tolto gli occhi di dosso neanche un attimo. Si, era possibile.
La vibrazione di un cellulare scosse entrambi dai loro pensieri. Harry prese il suo telefono e, dopo aver letto un messaggio si alzò, spolverandosi i pantaloni e, raccogliendo il libro che aveva lasciato vicino a lui, guardò Zayn sorridendo.
Zayn capì che quel ragazzo poteva essere un possibile problema quando vide il modo in cui guardava Louis e, soprattutto, il modo in cui il suo 'amico' guardava lui. Lo capì quando Louis gli raccontò del loro primo incontro. Lo capì al Think Coffee, quando vide nei suoi amati pozzi azzurri solo verde smeraldo.
Ma, Zayn comprese quanto enormemente grande fosse effettivamente quel problema solo quando Harry, dopo aver detto -E' stato un piacere incontrarti, Zayn Malik. Mi dispiace lasciarti, ma mi aspetta una teglia calda di lasagna che non voglio proprio perdermi.-, lo lasciò lì, solo, con la consapevolezza che quel riccio dagli occhi verdi e quei pozzi azzurri che tanto amava di lì a poco si sarebbero beati l'uno della presenza dell'altro.
Arrabbiato per il suo stesso comportamento e con il cuore pateticamente spezzato, Zayn si rese conto che forse non c'era spazio anche per del marrone perlato in quella tavolozza perfetta.
 
❄ ❄ ❄

Mettendo l’ultimo bicchiere nella lavastoviglie, Louis sorrise. Era da tempo che non si sentiva così sereno. Inutile nasconderlo, passare il tempo con Harry rendeva ogni attimo degno di essere vissuto. Che siano due minuti all’ingresso della scuola di legge, qualche ora ad una mostra d’arte, un momento di passione a terra o anche un pranzo a casa sua –con lasagne, ovviamente-, ogni incontro aveva qualcosa di speciale.
Sentiva il suo cuore più leggero, ma incompleto: gli mancava una parte fondamentale di esso. Zayn. Quell’incontro al pub non aveva risolto molto. Liam aveva provato a riavvicinarli, ma inutilmente. Zayn si era ubriacato, seguito da Liam e Louis non era stato da meno.
Perciò, le cose erano rimaste più o meno immutate.
Dopo tutto ciò che avevano passato insieme, lui e Zayn, era diventato difficile prendere il caffè in solitudine, la mattina. Era diventato difficile non sentire più il tono sarcastico con cui il moro fingeva di offenderlo, prendendolo in giro. Era diventato difficile camminare lungo Bleeker Street e fingere di non sentire la musica alta provenire da uno degli edifici.
Era stanco di sentire la sua mancanza, aveva bisogno del suo migliore amico, voleva condividere con lui la sua felicità, renderlo partecipe di tutto ciò che stava accadendo nella sua vita. Perciò, non si sorprese più di tanto quando si ritrovò con il cellulare il mano, pronto ad inviare un breve messaggio a Zayn.
 
“Mi manca l’odore di fumo che aleggia nel tuo appartamento.”
 
Zayn sorrise, malgrado i suoi pensieri tormentati spesso gli rendevano impossibile farlo.
 
“Ho appena comprato l’ultimo pacchetto di Marlboro Dark Red rimasto nella tabaccheria di Matt, sarebbe un peccato inaugurare la sua apertura fumando da solo, è raro trovare un pacchetto come questo in giro.”
 
❄ ❄ ❄

Dopo due o tre sigarette –più di due o tre, per quanto riguardava Zayn- la tensione nell’atmosfera si era completamente dileguata. Parlavano come sempre, lamentandosi degli esami universitari e ridendo su cose inutili. Erano entrambi consapevoli di non poter stare l’uno lontano dall’altro, le loro litigate erano cose passeggere, di solito.
Louis, però, non si trovava in quel piccolo appartamento solo per parlare del più e del meno e fumare qualche sigaretta. Era lì perché voleva condividere con una delle persone più importanti della sua vita quello che stava vivendo. Chi stava vivendo.
-Sai, Harry è-
Zayn, udendo quel nome, perse un battito, ma cercò di non darlo a vedere. Qualsiasi cosa Louis stesse per dire, lui non aveva intenzione di ascoltarla, perciò lo interruppe.
-Ah, quell’Harry. Hai lasciato stare quel tizio, vero?  Ricordo ancora quel suon “volevo solo vederti”, assurdo.-
Zayn scosse la testa, alzando le spalle e aspirando un po’ di nicotina. Guardò Louis, notando il modo in cui si stava mordendo il labbro. Continuò a fissarlo: aveva abbassato la testa e si stava passando una mano sul retro del collo. Stava evitando il suo sguardo.
-Cristo Louis, sei proprio un coglione. Lo stai ancora frequentando, non è così? Cosa cazzo hai in quel cervello?-
Zayn si era alzato dal tappeto e aveva cominciato a camminare, sentendo i primi segni di gelosia fiorire nel petto. Sì, aveva pensato che loro stessero continuando a vedersi, ma averne la certezza era un’altra cosa. E i gesti tesi di Louis erano una certezza. Si sentiva confuso, non sapeva come interpretare le sensazioni che stava provando. Da una parte, si sentiva terribilmente infastidito, sapendo che Harry voleva qualcuno che non fosse lui stesso. Dall’altra, era consapevole di essere innamorato di Louis e tutto ciò gli faceva male, tremendamente male.
Louis si alzò e poggiò una mano sulla spalla dell’altro, guardandolo negli occhi.
-Zayn, cerca di calmarti. Ti sei fatto un’idea sbagliata su Harry. Lui è.. diverso. Sto bene quando sono vicino a lui, non mi sento in questo modo da tempo. So che quello che è successo fra noi ha cambiato il nostro rapporto, so che tu pensi di amarmi in un modo che va oltre all’amicizia o alla fratellanza, ma ti sbagli. Io ho bisogno di te, ho bisogno del mio migliore amico, voglio parlarti di quello che provo, della mia felicità.-
Sorrise, cercando di mostrare a Zayn che, sì, avrebbero davvero potuto ricostruire la loro amicizia di un tempo. Ma quello che il moro vide in quegli occhi fu ben altro. Quello che vide in quegli occhi fu un’ulteriore certezza. Una certezza dolorosa quanto una lama ardente conficcata nello stomaco.
La voce di Zayn, per qualche attimo, si affievolì e un velo trasparente andò a coprire le sue iridi.
-Ci sei andato a letto- sussurrò, lentamente.
Scansò con violenza la mano di Louis dalla sua spalla, indietreggiando e buttando la sigaretta a terra. Ricominciò a camminare, sentendo lo sguardo preoccupato del castano su di sé.
No, no, no.
Si prese la testa fra le mani, appoggiandosi alla rabbia per non piangere. Le immagini di Harry e Louis insieme avevano iniziato a scorrere nella sua mente. Vedeva i loro corpi sudati, i loro baci, le loro mani intrecciate. Sentiva i loro ansimi, i loro gemiti e- basta, basta, basta.
-Zayn, calm-
Il moro alzò la testa e rivolse il suo sguardo ferito e arrabbiato verso quella voce. Quando parlò, il suo tono si era decisamente alzato. Stava gridando.
-Calmo? Mi stai davvero chiedendo di stare calmo? Te lo sei scopato, Louis! O ti sei fatto scopare da lui, eh? No, anzi, non me ne frega un cazzo. Ti sei fatto fottere da quel un maniaco,  te ne rendi conto? Sei davvero così fottutamente debole?-
Nonostante la collera, Zayn non voleva assolutamente far capire a Louis i pensieri e le sensazioni che Harry era in grado di provocare in lui. Come al solito, aveva giocato la carta del “maniaco stalker” per allontanare quelle due persone che stavano tormentando i suoi pensieri. Ma era ben consapevole di quanto Harry fosse in realtà diverso.
Tacque, aspettando la risposta di Louis, una qualsiasi razione che esprimesse la sua delusione o la sua rabbia per ciò che egli aveva appena detto. Ma quella reazione non si verificò mai.
Zayn lo guardò, pentendosi immediatamente di averlo fatto. Louis stava tremando, ma non aveva abbassato la testa. Aveva i pugni stretti, le nocche bianche. I suoi occhi erano lucidi, le tracce delle lacrime che avevano solcato il suo volto in quei pochi attimi erano ancora visibili. Aveva la bocca serrata e lo sguardo ferito. Profondamente ferito.
Zayn, in quel momento, capì di aver esagerato. Capì che, se non avesse fatto qualcosa per riparare al danno, avrebbe potuto davvero perdere il suo Louis. Si sedette a terra, passandosi una mano sul volto.
-Io.. scusa, Louis, scusa. Sono un coglione, giudico sempre senza conoscere. Tu sei felice e io sto rovinando tutto. Chissà, magari questo Harry non è poi così male- si accese una sigaretta –ho esagerato.-
Louis si sedette di fronte a lui e sorrise. Per un momento, aveva pensato di andarsene per non tornare più, ma la consapevolezza di non poter stare senza Zayn aveva cancellato quell’assurda idea. In fondo, si era scusato, no?
-Lo facciamo sempre, esagerare, noi due.- 





Angolo Autrici 
Ed ecco il nuovo capitolo. Le cose si stanno complicando, eh? Speriamo di ricevere commenti positivi su questo capitolo, il prossimo è già in corso!
Come al solito ringraziamo tutti colori che hanno deciso di leggere questa storia e/o che hanno recensito, inserendola fra le seguite, preferite o ricordate! 

-Sofia e Paula



Attenzione: Con questo scritto (non a scopo di lucro) non intendiamo fare rappresentazione veritiera dei personaggi, nè offenderli in alcun modo.  
(Emerald Crystals si trova anche su Wattpadd)
   
 
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