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Autore: eringad    11/02/2009    4 recensioni
Storia “veloce” ambientata nell’Irlanda dei giorni nostri.
Un giorno in una piccola cittadina, decisamente diversa da un posto di villeggiatura, arrivano tre strani turisti. Una ragazza dai capelli biondi come protagonista del trio, e come altro protagonista un barista con una strana acconciatura ad “Ananas”.
Tra spiaggia, mare, cielo, nuvole, motorino e battute la storia dei due cresce minata dalla scarsità del tempo. Come andrà a finire tra loro? Leggere per sapere ovviamente!
[Partecipante al concorso AU Special indetto da DarkRose86]
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Shikamaru Nara
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
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- Maybe I like her

“Shikamaru svegliati è ora di andare a lav…ma dov’è finito?!”

Yoshino Nara, madre di Shikamaru, si guardò intorno nella stanza.
Controllò l’orologio, doveva per forza essere molto tardi, in effetti, si era dilungata un po’ nel mettere apposto la cucina. Le sette e dieci.
Non era possibile. Suo figlio non si alzava mai prima delle undici se non quando gridava o quando andava a menarlo.
Controllò sotto le coperte. Nulla, sparito.
Guardò fuori dalla finestra, nel cortile sul retro. Mancava il motorino.
Yoshino sorrise, questa volta se l’era svignata, ma la prossima volta non le sarebbe sfuggito.

*************

Shikamaru aspettava appoggiato a una delle transenne armeggiando con un punteruolo e la conchiglia.
Il vento costantemente incessante fluiva tra i suoi vestiti facendo svolazzare la camicia aperta.
Sospirava di tanto in tanto.
Guardò l’orologio da polso e ripose nella tasca dei pantaloni i suoi strumenti di lavoro.

“Mendeokuse…”

Disse in un sospiro tirando fuori una sigaretta e accendendola.
Sentì i suoi passi suonare sordi sul battuto di terra e guardò a terra i piccoli piedi nudi battere nervosamente sul terriccio.

“Prova a ripeterlo teme!”

“Teme, non la sapevo, parli giapponese?”

La guardò sottecchi infilando le mani in tasca e lei annuì incrociando le braccia al petto irritata.
Lui si avvicinò a lei annoiato e, sfilata la sigaretta dalla bocca, si chinò su di lei poggiando le labbra contro le sue e poi si rialzò come se non fosse successo nulla. Temari tossicchiò infastidita e riportò le braccia al petto.

“Puzzi di fumo.”

Storse il naso arricciandolo come un maialino, il ragazzo soffocò una mezza risata irrisoria poi tornò con le mani in tasca guardando verso il mare mentre cominciavano a camminare per arrivare alla spiaggia.

“Le tue guardie del corpo? Non hanno fatto storie perché te ne sei andata lasciandoli da soli?”

“No. Gaara preferisce di gran lunga stare da solo a fissare il mare mentre Kankuro ha conosciuto una bionda fiorista antipatica e ora ci prova costantemente.”

“Bionda, fiorista, antipatica. È la mia ex. Si chiama Ino, e l’hai descritta perfettamente.”

“Dovevi proprio essere disperato per stare con un’oca del genere.”

“Nah, infondo mi piaceva e le volevo bene, solo che eravamo cresciuti insieme ed era strano fare certe cose con lei.”

“Certe cose? Ti metti a fare il latin lover consumato per conquistarmi?”

Temari lo guardò scettica e maliziosa mentre lui le lanciò un’occhiata scocciata.
La cinse con un braccio intorno alla vita osando e tirandola a sé. La baciò sulla fronte e poi la lasciò andare tornando con le mani in tasca e sorridendo saccente.

“Non ne avrei bisogno. Tu sei già pazza di me.”

“Stronzo!”

“Lo so. È una delle mie qualità.”

Temari rimase qualche passo indietro a bocca aperta con i pugni chiusi e le braccia tese lungo i fianchi. Lo guardò sbalordita dalle sue affermazioni e da quel modo indifferente di trattare la situazione poi ricominciò a camminare sorridendo appena.
In qualche modo strano però ci aveva azzeccato. Lei era pazza di lui, senza una motivazione precisa.

*************

Stasera passo a prenderti, tu vestiti in modo decente, o almeno provaci.
Stronzo! Chissà come mai ma sentiva la solita risposta con la sua voce indifferente e perennemente annoiata.
S’infilò una gonna, si guardò allo specchio, compiacendosi. Un secondo dopo se la tolse malamente buttandola sul letto rabbiosa.
Non lo sopportava! Dannatissimo uomo dal cervello contorto!
Non poteva smettere di fare il misterioso e dirle semplicemente andiamo lì, o andiamo là?!
Ripassò nella mente gli avvenimenti di quella giornata associandole nello schema luogo-azione per calmarsi.
Spiaggia, chiacchiere. Mare, scherzi di cattivo gusto. Scogli, baci. Capannone… Decisamente oltre!
Tirò un pugno all’anta dell’armadio. Maledettissimo uomo dalla mente contorta e dannatamente idiota!
Magicamente, al suo pugno l’anta si aprì facendo scivolare da una gruccia un paio di pantaloni neri, quelli che credeva di non aver portato. Li indossò in fretta e fece scivolare addosso la maglia dorata con annesso il copri spalle nero. Era lì che tentava a fatica di infilare il complicatissimo copri spalle, litigando con le maniche che sembravano legarsi giusto per farle dispetto quando entrò il fratello di mezzo.

“Ehi Tem! Tem!”

“Che vuoi Kankuro? Non lo vedi che sono occupata?!”

“Tem… Ho bisogno di un consiglio da parte di una femmina…”

Temari si fermò nel bel mezzo del litigio con l’indumento e si voltò meccanicamente a guardarlo stupita. Lui. Consiglio. Lei. Femmina.
Oh come si mettevano male le cose!
Deglutì un paio di volte facendogli cenno di entrare. Lui stringeva le mani convulsamente a intermittenza guardando fuori dalla finestra imbarazzato.
Lei si sedette docilmente sul letto già parzialmente occupato dalla roba che aveva gettato confusamente fuori dall’armadio nella foga di scegliere un vestito per la serata. Deglutì ancora e poi con voce tremula si decise a parlare.

“Cosa volevi chiedermi?”

Per lei quello era peggio di un esame. Non ne sapeva nulla di come andavano le cose per un ragazzo, e poi per dare consigli al fratello proprio non sapeva come fare.

“Ecco, c’è questa ragazza, si insomma, lei è bellissima e simpaticissima e poi quando muove quel corpo da favola a me, viene solo l’istinto di saltarle addosso e-”

“Ok! Stop! Stop! Vai dritto al punto e non ti soffermare sui dettagli!”

“Insomma, a me piace e voglio scoprire se le piaccio anche io, come faccio?”

“…Non lo so. Falla ubriacare e poi chiediglielo, non mi viene in mente nient’altro.”

Lui assunse un’espressione ebete, soppesando le parole della sorella. Annuì e decise di prender il consiglio come buono.
La ragazza tirò un sospiro di sollievo poi sentì di nuovo la voce del fratello e sobbalzò per paura che volesse chiederle altro.

“Esci anche tu stasera?”

“Sì.”

“Ok.”

Li adorava quando non chiedevano niente. Kankuro uscì in silenzio dalla stanza e lei riprese a litigare con il copri spall D
Dopo mezz’ora circa sentì un clacson stonato suonare. Avrebbe giurato che sillabasse ‘Men-de-o-ku-se’ se fosse stato possibile, si affacciò alla finestra vedendo Shikamaru fermo sotto la casa in motorino.
Sorrise e scese le scale di corsa, non le piaceva affatto far aspettare la gente. Appena arrivata davanti alla moto prese il casco che il ragazzo le porgeva come se avesse programmato tutto fino all’ultimo istante e salì in sella stringendosi con le unghie al ventre del povero ragazzo.
Partirono sulla moto, lei non fece domande, non sapeva dove la portava e nemmeno le importava. Non sapeva il motivo, ma di quello strano tipo si fidava.
Si fermarono dopo pochi minuti davanti a un pub e scesero dalla moto. Lei guardò, dall’altra parte del vetro, la fila di alcolici dietro al barista ricordando il consiglio di poco prima dato al fratello.
Si girò a guardare l’uomo scocciata e irritata.

“Non confesserò di amarti se mi fai ubriacare se questo è il tuo pensiero.”

Il ragazzo la guardò perplesso per un attimo poi scoppiò in una fragorosa risata.

“Non ci avevo pensato! In effetti sarebbe una bella idea! Ma, mi spiace deluderti, siamo venuti qui solo per farti conoscere i miei amici!”

Lei divenne rossa di vergogna. Era solo lei a farsi mille seghe mentali per un ragazzo conosciuto da due giorni. Solo lei era confusa, per lui sembrava tutto chiaro e cristallino. Maledetto.
Sobbalzò quando sentì la mano di lui afferrare la sua e trascinarla dentro al locale dove la musica allegra colorava la piccola stanza, sicuramente pensata per pochi abitanti.

“Eccoli lì.”

Il ragazzo indicò un gruppetto di coetanei dall’altra parte della stanza che ridevano e bevevano allegri. Temari storse la bocca contrariata, ok, lo ammetteva, non era una tipa da feste.
Ciononostante seguì il ragazzo attraverso la calca del locale, si osservava intorno spaesata. Non era mai stata in un pub prima d’ora, era troppo rumoroso, troppo bonaccione, troppo…allegro.
Lei era abituata a quei party noiosissimi pre o post convegno del suo tutore, però doveva anche ammettere che non le dispiaceva quel pub, aveva un’aria familiare, come se ci fosse stata da sempre.
Guardava il suo accompagnatore giostrarsi svogliatamente gli amici presentandola a destra e a manca, e lei faceva a malapena in tempo a rispondere alle presentazioni che subito qualcuno le chiedeva qualcosa o le porgeva un boccale pieno di chissà quale strano alcolico.
Shikamaru si voltò per un momento verso la ragazza che ormai era totalmente in confusione.

“Non reggi il ritmo mendeokuse?”

“Non rompere stronzo! Ce la faccio benissimo!”

Eh, l’orgoglio no, quello non glielo affondava nes vno. Si voltò stizzita verso il primo ragazzo che gli capitò accantoanominciando a intavolare un discorso.
Dopo circa un’ora di conversazione si arrese, quell’idiota non faceva altro che guardarle le tette ed era un vero scaricatore di porto, non riusciva a usare una frase senza immetterci per forza una volgarità!
Si voltò di nuovo verso il suo accompagnatore. Rimase a bocca aperta per qualche attimo quando lo ritrovò a fissarla. Maledettissimo ragazzo calcolatore dei più piccoli particolari!

“Cosa c’è? Ti annoi con Kiba?”

Bastardo! Cosa ti ridi?! Mi hai trascinato tu qui!
Questi erano i suoi pensieri assolutamente poco consoni per una signorina d’alto rango come lei. Ok, è una bugia, l’avrebbe detto molto volentieri se all’altro capo del tavolo non ci fosse stato suo fratello insieme all’ochetta bionda.
Si limitò ad assumere un’aria di sufficienza e a rispondere con tutta la calma possibile.

“Non sono affari tuoi, stronzo!”

Aveva esagerato.
Sentì il fegato corrodersi di rabbia, non riusciva a mantenere un comportamento decente davanti a quel dannatissimo Shikamaru!
Lui sorrise bevendo dal suo boccale. Non le rispondeva. Perché non le rispondeva?!
Stava per fare una delle sue battute sarcastiche quando notò sulle guancie del ragazzo un certo rossore. Irlandese. Ergo beve più di una spugna.
Temari girò lo sguardo sbuffando e afferrando il suo bicchiere. Tanto erano sulla stessa barca tanto valeva vedere chi cedeva per primo.
Lo bevve d’un fiato sentendo la gola pizzicare come non l’aveva mai sentita e sbatté il bicchiere sul ripiano del tavolo, tutti si girarono tranne il moro che la fissava con aria di sfida.
Ricambiò lo sguardo e il ragazzo si girò verso il bancone alzando una mano per chiamare un cameriere.

“Un altro whiskey per me e uno per la signorina!”

Si sentì un coro di ‘Ooooh’ e il cameriere portò oltre ai due bicchieri una bottiglia piena.
La ragazza, oltre ad essere leggermente più allegra del solito, si sentiva stranamente sicura di sé.
Prese il bicchiere e lo trascinò verso di lei sul tavolo.

“Chi perde paga, vediamo che sai fare stronzo!”

Shikamaru si limitò a penetrarla con quegli occhi profondi, lei sentì un brivido attraversarle la schiena. Il ragazzo portò il bicchiere alle labbra bevendo ‘alla goccia’ tutto il liquido e poi fermandosi a guardarla.
Temari fece lo stesso suo gesto, e ancora e ancora e ancora.
Otto, dieci, quaranta? Non riusciva più a calcolare quante volte aveva sollevato quel bicchiere, e lui era ancora e solo brillo.
Lei era completamente partita, doveva fermarsi. Sapeva di doversi fermare, ma il suo dannato orgoglio non glielo permetteva.
Il ragazzo portò l’ultimo bicchiere alle labbra, le bagnò appena con quel liquido infiammabile poi posò il bicchiere sul tavolo. Guardandola intensamente.

“Mi arrr>do…”

A-ha! Lo sapevo che eri solo fumo e niente arrosto!
Un sorriso vittorioso si aprì sulle labbra della ragazza, aveva vinto! E lui era completamente ubriaco!

“… O non riuscirò più a guidare per riportarti a casa.”

Il sorriso sparì.
Dannatissimo ragazzo misterioso! L’aveva ingannata!
Il ragazzo si alzò barcollando appena e reggendosi al tavolo poi guardò un suo amico sorridendo furbo.

“Kiba, paga tu il conto per me e il debito sarà saldato. Noi ce ne andiamo.”

Il ragazzo posò un braccio sulle spalle della ragazza che nel frattempo si era già affiancata a lui.
Lei arrossì totalmente sentendo quel contatto sulla sua spalla, davanti a tutti. Boccheggiò per qualche secondo imbarazzata poi Shikamaru la trascinò via, verso la moto, lontano dal casino, lontano da tutto e da tutti.
Al loro posto naturale, al loro posto speciale.
Temari si stringeva forte ai fianchi del ragazzo davanti a sé per non cadere.
Non lo capiva quel ragazzo. Non capiva neanche perché stesse appesa a una moto sbandante per le strade sterrate di quella cittadina sperduta nella verde Irlanda.
Lei. Non poteva immaginarselo nemmeno nei suoi peggiori sogni.
Ed era tutta colpa di quel ragazzo.
E il peggio del peggio era che a lei piaceva tutto questo.
Le piaceva vivere le sue giornate in base ai progetti di quel ragazzo.
Le piaceva parlare con lui, ridere, scherzare.
E quello che invece non le piaceva era che se ne sarebbe andata di lì a breve.
Si rannicchiò contro la schiena del ragazzo passando le braccia attorno al suo torace e poggiando la guancia coperta dal casco contro la sua schiena.

“Ehi mendeokuse! Sto guidando e non ho voglia di perderti per strada perché sei ubriaca! Quindi vedi di finirla e di stringerti forte!”

Le urlò Shikamaru, lei fece come detto e lo strinse forte.
Gli occhi della ragazza s’impregnarono di lacrime, non ci poteva fare nulla, non voleva farsi vedere. Così, stretta a lui, nascosta dietro la sua schiena, versava quelle lacrime amare che avrebbero segnato un addio.
Lui si fermò all’inizio della discesa poggiando un piede a terra per tenere in equilibrio la moto, si voltò appena sentendo la ragazza tremare ancora aggrappata alla sua schiena.

“Guarda che siamo arrivati, e non guido così male da tremare di paura.”

Puntualizzò inacidito mentre la ragazza a quel richiamo si staccava e scendeva dalla moto dandogli le spalle mentre lui riponeva il suo casco all’interno della moto.
Si sollevò il casco asciugando in fretta e furia le lacrime ancora appese alle ciglia e quando sentì la voce di Shikamaru si abbassò velocemente il casco borbottando di volerlo tenere su.
Cominciarono a camminare fianco a fianco, fino a quando arrivarono al cancello, poi lui si fermò appoggiandosi con i palmi delle mani sulla sbarra di ferro in preda a un giramento di testa.
Lei si avvicinò soltenendolo con una mano dietro la schiena.

“Cosa c’è Irlandese? Non reggi un po’ d’alcol?”

Lo stava sfidando per farlo reagire, almeno non sarebbe stato male davanti a lei, non avrebbe potuto sopportarlo. Lui girò gli occhi per aria sbuffando e poi con una mano alzò la visiera del casco nella speranza di vedere nei suoi occhi una qualche traccia di ubriachezza.
Non la trovò, lei era lucidissima, o meglio i suoi occhi lo erano.
Temari era terrorizzata. Non poteva essere scoperta. Lui doveva pensare che non gliene importava nulla.
Balbettò una scusa veloce mentre gli occhi investigativi dell’uomo la squadravano indagatori.

“A avevo la visiera aperta dietro, c’era un sacco di polvere! Tutta colpa tua!”

“Che tu sia dannata maledettissima donna…”

“Come scusa?! Guarda che è colpa tua se la polvere mi è entrata negli occhi!”

“Ma smettila di dire balle!”

“È la verità, stronzo!”

Stavano urlando, come se stessero litigando, ma in nessuno dei loro occhi c’era traccia del minimo odio. Il ragazzo posò le mani sul casco della bionda togliendoglielo e buttandolo a terra.
Barcollando le passò le braccia attorno alle spalle stringendola forte a sé.
Temari era completamente nel panico. Rimase ferma ad occhi spalancati boccheggiando.

“Che diavolo stai facendo Shikamaru?!”

“Io ti amo…”

“Smettila di dire stronzate e staccati!”

“Io ti amo cazzo!”

“Shika smettila!”

“Ti amo… Ti amo cazzo… E sono completamente ubriaco cazzo… E ti amo…”

“Ho… Ho capito.”

“Non dovresti dire ti amo anche io?”

Il ragazzo sollevò la testa per guardarla negli occhi. Indagatorio.
Odiava quello sguardo, le sembrava di essere nuda sotto quello sguardo.
Deglutì imbarazzata e buttò giù la prima cosa che le venne in mente.

“Ma muori!”

“Cosa?! Io ti faccio una confessione a costo della mia dignità e tu mi auguri di morire?!”

“Sì! Muori!”

“Ma ammazzati!”

“Affogati!”

“Ma vai a quel paese strega! Strozzati!”

“Stronzo!”

“Arpia!”

“Ci vediamo domani! Stronzo!”

“Alle 8 qui! Strega!”

Temari cominciò a marciare a passo di carica verso casa sua. Ok, stavolta l’aveva incastrato lei.
E ne era veramente fiera! Si voltò quando fu nell’ombra a guardare il ragazzo che raccoglieva il casco che era rotolato fino a fermarsi contro una transenna.
Quel posto, era orribile.
Ed era stupendo.
Quelle due transenne legate l’una all’altra, non se le sarebbe scordate mai.
Si voltò verso casa e fece un passo colpendo con un piede un sasso, imprecò tra i denti raccogliendo il sasso tra l Lo maledì e alzò il braccio per scagliarlo lontano. Si fermò a mezz’aria con gli occhi spalancati. Portò il braccio nuovamente in basso osservando con attenzione quella pietra.
Poteva farne un uso migliore.
Sorrise malandrina e fece una corsetta fino all’inizio della discesa dove Shikamaru stava montando sul motorino. Aspettò che fosse completamente sopra e poi lo lanciò con precisione sul casco del ragazzo.
Quello inviperito si voltò pronto ad insultare chiunque fosse stato e si bloccò a vedere la ragazza che lo guardava seria e come fosse in guerra.

“Anche io, stronzo!”

La ragazza si voltò e cominciò a correre più veloce che poteva. Scappava. Scappava da una confessione troppo scomoda.
Si era fatta una gran figuraccia, come una bambina che prima lanciava il sasso e poi nascondeva la mano. In tutti i sensi.
Arrivò in pochi minuti davanti al chiosco e sorrise. Inconsciamente, e confusamente.
Continuava a correre, non sapeva quanto ancora le avrebbero retto le gambe o i polmoni, sapeva solo che voleva correre per tutta la notte.
E chi se lo aspettava che quell’idiota l’avrebbe fatta volare così?
Questo pensava mentre passava davanti a ogni posto da lui indicato.
Ma nessuno era come quello. Quel posto da amanti, quel posto di figuracce, quel posto incredibilmente romantico e dannatamente imbarazzante.
Lei. Temari. Era ufficialmente innamorata.
Ma non lo avrebbe mai ammesso.




DarkRose86: Yeah! Ora sto meglio! Ti ringrazio di averla letta tutta, devo presumere che per te sia stata una faticaccia, sono ben 24 pagine dopotutto XD Comunque ti ringrazio di aver apprezzato, devo ammettere che anche io sono stata incollata allo schermo per scriverla, tagliando ricucendo, e questa fic non mi soddisfa molto, però mi sono divertita a scrivere i sentimenti di entrambi. Per gli errori di battitura e le virgole…ne sono a conoscenza, me ne sono accorta rileggendola solo dopo avertela inviata ^^” Bye Bye e grazie ancora!

valy88: Mi fa veramente piacere che ti sia piaciuta! ^0^ Ecco il loro secondo appuntamento, devo ammettere che non sono brava a impersonare Temari, quindi penso che abbia esagerato a mostrare i suoi sentimenti oltre alla corazza di donna dura e senza macchia. In ogni caso, l’ambientazione piace anche a me, io ADORO l’Irlanda. Grazie mille per tutti i complimenti, continua a seguire e grazie ancora Bye Bye ^^

Happy_Pumpkin: Grazie mille, ma ricordiamo che parliamo a una delle podiste, quindi è un onore per me avere la tua recensione u.u La storia non finisce qui, perché ovviamente, come tutte le vacanze hanno quel senso di amaro che è la fine della gita. Per il loro modo aggressivo di opporsi nascondendo i loro sentimenti, nonostante le affermazioni superbe del ragampo, lo trovo semplicemente spassoso XD Grazie mille per la recensione Bye Bye ^^

Shatzy: Ancora tu!!! XD Comunque W le ShikaTema! Si, è una delle mie coppie preferite anche se le altre non le disdegno. Grazie mille per i complimenti sulla descrizione, è stato un supplizio descrivere un luogo immaginario come il mare perché dell’Irlanda ho visto solo castelli e erba =_= nemmeno erba di quella buona ma quella per capre >_>”” Per Yoshino, diciamo che lui si gira malamente, però alla fine fa sempre quello che vuole, e ricordiamoci che nessuno è mai propriamente allegro e pimpante la mattina e avere un’arpia che mette le mani sulle tue cose, che hai precedentemente sistemato con un ordinato disordine e che ti ammazza di botte a prima mattina non è propriamente un’immagine idilliaca che si può sopportare. La storia è vista dagli occhi di entrambi i protagonisti diciamo, anche se credo che Shika mi sia venuto meglio, mi assomiglia di più! Uhm...decisamente hai ragione per la punteggiatura e per le frasi (vedere prima risposta), e mi scuso per l'orripilante errore nel titolo! O_O Non ci avevo fatto caso! Grazie ancora per la recensione! Bye Bye ^^

hotaru: Thank you very much! Si in Irlanda ci sono stata (vedere la recensione sopra) e il tramonto è bellissimo, anche solo guardandolo dal pullman a due piani, la luce arancio che si staglia sui prati da calcio illuminando i bambini in uniforme che corrono appresso alla palla… ok la smetto sennò comincio a sbavare! Ci sono stata un anno fa, e mi sono sentita in patria appena ci ho messo piede. Però non c’è nulla di meglio dell’Italia! Ti ringrazio per i complimenti e aggiungo che anche la tua storia è molto interessante, tranquilla che la seguirò! Bye Bye ^^

gloria7: Grazie mille! Continua a seguire Bye Bye ^^
  
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