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Autore: Cocchi    21/09/2015    2 recensioni
Un pensiero tormenta Dean per gran parte della giornata e decide di fare qualcosa al riguardo.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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«Quando ci siamo conosciuti volavano scintille, ma nonostante ciò, quello che ha fatto battere il mio cuore sono stati i tuoi occhi.»

Dean ripeté quelle parole ancora una volta fissando il soffitto della sua stanza; la schiena aderente al letto e prese un grosso respiro. Aveva smesso di combattere quella lotta interna scatenata dalla rivelazione avuta. Aveva rinunciato al trovare una risposta.

Era arrivato alla conclusione che quella mattina si era svegliato con quel pensiero in testa e che lì sarebbe rimasto per il resto della giornata.

Non era il pensiero in sé che lo disturbava, e nemmeno l’assoluta certezza che Sam sapesse che c’era qualcosa che non andava in lui, era il fatto che non riusciva a smettere di chiedersi perché.

Perché ora? Perché oggi?

C’era qualcosa che continuava a sfuggirgli eppure non riusciva a capire cosa.

Lui e Sam non avevano notizie di Cas da un po’, e questo non era affatto ok, ma chi era lui per lamentarsi? Non è che l’altro gli dovesse qualcosa, giusto? E ovviamente poteva andarsene quando e dove voleva…Dean comunque non avrebbe avuto il coraggio di chiedergli di restare quindi….

Si alzò in piedi trascinandosi intorno per il bunker alla ricerca di qualcosa per tenersi occupato.

Dio, dove erano i mostri quando avevi bisogno di loro?!

«Hai chiamato Cas, oggi?» Sam sollevò leggermente lo sguardo dal libro che stava leggendo non appena lo sentì entrare in biblioteca.

«No, perché avrei dovuto? L’hai chiamato tu?» Rispose Dean forse un po’ troppo affrettato.

«Ѐ il vostro anniversario, non certo il nostro.» Sam replicò senza degnarlo di uno sguardo.

«Cosa?» La voce di Dean non era così acuta come poteva sembrare. «Che…Cos…Di cosa diavolo stai parlando?» Chiese cercando di sembrare calmo. Invano.

«Vi siete conosciuti oggi, sette anni fa.» Sam chiuse il libro guardando suo fratello maggiore con un sorriso divertito stampato in volto. «Te ne sei dimenticato?» Lo prese in giro.

«Io…Ovvio che no!» Dean incrociò le braccia al petto. «E comunque non sono affari tuoi!»

«Vado a farmi una doccia.» Mormorò l’altro alzandosi dal suo posto e avviandosi verso il bagno. Sapeva benissimo che era inutile ragionare con suo fratello, l’unica cosa che poteva fare era colpirlo sul vivo.

«Però dovresti chiamarlo, fai già abbastanza schifo come ragazzo.» Disse con un tono noncurante.

«Tu…Tu…Tu fai schifo come ragazzo.» Dean alzò la voce per raggiungere, nel corridoio, le orecchie di quel traditore di suo fratello, che sghignazzò divertito.

Il maggiore dei fratelli Winchester si mosse con fare circospetto per la stanza, raggiungendo la porta e sbirciando Sam chiudersi in bagno.

Non appena fu sicuro di essere solo, lontano da sguardi divertiti e orecchie pronte all’ascolto, tirò velocemente il cellulare fuori dalla tasca dei pantaloni.

Non pensò a cosa dire, e fu probabilmente un errore, ma non gli importò molto non appena sentì la voce di Cas dall’altro lato del telefono.

«Ciao, Dean.» Il cacciatore ringraziò Dio del fatto che nessuno lo potesse vedere in quel preciso istante, mentre si torturava i capelli e sorrideva come un’adolescente alla sua prima cotta. «C’è qualcosa che non va?»

«No, affatto.» Si affrettò a rispondere. «Come stai, amico?»

«Sto bene…» Il tono di Castiel sembrava confuso. «Sei sicuro che vada tutto bene?» Insistette.

«Sì, certo. Non è che ti telefono solo quando c’è qualcosa che non va…» Iniziò Dean, mordendosi la lingua per la nascosta verità di quelle parole.

«Beh…» Cominciò a rispondere Castiel e Dean ringraziò di nuovo la sua buona stella, quando sentì una voce parlare con il ragazzo dall’altra parte del telefono, distraendolo dalla, praticamente certa, discussione che sarebbe scaturita.

Dean ascoltò Cas annunciare “ci vorranno solo due minuti” e poi una serie di rumori soffusi che non riuscì ad identificare.

Non riuscì a trattenersi.

«Ti sto forse disturbando, Cas?» Chiese, maledicendosi subito dopo.

«No…Ѐ solo…» All’orecchio di Dean giunse il rumore di una porta che si chiudeva e poi Castiel riprese a parlare. «Sono da Jody.»

«Da Jody?!» Dean rimase per un attimo spiazzato, quasi offeso per non essere stato invitato. «Avresti potuto avvertirci, scommetto che Sam sarebbe stato felice di venire.»

«Sono qui per Claire.» Aggiunse Cas, come per spiegarsi.

«Sta bene?» Non era apprensione quella che provava, ok? Era semplicemente pura curiosità.

«Sì, sembra essere in salute.» Rispose Cas e Dean se lo immaginò aggrottare la fronte. «Solo che Jody voleva che le parlassi, riguardo ai suoi genitori, ma credo che adesso sia ok.»

«Bene.»

Il silenzio li avvolse per qualche istante, ma Dean non si sentiva affatto a disagio, ormai era abituato a questi momenti con Castiel, ma nonostante ciò si schiari la voce. «Sai a cosa stavo pensando prima?» O meglio, da metà giornata…

«Non sono più un angelo, non potrei proprio saperlo, Dean.» Rispose l’altro e Dean fece di tutto per non sghignazzare.

«Era una domanda ret…Lascia perdere.» Rinunciò prima ancora di spiegarsi e cercò di raggruppare tutto il coraggio per ammettere quello che voleva dire. «Stavo pensando alla prima volta che ci siamo incontrati.»

«Quando mi hai pugnalato?» Domandò l’altro con un tono vagamente divertito che Dean notò subito.

«Sebbene quello sia un ricordo molto importante per me…» Iniziò continuando a scherzare e sentendo l’altro sospirare dall’altra parte del telefono. «…Stavo pensando a tutte quelle scintille che volavano in quel povero fienile.»

«Sì, è stato un bello spettacolo.» Castiel annuì, sorridendo al ricordo.

«L’hai fatto apposta?» Dean chiese sorpreso e Cas rise.

«Non lo saprai mai.»

Il leggero bussare alla porta della stanza in cui si era rifugiato Castiel interruppe l’atmosfera rilassata che si era creata. «Arrivo.» Rispose l’ex-angelo, riportando poi la sua attenzione a Dean. «Dovrei riattaccare, adesso.»

Dean non avrebbe voluto farlo, in realtà non avrebbe voluto nemmeno avere queste conversazioni al telefono. Avrebbe voluto solo averlo lì con lui.

«Ok, sì. Va bene.» Rispose nascondendo la delusione di dover chiudere la telefonata, proprio ora che erano riusciti ad eliminare la tensione.

Da quando si era reso conto di quel che provava era sempre la stessa storia: iniziavano a parlare, arrivavano con fatica a scacciare la tensione, ad essere rilassati, tanto che a volte Dean aveva pensato che magari anche Cas provava quello che provava lui, ma accadeva qualcosa.

Sam li raggiungeva sul divano e si sedeva in mezzo a loro; spuntava un caso, bussavano ad una porta, succedeva sempre qualcosa che li riportava indietro, alla linea di partenza.

Dean odiava quando fosse frustrante...Avrebbe riattaccato e poi scagliato il cellulare contro il muro davanti a lui, lo sapeva benissimo.

«Dean?» Castiel richiamò la sua attenzione al telefono.

«Sì, Cas

«Claire mi ha detto che dopo sette anni una persona ha decisamente passato il momento in cui è accettabile chiedere di uscire insieme, ma…Io credo che si sbagli, tu che ne pensi?»

Ѐ usanza comune dire che, quando si riceve una notizia in cui si spera, il cuore si fermi per un breve istante, ma Dean era assolutamente certo di non averlo mai sentito battere così forte. Era come se il suo cuore non avesse mai battuto prima di allora e avrebbe voluto dire talmente tante cose, ma le parole continuavano ad inciampare e a non raggiungere la sua bocca, impedendogli di parlare.

«Sei ancora lì?» La voce di Castiel era diventata quasi un sussurro.

«S..Sì. Sono qui.» Riuscì a rispondere, la voce leggermente più roca del solito. «Credo che lei sia solo una ragazzina e che non capisca.» Aggiunse parlando lentamente, cercando di calmarsi.

«Quindi…Abbiamo un incontro per festeggiare?» Dal tono di voce di Cas, Dean capì che stava sorridendo.

«No, abbiamo un appuntamento.» Rispose assaporando la sensazione di benessere che gli dava anche semplicemente il pensiero di poter dire una cosa del genere. «E non ti azzardare a farmi aspettare il giorno del settimo anniversario del nostro incontro o dirò a Sam che sei tu il pessimo ragazzo.» Aggiunse tutto d’un fiato per darsi un minimo di contegno.

«Ok…» Cas rispose incerto, avrebbe chiesto quella sera cosa diavolo era quel discorso su Sam. «Ci vediamo là, allora.» Aggiunse con un tono compiaciuto che Dean già sapeva non si sarebbe mai stancato di ascoltare.

«Ci vediamo a casa, Cas

 

Ciao a tutti,

era da una vita che non scrivevo e torno con una fic Destiel! Yeeaaah.

Idea nata per celebrare il Destiel Day (infatti ho pubblicato giorni fa in inglese, ma ho deciso di tradurre e buttare anche qui su EFP, giusto per infestare una sezione in più con la mia presenza).

Ok, sì questi due tirano fuori il peggio fluff e il peggio angst dalla sottoscritta, quindi per ora consideratevi fortunati per aver avuto questa ff sdolcinata fino al midollo…Chissà se tornerò con qualcosa di angstoso o fluffoso, chissà…

Ok, lascio stare. Sono parecchio su di giri perché sono riuscita a scrivere questa storia dopo mesi che non scrivevo e anche se è la prima volta che scrivo in questa sezione del sito per me è importantissimo sapere che son riuscita a tornare a pubblicare! Quindi perdonate se non vi parlo troppo di questa ff, ma mi dilungo qui.

Ok, passo e chiudo.

Un abbraccio e grazie a chiunque leggerà. J

Cos

 

 

 

  
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