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Autore: Armand_    22/09/2015    0 recensioni
" Si decise a ingerire solo acqua per quella giornata e no, non si sarebbe dato pace finché non avesse ricordato cosa diavolo era successo la scorsa notte per ridurlo così."
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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L' aggiornamento è decisamente in anticipo.

Spero sarà di vostro gradimento. Ho deciso di postarlo oggi dato che non ci sarò per qualche giorno. 

Nel capitolo ho inserito queste barre // per segnalare l'inizio e la fine di un flashback. 

Buona lettura!

 

 

 

 

 

 

 

 

La mano tremò per un istante mentre versava l’acqua nel proprio bicchiere. Lo bevve tutto d’un fiato. Ne versò subito un altro sapeva che ne avrebbe avuto bisogno. Prese il bicchiere e lo portò con sé in salotto. Lo poggiò distrattamente sul tavolo pieno di scartoffie, prima di sedersi sul divano. Lasciò ricadere la testa svogliatamente sulla spalliera e se ne pentì subito quando una fitta dolorosa dietro la testa gli ricordò che, oltre al mal di testa che gli martellava le tempie, aveva anche un bubbone con cui fare i conti. Non che Harry non fosse abituato a sopportare questo genere di incidenti. Quando viveva con i Dursley ne collezionava almeno due o tre a settimana. Ancora ricordava quella volta che aveva preso in pieno la finestra, dietro l’aiuola della zia Petunia.

Ma questo qui come se lo era procurato?  

Era forse così distratto da non ricordare di aver sbattuto violentemente contro qualcosa? 

E che dire di tutto il resto?

Si prese la testa tra la mani, frustato. Chiuse gli occhi e tirò un sospiro profondo. Si concentrò, cercando di sgombrare la mente, sforzandosi di ripercorrere gli avvenimenti principali della notte precedente a partire dal momento in cui aveva seguito Malfoy. Ricordava bene il momento in cui era entrato in quel locale babbano e..

 

 

//     

 

 

 

 

1:40

 

 

Malfoy aveva percorso il breve tragitto che conduceva all’entrata con passo elegante e molti si erano voltati a guardarlo, catturati dalla sua figura snella e sinuosa. Il biondo, dal canto suo, non aveva degnato di uno sguardo il bodyguard di guardia all’ingresso mentre annunciava che quel tipo vestito male era con lui. Non appena furono dentro si trovarono di fronte una lunga scalinata.

Malfoy discese i gradini luminescenti del locale con passo modulato ed elegante mentre Harry, che lo seguiva nelle retrovie, si domandava cosa lo stesse trattenendo dal farlo rotolare - elegantemente - giù per i gradini. Non appena furono di sotto, un uomo ben vestito venne loro incontro e Malfoy lo salutò dandogli la mano. Si scambiarono un cenno e qualche parola che Harry non colse per via del frastuono. 

Poco dopo si spostarono sulla destra, passando a fatica attraverso la calca e salirono all’ultimo piano del locale con un lussuoso ascensore.

Harry teneva teso l’orecchio. 

Ora che il frastuono gradualmente diminuiva, era deciso a non farsi sfuggire nessun particolare che potesse rivelargli qualcosa sugli affari che conduceva Malfoy in quel posto. Quando arrivarono in quello che Malfoy tenne a precisare fosse il suo privé, Harry si guardò intorno con attenzione. 

La folla si agitava danzando forsennatamente al piano terra ma la musica non era più assordante a quell’altezza. Per un attimo Harry rimase a fissare ipnotizzato le luci stroboscopiche, incantato dal ritmo delle luci baluginant. L’ambiente era in penombra ed Harry distinse a malapena i divanetti di pelle nera, orientati verso la terrazza del privé a formare una curva. 

Si accorse che l’uomo di poco prima era già scomparso. 

Malfoy, invece, se ne stava con i gomiti poggiati sulla ringhiera della terrazza, dandogli le spalle.Le luci intermittenti ne illuminavano il volto di un’innaturale biancore ed Harry ne scrutava la figura che si stagliava scura contro lo sfondo. Gli si avvicinò, curioso di indovinare dove fosse rivolta la sua attenzione. Lo sguardo di Malfoy non sembrava essere diretto verso qualcosa di preciso.

Sembrava piuttosto assorto, a dir il vero. Harry riflette sul fatto che Malfoy non sarebbe stato disposto a scoprirsi più del necessario e dubitava che avrebbe soddisfatto la sua curiosità di buon grado. Forse seguirlo fin lì non lo avrebbe portato a niente. E poi, in fin dei conti, che diritto aveva di indagare gli affari personali di Malfoy? 

Fu riscosso da quei pensieri dallo sguardo serio e penetrante del biondo. Harry mosse appena le labbra prima che lui si sporgesse verso di lui, sfiorandogli la spalla. Quasi in un sussurro, gli disse all’orecchio:

“Non ci pensare Potter. Goditi l’atmosfera” 

Harry si sentì confuso dall’intimità di quel gesto. Inoltre, Malfoy si era accorto che era pensieroso.

“Perchè vieni qui?” gli chiese subito dopo, d'impulso.

“Perchè mi piace questo posto, è ovvio”

“Non lo trovo ovvio. Potresti essere in un milione di altri posti. Ed invece sei qui. Il frastuono, la musica, i babbani non sono cose che ti si addicono” insistette Harry.

“E di grazia, cosa mi si addice? Per caso, il Ministero ha decretato qualcos’altro che riguardi come devo vivere la mia vita, Potter?

“No! Ma cosa c’entra il Ministero?!” chiese Harry ancora più confuso.

“Lascia perdere. Ho voglia di bere” rispose infastidito.

Quando si voltò Harry vide che sul tavolino erano già pronti dei drink e la bottiglia di liquore scuro era stata lasciata lì. Malfoy si avvicinò e prese uno dei due, prima di sedersi comodamente sul divanetto. Incrociò le gambe e osservò Harry, incuriosito. Anche Harry si mosse e prese il suo bicchiere, prima di sedersi di fronte al biondo.

Lanciò un’occhiata alla bottiglia di liquore nero, curioso di scoprire di cosa si trattasse. 

Lesse “Absinthe Jacques Senaux”, il che non gli disse nulla.

“E’ assenzio. Il migliore.” disse Malfoy, sorseggiandolo.

Harry osservò incuriosito lo zucchero sul fondo del bicchiere e lo assaggiò con cautela.

Era forte, parecchio. Tuttavia il gusto di anice e liquirizia non gli dispiacque.

“Vacci piano Potter o non vuoi tornare a casa sulle tue gambe?” disse Malfoy, stavolta divertito.

 “Ti piacerebbe, Malfoy. Questa roba è succo di zucca per me. Ci vuole ben altro per stendermi” disse Harry, con tono orgoglioso, mentre ripensava ai suoi ultimi trascorsi col Whisky Incendiario. 

“Sicuro di te come al solito, eh Potter?” 

Harry gli lanciò uno sguardo sprezzante ma non poté resistere a quell'antico richiamo: il tono di sfida di Malfoy era troppo invitante per le sue orecchie. Vuotò il proprio bicchiere in un sorso, afferrò la bottiglia e senza il minimo indugio versò dell’altro liquido scuro nel suo bicchiere.

“Assolutamente. Mi sottovaluti, Malfoy” disse Harry, ostentando la propria sicurezza con un ampio sorriso.

“Tanto vale provarlo, non credi?” ribatté il biondo.

“Che intendi?” chiese Harry, incuriosito.

“So che muori dalla voglia di farmi delle domande.. Ed io sono terribilmente annoiato, dunque potremmo.. ”

“Arriva al punto, Malfoy” lo interruppe Harry.

“Ce la giochiamo, Potter. E’ semplice. Una domanda a testa, chi non vuole rispondere in tutta onestà, deve bere.”

“Ci sto, Malfoy. Comincio io” disse Harry deciso a far girare la situazione in suo favore.

“Muori proprio dalla voglia” lo provocò il biondo.

“Taci o ti faccio ingogliare anche la bottiglia” replicò caustico Harry.

“Uh, tremo Potter” 

Harry lo ignorò. Non avrebbe mai ammesso che era così. Moriva dalla voglia di fargli delle domande e se anche non avesse voluto rispondere Malfoy avrebbe dovuto bere e bere ancora. Qualcosa gli sarebbe scappato prima o poi. Harry pensò che qualsiasi informazione avrebbe estorto a Malfoy senza il suo pieno consenso sarebbe stata una rivincita sufficiente per le disavventure di quella serata. Perciò si affretto a dire:

“Vorrei sapere.. Cosa hai fatto in questi anni, più o meno” 

“Andiamo subito sul personale, Potter. Vediamo.. Vorresti sapere cosa ho combinato in questi anni.. Si vede che non hai letto granché i giornali. Sai, dato che eri presente al processo, che non sono finito ad Azkaban come mio padre. La maggior parte delle nostre proprietà sono state confiscate ed io e mia madre abbiamo mantenuto solo la proprietà del Manor. Luogo nel quale attualmente viviamo. I miei, prima che tutto andasse a puttane, avevano già preventivato che sposassi Astoria Greengrass ed io ero assolutamente rassegnato a far funzionare l’accordo sulla nostra unione. Peccato che all’ultimo la sua famiglia si sia tirata indietro. Non eravamo più un buon partito, suppongo. Meglio così, ho risparmiato a me e a mia madre la frustrazione di dover sopportare anche le ipocrisie dei Greengrass.”

Fece un breve pausa, indeciso se continuare o meno. Poi riprese a parlare con tono piatto:

“Gli ultimi tre anni sono passati rapidamente nel tentativo di riabilitare il nome della nostra famiglia. Tutto quello che ho fatto e faccio tutt'ora è solo in questo interesse. Non è per me, ma per mia madre. Non voglio che debba mai dover camminare a testa bassa per colpa degli errori che abbiamo commesso in passato. Siamo stati deboli e stolti, vittime di noi stessi e delle aspirazioni folli di mio padre. Con questo non voglio giustificarmi, né tantomeno chiedere scusa. E nemmeno dirti grazie, Potter.. Sai, per aver testimoniato in mio favore. Hai recitato bene la tua parte dell’eroe irreprensibile…I giornali l’hanno adorato”

Harry non poté fare a meno di ribattere a quelle ultime parole. 

“Non mi aspetto nessun ringraziamento da te, Malfoy. L’ho fatto perché non te lo meritavi, eravamo giovani e quello che ho raccontato al processo era la verità. Pensi davvero che mi importi quello che scrivono su di me? Che tragga piacere dai loro untuosi complimenti? Ti facevo più intelligente, Malfoy. Se lo fossi, sapresti che odio essere l’Eroe che riempie le loro testate giornalistiche. Odio i riflettori puntati addosso. Non sono fatto per la fama, eppure, sono condannato ad essere quel Harry Potter. Dovrò conviverci per sempre, esattamente come tu, sei condannato ad avere quel marchio sul tuo braccio. Per sempre.”

Malfoy sembrò riflettere seriamente su quelle parole. In qualche modo, era sorpreso dall’onesta con cui si stavano parlando ma, allo stesso tempo, aveva timore a mostrare segni di debolezza. Schiuse leggermente le labbra per ribattere ma Harry lo precedette:

“Risparmiati il veleno per la prossima domanda, Malfoy”

Il biondo gli rivolse un sorriso amaro prima di parlare:

“Peccato, stavo per farti un complimento. Forse l’unico che sentirai mai uscire dalla mie labbra”

“Non sarà una gran perdita, allora” disse Harry, stavolta ridendo. 

 “Allora Potter, dove eravamo rimasti? E’ il mio turno, se non sbaglio. Dimmi.. cosa ti porta da queste parti?”

Harry rispose d’istinto, credendo di poter aggirare facilmente la domanda. 

“Ero con Ron ed Hermione prima, ci siamo salutati e poi ho avuto la sfortuna di incontrarti. Tutto qui.”

“Forse non mi sono spiegato. Intendo dire - e cerca di cogliere stavolta - cosa ti ha spinto a seguirmi. Fino a qui.”

“Non avevo nulla di meglio da fare, Malfoy.” disse Harry, deciso a non aggiungere nulla su quell’argomento.

“Certo, uno come te deve annoiarsi dalla mattina alla sera, immagino.  Perciò decide di pedinare chiunque gli capiti a tiro! Le tue risposte sono insoddisfacenti, Potter. Bevi” 

“Hey, ma questo è contro le regole!” protestò Harry

“Tu dici? Abbiamo stabilito all'inizio quali fossero le regole. Stai evitando di rispondere alla mia domanda perciò ora, da bravo Grifondoro, prendi quel bicchiere e lo mandi giù”

Con un gesto imperioso della mano il biondo gli indicò il bicchiere. Harry, nonostante l’irritazione, non protestò. Prese il bicchiere e ne bevve il contenuto. Il liquore gli bruciò la gola ma il sapore non fu male. Certo, Malfoy lo aveva incastrato a questo giro, ma era solo l’inizio. Avrebbe dovuto essere un po' più scaltro, tutto qui. Il suo piano poteva funzionare. Potenzialmente.

Contento, Malfoy? Non fa nessuna differenza per me. Ora continuiamo” disse Harry, più motivato che mai.

Malfoy, nel frattempo lo guardava raggiante da sopra le ciglia, una luce divertita faceva risplendere i suoi occhi grigi nella penombra e gli donava un’aria vagamente diabolica. Con un gesto automatico si scostò i capelli dal volto e sembrò tendere l’orecchio alla domanda del moro con interesse.

“Dunque Malfoy.. quando hai capito che ero io, perché ti sei fatto avanti? Ormai ti avevo perso di vista, prima che mi arrivassi alle spalle” mentì Harry

“E poi, mi hai praticamente invitato a venire qui con te. Qual’è il senso? 

Ad Harry sembrò che la domanda mettesse sufficientemente a disagio Malfoy. Si compiacque di se stesso.

“Perchè ero annoiato, Potter. Niente di più. Non credevo nemmeno che avresti accettato alla fine. Mi sbagliavo, evidentemente” 

“Certo. Tutta colpa del caso e della noia, no? Potrei quasi crederci, se non ti conoscessi a sufficienza Malfoy. Ora, bevi

“Non ti piace perdere vero, Potter?” disse il biondo, afferrando il bicchiere e portandoselo alla labbra lentamente.

Lo mandó giù tutto d’un fiato. Una minuscola goccia gli colò all’angolo della bocca. Se ne accorse subito e col dorso della mano pallida la rimosse. Harry lo fissava. Lo stomaco fece un balzo alla vista di quel gesto, automatico e sensuale al tempo stesso. Harry ignorò quella reazione prontamente.

“Bene.. Rispondi a questa, Potter. So che hai rotto con la Weasley. La  Gazzetta ne ha scritto per mesi senza cavarne un ragno dal buco. Tutt’ora si stanno struggendo cercando di capirne la ragione. E la cosa mi diverte moltissimo. Tuttavia, sarei curioso di saperne la ragione a questo punto, in via del tutto confidenziale” 

Malfoy si stava impegnando più del solito ad irritarlo o era una sua impressione?  

“Non c’è nulla di confidenziale in quello sto per dirti, Malfoy. La verità è molto semplice: ci amavamo ma non eravamo destinati a stare insieme per sempre. Era routine la nostra. Conforto reciproco. Meritavamo di più, entrambi”

“Ovviamente. Avevo dimenticato i sentimenti nobili di voi Grifondoro. Niente tradimenti o colpi bassi, avrei dovuto immaginarlo. Peccato per la Gazzetta, non avrà mai lo scandalo che insegue da mesi” Malfoy sembrò compiaciuto a quell’idea. 

“Siamo in due ad odiarla, allora” gli disse curioso. 

“Direi di si. Ma per ragioni diametralmente opposte. Il meglio che abbiano scritto su di me, ultimamente, recitava che " il giovane Malfoy conduce attualmente una vita ritirata, grato della magnanimità dimostratagli dal Ministero e dall’intero Mondo Magico..”  Finì appena la frase prima di scoppiare in una fragorosa risata. 

“Potrei mettere una buona parola per te, Malfoy. Magari confermando alla Gazzetta la tua immensa gratitudine” gli disse Harry tremendamente divertito. Se la rideva da morire al pensiero di Malfoy che veniva definito pubblicamente grato al MinisteroDopotutto, pensò, un’occhiata alla Gazzetta valeva la pena darla ogni tanto.

“Che pensiero carino, Potter. Sono sicuro che gioverebbe notevolmente alla mia reputazione” 

Il biondo alzò gli occhi al cielo, scuotendo leggermente la testa ed ignorando Harry che ancora se la rideva.

“In ogni caso puoi stare tranquillo Malfoy, al momento, non ho intenzione di rilasciare alcuna dichiarazione. Piuttosto, è il mio turno.”

Il biondo mosse leggermente la testa in segno di assenso, prima di allungare un braccio lungo il morbido schienale del divanetto. Si mise più comodo, le gambe nuovamente incrociate.

“Cosa mi dici di te, invece? Nessuna relazione, presente o passata, di cui la Gazzetta dovrebbe essere informata?”  

“Oh, Potter, non avrai una sola parola da me su questo argomento”

 E, senza fare una piega, bevve il suo bicchiere.

“Ho toccato un tasto dolente, Malfoy?”

“Non direi. Semplicemente non voglio metterti in imbarazzo” disse lapidario. 

“Che vuoi dire?” domandò Harry, curioso e confuso al tempo stesso.

“Potter, ti ricordo che è il mio turno. Allora, volevo giusto chiederti.. A quest’ora non dovresti essere nel tuo letto, a raccogliere le energie, per il tuo lavoro di Auror presso il Ministero? Sei la loro punta di diamante dopotutto”

Malfoy aveva, chissà se consapevolmente, toccato un nervo scoperto di Harry. Colto in contropiede da quella domanda e senza nessuna intenzione di esporsi, Harry afferrò il bicchiere e bevve senza esitazione. Malfoy gli lanciò uno sguardo affilato, intuendo che c’era qualcosa sotto di cui Harry non voleva parlare. Il moro si aspettava qualche battutina sarcastica da parte sua ma non ne venne alcuna. Si limitò a rimanere in silenzio dopo che ebbe riempito entrambi i bicchieri.

“E del tuo lavoro che mi dici, Malfoy?”

Se l’era cercata, pensò Harry. Il biondo doveva aspettarsi quella domanda perché aveva già portato il bicchiere alle labbra e ne bevve il contenuto non appena Harry terminò di pronunciare la domanda. Era ovvio che, pur volendo, per Malfoy non doveva essere facile trovare un’occupazione con i trascorsi che aveva. Eppure, di certo, non era un mago poco dotato. Anzi, Harry ricordava la sua abilità, specialmente in pozioni. Fu nel bel mezzo di quelle considerazioni che, d’un tratto, si accorse che gli girava la testa. La scosse delicatamente di lato, si passo una mano fra i capelli ribelli e sembrò che tutto tornasse normale. 

Poco instanti dopo, gli giunse l’eco delle parole di Malfoy.

 

 

//

 

 

 

 

Da quel momento in poi, Harry faceva fatica a ricordare chiaramente gli avvenimenti che si erano susseguiti. A malapena ricordava di aver varcato la soglia di Grimmauld Place tra i fumi dell’alcol. Di certo doveva aver sottovalutato il tasso alcolico di quel dannato liquore. La scelta Di Malfoy non doveva essere stata casuale. Eppure anche Malfoy ne aveva bevuto un bel pò. Ne era certo..

Cosa gli rimaneva da fare?

Il suo mal di testa non faceva altro che aumentare ad ogni ulteriore sforzo mnemonico. 

Fu così che, sull’orlo del baratro, valutò quella che in condizioni normali sarebbe stata semplicemente una pessima idea: scrivere a Malfoy. 

Doveva mandargli un semplice gufo: gli serviva solo qualche informazione in più per ricordare e lui era l’unico che poteva dargliela. Si sarebbe mantenuto su un registro generico, accennando alla serata precedente e avrebbe atteso la risposta di Malfoy. Tutto sarebbe dipeso da quello. Doveva solo cercare di non fare la figura dell’idiota. Poteva riuscirci, si disse, cercando di essere ottimista.

Cercò della pergamena in giro per casa e quando la trovò, si sedette alla propria scrivania con aria grave. Rifletté alcuni istanti ed iniziò a scrivere.

 

   
 
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