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Autore: Geh__    23/09/2015    1 recensioni
« La vita della donna media Francese: nasci, cresci, impara a cucire, studia, impara ad essere una buona moglie, sposati, fai i figli, crescili e muori. Una bella pacchia, no? » chiese Arielle all'amica guardando tutte le dame nella sala.
«Fortuna che per te non è così, vero?»
Arielle pensò attentamente a quella domanda, e non sapeva se definirsi fortunata: lei aveva avuto la sorte di essere un'Assassina, ossessionata con la vendetta. Non era solo una Assassina, era una cacciatrice delle persone che gli avevano rovinato la vita, di persone introvabili.
«Già, una vera e propria fortuna» rispose bevendo un sorso di vino.
STORIA IN STATO DI REVISIONE
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arno Dorian, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Doronic ventôse


«Arielle, per l'amor del cielo, sei pronta?!» Mia madre urla dal fondo delle scale impaziente, per la... quarta volta, credo, le rispondo
«Sì, un momento solo!»
Esco dalla mia stanza, e correndo la raggiungo giù. La vedo mormorare a mio fratello:
«Nemmeno si stesse vestendo da sposa...»
« I miei più sentiti complimenti, tanto tempo per prepararti ma resti sempre dalla dubbia bellezza»
«Complimenti per la varietà delle offese, testa di vacca»
«Arielle, seriamente, che abiti cupi oggi!" osserva mia madre, Hillary, con tono schifato
«Oggi? Lei si veste sempre così. La sua vita è un eterno funerale».
Si riferiscono alla tonalità dei miei vestiti: vestito grigio e mantello nero con una sciarpa rossa che spezza il tutto.  «Scusate ma devo dissentire: ho la sciarpa rossa!» André mi guarda il collo, e aggrottando le sopracciglia mi chiede «Dov'è la collana?»
Intende la collana che ho da sempre di cui non ho mai capito il significato del simbolo, uno strano triangolo.
«Qui, come sempre»
«Su Arielle, andiamo. Oggi andremo al mercato. Devo comprare delle cose personalmente per il ballo di stasera!»
Siano maledetti i balli e siano maledetti chi li organizza. «Devo proprio venirci?»
«Sì, signorina. Già non sei venuto al precedente. Non vorrai mica essere etichettata come la figlia apatica?» «Apatica e aggiungici anche zitella» aggiunge André guardandosi allo specchio «Io almeno ho un cervello a differenza tua, idiota!»
«Ragazzi! Abbassate la voce. Dimostrate la stessa maturità di due bambini di 5 anni. Forza, sarà meglio andare, a dopo caro! Annie, avverti tu Edgard se torna e non ci trova»
Mia mamma mi tira per la mano e mi trascina fuori, sgrano gli occhi per la brutta luce che c'è oggi. In più è anche nuvoloso, probabilmente verrà a piovere.
«Dov'è la carrozza?»
«Niente carrozza. Oggi si cammina» perfetto, di male in peggio! Mentre camminiamo e parliamo delle solite cose, una signora che non ho mai visto prima, si ferma a salutarci.
«Hillary! Da quanto tempo che non ci vediamo!»
«Emma, saranno almeno sei anni!» le risponde mia mamma con un gran sorriso sulla faccia. La studio meglio, forse l'ho vista. No, non l'ho vista. Oppure la scambio con una che ho visto l'altro giorno...
«E questa deve essere tua figlia Arielle, ma quanto ti sei fatta grande e molto graziosa, per altro!» poi, all'improvviso, si sofferma sulla mia collana e sbianca.
«Che cosa c'è?» le chiedo, irritata da questo suo comportamento.
« Ma nulla cara! Mi dispiace Hillary, devo correre, arrivederci!» mia madre non ha nemmeno il tempo di rispondere, che questa strana tizia scappa via.
«Mamma, ma cosa l'è preso a quella? Manco avesse visto un fantasma. Va bene, voglio capire che la mia collana non è questa bellezza, ma addirittura sbiancare... e sù!»
«Non ne ho idea... non ci pensare, è sempre stata un po' tocca quella» ma dal suo tono, capisco che mente. Che cosa significa la mia collana? Non è la prima volta che mi capita. E succede sempre con vecchi amici di mia madre.
  Dopo essere arrivate al mercato e dopo aver fatto varie spese, con mia grande gioia stiamo per andar via. «Quando finiranno queste gi...» vengo interrotta da uno sparo. Spontaneamente butto mia madre e me a terra, in un secondo c'è il caos più totale: frutta che vola di qua e di là, persone che si picchiano, che urlano, guardie che cadono a terra morenti «Che sta succedendo?!» chiede mia madre «Non ne ho idea! Ma ce ne dobbiamo andare subito!» ci ritroviamo in una calca di persone che cercano di scappare e muoversi è davvero difficile, come se non bastasse, perdo mia madre e nel panico inizio ad urlare «Mamma! Mamma!» «Arielle!» sento la sua voce, ma non vedo lei,  sono bloccata e se mi muovo è soltanto perché la gente trascina, provo ad andare più esternamente possibile ma vengo tirata da qualcuno per la giacca.
«Se vuoi ti aiuto io a ritrovare la via di casa!» E' un uomo con in bocca un solo dente, quanta bellezza!
«Lasciami stare!» e gli dò un pugno in pieno viso, che dolore alla mano...  inciampo in qualcosa e cado a terra, le persone non mi notano e mi camminano addosso, non riesco nemmeno ad alzarmi. Poi, non so come, qualcuno mi tira da terra, e mi porta in un balconcino sopra la strada dove fino a un secondo fa stavo morendo schiacciata. Mi giro per vedere il "salvatore" e con mio grande sorpresa, trovo Arno.
«Meglio se tu venga dentro»
«Grazie, grazie...» mi siede sul pavimento sporco di polvere, col respiro affannato e gli occhi chiusi.
«Brutto giorno per andare al mercato»
«Direi di sì... Gesù! Mia madre!»
«Sta bene, l'ho vista andare via con qualcuno che sembrava conoscere»
Quindi mia madre è andata via senza nemmeno cercarmi. Sì, credo proprio che quando la rivedrò le dirò qualcosa di non molto carino... mentre penso alle cose da dire a mia madre, noto qualcosa che non posso lasciare indifferente: Arno ha lo stesso simbolo della mia collana su uno dei guanti.
«Che significa?!»
«Posso immaginare a cosa tu ti riferisca» facendo segno verso il suo guanto «Da dove l'hai presa?» mi chiede.
«Non lo so, me la ricordo da sempre» rispondo giocherellandoci.
«Questo, è il simbolo della mia confraternita...» me lo dice titubante, come se non fosse sicuro che è una cosa che io possa venire a sapere. In effetti, quello che mi dice mi sembra... strano. Confraternita? Faccio parte di una confraternita e non lo sapevo? «Scusa?»
«La confraternita degli Assassini»
Tutto quello che dice mi sembra una grande, colossale battuta, e inizio a ridere. «Non c'è niente da ridere» dice lui serio e irritato «Invece fa ridere, e molto. Io farei parte di questi Assassini e non lo sapevo? Divertente. Allora anche mio fratello! Pazzesco...» dico ancora ridendo.
«Tuo fratello ha la stessa collana?» «No, ha un simbolo diverso. Una specie di croce rossa... è sempre degli Assassini?» Arno non risponde, sembra esterrefatto dalle mie parole «Arno?»
«No, Arielle, la collana di tuo fratello... è il simbolo dei Templari... i più vecchi nemici degli Assassini».
Resto senza parole, il che per me è assurdo, cerco di trovare qualche nesso logico... proprio non ci riesco.
«Cerca di scoprire qualcosa. Ci vediamo stasera, stesso posto di ieri» perché gli importa così tanto? Ma non glielo chiedo. Sono confusa, e non riesco a connettere. «Non sono a casa stasera»
«E dove?»
«Ad un ballo»
«Bene, ci vediamo lì» sta per saltare via dalla finestra, ma gli dico «Ma non ti ho detto quale ballo!» non mi risponde, si limita a fissarmi, e salta... di nuovo. Rimango lì da sola con mille interrogativi che non so se avranno una risposta. Maledetto Arno.  

«André, che cosa puoi dirmi a proposito dei Templari?»
«Perché me lo chiedi?»
«Così... pura curiosità...»
«Nulla... nulla che ti riguardi...» e se ne va via, preoccupato.  



E' sera, sono in carrozza e sono preoccupata per il futuro incontro con Arno.  Non sono riuscita a scoprire molto, tutto ciò che ho ottenuto è solo una risposta vaga da mio fratello: una risposta che mi ha fatto fare una supposizione, che sia un Templare e non vuole farmelo sapere per la mia collana?  Non ne ho la più pallida idea. Insomma, non avrebbe senso, Arno ha detto che Templari e Assassini sono nemici... noi siamo una famiglia... siamo fratello e sorella, non siamo nemici. «Arielle... quasi dimenticavo...» Mia madre interrompe i miei pensieri aprendo una piccola scatola nera, dall'interno prende una collana, una delle collane più belle che abbia mai visto: è un girocollo, e al centro ha una pietra quadrata nera, con intorno delle piccole pietre rosse. Rimango senza parole. La seconda volta in una giornata... che cavolo sta succedendo? «Mamma! Ma è meravigliosa... grazie...»
«Ti voglio tanto bene. E Arielle, ricorda che sei forte. Più di quanto tu possa immaginare» 
Dimentico all'istante la discussione avuta questo pomeriggio, e la abbraccio più forte che mai. «Anche io»
Non so perché, ma ho uno strano presentimento.
La carrozza si ferma, segno che siamo arrivati, scendiamo e ad accoglierci c'è il signor Delacroix con il figlio Alliaume, un completo idiota dal naso adunco. Ormai è risaputo che il signor Delacroix voglia combinare un matrimonio tra me e il figlio, ma né io, né tantomeno la mia famiglia ne vogliamo sapere, ma lui non si dà vinto. Almeno è caparbio.
«Non potete neanche immaginare, la gioia che mi avete donato recandovi qui, al ballo organizzato da mia moglie!» «La gioia è tutta nostra, Florian» gli risponde mio padre Edgard, con la serietà che lo contraddistingue. «Ma quale spettacolo sono tua moglie e tua figlia, Edgard!» si complimenta baciandoci le mani, noi facciamo un piccolo inchino. Quanto odio queste formalità. 
«Arielle, conosci già Alliaume» Alliaume mi bacia la mano e mi inchino di nuovo «Incantato, Arielle» «Andiamo dentro, sù!»
Alliaume mi prende per la mano e a denti stretti, dice «Non ti sposerei nemmeno se fossi l'ultima donna sulla faccia della terra, ma mio padre insiste» «Credimi Aiullame, la cosa è reciproca» arrivati dentro, mi trascina subito a ballare per far felice il padre. 

«André... aiuto... salvami!» supplico a mio fratello
«Oh ma dai non è così male... se gli metti una maschera sulla faccia...»
«Finiscila! E' un'ora che non mi molla! Vado a fare un giro, coprimi!» senza aspettare una sua risposta, fuggo dalla sala da ballo. 
Vado in giardino e devo dire che gli idioti hanno una casa davvero bellissima, rimessa a nuovo da poco. Guardo innamorata il roseto ben curato, ma il color rosso sangue dei suoi petali mi fanno venire in mente il viso che ho "tagliato" a metà a quell'uomo. Ritraggo subito da quei fiori per scalciare via quella immagine dalla mia testa. Come una pazza inizio a parlare da sola «Odio i balli... stupido i...»
«Idiota?» faccio un salto per lo spavento e, quando mi giro, trovo Arno alla mia destra.
«Dovresti seriamente finirla con queste entrate a sorpresa, iniziano a darmi fastidio»
«La prossima volta le darò l'avviso, va bene?» mi dice con aria da sfottò.
«Ho chiesto oggi...»
Gli racconto l'accaduto, e pensieroso dice
«La tua supposizione ha senso. Ma ancora non si capisce il fatto che tu non sapessi niente...» dopo queste parole, sentiamo un urlo.  «Che diavolo...» corriamo subito da dove veniva il grido, persone in cerchio attorno a un corpo, quel corpo... non può essere... sto sognando... è mia madre. Vicino all'arma che le ha tolto la vita, un biglietto: I traditori non vengono dimenticati.
  
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