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Autore: Lithops    25/09/2015    0 recensioni
La verità è che quando due persone si capiscono a vicenda, si rispettano e si fidano l'uno dell'altro, non c'è bisogno di parole. Matt e Mello rispecchiano un po' questa realtà, nonostante non si sappia niente di loro e risultino più che magnetici. Forse proprio perché ognuno se li può immaginare come vuole, non lo so. A me piace vederli così.
Uno spaccato di vita "quasi"quotidiana al Wammy's House. Fra aiuti reciprochi e piccole risse.
Il tutto in atmosfera un po' Angst.
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri personaggi, Matt, Mello, Near | Coppie: Matt/Mello
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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LA FINESTRA


I corridoi della Wammy’s House mi sono sempre sembrati troppo lunghi. Troppo interminabili da percorrere, con fin troppi quadri appesi alle pareti. Con Mello è tutto diverso. I suoi lunghi passi nervosi macinano la moquette come le ruote di un treno le rotaie, le pareti appaiono indistinte quando si cammina alla sua velocità. Non che lui ci faccia molto caso, con lo sguardo limitato verso avanti dalle lunghe ciocche dorate. Mi  sono sempre chiesto da dove prenda la forza di essere quello che è, da dove tutta quella energia rabbiosa e passionale arrivi è sempre stato un mistero per me. Un mistero certamente nascosto nei suoi tempestosi occhi azzurri che scacciano tutti da davanti al nostro cammino. E, in effetti, mi chiedo quale sia il problema, per chiamarmi così e trascinarmi via all’improvviso. Anche se… ok, sono io che lo seguo.

La camera di Mello e Matt non era mai stata una delle più eleganti, né tantomeno accogliente, però aveva presto assunto il significato di “tana”. Non casa, quello no, non si azzardavano a chiamare così nessun posto ed era nata in loro la convinzione che non ci sarebbero state alcune mura da chiamare casa nel loro futuro. Di quella stanza, però, ogni singolo frammento era stampato nelle loro teste da neoadolescenti come un marchio a fuoco sulla pelle. Mello era seduto a gambe incrociate sul suo letto, mentre guardava Matt armeggiare con la sua Playstation per togliere il gioco e metterla in carica.
“Matt, perché non usi il gioco nuovo?” la voce di Mello stranamente stanca gli fece alzare la testa.
“ Aprirlo”
Mello si allungò sul suo letto e afferrò la bianca custodia di plastica. Prese il gioco fra le dita e lo rimirò sghignazzando, mentre Matt si stendeva sul suo letto a pancia in su, con le mani dietro la testa.
“Crea la tua auto: componi, colora e divertiti.” Disse Mello leggendo il titolo sulla schedina di gioco, prima di scoppiare a ridere.
“Per me puoi anche fumartelo quello schifo.” Come se fosse un invito a scartare una delle sue amate barrette di cioccolato, Mello afferrò un accendino, aprì la finestra e poggiò la schedina sul piano di marmo sporco del davanzale, prima di bagnarla con una spruzzata di alcol che teneva nel comodino ed accenderla. Guardò le fiamme brillare per un attimo prima che una piccola e densa voluta di fumo nero si alzasse dalle fiamme adesso scure e deboli. Chiuse la finestra e si sedette sul bordo del letto, guardando la colonnina di fumo salire e annerire appena il vetro. Matt si alzò e si sedette accanto a lui.
Guardarono il fumo salire e la plastica fondersi per un tempo che parve interminabile, poi Matt decise di parlare:
“Perché mi sei venuto a chiamare, prima?” Mello attese un po’ prima di rispondere.
“Non ti ho levato dalle grinfie di quella mocciosa, scusa?”
“Mello. Rispondi alla mia domanda.”
“Ti voleva togliere gli occhiali”
“Si, lo so.”
“Non ti ha dato fastidio?”
“Si”
“Ma non hai fatto nulla”
“L’hai fatto tu”
Mello rimase ancora in silenzio, poggiandosi alla spalla di Matt.
“Mi piacerebbe sapere perché non parli più Mello” un lampo d’ira si accese negli occhi del biondo che si agitò. Poi, come se si fosse accorto che dopotutto non era così importante accusarlo di rompere sempre le scatole, si appoggiò di nuovo alla spalla dell’amico.
“Perché mi hai chiamato Mello? Non lo fai mai senza un motivo, devo sempre cercarti io”
“Me ne voglio andare Matt”
Il rosso sospirò: lo sapeva bene, lo sapeva e non  perché Mello glielo dicesse spesso, ma perché nei suoi occhi di cielo si rifletteva ogni giorno la sofferenza della reclusione. Vedeva che ogni giorno guardava al cancello d’ingresso, come se fosse indeciso se passarci magicamente attraverso e volare via o restare. Vedeva che ogni giorno la sua scelta era la prima ma ciò che poi riusciva a fare era solo rimanere a guardare il cancello, in silenzio.
“Anch’io”
“Ieri ho visto una banda di teppisti che era entrata  dall’inferriata posteriore” Matt ascoltò attento.
“Credo cercassero una villa, gli ho chiesto da dove venivano, mi hanno detto dal retro, ma non mi hanno spiegato come hanno fatto ad entrare. Mi hanno promesso che se li aiuto mi diranno come uscire e rientrare senza farmi vedere”
Matt era abituato alle spiegazioni prive di dettagli dell’amico e aveva pienamente capito che Mello, anche se non glielo avrebbe mai detto, voleva il suo sostegno.
“Cosa vogliono?”
“Soldi” Matt aspettò, cercando di non pensare a nulla.
“Matt senti, io non ce la faccio più. Non vedo nulla dietro i cancelli della Wammy’s, non ho un futuro”
Matt scosse piano la testa:
“Non è vero. Noi riusciamo a vedere solo il fumo nero oltre la finestra, ma scommetto che se guardi attentamente, scorgi  un magnifico tramonto”
Quando il fuoco si spense, il fumo smise di salire così denso e la plastica della schedina si fuse completamente, i due uscirono in silenzio per andare a cena: Mello con una tavoletta di cioccolato in tasca e Matt con gli occhiali ben calcati sugli occhi. 
N.d.A
Ciao,
grazie di aver letto la mia storia! Pero di leggere presto i tuo commento, anche perché ho bisogno di un po’ di consigli. Non sono pienamente soddisfatto da questo capitolo e ma spero di poter ovviare col prossimo,inoltre fatemi sapere se il testo è leggibile, dato che ho sempre qualche problema -.-'
Alla prossima
Lithops
P.S. c’è qualcun altro oltre a me che si arrabbia quando Matt è senza ha gli occhiali senza motivo? O.o
 

 
   
 
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