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Autore: Delyassodicuori    24/09/2015    1 recensioni
Questa storia è decisamente fuori dal comune, lo so. E per di più è ambientata a Londra, in particolar modo in una scuola frequentata da persone normalissime. La vicenda ruota attorno a Leah Clearwater che, trasferitasi da poco in questo istituto, si ritroverà ben presto con un sacco di problemi alle spalle, e Jacob Black, un normalissimo studente che cerca di aiutare tutti… a modo suo…
Dal testo:
-Ti conviene stare attenta a ciò che fai, sai?- disse –Questa non è una scuola normale. Anzi, sei entrata nell' inferno, piccola-.
Piccola?
-Ehi!- stavo per urlargli in faccia, alzandomi di scatto, quando lui ormai era andato via.
Genere: Comico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Leah Clearweater | Coppie: Jacob/Leah
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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14_Bonjour Jelousie!_Parte 1

 
 
Rimasi a fissare il soffitto per quasi due ore intere. Il sonno non voleva proprio arrivare, perciò l’unica cosa che mi era venuta in mente di fare era rimanere sdraiata a letto sperando di addormentarmi prima o poi.
Porca puttana, chiudi gli occhi! mi dissi, ma non serviva a nulla. Continuavo a ripensare agli eventi della mattinata, cercando di trovare un nesso a tutto ciò, invano. Quando ero tornata a casa, avevo evitato di raccontare la giornata alla mamma. Non sapevo come l’avrebbe presa per i Furious Wolfpack ma mi rendevo conto perfettamente che per la questione del nostro preside sarebbe scattata su tutte le furie. E sinceramente ne avevo abbastanza per oggi di eventi stressanti, per cui avevo semplicemente cenato con la mia famiglia senza aprire bocca per poi rinchiudermi in camera a fare i compiti e a leggere un libro che Bella mi aveva prestato tre giorni fa.
Mi rigirai sul letto, sbuffando.
Perché un tipo come Aro dovrebbe essere il preside della nostra scuola? E perché la polizia, o altri organi del governo, o che cazzo ne so io, si sono fatti comprare?
E poi, davvero la regina e il parlamento non possono fare nulla? Nemmeno un semplice provvedimento?
Erano pensieri che mi tartassavano il cervello, facendomi guadagnare solo altre domande invece che delle risposte. Forse dovrei dire che di politica, economia ed altre stronzate non ci capisco nulla, motivo per cui questa storia di Aro non mi torna.
Mi alzai dal letto, scalciando via le coperte. Avanzai verso lo specchio sopra il comò e accesi la luce della lampada da notte. Osservai il mio volto allo specchio, come se guardando nei miei stessi occhi potessi trovare le risposte alle mie mille domande. E invece mi ritrovai a pensare a Jacob, a come mi aveva aiutata per scappare dall’ex-aula di Francese e a come aveva tentato di risollevarmi poi. Arrossì ricordando come mi aveva tenuta in braccio, portandomi alla Reception, e a come aveva accarezzato la mia nuca a fine giornata, in palestra. Scrollai la testa, convincendomi che non c’era nulla di imbarazzante in quello che avevo appena ricordato. Spensi la lampada e tornai a coricarmi a letto, portando le coperte all’altezza del mio naso, addormentandomi finalmente, ma con ancora il pensiero di Jacob impresso nella mia mente.
 
 
 
Il mattino seguente era stranamente soleggiato. Non c’erano nubi nei paraggi e non alitava nemmeno un filo di vento. Inoltre la giornata non era nemmeno fredda, anzi, si poteva dire di star bene.
Ero arrivata quasi a scuola quando da dietro qualcuno mi chiamò ad alta voce. Voltandomi mi accorsi che si trattava di Super-Teppista, che correva con il fiato grosso.
-Perso la metro?- gli chiesi, una volta che mi ebbe raggiunto. Si piegò in due per recuperare fiato, poi si ricompose e per poco non mi puntò un dito accusatore contro:-Guarda che ero nella stessa metro con te, ma a quanto pare avevi la testa per aria!-.
-Strano- dissi solo, scrollando le spalle.
-E poi…- aggiunse Jacob –Sei sgattaiolata via dalla fermata e ho faticato per raggiungerti!-.
-Non capisco- feci, rivolgendomi a lui –Mi dovevi dire qualcosa che avevi fretta di raggiungermi?-.
Il ragazzo sembrava perplesso, o forse non aveva capito la domanda, perché rispose dopo due secondi con un:-Eh? Ah, no, non ho nulla da dire-.
-Sei strano!- conclusi, avviandomi verso l’edificio A. Jacob, naturalmente, camminava al mio fianco, con le mani in tasca. –Nah!- disse –Dire ad una persona che frequenta questo istituto che è strana è come fargli un complimento. Se gli dici che è normale allora lo offendi in modo brutale!-.
-Ok, vedrò di segnarmelo- risi. Jacob stava per dire qualcos’altro, ma delle urla provenienti dall’entrata della Reception ci bloccarono sul posto, quasi agghiacciandoci. Ascoltando più attentamente mi accorsi che non erano semplici urla, ma grida di ragazze.
-I Furious Wolfpack?- inghiottì la saliva io.
-No- rispose Jacob, sbuffando –Anzi, non so chi sia peggio, Sam e i suoi scagnozzi, o il prof. di Francese!-.
-Cosa?- scattai subito –Abbiamo anche Francese? Ma non c’era nel programma!-.
-Non doveva esserci- spiegò lui, mentre avanzavamo verso la Reception –Il nostro caro insegnante era andato in viaggio all’estero per lavoro l’anno scorso, e visto che Aro non è riuscito a trovare un supplente, ha deciso di sospendere le lezioni di Francese fino a quando il prof. non sarebbe ritornato-.
-Chiaro- annuii io –Ma questo cosa c’entra con queste grida?-.
Più ci avvicinavamo, più notavo come un grande gruppo di ragazze si era riunita in cerchio davanti alla Reception. Erano tutte incollate tra di loro, chi si spintonava e chi cercava di alzarsi sulle punte dei piedi per vedere meglio.
Capii il motivo ancor prima che Jacob potesse rispondere:-Perché è un cazzo di Don Giovanni! Ora andiamo, per favore, non le sopporto quando fanno le oche!-.
-Puoi dirlo!- ammisi, mentre svoltavamo per dirigerci all’edificio F.
 
 
 
-Ah! Che bello! Che bello!- saltellò Alice avanti e indietro, mentre raggiungevamo la mensa dopo l’ora di Inglese.
-Toglimi una curiosità- dissi, con una mano al fianco –Da dove deriva tutta questa felicità?-.
-Lasciala stare- sospirò Bella –Quando fa così, vuol dire solo che il prof. di Francese è tornato-.
-Ed è uno schianto assoluto!- canticchiò la nana –Ha uno sguardo che fa battere il cuore…-.
-Ehi, ferma un secondo!- la interruppi –TU stai già con Jasper, perché dici queste cose?!?-.
Alice e Rosalie mi fissarono, come se non avessero capito una sola parola di quello che avevo appena detto. Io d’altro canto non capivo Alice. Se aveva il ragazzo, che aveva da parlare così di un altro uomo – per giunta un insegnante?
-Perché ha ragione- rispose per lei la bionda –Anche se una ragazza è già impegnata non vuol dire che non può fare commenti anche su altri uomini. I maschi lo fanno con le femmine, per cui non vedo perché noi non possiamo farlo-.
-I commenti ci stanno, e va bene- ribattei –ma addirittura saltellare così mi sembra… esagerato?-.
-Alice è fatta così- spiegò Bella –Ma dammi retta se ti dico che ama Jasper con tutto il cuore. Questo è solo uno dei tanti modi che ha per divertirsi-.
-Però è da ammetterlo- aggiunse Rose –Se non fosse per Emmet, me lo farei volentieri quel gran pezzo di gnocco…-.
-MISERIACCIA, ROSALIE!- sbraitai io, decisamente scossa.
-Cavolo, sei sorda?- fece lei –Ho dettose non fosse per Emmet”, quindi smettila di fare la mamma!-.
Feci un piccolo broncio, ma decisi di lasciar perdere.
Non capirò mai quelle due pazze pervertite pensai.
 
 
 
Francese ce l’avevamo proprio quello stesso giorno, alla quinta ora.
Io e le ragazze raggiungemmo l’aula che era dedicata in passato a quella materia, la stessa dove io e Jacob avevamo “discusso” sul biglietto di Sam. E pensare che era successo solamente ieri! Per poco non mi venne la pelle d’oca. Quando entrammo scoprii che l’aula aveva tutti i banchi a due e tutte le sedie, disposte perfettamente in ordine - e c’era persino la lavagna!
Andai a sedermi di fronte al banco di Bella, mentre Rosalie e Alice andarono insieme al banco accanto al mio. Pian piano l’aula si riempì di studenti, e solo dopo che erano entrati due ragazzi, mi accorsi che eravamo per lo più ragazze.  Una strana e disgustosa coincidenza? Qualcosa nella mia mente diceva di no.
Il famoso professore di Francese arrivò cinque minuti dopo. Entrò nella stanza perfettamente calmo e composto, ma al suo arrivo tutta la classe si zittì – più che altro perché le ragazze avevano trattenuto il fiato.
L’uomo, alto e snello, vestito con un elegantissimo abito marrone, andò verso la lavagna, prese (con un movimento stranamente elegante) il gesso dalla cattedra e scrisse il proprio nome su di essa.
 
Didier Basile
 
Aveva una scrittura semplice ma bella a vedersi. Posò il gesso al suo posto e si voltò verso la classe.
-Bonjour, miei cari studenti- disse, con tanto di accento francese –E’ bello rivedere finalmente i vostri visi allegri!-.
E con quella frase scoppiò la bufera. Le ragazze (persino Alice e Rosalie, cosa decisamente sconcertante da parte loro) si misero ad urlare di gioia, come se si trovassero ad un concerto rock.  I pochi ragazzi della classe (erano al massimo cinque) si misero a sbuffare e a far finta di vomitare. Quanto li capivo!
Mentre al contrario non comprendevo le ragazze. Cosa avevano da urlare in quel modo? Sarà anche un uomo di bell’aspetto e dal viso giovane, ma mio Dio! Gli occhi non erano affatto come aveva descritto Alice. Non ti facevano affatto battere forte il cuore. Al contrario, quegli occhi mi spingevano a vomitare la ricreazione e la colazione di oggi. E quei capelli marroncini pettinati all’indietro poi! Sembravano come leccati da un bue, visto come luccicavano sotto la luce del sole proveniente dalla finestra.
Era davvero esagerato da parte loro. Quando avevo visto le ragazze raggruppate alla Reception, o quando Alice e Rosalie parlavano del professor Basile, avevo pensato subito che doveva trattarsi di chissà quale fotomodello, e invece scopro che, a parte i lineamenti del volto molto giovani e senza rughe, non aveva niente di bello quell’uomo.
Mentre Jacob Black è molto bello, ammettilo! Disse improvvisamente la mia coscienza. Deglutii, scacciando via il pensiero di Super-Teppista…
Ora che ci penso… Non è in quest’aula, eppure dovevamo avere Francese insieme oggi, come aveva detto lui prima di separarci per la prima ora.
Che sia in ritardo?
Il professore, in qualche modo, riuscì a placare le acque e a riportare l’ordine nella classe. Le ragazze si zittirono subito, facendo sospiri amorevoli (?), mentre i sospiri dei ragazzi erano esasperati.
Il professor Basile iniziò subito la lezione. Mentre scriveva sulla lavagna delle parole in francese, spiegando i loro significati e le pronunce esatte, tutte le ragazze (tranne me e Bella) lo fissavano con occhi luminosi, tutte quante con i gomiti poggiati sui banchi e le mani che tenevano le teste, i sorrisi cretini stampati sulle loro facce arrossate.
Mi venne il voltastomaco a vedere Alice e Rosalie ridotte esattamente come le nostre compagne, così decisi di concentrarmi sulla lezione… ahimè, senza capirci niente. La lingua francese non c’era nella mia vecchia scuola, mentre l’avevo studiata un poco alle medie. Ma stiamo parlando di anni fa! Ora sono al quarto superiore e non ricordo decisamente un accidente di quello che avevo studiato invece quando avevo tredici anni!
Sbuffai, abbandonandomi sulla sedia. Era inutile, non ci capivo proprio nulla. Mi ricomposi, strappando un pezzo di carta dal mio quaderno. Scrissi velocemente un messaggio per Bella, il più comprensibile possibile:
 
Cavoli, tutte quelle urla da oche per uno che ha gli occhi color merda?
Sul serio, Rose e Alice mi hanno deluso parecchio!
P.s. Se poi viene una che ha gli occhi marroni a dire che quelli del prof. fanno schifo allora siamo a cavallo! :D
 

Lo passai velocemente a Bella, che lo afferrò da sotto il banco. La sua risposta non tardò a mancare:
 
 
Aha! Ecco perché dico sempre che è meglio non ascoltare quelle due!
Il color cacca è azzeccatissimo, non ci avevo pensato nemmeno io!
P.s. Non ti preoccupare, tu hai gli occhi color cioccolato fondente, e ti donano pure :)

 
 
Sorrisi, scrivendo la risposta:
 
 
E tu ce li hai color cioccolato. Merda, che ci facciamo a scuola? Dovremo vivere in una pasticceria! Anche se io penso di essere un dolce scaduto, mentre tu farai venire il diabete solamente a guardarti! Sei pericolosa, mio Dio!
 
Sentii Bella ridere sotto i baffi leggendo il biglietto, ma non riuscì a scrivere altro: di colpo si sentì la porta sbattere violentemente contro la parete, facendo sobbalzare tutti.
Jacob era entrato nuovamente con la gamba alzata a mo’ di calcio, le mani in tasca e la faccia più menefreghista di sempre.
Si raddrizzò, grattandosi la testa:-Scusate il ritardo-.
Si, era in ritardo, pensai.
Lui chiuse la porta alle sue spalle, per poi rivolgersi al prof., fingendosi stupito:-Ah, professore, che sorpresa. Vedo che ha rifiutato di prendersi la pensione!-.
Sarei potuta scoppiare dal ridere se non avessi osservato i volti di Rose e Alice: due maschere inquietanti e dagli occhi glaciali. Non solo stavano mangiando Super-Teppista con la forza dello sguardo, ma gli stavano anche spolpando le ossa. Ora capisco i ragazzi quando dicono che le donne sanno far paura…
-Signor Black- lo salutò tranquillamente prof. Basile –Vedo che il sarcasmo non ti manca mai. Ma se vuoi evitare subito una nota sul registro di conviene sederti immediatamente-.
La cosa più spaventosa non era stato quello che aveva appena detto. Al contrario, era il suo tono perfettamente composto e allegro, e la sua espressione sorridente e sicura, ad avermi fatto accapponare la pelle. Stranamente su Jacob non aveva lo stesso effetto.
-E va bene, monsieur!- disse quest’ultimo, le mani in alto e con la faccia innocente. Quando gli diede la schiena per venire verso di me, il professore disse:-Pronuncia sbagliata!-, per poi tornare alla lavagna per proseguire la lezione. Jacob fece un ghigno malizioso e venne a sedersi al mio fianco (era l’unico posto libero, d’altronde), evitando di guardare l’uomo dai capelli leccati da un bue.
-Allora?- disse Teppista-Superman, mentre prof. Basil spiegava il verbo “avere” e le sue varie coniugazioni.
-“Allora” cosa?- domandai, rivolgendogli appena un’ occhiata.
-Allora- disse lui –Hai per caso urlato di gioia vedendo il signor Grey versione francese, e hai orgasmato appena ha parlato con quel suo accento?-.
-Cos… No!- sussurrai, mezza indignata, ma senza tradire un sorriso –Primo, è un insegnante, più vecchio di me, e sarebbe disgustoso (cosa che le ragazze qui presenti non lo capiscono); secondo, quegli occhi color escremento e quei capelli lavati dalla leccatina di un bue o di un bisonte non mi eccitano, spiacente. E terzo: chi cavolo è il signor Grey?-.
-Meglio che tu non lo sappia- sussurrò il ragazzo –Embry mi ha costretto a vedere Cinquanta sfumature di grigio perché diceva che era un porno… Non fraintendere, io non guardo porno, li guarda Embry, ma mi aveva costretto con la forza…. Ricattandomi…-.
-Oho! Che genere di ricatto?- domandai, il sopracciglio rialzato. Per qualche ragione questa conversazione era dieci volte meglio della lezione.
-Uhm…- fece, grattandosi nuovamente la nuca –Diciamo che ha detto una cosa come: “Se non guardi subito questo film con me, ti assicuro, ragazzone, che dirò a tuo padre cose che non puoi immaginare, e potrei arrivare a fare un triangolo con Rachel e Paul!”. Avrei anche potuto dargli un cazzotto, ora che ci penso…-.
-Rachel…?- riflettei, e subito Jacob precisò:-Mia sorella, più grande di me. Che guarda caso sta insieme ad uno dei Furious Wolfpack-.
-Scusa tanto, ma… che gusti ha?-
-Non. Ne. Ho. La. Più. Pallida. Idea.-
-E. Io. Non. Posso. Credere. Che. Parla. Ancora.- disse di colpo il prof. Basile, a fianco al nostro banco. Per poco io e Jacob non eravamo saltati dalle sedie. Come diavolo abbiamo fatto a non accorgerci di lui?
 -Oh, scusatemi tanto, vi ho interrotti?- ci prese in giro il prof. mantenendo il tono di voce calmo.
Jacob ci pensò sopra, e poi disse, come se fosse la cosa più normale di questo mondo:-Si. In realtà si. Io e la ragazza qua presente stavamo chiacchierando, e guarda caso, il nostro discorso era più interessante del verbo “avere”-.
I ragazzi della classe si misero a ridere (due di essi fischiarono pure), mentre le ragazze…. Ahimè, perché ha detto quelle cose?
Ora tutte quante (naturalmente anche Rose e Alice) ci guardavano in cagnesco, con gli occhi che mandavano scintille. Non era difficile immaginare a cosa stessero pensando…
Mi colpii la fronte con la mano, scuotendo la testa.
-Se il vostro discorso è più interessante- disse Basile –Allora non avrà di certo problemi a dirlo a tutti quanti noi, suppongo-.
Ahia! pensai, eppure Jacob non si fece piegare. Sospirò e disse:-Stavamo dicendo che lei somiglia molto al protagonista maschile di un certo film porno ma in versione francese. E questo spiegherebbe perché quasi il novantanove per cento delle ragazze qui presenti sbavano al solo vederla-.
Non l’avesse mai detto! Tutte le nostre compagne (escluse me e Bella) si alzarono di scatto e cominciarono a latragli addosso le peggio parolacce mai sentite. Rosalie gli sputò addirittura in faccia un:-Brutto cane rognoso, come osi?!?-.
-Calma, calma signore- placò le acque il prof con una facilità tale da farmi spaventare –Non c’è alcun motivo di arrabbiarsi contro un vostro compagno, che ha avuto il … coraggio di dire la sua-.
La parola “coraggio” però venne detta con una certa forza. Forse al suo posto avrebbe voluto mettere “Sfacciataggine”.
-Tuttavia - continuò, voltandosi verso Super-Teppista –il signor Black frequenta questa scuola sin dal primo anno, ed essendo al quarto, dovrebbe sapere perfettamente quali regole vigano nella mia classe, non è vero?-
-Si- rispose Jacob –Lo so perfettamente-.
-E allora saprà che dopo questo suo comportamento lei si merita un’ora di punizione, giusto?-.
-Aha!- annuì con la testa il ragazzo, per niente scosso. Doveva esserci abituato.
Basile sospirò soddisfatto:-Tries bien! Dopo la fine delle lezioni, allora-.
-Non mancherò- sorrise Teppista-Superman, mentre il prof. tornava alla cattedra.
Mentre il francesino perfetto si rimetteva a spiegare la lezione, strappai un altro pezzo di foglio dal mio quaderno, stavolta per scrivere a Jacob:
 
Sei fuori di testa? Perché ti cacci nei guai in questo modo? Inoltre hai offeso le ragazze, persino Alice e Rosalie!
 
Jacob lesse velocemente e fece un secondo ghigno, scrivendo sotto il mio messaggio la risposta. Quando mi porse il bigliettino, notai che la sua scrittura era comprensibile, seppur fatta velocemente:
 
Sinceramente non me ne frega molto di quello che pensano la nana e la biondina, e neanche di quello che pensano le altre. Sono tutte delle oche. Hai visto come hanno reagito quando ho detto la verità? Se fossero state delle persone normali, avrebbero evitato di fare quell’inutile scenata. Potevano anche starsene zitte zitte.
Inoltre, mia cara Karate-Girl, io sono un amante dei pericoli, e questo è niente, credimi. Al massimo mi farà scrivere per dieci volte le coniugazioni del verbo “educare”. Ci sono già passato molte volte, non preoccuparti, zuccherino ;D

 
Gli diedi un pizzicotto forte all’addome quando lessi la parola “zuccherino”, ma lui non se la prese, anzi, cercò di non ridere.
-Oh, che sbadato!- esclamò di colpo il prof. Basile, voltandosi verso la classe. Ad essere precisi, posò lo sguardo su di me. Avrei voluto che non lo avesse mai fatto. Ora si che mi veniva il mal di stomaco.
Il prof. si avvicinò al nostro banco e mi porse un largo sorriso smagliante.
-Una nuova alunna, dico bene?- domandò –Sono desolato, non mi ero nemmeno accorto  di lei, signorina…?-.
-Clearwater- risposi, neutra.
-Bien!- fece lui –Da quando è qui?-
-Da Settembre, più o meno-.
-E nella sua vecchia scuola studiavate Francese?-
-No- ammisi –L’ho fatto solo alle medie-.
Jacob scosse la testa, disgustato. Non capisco, e ora che gli prende?
-Oh, non c’è alcun problema- rispose il prof. –Se hai qualche difficoltà basta chiederlo. Posso fare delle lezioni private se questo problema si rivela più… grave, diciamo-.
Potei solo annuire con la testa. Non sapevo sinceramente a cosa pensare. Da una parte un ripasso di Francese non mi avrebbe fatto male, anzi, avrebbe contribuito a non abbassarmi la media… ma se penso che avrei dovuto fare lezioni provate con capelli leccati da un bue…
-Bienvenus à notre école, signorina Clearwater- disse infine, il sorriso sempre più ampio –Spero che si troverà bene qui da noi-.
Oh, certo avrei voluto dirgli tra i bulli e i docenti inquietanti, e un Super-Teppista che mi fa incazzare dalla mattina alla sera, sicuro che mi trovo bene qui!, e invece gli risposi con un semplice “Grazie”.
La campanella suonò, finalmente, e i ragazzi (tranne Jacob) si alzarono tutti, sgattaiolando dall’aula in fretta per non subire altre scenate languorose delle fanciulle… che guardarono Jacob in cagnesco prima di andarsene anche loro. Bella raggiunse Alice e Rosalie, e il prof. Basile uscì dopo di lei. Rimanemmo solamente io e Super-Teppista.
-Perché hai fatto quella faccia?- gli chiesi, mentre raccoglievamo le nostre cose.
-Quale faccia?- chiese, senza guardarmi. Il suo tono era nervoso, stressato.
Forse non avrei dovuto farlo, ma preferii insistere:-Sai quale faccia! Quando il prof. è venuto da me e mi ha chiesto se avevo fatto Francese, tu sembravi sul punto di vomitare…-
-E per una buona ragione!- scattò di colpo lui –Altro che lezioni private, quel Don Giovanni ti vuole portare a letto!-.
-Co…Cosa?- balbettai, mezza confusa, e mezza scossa. Ma che diavolo sta dicendo?
-Non capisci, Leah?- fece- spalancando le braccia –Quando guarda una ragazza così, soprattutto se è nuova, e quando le propone lezioni private, dammi retta, ti insegnerà ad usare la lingua, ma non nel senso che credi tu!-
-Jacob… Ma è assurdo!- sbottai –E’ un professore, non può fare una cosa simile! Per di più sarebbe una specie di pedofilia o qualcosa del genere!-.
-Ah no? Sei ancora una novellina, e lo hai incontrato solo oggi, ma chi lo conosce da quattro anni, sa che le lezioni private con lui sono da evitare assolutamente!-
-E le ragazze, allora? Non sembravano così preoccupate!-
-Primo, forse non te ne sei accorta, ma quando ti ha proposto questa idea del cazzo, ti hanno guardata tutte più o meno come hanno guardato me. Con la differenza che erano verdi d’invidia! E secondo, due o tre di loro hanno fatto effettivamente le lezioni in privato con lui, e ne sono uscite molto soddisfatte, ma non di certo perché hanno imparato meglio il Francese! Sveglia! Vuole aprirti le gambe quel….-
-TIME OUT!- lo zittì io. –Sarà anche vero quello che dici, ma spiegami perchè ti importa tanto!-
Di colpo Jacob sembrava rosso in faccia. Riusciva solo a balbettare qualcosa, senza però tirar fuori dalla bocca una frase decente.
-Allora?- lo ammonì, ma sembrava sempre più scosso.
Si riprese dopo quello che sembrava un infinità di tempo e disse:-Se non vuoi darmi retta fai pure, non è un mio problema!-.
Prima ancora che potessi rispondergli, il ragazzo afferrò la sua borsa e schizzò fuori dall’aula, lasciandomi sola.
-SE NON E’ UN TUO PROBLEMA, ALLORA CHE CAZZO SPARI A FARE LE CAVOLATE?!?- urlai, anche se sapevo perfettamente che non serviva a niente.
 


Angolo Autrice: Finalmente sono riuscita a pubblicare questo capitolo! Uff! 
Non vi faccio promesse su quando uscirà il prossimo, anzi, meglio se vi lascio con il fiato sospeso, muhahahahah (scherzo ovviamente, anzi, no, non scherzo affatto!)---> reazione perfettamente normale :D
Delyassodicuori

 
   
 
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