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Autore: LenoraSinistra    25/09/2015    0 recensioni
Alex Matthews è un famoso fotografo di trentacinque anni, piuttosto benestante e con una bellissima fidanzata alla quale presto chiederà di sposarlo e dalla quale aspetta un bambino.
Tuttavia le cose non andranno come lui crede dando una forte scossa alla sua vita praticamente perfetta.
Hannah Cooper è una ragazza di venti anni, solare ed ottimista nonostante abbia imparato troppo presto a cavarsela da sola. Per vivere svolge tanti lavoretti saltuari, tra cui delle lezioni di yoga in un prestigioso centro di fitness.
Cosa porterà i due ad incontrarsi sconvolgendo completamente la vita di Alex?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sono passate tre settimane da quella strana sera e da allora non ho più rivisto Hannah.
Era prevedibile, dato che come avevo già deciso, ho spostato il massaggio shiatsu dalle diciotto e trenta alle otto del mattino.
In realtà avevo chiesto alle sette, ma mi è stato detto che le prime lezioni cominciano non prima delle otto, per cui seppur di malavoglia mi sono dovuto adattare, sconvolgendo anche le mie abitudini lavorative.
Non vi nascondo che tutte le volte che vedo il suo nome scritto sul tabellone all’ingresso, mi ritrovo spesso a ripensare a quella strana sera, al dolce profumo che emanava la sua pelle e a quel casto bacio che ci siamo scambiati.
Mi chiedo se forse avrei dovuto insistere per accompagnarla a casa e chiederle il suo numero.
Ma ripensandoci… Per farne cosa? Sono sicuro che poi non l’avrei chiamata comunque. E’ davvero troppo giovane per me, mi renderei soltanto ridicolo! Anche se devo ammettere che, quella sera, non mi sono affatto sentito così, anzi… E’ stato molto gradevole parlare con lei e nonostante quel suo bizzarro modo di conciarsi e le sue abitudini un po’ sopra le righe, mi ha dato comunque l’impressione di essere una ragazza molto più matura rispetto alla sua giovane età.

Con il trascorrere della giornata, il pensiero di Hannah scivola via sostituito dalla normale routine lavorativa.
Mi ritrovo così come ogni sera da solo nel mio studio, a guardare negativi di ragazze bellissime ma dai sorrisi spenti o troppo costruiti.
Il pensiero al sorriso spontaneo e luminoso di Hannah è immediato e, lentamente, si fa strada nella mia mente un pensiero folle. Talmente folle che potrebbe rivelarsi essere la migliore idea della mia vita.

Il giorno dopo, alle diciannove e trenta, sono già davanti l’entrata del centro sportivo.
Questa mattina ho controllato meglio l’orario in cui Hannah avrebbe fatto la sua lezione e, se non è arrivata in ritardo come quella volta, tra meno di pochi minuti dovrebbe andare via.
Dopo meno di dieci minuti, vedo cominciare ad uscire alcuni dei suoi arzilli vecchietti. O come li ha chiamati lei “ragazzi”.
Alcuni di loro riconoscendomi mi fanno un breve cenno di saluto, altri più loquaci si fermano a parlare con me chiedendomi notizie sulla mia schiena e riportandomi alla mente la figuraccia che ho fatto durante la mia prima ed unica esperienza con loro.
Sto ancora cercando di capire come ho fatto a ritrovarmi coinvolto in un’accesa disputa su come curare i bruciori di stomaco, quando finalmente la vedo uscire.
E’ in mezzo a due anziane signore che non riconosco e sta amabilmente conversando con loro.
E’ talmente immersa nella sua discussione che, nonostante io sia a pochi metri da lei, non si accorge della mia presenza.
Come l’ultima volta, il suo abbigliamento è molto colorato e mi ricorda quello di una zingara. Indossa un gonnellone rosa che le arriva fino ai piedi ed un foulard arcobaleno, annodato come una fascia, sui lunghi capelli che le svolazzano liberi.
Cavolo… Non mi ero accorto che li avesse così lunghi!
Rimango un attimo sgomento da quella visione che me la mostra ancora di più per quello che è, ovvero una ragazzina. Deliziosa e molto bella è vero, ma pur sempre una ragazzina.
Improvvisamente vengo assalito dal mio temuto senso di inadeguatezza. Mi sento davvero ridicolo a trovarmi lì e, approfittando del fatto che non mi abbia ancora notato, valuto l’opportunità di filarmela via all’istante.
Poi però accade l’inaspettato.
Hannah sorride alle due signore e mi torna alla mente il motivo che mi ha spinto ad arrivare fin lì.

«Hannah!» la chiamo, ma non mi sente «Hannah!» la richiamo alzando il mio tono di voce, avendo così più fortuna.
Si guarda intorno e quando finalmente mi vede, mi rivolge un’espressione del tutto incredula «Alex?» esclama staccandosi un po’ dalle due donne che però le rimangono accanto «Che sorpresa! Come sta la tua schiena? E le sedute di shatsu? Come vanno?» mi chiede venendomi incontro sorridendo, per poi abbracciarmi calorosamente come se fossi un caro amico che non vede da tempo.
Rimango per un attimo rigido, insicuro di cosa fare. La spontaneità e la solarità di questa ragazza mi spiazzano e mi confondono. Senza parlare del suo profumo che è sempre così intenso e carezzevole. Oggi odora di fiori freschi.
«Ho seguito i tuoi consigli ed è passato tutto in un paio di giorni, proprio come mi avevi detto tu. Le sedute di shiatsu invece stanno dando i loro risultati, mi sento davvero molto meglio!» le rispondo cercando di essere più naturale possibile.
Tuttavia credo che il mio imbarazzo sia palese dato che, con la coda dell’occhio, noto gli altri presenti alla nostra conversazione, ridacchiare e scambiarsi battutine che, sono sicuro, abbiano me come protagonista.
«Dopo quella sera ero sicura che te la fossi data a gambe e che volessi starmi il più lontano possibile. Ti ho decisamente terrorizzato! Dovevi vedere la tua faccia! Soprattutto quando ti ho baciato...»
La interrompo prima che possa aggiungere altro e che il mio imbarazzo aumenti ancora di più «Ehm… Puoi dedicarmi dieci minuti? Dovrei parlarti di una cosa... » e notando aumentare i sorrisetti del pubblico intorno a noi, aggiungo in maniera molto formale «Vorrei proporti un lavoro»
«Un lavoro? Davvero? Cavolo! Mi farebbe davvero comodo trovarne un altro, soprattutto adesso che la mia auto mi ha lasciata in asso. Potrei seriamente valutare di prenderne una usata! Solo che avevo promesso a Irma e Gina che stasera le avrei aiutate con il colore per capelli...» arriccia leggermente il naso con aria dispiaciuta e pensierosa.
«Oh, tesoro… Vai pure con il tuo amico. Ai nostri capelli penserai domani, un giorno in più non cambia le cose. Tanto noi siamo sempre libere, vero Irma?» cinguetta una delle due anziane donne, mentre si scambia un segno di intesa con l’altra che annuisce sorridente.
«Sicuro non ci sono problemi? Ci tenevate così tanto che vi aiutassi stasera...» chiede Hannah con aria dispiaciuta ma speranzosa.
«E’ tutto a posto cara, vai pure!» la incoraggia una.
«Si, davvero, vai! E poi domani avremo la scusa per chiederti cosa ti ha proposto questo bel giovanotto...» si intromette l’altra rivolgendo ad Hannah un sorrisetto ammiccante.
«Allora va bene! Possiamo andare. Conosco un posto... »
La fermo all’istante «No! Oggi scelgo io se non ti dispiace» e prendendole il borsone sportivo dalle mani, saluto cortesemente tutti quanti avviandomi verso la mia auto, dove mi raggiunge pochi minuti dopo.

   
 
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