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Autore: Naxi_4ever    21/09/2015    1 recensioni
Un anno esatto dall'ultima tappa del ViolettaLive Tour, lo stesso posto dove i ragazzi si erano salutati l'ultima volta, consapevoli che il loro lungo viaggio insieme era terminato e ognuno avrebbe intrapreso la propria strada, gli stessi abbracci carichi di felicitá e malinconia, anche se questa volta era la gioia a prevalere: davanti agli ex studios Disney PolKa, i ragazzi che componevano l' ormai ex cast di 'Violetta' si stavano rivedendo dopo tanto tempo.
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-Ti amerò come nessuno è mai arrivato ad amarti prima, nemmeno io fino ad ora. Questa notte.- sussurrò Facundo, quasi per sè stesso.
PARING: FALBA
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maxi, Naty
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2
 
Erano giá passati due mesi e mezzo dal rincontro con i vecchi compagni di lavoro, ma Alba si trovava ancora in Argentina con Pedro.
La mattinata nuvolosa preannunciava un grosso temporale e la riccia si trovava da sola nell'appartamento, visto che Pedro era andato dai genitori per aiutarli a riverniciare il salotto.
Non si era mossa dal divano da quando ci si era sdraiata sopra dopo aver fatto colazione, a causa di alcuni dolori che la affliggevano da alcuni giorni. Credeva fosse un normale mal di stomaco, ma ormai erano settimane che ne soffriva! 
Non aveva detto nulla a Pedro per non farlo preoccupare, gli aveva semplicemente raccontato che era un banale mal di pancia. 
Si sentiva stanca, senza forze per fare nulla, nemmeno per pulire la casa o semplicemente cucinare, compito che ultimamente apparteneva al fidanzato. Si alzó e corse verso il bagno dopo l'ennesimo senso di nausea, ma non accadde nulla. Si inginocchió vicino al lavandino aspattando che la sensazione passasse, poi le venne un'illuminazione. -Il ciclo!- esclamó, nonostante fosse sola in casa. Erano due mesi e mezzo che non le arrivavano le mestruazioni. Non era mai stata particolarmente regolare, ma cosí era veramente molto tempo! 
Da qualche tempo le balenava un'idea nella testa, ma cercava di non pensarci. O meglio, non voleva pensarci. 
I dolori erano iniziati poco tempo dopo la festa, così come la nausea e la stanchezza. E ovviamente, anche il ciclo. Cercando su internet l'unica causa trovata su questi sintomi era la gravidanza. Non ci aveva mai dato particolare peso, credeva fosse semplicemente un malessere fisico, forse dato dalla stanchezza, ma durava da troppo tempo. Era la prima mattinata che passava sola, perció decise di fare di un piccolo controllo. 
Entró nella sua camera e si vestì velocemente, poi prese la borsa e uscì di casa diretta alla farmacia. Due minuti di strada dopo la raggiunse ed entró. Una commessa in camice bianco la accolse sorridendo, facendole segno di avvicinarsi al bancone. Alba arricció il naso: aveva sempre odiato l'odore delle farmacie, troppi medicinali concentrati nella stessa aria. 
-Come posso aiutarla signorina?- domandó la signora probabilmente sulla cinquantina. 
Alba guardó dietro di lei, finchè scorse quello che cercava -Quello- disse indicando un test per la gravidanza. 
La commessa le sorrise amorevolmente e si voltó per prenderlo -Spero che il test dia buoni risultati, ha la faccia di una brava mamma- disse porgendolo alla riccia. 
Alba sorrise, ma nella sua mente sperava solo che i risultati fossero negativi, o almeno che il bambino fosse suo e di Pedro. Non se la sentiva di dover affrontare una situazione complicata scoprendo che il bimbo fosse di Facundo. Non poteva essere e basta. 
Pagó e salutó la signora, che le urló un "Buona fortuna" mentre usciva dalla porta. 
Nascose il sacchetto nella borsa mentre sperava di non incontrare nessuno di sua conoscenza in giro. Era già abbastanza agitata di suo, voleva fare quel test e togliersi un peso di dosso. O almeno sperava di toglierselo.
Entró in casa e chiuse in fretta la porta, poi corse verso il bagno mentre si toglieva la giacca, che lanció nel corridoio.
Uscí poco dopo scuotendo la testa come una disperata, mentre sussurrava dei "no" ripetuti. Camminava avanti e indietro per il corridoio, dalla porta in fondo all'entrata del salotto, fissando il test che mostrava un risultato positivo. Dopo alcuni minuti ricordó che inclusi c'erano due test. 
Senza nemmeno pensarci corse di nuovo in bagno; magari quello era sbagliato, aveva commesso un errore. Sicuramente ora avrebbe rifatto il test e il risultato sarebbe stato negativo, si sarebbe tranquillizzata e avrebbe buttato tutto. 
Uscí di nuovo da quella porta, forse ancora piú preoccupata di prima. Si sedette appoggiata ad una parete nel corridoio e appoggió la testa sulle ginocchia, stringendola tra le mani. 
-Non puó essere- gridó lanciando il test contro il muro opposto -Non puó essere cazzo!- 
Non era pronta per un bambino, men che meno da un bambino con Facundo. 
Come l'avrebbe detto a Pedro? Non poteva di certo fingere che fosse successo per causa sua, al momento della nascita e delle visite tutto si sarebbe scoperto. 
Questo bambino era di Facundo, ma chi l'avrebbe cresciuto, chi l'avrebbe tenuto? Se avesse deciso di tenerlo lei, avrebbe avuto una famiglia, ma se lo avesse tenuto Facundo? 
In ogni caso non sarebbe potuto crescere senza scoprire la veritá sulla sua famiglia. Sarebbe stato come un bambino dai genitori divorziati. 
E poi lei sarebbe dovuta tornare in Spagna, mentre Facundo sarebbe rimasto in Argentina.
-Facundo!- esclamó ricordandosi di lui. Prese i test e indossó di nuovo la giacca, poi uscí ancora di casa diretta a casa del ragazzo.
Appena arrivó sotto inizió a suonare il campanello ripetutamente, finché sentí la voce esasperata di Facundo domandare chi fosse. Si avvicinó al citofono e rispose, pochi secondi dopo il cancello si aprí. 
Sali velocemente le scale e trovó la porta aperta con un Facundo allarmato che le fece segno di entrare. 
-Facundo, dobbiamo parlare- disse decisa.
Non sapeva se dirlo con mille giri di parole, per allentare la tensione, o arrivare diretta al punto. 
-Ricordi quella notte?- domandó spingendolo verso il divano in salotto, sul quale si sedette dopo di lui. Facundo annuí con la testa, senza capire. 
-Sono incinta- 
Era arrivata dritta al punto. I giri di parole li avrebbe fatti dopo. 
Facundo impallidí e spalancó gli occhi sorpreso, senza trovare le parole adatte. Alba annuí con la testa -Facundo, come faremo? Io, io non sono pronta- disse a bassa voce sedendosi piú vicina a lui. Il ragazzo la abbracció forte -Stai tranquilla, ci sono io- la rassicuró accarezzandole dolcemente i capelli. Alba lasció cadere la testa nell'incavo del suo collo, lasciandosi trascinare da quell'abbraccio che la faceva sentire cosí protetta. Circondó con le braccia il suo corpo, lasciandosi scappare dei singhiozzi soffocati. Facundo si separó lentamente, alzandole il mento con le dita per riuscire a guardarla negli occhi -Pedro lo sa?- 
Alba scosse la testa -Non saprei nemmeno come dirglielo- rispose coprendosi la faccia con le mani. Facundo le tolse, asciugando con il pollice una lacrima che le percorreva la guancia -Alba, stai tranquilla. Pedro é il tuo ragazzo, vedrai che capirá. E in ogni caso ci sono io per testimoniare che é stato tutto un incidente- spiegó tranquillamente. 
Forse lo faceva solo per non farla agitare, forse perché ancora non aveva realizzato ció che la ragazza gli aveva appena detto, ma non si sentiva particolarmente preoccupato.
Rimasero abbracciati per un pó, Alba continuava a pensare alla grande cazzata che avevano compiuto; certo, aveva ormai 27 anni, una dimora e un fidanzato, ma non se la sentiva ancora di crescere un figlio, soprattutto in questo momento. Voleva andare avanti con la sua carriera, continuare con il lavoro che aveva trovato in Spagna e che sarebbe iniziato tra cinque mesi. Sentiva Facundo piú vicino che mai da quella notte, ma in questo momento non sapeva se fosse un bene o un male. 
L'idea di avere un mini Facundo girovagare per casa non le dispiaceva affatto, non sapeva nemmeno lei il perché. Se si trovava a pensare ad un figlio, non riusciva a vederlo somigliante a Pedro, mentre era cosí facile vedere un Facundo nel corpo di un bimbo. 
Facundo intanto ragionava su come sarebbe andata avanti la sua vita dopo questa notizia. Amava ancora Alba, non poteva negarlo. Avevano finito il ViolettaLive Tour, non si erano visti per un anno intero, nonostante i messaggi fossero stati sempre all'ordine del giorno, si erano ritrovati e ora si vedevano quasi ogni giorno come amici. Ma lui non riusciva a dimenticare i suoi sentimenti per lei. O forse non voleva. 
E ora aveva vicino a sé una Alba cosí fragile e indifesa, sembrava cosí piccola in quel mondo enorme. Doveva aiutarla, starle accanto piú di quanto avesse mai fatto; non gli importava della presenza di Pedro, l'avrebbe guidata anche lui.
Alba alzó gli occhi verso di lui, osservandolo cosí intento nei suoi pensieri mentre fissava un punto impreciso dello schermo nero del televisore. Si chiedeva se stesse pensando nelle stesse cose che la tormentavano, se fosse felice o meno di quello che era successo. Non aveva dimostrato molte emozioni, l'aveva solo calmata, ma in questo momento avrebbe preferito sapere cosa ne pensasse davvero. 
Facundo abbassó il volto per guardarla, ma anziché i suoi capelli vide i suoi occhi castani scrutarlo attentamente. Senza nemmeno pensarci si avvicinó fino ad unire le loro labbra in un bacio estremamente dolce, lento, che riempiva entrambi di brividi. Portó una mano sulla sua guancia per accarezzarla lentamente, mentre Alba avvolse il suo collo con le mani, che muoveva dal colletto della maglia fino all'attaccatura dei capelli. 
Quando si separarono rimasero interdetti per pochi secondi, fissandosi incantati, senza ancora capire bene ció che era appena successo. 
Poi Alba scosse la testa, allontanandosi -No, Facundo, non possiamo. Non sai quanto vorrei continuare e scordarmi del resto, ma non posso, ho giá un problema a cui pensare- disse alzandosi dal divano. Facundo fece lo stesso, scusandosi per quel bacio accidentale che gli aveva fatto sentire le cosiddette 'farfalle nello stomaco'. Ma quelle non erano state farfalle, erano stati una serie di fuochi artificiali scoppiati successivamente, uno per ogni tocco che le loro labbra avevano avuto. 
-Ora devo andare, Pedro arriverá a momenti- si congedó Alba prima di uscire dall'appartamento.
Facundo tornó a sedersi sul divano, appoggiando i piedi sul tavolino davanti a questo. 
Mise le mani dietro la testa e lanció un sospiro. In che situazione era finito? 
Non bastava quell'amore impossibile, ora stava anche per diventare padre di un figlio che sarebbe stato cresciuto dal fidanzato della ragazza che amava. Troppe complicazioni tutte riunite in un vicolo cieco. 
Padre. Quella parola che era sempre stata cosí familiare risultava tanto strana, quasi sbagliata riferita a sé stesso. Si chiese come avesse fatto suo papá ad accudire lui, i suoi fratelli e la sorellina Lucia da cosí giovane. Lui ancora non ne era convinto, era insicuro. 
Forse se avesse avuto una relazione stabile con Alba sarebbe stato diverso, ma ora aveva mille sentimenti diversi che gli giravano in testa. 
 
Arrivata a casa sua, Alba non trovó Pedro. Probabilmente si sarebbe fermato a mangiare dai suoi genitori e avrebbe terminato il lavoro nel pomeriggio, pensó.
Entró nella sua camera e prese il portatile dall'armadio, poi lo accese e si sedette sul letto. 
Entró su skype e cliccó sul contatto di sua madre, inviandole una richiesta di videochiamata. Si sentivano spesso da quando era partita per Buenos Aires; ora che erano abituate a vedersi tutti i giorni, dopo che Alba era tornata in Spagna, faceva strano ad entrambe non parlarsi faccia a faccia.
Pochi secondi dopo Lourdes rispose e sullo schermo del portatile apparve il suo solito dolce sorriso che salutava la figlia con gioia. Alba ricambió il saluto, poi tornó seria -Mamma, posso chiederti un consiglio?- domandó torturandosi la pelle intorno alle unghie con le dita. 
Lourdes annuì con la testa, assumendo un'espressione seria -Dimmi tutto amore- le rispose amorevolmente. Alba sospiró, poi le raccontò tutta la storia. -Cosa devo fare?- 
Sua madre morse un labbro -Amore, vorrei tanti abbracciarti in questo momento, davvero. L'unica cosa che posso dirti è di seguire il cuore. Ormai la cosa è fatta, non si puó tornare indietro, pronta o meno. Se senti di voler crescere tuo figlio con Pedro dovrai raccontarglielo quanto prima, altrimenti sarà peggio continuare a nasconderlo; se lui ti ama davvero capirà. Se invece capisci di non essere pronta a formare una famiglia con lui, significa che non lo ami abbastanza- 
Alba la interruppe -E se fosse così, che farei? Non posso crescere un bambino da sola! E Facundo? È anche suo figlio!- 
Lourdes sorrise -Alba, fammi finire!- esclamó mentre sua figlia le chiedeva scusa. -Ricordati che io ci saró sempre, in qualsiasi caso potrai contare su di me. Facundo è il padre, in ogni caso avrà diritto di vedere il bambino, ma per questo dovrete mettervi d'accordo voi due soli. Ma, amore mio spiegami, sicura di non provare davvero nulla per Facundo?- domandó continuando a sorriderle come solo una madre sa fare. Alba scosse la testa, anche se non era del tutto convinta. Aveva provato un amore molto forte per lui durante il periodo di Violetta, non era stato facile scordarlo, ma alla fine ce l'aveva fatta. E ora tutto stava risalendo alla luce, ma lei non voleva: ci aveva messo troppo a rimarginare questa tappa, non voleva commettere l'errore di aprirla di nuovo. Anche se con questo fatto la loro 'relazione da amici' non sarebbe risultata  molto credibile. -Mamma, cosa significa il fatto che io non riesca a immaginare una famiglia con Pedro, ma al contrario con Facundo mi risulti molto facile?- 
Sua madre portó le mani al cuore -Alba, ma tu sei ancora innamorata di Facundo!- esclamó mimando un cuore con le dita. Alba portó una mano alla testa, confusa -Troppe cose tutte insieme, mamma aiutami!- la pregó.
-Amore, te l'ho detto, tutto dipende da ció che vuole il tuo cuore. Quando lo capirai fammi sapere. Ora devo andare, è ora di dormire quì in Spagna! A domani amore mio, ti amo- 
-Anche io- rispose Alba mandandole un bacio e chiudendo la chiamata.
Spense il computer e lo appoggiò sulla scrivania, poi si sdraiò sul letto coprendosi la faccia con le mani. Dopo la videochiamata aveva ancora più dubbi. Non sapeva nemmeno lei cosa provasse per Pedro e cosa per Facundo. Insomma, dopo tutto quel tempo era sicurissima che il periodo Facundo fosse concluso e che l'amore per Pedro fosse molto forte e pronto a tutto, ma quei due mesi passati a Buenos Aires avevano messo tutto a repentaglio. Lei e Facundo si vedevano tutti i giorni a casa dell'uno o dell'altra, avevano un buon rapporto, ma quando si trovava con lui e Pedro assieme, non poteva evitare di pensare che con Facundo si trovava molto meglio. Si, Pedro era un ragazzo molto responsabile, forse anche troppo, era un bravo ragazzo, ma gli mancava qualcosa. Non è che fosse un ragazzo depresso, ma forse un pò più di allegria non avrebbe guastato in lui. Facundo invece era il contrario, pensava meno ai problemi della vita, se ci pensava riusciva sempre a trovare qualcosa di positivo. Era serio nel suo lavoro, ci metteva tutta l'anima, ma allo stesso tempo era un festaiolo nato. Ed era tanto dolce con lei. Sapeva capirla al volo, cosa che con Pedro non succedeva spesso. 
-Dio, perchè sono tornata a Buenos Aires? In Spagna non avevo tutti questi dubbi!- esclamò Alba mentre si stropicciava gli occhi. In quel momento Pedro entrò nella loro camera. -Dubbi hai detto?- chiese. Alba si alzò dal letto e gli corse incontro -Paella o carne, questa è la vera sfida. In Spagna avrei subito risposto paella, ma quì? Insomma, la carne è così buona!- 
Pedro si mise a ridere di gusto e la prese per la vita -Carne, stasera ti porto al ristorante, ci stai?- domandò per poi lasciarle un bacio a stampo sulle labbra, troppo corto per essere ricambiato. -Scusa se oggi non sono tornato per pranzo, ma il salotto dei miei è davvero enorme! Spero non ti sarai annoiata- disse sedendosi sul letto, trascinando Alba davanti a sè con la mano. -No, sono uscita un pò con Candelaria- mentì lei.
Pedro la fece cadere sul letto accanto a lui, poi inizio a baciarla con fin troppa foga, finchè Alba non lo fermò. -Pedro, non dovevamo andare al ristorante?- domandò. Ancora prima di ricevere una risposta, lo spostò leggermente con le mani e corse in bagno per prepararsi. 
Pedro si alzò e si appoggiò ad una parete, confuso. Insomma, ad Alba non era mai importato arrivare puntuale al ristorante, se era una cena tra loro due e nessun'altro, non lo aveva mai respinto. Poi un nome gli balenò alla mente -Facundo- sussurrò prima di dare un pugno al muro -Me la farai pagare per tutto, ragazzo- 
 
Intanto Alba era seduta con la schiena appoggiata sulla vasca da bagno, alcune lacrime le bagnavano le guance. -Facundo, perchè mi fai questo?- domandò, forse a sè stessa. -Un anno senza vederti e in così poco tempo ho le idee così poco chiare, credevo di essere una donna decisa. Credevo di amare Pedro, poi lui mi bacia e vedo te, perchè?- continuò a sussurrare nascondendo sempre più la testa tra le gambe -Perchè?- continuò -Sto perdendo la testa- concluse soffocando un singhiozzo. 
La fecero tornare alla realtà le parole di Pedro fuori dal bagno -Amore, sei pronta?- domandò lui bussando alla porta. Alba asciugò le lacrime e schiarì la voce -Si, un secondo e sono pronta!- detto questo, afferrò la trousse e si truccò in fretta e furia, poi indossò un vestito nero che arrivava sopra al ginocchio ed uscì, cercando di evitare lo sguardo di Pedro: non doveva capire che aveva pianto. Afferrò la giacca dall'appendiabiti e lo raggiunse -Andiamo?- 
 
"Pronto, Cande? Sono Facundo, riesci a venire a casa mia tra poco? Okay, grazie, a dopo"
Facundo rimise il telefono a posto prima di sedersi sul divano. Aveva pensato molto in quel pomeriggio. Pensava ad Alba, non riusciva a togliersela dalla testa. Pensava a quanto la situazione si stesse facendo complicata, ogni giorno di più. Non bastava amarla in segreto, ora uno dei suoi sogni più desiderati stava diventando realtà. 
Perchè si, ogni volta che si era ritrovato a pensare ad un figlio, l'aveva sempre immaginato una metà tra lui ed Alba, aveva sempre detto che, se un giorno sarebbe dovuto succedere, sarebbe successo con lei. E ora era accaduto, ma non nel modo giusto, non come lui lo aspettava.
Dentro ad Alba stava nascendo una piccola creatura che aveva metà dei suoi geni, ma nonostante questo non sarebbe stato suo padre. O almeno, non sarebbe stato il padre che l'avrebbe cresciuto, non avrebbe mai sentito la sua prima parola, o visto muovere i suoi primi passi. 
Il bambino non avrebbe problemi, vivrebbe con Pedro e avrebbe avuto la cosiddetta famiglia felice, ma no, Facundo non lo accettava. Un figlio avrebne unito ancora di più Alba e Pedro e lui non poteva nemmeno immaginarlo, non poteva permetterlo. 
Stava grattando nervosamente i capelli, quando il citofono lo scosse dai suoi pensieri. Domandò chi fosse, nonostante sapesse perfettamente che fuori da casa sua c'era Candelaria, poi la fece salire.
-Che faccia Facundo! Che succede?- chiese la rossa togliendo la giacca e sedendosi sul divano accanto a lui. Facundo lasciò cadere la testa indietro sospirando, poi si mise composto e si voltò verso l'amica -Ti ricordi il rincontro? Sai, il pranzo, la festa, tutto il cast assieme- Cande annuì -Ecco, Alba ti aveva raccontato cos'era successo quella notte, giusto?- la rossa annuì di nuovo -Immaginavo volessi arrivare a questo. Avanti, che succede? Se te ne sei pentito non parliamone nemmeno, eravate ubriachi, è successo e basta, è inutile farsi una colpa- 
Facundo strofinò le mani sulla faccia -È questo il punto, Candelaria, io non ero ubriaco- 
Cande spalancò gli occhi, aggrappandosi al suo braccio -Aspetta, che cosa? Facundo, sai quanto ci è stata male Alba per questo? È andata avanti giorni dicendo a me e a Lodovica di essere una persona orribile, e dopo così tanto finalmente l'abbiamo convinta a non farsi più queste paranoie, visto che entrambi eravate ubriachi e non lo avevate fatto apposta. E tu ora che mi vieni a dire? Che non eri ubriaco! Facundo!- urlò tutto di un fiato la rossa prima di accasciarsi sullo schienale del divando sistemandosi i capelli. Facundo appoggiò i gomiti alle ginocchia e nascose la testa tra le mani -Lo so, Cande, lo so. Non avrei mai dovuto farlo, ma devi capire che nemmeno io ero del tutto sobrio, capivo e non capivo. L'unica cosa di cui sono certo è che l'ho amata come mai ho amato nessuno. Alba è tutto per me, Candelaria, non posso continuare a trattarla come un'amica- 
Candelaria sospirò, cercando le parole giuste da dire -Facundo- disse appoggiando una mano sul suo braccio -Non l'hai mai dimenticata e non hai intenzione di dimenticarla, vero?- 
Facundo scosse la testa -Non posso dimenticarla, non lo farò mai. Ma Candelaria, se il problema fosse solo questo me ne farei una ragione, ormai sono passati due mesi. Il punto è un altro- disse voltandosi di nuovo verso di lei. Cande gli rivolse uno sguardo interrogativo. 
-Vedi, stamattina Alba è venuta a parlarmi e mi ha detto una cosa abbastanza grave. Quando ti ho accennato quella notte, prima, era per arrivare ad una conclusione. Alba è incinta- spiegò per poi chiudere gli occhi e appoggiarsi contro lo schienale del divano. 
Candelaria sgranò gli occhi -È incinta? Oddio, fai sul serio?- chiese portandosi le mani alla bocca. Facundo fece cenno di si con la testa -Non sarei così preoccupato altrimenti, non credi?- rispose scuotendo la testa. -Alba mi confonde- 
-Confonde, perchè?- domandò la rossa. -Vedi, quando stamattina è venuta a dirmelo, l'ho abbracciata per consolarla e, beh, ad un certo punto ci siamo baciati, non so come sia successo. E lei mi ha detto "Non sai quanto vorrei continuare e scordarmi del resto, ma non posso". Candelaria, non puó dirmi di amare un altro e nel frattempo uscire con queste frasi!- 
Candelaria sistemó i capelli con aria perplessa -In effetti... Vuoi che le parli io? Magari domani, visto che deve venire e casa mia- suggerí incrociando le braccia sul petto. Facundo alzó le spalle -Come vuoi, tanto so che non cambierá nulla tra noi. Lei ha Pedro ed é felice con lui, basta- 
Cande scosse la testa, alzandosi dal divano -Forse non é poi cosí felice, se ti ha detto quella frase- obiettó mentre infilava la giacca nera. Si diresse alla porta e la aprí -Facundo- lo chiamó prima di uscire del tutto. L'amico alzó lo sguardo verso di lei. -Se la ami davvero, lotta per lei- suggerí prima di chiudersi la porta alle spalle. 
Facundo tornó ad accasciarsi sul divano e lanció un calcio al tavolino davanti a lui, con la testa tra le mani -Perché mi fai impazzire, Alba?- sussurró sconsolato.
 
-Alba! Alba, ti senti bene? Dobbiamo tornare a casa?- 
La voce preoccupata di Pedro riecheggiava nel ristorante, mentre correva accanto alla sedia davanti a lui per afferrare il braccio di Alba. -Alba, rispondimi!- fece un cenno per chiamare un cameriere, ma Alba gli abbassò la mano -Pedro, è solo un normale mal di testa, stai tranquillo- lo rassicurò la ragazza mentre stringeva la testa con una mano. -Alba, ma stavi per cadere dalla sedia!- ribattè il ragazzo spostanto la testa a due centimetri da quella di Alba, che la spostò un attimo dopo. -Pedro, mi metti più ansia facendo così! Mi è solo girata la testa un attimo, non è niente di che!- sbottò lei. Negli ultimi giorni il suo ragazzo non era il Pedro di sempre; era più appiccicoso, le stava appresso in qualunque cosa. Non era più il suo Pedro, le dava quasi fastidio. 
Il ragazzo alzò le mani -Va bene, va bene, torno al mio posto. Ma dillo se ti senti ancora così- rispose alzando gli occhi al cielo e tornando ad accomodarsi sulla sua sedia, che cercando di non farsi notare spostò leggermente verso quella di Alba. -Domani andrai ancora da Facundo?- domandò fingendo di interessarsi all'etichetta della bottiglia d'acqua davanti a lui. 
Alba alzò un sopracciglio -Ti da fastidio la sua presenza?- domandò aspettando che si voltasse verso di lei. Pedro alzò le spalle -Un pò, quando siete soli soprattutto- 
Alba spalancò gli occhi -E perchè mai dovrebbe darti fastidio? Facundo è un amico, Pedro!- 
Il ragazzo si voltò verso di lei -Un amico che ti guarda come se fossi l'ottava meraviglia del mondo. Anzi, non l'ottava, la prima! Dai Alba, non puoi negare che per lui sei molto più di un'amica, è impossibile non notarlo!- sbottò Pedro. Alba scosse la testa -Pedro, non è vero! Facundo sa che noi due stiamo insieme, si è sempre comportato perfettamente da amico in tua presenza!- questa volta fu Pedro a scuotere la testa -In mia presenza, appunto. Ma in mia assenza? Si comporta nello stesso modo? Io ho i miei dubbi- si lasciò scappare fissando Alba dritto negli occhi. -Stai forse insinuando che io gli permetta di fare determinate cose in tua assenza? Credevo avessi fiducia in me, Pedro- rispose Alba abbassando la voce. Non solo si sentiva estremamente in colpa per tutto ciò che stava succedendo, ora si aggiungeva pure Pedro con le sue ramanzine. E le pesava, perchè sapeva di aver commesso una cattiva azione, sapeva che Pedro aveva ragione riguardo a Facundo, ma sapeva anche che, da quando lei e Facundo avevano iniziato a vedersi ogni giorno, il loro legame si era rafforzato parecchio, ed era quasi del tutto certa di preferirlo a Pedro. Ma non lo aveva scelto lei.
Il resto della serata lo passarono in silenzio. Tornati a casa si cambiarono e si infilarono nel letto matrimoniale, ognuno in un'estremità, lontani tra loro. 
Pedro era arrabbiato, indispettito, geloso. Come poteva in due mesi aver perso Alba in quel modo? Dopo un anno di relazione stabile dove si erano trovati alla grande, ecco crollare tutto, disintegrarsi davanti ai suoi occhi come se non ci fosse mai stato nulla. 
Credeva che Alba ricambiasse il suo amore. Lui la preferiva ad ogni cosa, teneva a lei come nulla al mondo, ma ultimamente il sentimento non pareva reciproco. E non poteva sopportarlo. Odiava Facundo, lo odiava più di ogni altra persona o cosa al mondo, doveva trovare un modo per eliminarlo dalla sua relazione con Alba, non poteva sopportare di vederlo un giorno di più, di vederlo fare a pezzi quello che lui aveva costruito in un anno. Alba era una sua proprietà, non la avrebbe mai concessa a nessuno. Non le avrebbe mai permesso di concedersi a nessuno, di tradirlo. Era sua e basta. 
 
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Capitolo triste direi eh. Ma guardate il lato positivo, ho aggiornato un sacco un fretta! Dopo così tanto tempo senza scrivere mi sorprendo da sola. 
Scusate se il capitolo non è quello che vi aspettavate, anche a me non piace molto, ma dovevo scriverlo così per far intendere bene i sentimenti di tutti i personaggi, in modo che dal prossimo potrò far compiere più azioni e sarò sicura che saranno ben capite. 
Beh, non ho altro da aggiungere, perciò fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione.
Baci.
 
  
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