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Autore: carmen16    23/09/2015    2 recensioni
E se Bella ricoprisse il ruolo del vampiro e Edward fosse il fragile umano? e se dovessero incontrarsi nel momento più sbagliato che il destino dovesse scegliere? se dovessero anche risultare nemici?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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Buonaseraaaaa lettori di questo fandom! Mi scuso in antiipo, in ginocchio sui ceci se non ho aggiornato in queste due settimane ma fra l'inizio della scuola e altre problematiche non sno riuscita ad aggiornare in tempo. Avvo scritto gà una parte nel fine settimana ma terminarlo in quel modo, senza nemmeno far comparire il nostro Edward, non era affatto giusto. Inoltre non ero soddisfatta del risultato. Spero che questo capitolo vi piaccia come gli alri. Farò molto di megli nei prossimi e ci saranno sempre nuove sorprese succulente in arrivose avrete la pazienza e la voglia di seguirmi. Recensite miraccomando e perdonatemi. Non posso far altro che augurarvi buona lettura

~POV BELLA

Ed eccola lì, nella casa che doveva essere il rifugio di tutto quel branco, seduta al loro tavolo con i loro sguardi addosso. Erano tutti in piedi, appoggiati spavaldamente ai muri o pensole, con le braccia conserte e un'aria di malcelata ostilità. Era ovvio che non gradivano la sua presenza nel loro territorio, ed era compresibile. Almeno si sforzavano di mantenere un contegno. Per quanto li osservasse non faceva che pensare che fossero tutti gemelli, stesse espressioni, posizioni, movimenti sincronizzati... Ciò che faceva di loro un branco era più del gene del lupo mannaro che scorreva in loro. Il merito doveva essere del loro capo, che li disciplinava facilmente e che si faceva rispettare. Sam era di certo un soggetto diverso. Non aveva mai osservato i meccanismi sociali e non, di un branco, e di certo i risvolti antropologici erano notevoli, soprattutto poi in un contesto così sviluppato come il loro. Nessuna associazione umana rendeva quel risultato, e neanche quella animale perchè trattavasi di puro istinto. I licantropi sicuramente rappresentavano uno schema a parte nell'evoluzione, e un caso unico. Ma non era lì per studiarli, doveva concentrarsi sulla sua richiesta, dosando le parole per impedire di trovarsi un branco scagliatole contro. All'aperto avrebbe trovato qualche scappatoia per uscire, ma non si sarebbe aspettata che la portassero in un luogo chiuso... L'unica uscita era la porta a cui in quel momento stava dando le spalle. Aveva poche speranze di raggiungerla con ben otto licantropi sparpagliati per la stanza che la osservavano in ogni suo movimento. Neanche la velocità vampirica le sarebbe stato d'aiuto in quella circostanza. Con un sospiro osservò con circospezione ciò che la circondava e notò che era una casa perfettamente normale, molto accogliente e amplia. Notava dei segni recenti di ristrutturazione... Da poco dovevano averla ampliata per poter accogliere i nuovi membri, e chissà quanti ne sarebbero venuti ancora. Più la minaccia di vampiri cresceva e più abitanti Quiluete si trasformavano. E di sicuro presto Forks non sarebbe più stata la città tranquilla di un tempo, ma doveva ancora comprenderne il motivo. Forse c'era qualcosa di più grande di quello che si sarebbe aspettata, che non c'entrava con la sua fuga e le ricerche che stavano sicuramente facendo su di lei, sperando che anche Ian fosse stato dirottato dai suoi frequenti cambiamenti di meta. Era un bluffe, che sperava non scoprissero tanto in fretta. Osservò Sam che sedeva apparentemente tranquillo, ma con espressione severa sul viso, con alle spalle una ragazza dai capelli neri e occhi lucenti, quasi magnetici... Sarebbe stata una ragazza bellissima, se non fosse per le cicatrici di tre graffi che le deturpavano il volto. Era come un quadro fiorente di colori vividi e lucidi che fosse stato macchiato da delle strisce nere, profonde e senza alcuna armonia o grazia. Stonavano, gridavano dolore. Ma si costrinse a distogliere lo sguardo dal suo viso perchè notò una nota di fastidio sul viso di Sam, e uno di imbarazzo e timore in Seth, al suo fianco. Bene, adesso toccava a lei parlare dato che aveva richiesto questo incontro, perciò iniziò, guardando bene l'alfa negli occhi, per fargli capire che non lo temeva, dimostrando più coraggio di quanto avesse; ma in politica funzionava così, mai mostrarti più debole dell'avversario.

A testa alta disse:

- Ti ringrazio per aver accettato questo incontro, Alfa. Sono qui per proporre un armistizio fra le nostre razze, almeno per il tempo che io resterò in questa città, in modo da non avere scontri e perdite, in nessuno dei due fronti.

- A quelle parole sentì un lieve ringhio da dietro le sue spalle e qualcuno che cercava di trattenere un corpo vibrante che stava sussurrando le parole - ti farei fuori in qualsiasi momento, succhiasangue...- ma fu interrotto da una mano alzata di Sam che le rispose con un tono neutro.

Aveva stoffa per il comando, ed era il più controllato e posato di tutti loro. Avrebbe fatto di sicuro strada come capo. Con calma le rispose:

- E dimmi, vampiro, per quanto tempo hai intenzione di fermarti? Cosa sei venuta a cercare in questa cittadina? E' raro che i vampiri si aggirino solitari senza alcun legame. Cosa proponi esattamente? Devo conoscere le tue intenzioni se vuoi che ci sia pace fra noi. -

Bella si aspettava qualcosa del genere, nelle sue migliori ipotesi, e silenziosamente aveva ringraziato la sua buona stella, destino o quel che sia, perchè l'alfa era una persona ragionevole e disposto perlomeno a parlarne e disse:

- Per quanto starò qui non posso dirlo perchè ho delle faccende in sospeso da sbrigare, riguarda la mia storia. Nulla che faccia del male gli umani o coinvolga voi, in ogni caso. Stavo pensando che se avessi un mio territorio, dove poter essere libera di cacciare solo animali, e vivere senza intralcare i vostri scopi, staremmo entrambi più tranquilli. Incontrare uno di voi durante la caccia o quando voi siete in pattuglia sarebbe estremamente rischioso perchè i nostri istinti sono più potenti e potremmo farci del male da entrambe le parti. Se dovessi cacciare altro che non fossero animali voi siete liberi di uccidermi. Questa è la garanzia che posso darvi. In cambio potrei aiutarvi a fare la guardia. Non necessito di sonno e non mi stanco facilmente, perciò potreste ripiegarmi come pattuglia in caso di necessità-

Sam congiunse le dita fra loro, appoggiando il capo alla sedia ma senza perdere il suo sguardo, nè la sua posa rigida, mentre Emily lo rassicurava con la sua presenza alle sue spalle. Dopo qualche minuto le rispose:

- Abbiamo già stipulato un contratto simile in precedenza, con un clan di vampiri non distanti da qui. Potrei farti esaminare i vari punti che avevamo stipulato con loro. Noi accetteremo il patto solo a quelle condizioni. Per quanto riguarda la tua offerta, abbiamo tutti bisogno di riposo e di reclute che ci aiutino ma ciò non toglie che per lavorare con efficienza noi comunichiamo col pensiero, mentre con te non avremmo modo di parlare in forma lupina. Sebbene sembra che Set si fidi di te, tu costituisci un potenziale pericolo per la nostra gente, e converrai con me che dei licantropi che richiedano l'aiuto di un vampiro, è piuttosto bizzarra come idea. Voglio credere che sia nata una mentalità diversa di vampiri, ma da generazioni non avete fatto altro che terrorizzare e distruggere, non è semplice fidarci di voi. Ti concederò il beneficio del dubbio, però non è il modo appropriato per parlarne. Potete lasciarci da soli, per favore? Tutti tranne Seth. State tranquilli, non accadrà nulla.

- Quando i compagni obbedirono, si rilassò impercettibilmente sulla schiena, riprendendo di nuovo la parola:

- Ora che siamo soli, Seth vorrei che tu mi riferissi cosa è successo esattamente e perchè avresti motivo di fidarti di lei, dopodichè ti sottoporrò il contratto che firmeremo entrambi con il sangue. Vorrei dirti una cosa sola, vampira. Non c'è niente di più importante per me del mio branco e della mia gente, nemmeno la mia vita, perciò se farai loro del male non avrò pietà per te e non ci sarà morte che non invocherai, anche la più atroce, rispetto a ciò che potrei farti io. - Aveva uno sguardo acceso, intenso.

Se si concentrava riusciva a vedere le fiamme ardere dentro i suoi occhi e la sua aurea gonfiarsi. Se avesse avuto qualche dubbio sulle sue intenzioni, ora più che mai era sicura che Sam non scherzava affatto. Se non fosse che era assuefatta alle minaccie, prime fra tutti quelle di Dimitri, sarebbe rabbrividita probabilmente. Ma era decisa a proseguire. Comprendeva perfettamente le ragioni di Sam, e probabilmente al suo posto sarebbe stata altrettanto implacabile. Mentre Seth al suo fianco, spiegava velocemente del loro incontro e di ciò che era venuto dopo, omettendo del loro legame, lei aveva letto il patto che il branco aveva stretto con il clan. Si domandava chi fossero, e dove fossero adesso. Per essere riusciti a giungere ad una pace non dovevano essere dei comuni vampiri, chissà se seguivano la sua stessa dieta... Lei aveva iniziato da poco ed aveva ancora così tanto da imparare, sarebbe stato utile conoscere qualcuno che aveva già combattuto la stessa lotta e che le potesse assicurare che fosse possibile o meno... Per quanto ci provasse, e ci stesse riuscendo a fatica a resistere al profumo buonissimo degli umani, non era del tutto sicura che avrebbe retto, a lungo andare. Se poteva essere qualcosa di duraturo e davvero lei potesse cambiare totalmente il suo genere alimentare, sarebbe stato un sollievo enorme. I sensi di colpa per le vittime che aveva dovuto mietere, la uccideva.  Ma stare vicino ad altri come lei sarebbe stato rischioso. Tutti, chi più chi meno servivano o dovevano sottostare ai Volturi. Quando un vampiro scappava o violava le loro leggi e veniva messo al bando, tutti erano tenuti se lo avvistavano a denunciarlo all'ordine. Perciò era meglio che nessuno sapesse della sua presenza. Si tagliò il palmo con un coltello che aveva visto posato sul bancone della cucina, e si servì del sangue per macchiare il foglio, dopodichè anche Sam si ferì alla mano destra e si strinsero le mani ferite in segno di rispetto. Per le loro due razze non c'era cosa più forte e sacra del sangue. Quando afferrò la sua mano grande e calda sentì un formicolio lungo tutto il braccio. Sam era una persona d'onore, lo sentiva. Si guardarono negli occhi e vi lesse tutta la forza e la determinazione. Non sapeva cosa lui vi leggesse nel suo volto ma lasciò che le sue emozioni emergessero. Voleva essere onesta fino in fondo. Il suo sangue sebbene in un altro contesto l'avrebbe attratta, essendo un licantropo le dava solo un lieve fastidio alla base della gola.

Gli porse un panno per avvolgerlo attorno alla  mano mentre Seth diceva:

- Secondo me Bella è in grado di fare la ronda. Potrei tenerla d'occhio io e inoltre ho scoperto di poter comunicare col pensiero con lei, perciò non la potrei perdere di vista. -

Sam aveva corrugato le sopracciglia, ma la sua risposta giunse con una voce tranquilla:

- Ma tu non sei un telepatico al di fuori del branco Seth, e i vampiri hanno dei poteri per controllare la mente. Non ritengo sicuro che comunichi con lei. Con tutto il rispetto ma non possiamo fidarci così facilmente di voi vampiri. -

Prima che potesse dire qualsiasi cosa fu Seth a ribattere avanzando di un passo, spostandosi leggermente davanti a lei, quasi a proteggerla. Che cosa sciocca da fare, data la sua natura. Il ragazzo disse:

- No non sono telepatico ma con Bella è diverso, e anche lei non è una comune vampira. Non può sopraffarmi perchè non ha accesso alla mia mente se io non lo desidero. Me ne assumo io la responsabilità, come per questo incontro e si è comportata bene. -

I due si osservarono a lungo, ma infine Sam sospirò rassegnato e vide che si massaggiava lentamente la fronte, come se le rughe che vi si erano formate gli dolessero, doveva essere un'abitudine perchè non ne sembrava consapevole. Alla fine disse:

- Bene, Seth. Spero che tu sappia cosa stai facendo. Ti dirò io quando e come dovrai fare la ronda. Tieniti reperibile e tu Seth la sorveglierai e se lei farà qualche passo falso entrambi ne terrete conto direttamente a me. Non lascerò che decida il branco. Non posso fare altro per voi. Ti vedo perplessa. Devi sapere che di solito ogni cosa che accade, soprattutto che coinvolge il branco, si decide democraticamente, mettendola "ai voti", anche se l'ultima parola spetta a me, ma dato che voi potete essere un grande cambiamento nel nostro mondo, io non posso impedire che accada. Se però non andasse come ci auspichiamo, posso solo evitare che il vostro destino sia deciso da persone che seppur legate a te Seth non riescono a comprendere che ci possa essere di più che odio fra te e lei.  A proposito, immagino che tu abbia un nome con il quale farti identificare. Più tardi vorrei che tu ti facessi annusare dal branco in forma lupina. Non preoccuparti, è solo per memorizzare meglio il tuo odore in modo da non attaccarti quando ti avvicinerai al confine. Non saremo tutti insieme, ci trasformeremo uno alla volta così non avrai motivo di allarmarti. Siamo licantropi di parola. La convivenza non sarà affatto semplice per alcuni di noi che sono troppo arrugginiti nei loro pregiudizi perciò dovrai avere pazienza. Non cogliere le loro provocazioni perchè non cercano altro, ma in fondo sono bravi ragazzi anche se hanno delle teste calde. Benvenuta fra noi. -

Era il discorso più lungo che gli avesse sentito dire. Era felice che almeno l'alfa l'avesse accettata o meglio stesse cercando di comprendere il motivo della sua presenza lì. Adesso restava di convincere anche gli altri, o dargli una ragione oltre la fedeltà al loro capo, per non ucciderla a vista. Era dura la vita di una vampira. Sentiva che presto la sua vita non sarebbe stata più la stessa, ancora una volta.

POV EDWARD

Maledetto fine settimana. Erano tre giorni che non vedeva Bella e in qualche modo ne sentiva l'assenza come quando si è abituati a vedere qualcosa tutti i giorni, a portata di mano per poi rendersi conto che non c'era più. Mancava qualcosa nella quotidianità. Lo preoccupava che dopo quelle due volte che si erano incontrati non riusciva già più a fare a meno di lei, delle sue battute pungenti e il suo sorriso sarcastico che cercava di nascondere sempre. E poi quel suoi strani occhi che cambiavano colore, doventando dorati lo attraevano immensamente. Se non fosse stato un tentativo patetico, sarebbe già andato a trovarla a casa sua con una qualsiasi scusa... Misha dopotutto l'aveva già aiutato una volta in questo senso. Adesso cos'avrebbe fatto per occupare il tempo? Doveva assolutamente sparire da casa nel week-end o sarebbe stata la fine passarlo con i suoi genitori adottivi. Decise che si sarebbe recato lo stesso nel bosco a disegnare fino a sera, non di certo disdegnando la speranza di incontrarla casualmente, e poi avrebbe trovato un posto dove stare per la notte, magari da uno dei nuovi iscritti a scuola con cui aveva stretto amicizia, incredibilmente. Deciso, prese il suo fedele album A4 per il disegno, però utilizzava molto le mani, al di fuori di quando manteneva la matita. Usava le dita per schiarire e sfumare il tratto, per "sbavarlo" un pò, calcarci sopra. Il disegno era qualcosa di concreto che poteva manipolare con strategie e tecniche che gli sembravano le migliori al momento. Aveva già disegnato in precedenza alcune zone del bosco, e anche una piccola foce che sgorgava come un sentiero fra gli alberi, ma mai in quel periodo, con la neve ancora sul terreno, le foglie che lottavano per restare attaccate alla loro fonte di vita, ma che inevitabilmente cedevano anche per un soffio di vento. Anche loro non potevano sottrarsi al ciclo della natura, quando giungeva il momento, qualsiasi tentativo di salvezza era inutile. Si entrava a far parte della FINE che tutti immaginavano e odiavano, correvano via spaventati, terrorizzati. Ma giungeva comunque. Giunto in un posto riparato all'ombra di un albero si sedette su un tronco caduto e mentre Misha esplorava con circospezione annusando a fondo dalle sue larghe e umide narici, lui si era posizionato con l'album in grembo e stava iniziando a delineare i confini del terreno e le proporzioni con il troco e i primi rami. Odiava sbagliare il calcolo delle distanze e dover ridisegnare tutto. Voleva che venisse tutto il più realistico possibile. Si sentiva in qualche modo bene quando disegnava. Adorava ritrarre la natura perchè in quel momento si sentiva come se ne comprendesse e afferrasse la vera essenza, ma la verità dei suoi disegni era ben lontana da ciò che vedeva. Un disegno restava pur sempre un qualcosa che per quanto possa avvicinarsi alla vita e far emozionare, non lo era davvero. Stava iniziando a dar forma ai primi rami, la parte più bella e divertente per lui, perchè era quello che rendeva gli alberi così affascinanti e significativi per la cultura del simbolismo e per le persone. Queste braccia al cielo. Un gesto di speranza e preghiera, o di resistenza a qualsiasi cosa accada. Dopo un pò sentì che Misha gli girava attorno nervosamente e si irrigidì rimanendo immobile. Dopotutto non conosceva quali genere di animali potessero eserci, anche mortali... Cercò di fare finta di nulla, tenendo però le orecchie ben aperte. Ad un certo punto Misha iniziò ad abbaiare e sentì un fruscio alle sue spalle. Voltandosi potè vedere dei capelli biondi e un giubbotto di pelle, ma quello che lo ivestì fu una voce suadente e calda che gli diceva:
- Scusami, mi sapresti dire dove abita una certa Isabella Swan? Sapevo che viveva da queste parti, mi sapresti dare delle indicazioni?-
Chi era la figura che era comparsa all'improvviso?
   
 
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