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Autore: Asantesana    25/09/2015    1 recensioni
Una nuova piaga affligge Panem, eventi misteriosi accadono a Capitol City e gli unici che possono risolverli sono coloro che hanno vissuto in condizioni estreme, coloro che hanno dovuto lottare per sopravvivere... Solo queste persone saranno in grado di impedire che Panem venga nuovamente devastato e che giovani vite vengano spezzate.
Tre ragazzi uniti dal destino, combatteranno fianco a fianco, si proteggeranno, punteranno alla sopravvivenza.
Amicizia, amore, paura, ideali, affetti familiari... ora è tutto in gioco!
Genere: Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Heat guardò incuriosito il ragazzo che gli stava parlando, non l’aveva mai visto ne aveva mai sentito il suo nome eppure aveva un area stranamente familiare “Conosco benissimo la strada, grazie” disse e poi accelerò il passo, ma anche l’altro fece lo stesso  raggiungendolo  “Non importa ragazzino, la faremo insieme” gli lanciò un sorriso quasi minaccioso “ Ci sono cose che dovresti sapere…” quella frase attirò l’attenzione del più giovane dei Mellark e gli fece anche capire che questo Wilhelm non se ne sarebbe andato se li gli avesse chiesto di farlo, “Cooper esatto?” disse infine, il ragazzo dai capelli biondo cenere annui “ Dimmi pure ciò che vuoi allora”.
 
***
 
Peeta e Cash entrarono nella sala riunioni e vi trovarono la Paylor seduta che guardava fuori dalla finestra con sguardo assente, i due aspettarono qualche minuto di essere notati fino a che Cash non si schiarì la voce per attirare l’attenzione su di se, la donna allora si voltò e incontrando gli occhi azzurri di Peeta disse “Ah bene… Siete qui… il vostro rapporto?”, il funzionario del primo distretto schiuse le labbra per parlare, ma il biondo fu più veloce di lui ed iniziò ad  esporre i fatti “Tyler non ricorda quasi nulla dell’accaduto e abbiamo preferito non calcare troppo la mano dato che è ancora scosso, ci ha detto che era notte e che l’ha colpito un individuo probabilmente di sesso maschile che indossava una felpa nera con una spilla di riconoscimento… Cash ha postulato alcune ipotesi secondo le quali l’aggressore dato il vestiario poco riconoscibile volesse incastrare un terzo individuo, individuo che pensiamo possa essere vicino a Tyler, in un modo o nell’altro… Abbiamo lasciato lì Vaan e altri due uomini  con l’ordine di non far entrare nessuno a meno che non sia Tyler stesso a chiederlo…” Peeta prese fiato e la Paylor sospirò  “Comandante se mi permette…” continuò poi “…credo che abbiamo bisogno di più uomini, il pericolo aumenta e il tempo stringe e noi non possiamo permettere che episodi come questo si ripetano!”  la presidentessa di Capitol City si alzò e si avvicinò alla finestra “Non lo permetteremo Sg. Mellark, l’uomo che avete visto uscire da qui era il Colonnello Evan Walker, ci fornirà gli uomini di cui abbiamo bisogno”, “Ci possiamo fidare di lui?” chiese Cash che fino a quel momento era rimasto in disparte, la Paylor guardò torva l’uomo, non amava che il suo giudizio venisse messo in discussione, “E’ l’unica scelta che abbiamo… Sg. Cooper ci lasci soli, per favore” ordinò poi al funzionario il quale obbedì senza battere ciglio e si congedò con un leggero cenno del capo.
“Cosa pensa di Cash Cooper, Sg. Mellark?” chiese la Paylor quando fu certa di essere rimasta sola con il suo interlocutore, Peeta la guardò perplesso, non sapeva se essere onesto oppure attendere ancora qualche tempo prima di esprimere il suo giudizio, alla fine da buon stratega optò per una via di mezzo “E’ un uomo molto intelligente, con un passato singolare, ma ad essere sincero non credo di avere abbastanza elementi che mi permettano di definirlo”, “Mi permetta di essere più diretta: Si fida di lui?”, “E lei?”disse il biondo con un tono quasi di sfida, la Paylor sospirò ancora “Non insinui più dubbi in me di quanti già non abbia…” si voltò e tornò a sedersi  “Nel tentativo di risolvere questa faccenda sto coinvolgendo tante, troppe persone e non so di chi fidarmi… Ma mi fido di lei e del suo giudizio, per cui lo tenga d’occhio…” disse poi non curante come se gli stesse chiedendo cosa avrebbe mangiato quella sera a cena, “Tanto per essere chiari… Mi sta chiedendo di spiarlo?” chiese Peeta dopo qualche attimo di esitazione, “Esattamente Sg. Mellark, ed ora mi lasci sola. ” dicendo questo la Paylor lo liquidò senza neanche alzare lo sguardo dai fogli che erano disposti sul tavolo.
 
***
 
Quando riaprì gli occhi Kay si trovava nell’infermeria della scuola, la luce del sole filtrava dalle tapparelle semichiuse e dall’esterno non proveniva nessun suono, la mattinata era iniziata da qualche ora e  probabilmente tutti gli studenti della scuola erano a fare lezione, tutti troppo distratti per accorgersi di ciò che stava accadendo a Panem; la ragazza si stropicciò gli occhi, si guardò intorno e poi lo vide, appoggiato allo stipite della porta che la guardava  “Ben tornata tra i vivi…” disse Chris con un sorriso beffardo, “Io… non so che dire… io… senti mi dispiace…” bofonchiò Kayleen facendo attenzione a non guardarlo negli occhi per il troppo imbarazzo, il castano si avvicinò a lei, si sedette sul letto e le alzò il viso di modo da incontrare i suoi occhi “Non preoccuparti ragazzina, ora abbiamo altri problemi a cui far fronte” , bastò quella frase per farle ricordare la conversazione con Myriam,  al pensiero della quale Kay sbiancò, Chirs le lesse il terrore negli occhi e cercando di tranquillizzarla disse “Kay ascoltami bene, Myriam voleva incastrarmi, voleva che partecipassi ai giochi, ma ti giuro che sono innocente e che metteremo fine a tutta questa storia”, ma quella frase non ottenne l’effetto desiderato , al contrario resa la bruna ancora più agitata  “E se ti succedesse qualcosa,  Chris sei coinvolto in tutto questo… tu… tu sei in pericolo…” la ragazza stava avendo un attacco di panico, l’area stava iniziando a mancarle “E se volessero Heat? Ha solo 15 anni… lui non ne sa niente di tutto questo...” ormai era un fiume in piena, le parole le uscivano dalle labbra senza che ne avesse il controllo, troppo in fretta i pensieri le passavano per la testa e trovavano voce, sudore freddo le colava dalla fronte “… Non posso credere che i miei genitori me l’abbiano tenuto nascosto… se solo avessi saputo magari sarei stata pronta… Devo fare qualcosa!”  Kay fece per alzarsi ma ebbe un nuovo capogiro che la costrinse a risedersi, Chris le prese le mani e la guardò negli occhi azzurri “Kayleen ce la faremo, lo prometto” lei lo guardò incredula, come potevano due ragazzi soltanto salvare la vita di tutte quelle persone? Quasi come se le avesse letto nel pensiero il castano disse “Non so come, ma ce la faremo, non ci saranno altre vittime e tutto questo finirà… Ora devi calmarti e riposare, recuperare le forze…” dicendo questo la fece stendere e si distese vicino a lei accarezzandole i capelli come la notte prima Kay aveva fatto con lui a causa di quell’incubo, la ragazza si concentrò sul suo respiro e sul suono del battito del cuore di lui per ritrovare la calma,  inaspettatamente ci riuscì prima di crollare in un breve sonno.
Kay si svegliò nel primo pomeriggio, per tutto quel tempo aveva dormito abbracciata a Chris che era ancora nel mondo dei sogni, la dormita o forse il sostegno dell’amico l’avevano rigenerata, ora riusciva ad elaborare le nuove informazioni con più freddezza e risolutezza “Myriam conoscerà l’organizzatore di questo macabro evento” pensò “E’ lei il centro di tutto, dobbiamo solo riuscire a farla parlare...”, si voltò verso Chris ripensando a quanta forza e tranquillità era riuscito ad infonderle nel momento di crisi di qualche ora fa e si sentì di nuovo colpevole per aver visto in lui un mostro e per non averlo aiutato quando lui ne aveva bisogno “Sarò con te adesso… Ma da soli non possiamo farcela c’è troppo in gioco…”, lentamente si alzò dal letto, facendo attenzione a non svegliare il ragazzo, gli lasciò un biglietto con su scritto dove andava ed uscii dall’infermeria lasciandolo lì dormiente.
    
***
 
“Adesso sai anche tu tutta la storia…”, disse Wilhiem dando un morso ad una mela, paradossalmente la mensa era il luogo migliore per parlare di argomenti importanti, la troppa gente e il brusio di fondo ti permettevano di non dare troppo nell’occhio anche nel caso in cui stessi pianificando un attacco nucleare che avrebbe devastato uno dei distretti, “Perché dovrei crederti?” gli chiese Heat giocando con la pasta che aveva nel piatto ma della quale non ne aveva assaggiato neanche un boccone, senza aspettare la risposta poi continuò  “Se fossero davvero esistiti questi Hunger Games l’avrei studiato, 75 anni di tradizione non si cancellano cosi, inoltre se i miei genitori vi avessero partecipato me lo avrebbero detto…”, Wilhiem diede un altro morso alla mela e sorrise “Mettiamola così… in alcuni distretti i giochi non erano considerati l’evento dell’anno, questo solo perche il loro tributi erano deboli,  se non erro i tuoi genitori sono stati gli unici vincitori del distretto 12, loro e quell’ubriacone” Heat sollevò lo sguardo dal suo piatto “Anche Haymitch sa di tutto questo?”, “Haymitch, ecco, non riuscivo a ricordare il nome… Ah si certo, anche la Paylor, gli Odair…”, il ragazzino era sempre più incredulo, più parlava con l’altro più la questione si infittiva arrivando a coinvolgere persone sempre più vicine a lui, “Non fare questa faccia Heat! Chris Odair sarebbe stato un favorito, è chiaro che sapesse tutta la storia… cosi come lo sarei stato io se la tradizione degli Hunger Games fosse continuata…” concluse la frase con una certa nota di disprezzo nella voce, “Scusami Wilhiem ma non riesco a capire perché mi stai dicendo tutto questo…” chiese il biondo sinceramente perplesso,  il ragazzo originario del primo distretto lo fissò negli occhi grigi e la conversazione prese un tono decisamente più serio di quello che aveva avuto in precedenza “Perche ti voglio come alleato Mellark, se vali solo la metà di tua madre mi sarai più che utile!” Heat si alzò per andare a posare il suo vassoio dal quale però non aveva mangiato nulla “Valgo più tutti loro messi assieme” disse poi non sforzandosi di mascherare l’astio nella sua voce.
 
***
 
La strada dalla scuola all’ospedale racchiudeva i ricordi di quella sera in cui Kay trovò Tyler ferito a morte, era impossibile ripercorrerla senza rivivere quegli istanti, per fortuna il tragitto fu più breve del previsto ed in poco tempo Kayleen raggiunse la sua destinazione.
La stanza 347 era sorvegliata da due uomini che la ragazza non aveva mai visto, “Sono Kayleen Mellark, sono qui per Tyler” affermò ostentando sicurezza, “Mi dispiace signorina ma abbioamo l’ordi-” “Lei può entrare!” la voce del ragazzo interruppe l’uomo che fece spallucce e apri la porta silenziosamente.
L’ambiente era del tutto diverso rispetto a qualche giorno prima, c’erano disegni e giochi sparsi ovunque, i quali, per quanto rendessero il pavimento  impraticabile, conferivano anche un area piu ospitale alla stanza, il ragazzo ormai non era più attaccato a nessuna macchina e la guardava sorpreso ma allo stesso tempo felice  “Scusa il disordine…” iniziò a dire Tyler in imbarazzo “I miei fratelli passano tutti i pomeriggi qui e lasciano tutto in giro, lo fanno anche a casa, sono dei piccoli terremoti” il suo sguardo era basso mentre cercava di raddrizzare il lenzuolo e ordinare il comodino,come se quei semplici gesti potessero riordinare non solo la stanza ma anche i suoi pensieri, “Non preoccuparti la mia stanza è molto peggio” disse Kay lanciandogli poi un sorriso di incoraggiamento mentre si sedeva sul suo letto,  quando gli occhi azzurri di lei incontrarono quelli scuri di Tyler, il ragazzo abbassò lo sguardo imbarazzato,  “Sono davvero molto felice che tu stia meglio sai…” gli disse poi, “E’ grazie a te se sono qui… Kay io…” prese fiato cercando di controllare i battiti del suo cuore, Tyler percepiva le sue guance farsi sempre più rosse “ Io non so davvero come ringrarziarti, se tu non fossi passata di la chissà come mi avrebbe fatto…” Tyler era ormai paonazzo in volto, era chiaro che si sentiva profondamente in debito con la ragazza che gli aveva salvato la vita, “Chi? Ty ti prego fa un sforzo, ricorda…” così dicendo la ragazza gli strinse la mano,voleva infondergli fiducia e coraggio, il moro sorrise felice per quel gesto e lo ricambiò con quanta forza avesse “Credimi se potessi farlo, lo farei per te” e cosi dicendo si avvicinò a Kay, sempre di più fino a baciarla.
   
 
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