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Autore: ineedofthem    25/09/2015    7 recensioni
Anita, un metro e sessanta di dolcezza e allegria, è una specializzanda in pediatria. Adora il suo lavoro, sa che è quello che deve fare perché ci crede da sempre e, spinta dalla passione per questo lavoro, comincia a passare le sue giornate in ospedale.
Qui conosce Lucia: una bambina rimasta orfana, con una grave disfunzione cardiaca, ricoverata nel reparto di pediatria.
Anita sente di provare per lei un affetto profondo e il loro diventa un rapporto viscerale.
Tutto procede bene, finché non arriva lui: Luca Franzese, il nuovo cardiochirurgo dell'ospedale, e Anita capisce che la sua vita non sarà più la stessa. Riconoscerebbe quella zazzera di capelli castani e quei lucenti occhi verdi tra mille. Sa che il ritorno in città del ragazzo porterà solo guai per lei. Il rapporto con Lucia li accomuna entrambi e la piccola sembra l'unica in grado di sciogliere il suo sguardo da duro e quel carattere burbero che lui si porta dietro.
Anita crede di averci messo una parola fine su quel capitolo, ci ha avuto a che fare in passato e non intende ripetere lo stesso errore. Ma se Lucia ci mettesse il suo zampino, cosa potrebbe succedere?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricominciare'
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Capitolo 6
RICOMINCIAMO DA QUI

Capitolo 6

"Agitata?" domando a Cristina, mentre percorriamo la strada dal parcheggio all'ingresso dell'ospedale.
Lei mi guarda, l'ombra di un sorriso sul suo volto. "Nono, è solo un prelievo, infondo"risponde ironica.
Rido alla sua affermazione, ricordando l'ultima volta che lei aveva ripetuto una cosa del genere e non era finita nel modo in cui sperava.
Prima che possa dirle qualcosa è lei a parlare.
"Piuttosto, tu come stai? Hai più sentito Nicola?" mi domanda.
"No...mi ha mandato messaggi e chiamato innumerevoli volte, ma non ho mai risposto. Cris, io quasi non lo riconoscevo"ammetto, passandomi una mano tra i capelli nervosa.
Lei a quel punto assume un'espressione pensierosa.
"Io me la sarei aspettata una reazione del genere da lui, sai? Ha un atteggiamento fin troppo protettivo nei tuoi confronti, Anita"replica Cristina, lanciandomi un'occhiata eloquente.
Annuisco. "Sì, beh ci conosciamo da anni"parlo frettolosamente. Credo di aver capito dove voglia andare a parare e questo è un argomento di cui non voglio discutere.
"Non penso che tu, però, avresti reagito così al posto suo"osserva lei.
Non posso che darle ragione. "Ok, però adesso andiamo, su"la incito, prendendola a braccetto.
Facciamo l'accettazione e poi ci sediamo in sala d'attesa aspettando che sia il turno della mia amica e fortuna vuole che la chiamino presto. Nel frattempo racchetto una rivista e leggo qualche frivolo gossip.
Poco dopo la mia amica mi raggiunge, il braccio steso mentre l'indice e il medio della mano destra premono sul cerotto.
"Tutto ok?"le domando curiosa. La scorsa volta c'è stato un piccolo problemino, c'era un infermiere alle prime armi che non riusciva a trovarle la vena e Cristina ha rischiato di sentirsi male.
Lei, allora, arrosisce imbarazzata.
"Cosa è successo, tesorino?"le chiedo sorridendo.
Lei temporeggia. "Oh beh...c'era questo infermiere che mi ha fatto il prelievo e ho avuto la sensazione che stesse flirtrando con me"ammette  impacciata. 
Scoppio a ridere."Fai conquiste, eh?"la prendo in giro.
Lei si copre il viso con le mani mentre "e come era lui? Carino?"le domando curiosa.
"Beh...si"mi tiene sulle spine lei, e io mi curo di lanciarle un'occhiataccia.
"Allora...capelli castano chiaro, tenuti alzati in un ciuffo e rasati ai lati, occhi verdi e un bel sorriso"elenca Cristina arrossendo.
"Ah, ma parli di Edoardo"confesso io tranquilla e destando la sua attenzione. "Non lo stai dicendo solo perchè ho una cotta per Edoardo Purgatori, vero?"ride lei, puntandomi un dito contro.
Cristina ha una cotta spropositata per quell'attore e ho l'impressione che segua un medico in famiglia solo per lui.
Mi limito a scuotere la testa e la porta della stanza si spalanca, rivelando proprio il ragazzo sulla soglia.
Sorrido."Edoardo, ciao!"richiamo la sua attenzione, alzando la mano in un gesto di saluto.
Cristina si volta di scatto e i suoi occhi si spalancano, sorpresi.
Lui socchiude le labbra meravigliato di vedermi là e si avvicina svelto. "Anita cara, ma che piacere rivederti" le sue braccia si spalancano mentre mi fa segno di avvicinarmi per abbracciarlo.
Ci perdiamo in convenevoli e lo sguardo del ragazzo si posa subito sulla mia amica. Le sorride.
"Come va?"le dice indicandole il braccio. "Sono stato bravo, vero?"la osserva pavoneggiandosi.
Cristina è come se fosse entrata in trans, ci vuole un mio colpo di tosse per risvegliarla.
Lei arrossisce visibilmente imbarazzata. "Scusate, ero sovrappensiero. Comunque sì, tutto ok, non ho sentito niente"gli sorride grata.
"Oh beh, modestamente"si indica sorridendo beffardo, mentre io gli do uno scappellotto dietro la nuca. In risposta lui mi fa una linguaccia.
"Edo, comunque lei è Cristina la mia migliore amica"la indico, mentre loro si presentano.
"Lo sapevo già il suo nome, ma ok"ride divertito, e facendola arrossire.
"Dovremmo andare a fare colazione, se non hai da fare perchè non ti unisci a noi?"gli domando.
A quel punto la mia amica al mio fianco strabuzza gli occhi. " E questo adesso?"mi chiede tra i colpi di tosse.
Le sorrido. "Ieri hai fatto la stessa cosa con Luca, ricordi?Diciamo che adesso siamo pari"le sussurro facendole l'occhiolino.
Cristina in risposta rotea gli occhi al cielo, ma senza nascondere un'espressione divertita.
"Sì, per me va benissimo"la risposta di Edoardo attira la mia attenzione, facendomi sorridere.
Quando arriviamo al bar subito un forte odore di cornetti ci invade le narici e io mi appresto a dirigermi al bancone, mentre la mia amica e il ragazzo occupano un tavolo.
"Dottorè buongiorno, non sapevo foste di turno oggi"mi saluta caloroso Antonio, il barista veterano.
E' di origini napoletane, un uomo sulla sessantina, capelli brizzolati e un viso dolce contornato da una barbetta bianca. Tra di noi c'è stata simpatia dal primo giorno che ci siamo visti. Sapevo che quando ne avessi avuto bisogno, lui mi avrebbe offerto non solo il caffè ma anche la sua di spalla, e io avevo capito di potergli confidare ogni minima preoccupazione. Adesso sono davvero rare le volte in cui ci vediamo perchè i nostri turni purtroppo non coincidono più.
"Nono, sono qui con una mia amica. L'ho accompagnata a fare un prelievo" sorrido gentile, mentre lui prende a lavare delle tazzine sotto il mio sguardo.
"Comunque mi faresti tre caffè? Ah, e poi mi dai anche un cornetto al cioccolato"gli dico.
A quel punto annuisce. "Subito dottorè, nel frattempo vi do subito il cornetto così vi mettete a posto lo stomaco"mi sorride porgendomelo. Antonio sa quanto io amo mangiare i cornetti. "Ma non è per me, almeno non questa volta"rido e contagiando anche lui.
"Molto strano, comunque i caffè ve li porto io, state tranquilla" mi comunica.
Annuisco, rimproverandolo sul fatto che non voglio mi dia del voi e gli indico il tavolo, dove intravedo i miei due amici parlare.
Poi mi allontano, avvicinandomi ai miei due amici."I caffè arrivano tra un pò, ora ecco a te il cornetto. Forza mangia, bimba" la incito io, mentre lei sorride entusiasta addentando un pò di cornetto.
"Ok, comunque dicevo alla tua amica che potrebbe avvisarmi se dovesse fare altri prelievi, così che il giorno potrebbe coincidere con quello del mio turno, sai, sono il suo infermiere preferito"si pavoneggia lui, indicando la mia amica, che sorride annuendo, mentre finisce il suo cornetto.
Io e Edoardo ci perdiamo in chiacchiere. Mi racconta che sta facendo il corso per diventare caposala e io gli sorrido contenta che ci stia riuscendo. Era già nei suoi progetti e me ne aveva precedentemente parlato quando mesi addietro ci eravamo conosciuti durante una sua sostituzione ad una collega nel mio reparto.
Infine mi chiede di Lucia e io gli spiego che la situazione non sia delle migliori. Edo annuisce affranto, è bello sapere che qualunque persona la conosca si sia affezionato a lei in modo spropositato e poi mi sorride rassicurante, dicendomi che verrà a trovarla un giorno di questi. Lucia ne sarà contenta.
Proprio in quel momento, Antonio si avvicina al nostro tavolo, poggia i tre caffè davanti a noi e poi infila il vassoio sotto il braccio.
"Buongiorno Antonio"gli sorride allegro Edoardo, facendogli segno di darsi il pugno.
Il barista lo osserva divertito. "Giovane, sei allegro stamattin, eh?Che hai conquistato il cuore di qualche bella fanciulla?"gli domanda con una simpatica cadenza napoletana.
"Ce l'hai davanti" Edo indica Cristina, che si ferma con il cornetto a mezz'aria, mentre lo guarda imbarazzata.
Antonio ride, scuotendo la testa. "Povera ragazza"sorride complice alla mia amica, che scuote la testa.
"Nono, non è come pensa"si limita a spiegare.
Edoardo scuote le spalle. "Antò, sono in compagnia di queste due belle donzelle, cosa posso chiedere di più?"sorride beffardo.
Io al suo fianco gli tiro un pugno sul braccio."Sei uno sbruffone"mormoro divertita.
Cristina ingoia il suo boccone in tranquillità e poi ride sommessamente.
Il mio amico finisce di fretta il suo caffè, rischiando di scottarsi la lingua.
"Adesso vado proprio di fretta, devo scappare. Da futuro caposala devo pur dare l'esempio, no?"dice trafelato e alzandosi subito dopo. Si sistema la casacca verde che indossa e poi caccia un bigliettino dalla tasca di essa, porgendolo a Cristina, che lo osserva curiosa.
"E' il mio numero, questo. Magari mi chiami se vuoi vedermi...ceh, ovviamente intendo per il prelievo, no?"gli spiega e per la prima volta da quando lo conosco, Edoardo è imbarazzato.
Cristina annuisce vigorosamente senza però riuscire a nascondere il rossore delle sue guance.
"Sì certo, ok" mormora.
Lui alza i pollici all'insù e, dopo averle fatto l'occhiolino, si allontana.
Antonio dopo poco si congeda salutandoci, e io e la mia amica rimaniamo sole. Lei avvicina la sua tazza alle labbra e ci soffia sopra.
"Visto, ti ha pure rifilato un implicito appuntamento, se non fosse stato per me"rido, facendole storcere la bocca.
"Non iniziare con la storia che non fosse stato per te non sarebbe successo ciò, eh! Magari un giorno ci saremmo rincontrati e le cose sarebbero venute da sè e poi non è un vero appuntamento, quello"protesta lei facendomi la linguaccia.
Alzo le mani in segno di resa. "Come vuoi, ma non puoi negare di esserne già cotta"mormoro divertita.
Lei in risposta arrossisce, confermando la mia tesi.
"Mi riaccompagneresti a casa? Dovrei aprire il centro tra un pò" replica e lasciando la tazzina di caffè mezza piena sul tavolo. Sono sicura che l'abbia fatto per evitare il discorso.
Lascio il conto e la mancia ad Antonio sul tavolo, e mi allontano con lei.
Mancano solo quattro ore e rivedrò Luca.

Il mio telefono squilla imperterrito nella tasca dei jeans. Non c'è bisogno che io controlli per sapere di chi si tratta, Nicola continua constantemente a chiamarmi da stamattina.
Mi curo di annullare la chiamata e di metterlo in modalità silenziosa, sperando che capisca. Infilo le mani nelle tasche del camice e cammino per il corridoio, i miei stivali a tronchetto che ticchettano sul pavimento.
Luca entra in reparto, il suo sguardo vago. Proprio quando penso che si stia per avvicinare, fila dritto senza nemmeno guardarmi.
"Luca..." lo richiamo e lui si volta di scatto, sorpreso.
"Ehm ciao"sorride in imbarazzo.
Mi avvicino svelta. "Mi scuso ancora con te per l'episodio dell'altra sera, sono sicura che Nicola non volesse dire quelle cose" farfuglio.
Lui mette una mano in avanti per fermare il mio fiume di parole.
"Ne abbiamo già parlato. Il tuo amico dovrebbe imparare a tenere la lingua a freno"dice, lo guardo rammaricato a quelle parole.
"Ma non posso dargli nemmeno torto, sì insomma, sono stato davvero uno stronzo"ammette, grattandosi la nuca in imbarazzo.
I miei occhi si strabuzzano alle sue parole.
"No!"parlo con troppa foga, il suo sguardo incrocia il mio incuriosito.
"Ceh, si ti sei comportato male, ma è una cosa tra me e te e lui non avr..."
Luca non mi da nemmeno il tempo di finire che le sue mani si appoggiano sulle mie spalle, facendomi tacere.
I suoi occhi si fissano nei miei e arrossisco.
"Anita, non ne parliamo, ok? Il passato è passato"mi sorride lui.
Io annuisco a corto di parole, è come se dopo anni io ricominciassi a sentirmi la ragazzina di un tempo.
"Dottore, dottore"un infermiere arriva trafelato al nostro fianco, e lo sguardo preoccupato di Luca si posa su di lui.
L'uomo si piega sulle ginocchia, riprendendo fiato, poi si aggiusta gli occhiali sul naso. "C'è una persona che la cerca, io le ho spiegato che era impegnato, ma ha insistito"spiega.
Luca fa un cenno di assenso con il capo. "Dille che arrivo subito"gli dice prima che lui annuisca, andandosene.
Lo guarda allontanarsi, la fronte che gli si corruccia.
"Beh, allora vai, non farla aspettare questa persona"lo incito.
Lui annuisce sovrappensiero, poi comincia a camminare nella direzione opposta.
Per il resto del mio turno non lo vedo, non passa nemmeno a salutare Lucia che mi chiede con insistenza di lui.
Alle otto di sera mi chiudo nello studio, con gli occhi che a stento riescono a rimanere aperti,e pensare che devo fare anche il turno di notte per sostituire un collega malato.
Sono molto giù di morale oggi, con il pensiero che la situazione di Lucia stia peggiorando. Oggi abbiamo dovuto cominciare a somministrarle di nuovo farmaci endovena e poi il fatto che io e Nicola non ci parliamo fa peggiorare la situazione.
Mi infilo il cappotto e la sciarpa da sopra il camice e metto il cercapersone nella tasca, in caso qualcuno chiami, e mi allontano dal reparto senza che nessuno mi veda.
Il terrazzo dell'ospedale dà una bella vista, di notte ancor di più, con le luci della città che si confondono con quelle delle stelle. Penso di essere sola, siamo in pochi a conoscere questo posto, quando nella penombra scorgo una persona, le spalle ricurve e le mani tra i capelli.
Mi avvicino cauta, stando attenta a non fare il minimo rumore, quando rischio di inciampare in non so cosa. La persona si volta di scatto e, a disagio per la situazione, incontro gli occhi verdi di Luca.
Biascico un ciao imbarazzata e mi siedo al suo fianco.
Lui rimane in silenzio, torturandosi le mani in modo nervoso.
"Successo qualcosa?Non ti ho visto..."i suoi singhiozzi sovrastano la mia voce facendomi sobbalzare.
Si volta a guardarmi, gli occhi pieni di lacrime, e il mio cuore si stringe.
Titubante la mia mano si appoggia sulla sua spalla.
"L'ho persa. L'ho ritrovata e persa nello stesso giorno"dice lui, il labbro inferiore che gli trema.
Lo guardo senza capire di chi stia parlando. E' la prima volta che lo vedo così, senza barriere. Senza quell'atteggiamento da pallone gonfiato dietro il quale si nasconde.
Lasciandomi spiazzata si appoggia alla mia spalla, le sue lacrime che mi bagnano il cappotto. Impacciata gli stringo il busto.
"Di chi parli?"gli domando.
Alza lo sguardo inchiodandolo nel mio. "La mia ragazza"confessa, facendomi torcere lo stomaco.
"Voglio dire, la mia ex. Oggi era lei la persona che voleva vedermi. Aveva un viso pallido e solcato da due profonde occhiaie che mi son spaventato. Stentava quasi a parlare ed è venuta fin qui da Milano per dirmi addio, le era stato diagnosticato...un cancro". Stringe i pugni forte fino a far diventare le nocche bianche.
"Io...ho, ho fatto appena in tempo a prenderla prima che cadesse a terra. H-ha avuto un'embolia polmonare e il...suo".
La sua voce è rotta di nuovo dal pianto. "Il suo cuore...ha smesso di battere".
Si copre la faccia mentre altre lacrime scendono copiose dai suoi occhi, il suo corpo scosso da fremiti.
Rabbrividisco al racconto, capisco perfettamente cosa si prova a perdere una persona a cui si tiene tanto. Prendo ad accarezzargli i capelli con premura.
"L'amavi molto"parlo in un sussurro che dubito lui possa sentirmi, invece la sua voce sovrasta la mia.
"No"ammette serio e lasciandomi seriamente perplessa. "Almeno non come avrebbe meritato. Io e Giusy ci siamo conosciuti quando ero ancora all'università, lei frequentava la facoltà di ingegneria. C'è stata subito una forte attrazione tra noi e ad un certo punto pensavo di essermi innamorato di lei, ma nei suoi confronti provavo solo un amore fraterno.Dio! Mi sono sentito uno stronzo"aggiunge, passandosi le mani tra i capelli e tirandone le punte, frustrato.
"E' per questo che sei tornato? Per allontanarti da lei?"indugio.
Lui temporeggia ma, poi, continua a parlare.
"Si..."confessa"ma non avrei mai dovuto farlo. Se solo io l'avessi saputo, le sarei rimasto vicino, io..."la sua voce è rotta di nuovo dal pianto.
"Non è colpa tua Luca, siamo impotenti davanti al destino"gli replico, cercando di calmarlo.
Lui a quel punto si allontana da me e si alza in piedi. "Sì che è colpa mia, Anita! Finisco per fare sempre la cosa sbagliata e mi sento uno stronzo"alza le mani al cielo, gesticolando nervoso.
Lo guardo preoccupata e abbasso lo sguardo incapace di dire qualcosa.
"Vedi noi"incrocio i suoi occhi, mentre lui ci indica.
"Cosa c'entriamo adesso io e te!?"gli chiedo nervosa.
Lui scuote la testa. "Ho rovinato tutto con te, io non avrei dovuto lasciare che tu pensassi..."
"Che pensassi, cosa?"domando avvicinandomi a lui, rabbrividisco.
"Ma tu hai freddo"constata lui, notandomi tremare, e sviando a quel punto il discorso.
In un altro momento avrei pensato che fosse dolce il suo interesse nei miei confronti, adesso no, e quando cerca di appoggiarmi una mano sul braccio lo allontano.
"Parla, Luca"lo supplico con lo sguardo, poi un "Anita, hei, sei qui?"rimbomba nelle mie orecchie, facendomi voltare di scatto.
I miei occhi si strabuzzano per la sorpresa. "Nicola, che ci fai qui?!".

Angolo autrice:
Buonasera a tutti! Finalmente ce l'ho fatta! In verità il capitolo era pronto da un bel pò ma dovevo finire di trascriverlo al pc e oggi praticamente non ci sono stata.
Comunque è un pò triste e scopriamo qualcosa in più su Luca. Che pensate volesse dire ad Anita?Fatemi sapere, aspetto i vostri pareri. Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo e chi ha aggiunto la storia tra le preferite/ricordate/seguite.
Adesso vi saluto e ci vediamo alla prossima! <3
Ps. spero ti sia piaciuta la sorpresina Cris :D



  
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