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Autore: Biszderdrix    26/09/2015    1 recensioni
Come possiamo sapere se siamo pronti per le sfide del mondo? Come possiamo sapere se saremo all'altezza di ogni nemico? Ma soprattutto... se fossi tu stesso il tuo nemico?
L'intera saga di Dragon Ball e degli eroi che tutti amiamo riscritta dalle origini del suo stesso universo, per intrecciarsi a quella di un giovane guerriero, che porta dentro sé un potere tanto grande quanto terribile, dai suoi esordi fino alle sfide con i più grandi nemici, e la sua continua lotta contro... sé stesso.
Se non vi piace, non fatevi alcun problema a muovere critiche: ogni recensione è gradita, e se avete critiche/consigli mi farebbe piacere leggerli, siate comunque educati nel farlo.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO QUARANTATREESIMO- IL LEGAME PIÙ FORTE

Doomshiku continuò a guardare il ragazzino, il volto piegato in un’espressione irritata per essere stato nuovamente ostacolato.

Finché l’irritazione si tramutò in una sorta di stupore, quando si rese conto di chi fosse questo ennesimo sfidante: la sua espressione mutò radicalmente nel giro di un istante, tornando ad un sorriso che nulla aveva di rassicurante.

«Bene bene, guarda un po’ che c’è qui… Credo che potrò divertirmi ancora un po’, dopotutto…» disse, voltandosi verso Keiichi, la cui espressione perse improvvisamente tutta la determinazione e la rabbia che la caratterizzava fino a qualche istante prima, non appena i suoi occhi incrociarono quelli di Doomshiku.

«S-Sca... Scappa, K-Keiichi…» provò a bisbigliare Goku al ragazzino, prima che la zampa di Doomshiku lo colpisse nuovamente, all’altezza dello stomaco.

«Zitto! Stai interrompendo una splendida riunione di famiglia!» disse, con falso fare irritato, prima di voltarsi nuovamente verso il ragazzo, tornando a sorridere malevolmente «Allora, ecco qui il mio figlioletto!»

Keiichi ebbe un fremito: sentì nuovamente la furia crescere dentro di lui, ma ci pensò la paura a tenerla a freno. «T-Tu… Tu non sei il mio papà…» riuscì comunque a dire, balbettando leggermente dall’emozione.

Il sorriso di Doomshiku si allargò: «Oh, si, hai ragione: effettivamente, ho solo sfruttato il suo corpo. In effetti, un moscerino come te non può essere la mia progenie: tu sei debole e inutile quanto quell’inetto di tuo padre.»

A queste parole, la rabbia crebbe nuovamente dentro il giovane hatwa: «Mio padre… non era debole…»

«Vuoi forse negare l’evidenza? Io gli ho offerto la potenza dell’universo, e lui ha rifiutato! E per cosa, poi?! La sicurezza e il benessere di voi miseri vermi! Ha passato tutta una vita ad eludere il destino per il quale lo scelsi, perché era un debole! Un debole, che ha dato troppo retta ai suoi sentimenti, come il nostro amico qui a terra!» ribatté Doomshiku, volgendo la mano verso Goku «Il che, riflettendoci, non lo rende forse l’unico responsabile della sua morte…»

Keiichi, che ad ogni parola di Doomshiku sentiva gli occhi bagnarsi sempre di più, improvvisamente li spalancò, sorpreso da questa ultima affermazione: cosa che sembrò divertire ulteriormente il demone.

«Sei curioso, eh? Bene…» disse, continuando a sorridergli «Perché, secondo te, tuo padre fu così ostinato? Perché così è stato cresciuto, e così si è sviluppata la sua vita! Circondato da perdenti che gli hanno insegnato ad amare e a sprecare il proprio potere in difesa dei deboli! Cresciuto da persone che gli hanno insegnato a difendere coloro che non hanno motivo di vivere! Persone come i tuoi amici, i tuoi nonni, tua madre… tu stesso.»

«I-Io?» balbettò Keiichi, strabuzzando nuovamente gli occhi, mentre continuava a fissarlo.

«KEIICHI! Non lo ascoltare!» provò a urlare Gohan, che insieme al gruppo dei saiyan stava accorrendo in soccorso, prima che Doomshiku generasse una forte onda d’urto, smuovendo l’aria e respingendoli tutti con forza, mentre continuava a fissare Keiichi.

«Oh si, proprio tu.» proseguì «Tu sei suo figlio, sangue del suo sangue: da quando è tornato sulla Terra ha fatto parecchi sacrifici per te. Ha rinunciato a molte ore di allenamento, per poterti mantenere, e per poterti addestrare: si è speso per te come forse tu non puoi ancora renderti conto. E questo, lo ha reso un debole.»

Keiichi sentì improvvisamente un forte peso al cuore: non poteva addossargli questa cosa. Dentro di lui sentiva che il demone si sbagliava: egli viveva per il male assoluto, non poteva concepire l’amore se non come una debolezza.

Ebbe però un altro fremito. Quelle parole, pronunciate da quella voce suadente e profonda, stavano smuovendo qualcosa dentro di lui: credette fosse semplicemente furia, nel sentirsi colpevolizzato della morte del suo stesso padre.

«N-Non è vero…» balbettò, le lacrime agli occhi.

«Eccome se lo è, moccioso! Lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per te, lo sai…»

«S-Smettila…»

«Eri la cosa più importante per lui: pensa, sarebbe stato pronto a rinunciare ai combattimenti per te.» continuò Doomshiku, le parole che perforavano l’animo di Keiichi come pugnali.

«Smettila…» disse ancora Keiichi, la voce sempre più spenta dal pianto. Ma, dentro di lui, il giovane continuava a sentire crescere quella che sembrava essere solo una gigantesca rabbia.

Doomshiku continuò a sorridere.

«Era pronto a morire, per te.»

Keiichi, a quel punto, non poté più contenersi.

«Ti ho detto… di… SMETTERLA!» gridò, sfogando tutta la sua furia in un grido disperato.

Ma, ad uscire, non fu solamente la sua rabbia.

Il suo corpo venne improvvisamente ricoperto da un forte bagliore bianco, una luce intensissima che portava con sé un enorme quantitativo di energia.

Mentre Keiichi continuava a gridare, i presenti osservavano, sbalorditi. Pamela cadde in ginocchio, osservando l’energia che partiva figlio convergere in una colonna di luce che arrivò in cielo e iniziò a formare diverse onde circolari che ricoprirono tutto il manto celeste.

«Piccolo mio… Keiichi…» sussurrò, continuando a fissare il cielo.

«Whis… lo senti anche tu?» chiese Bills, voltandosi.

«Si, lord Bills… è lo stesso tipo di energia…»

Anche tutti gli altri poterono intuire che c’era qualcosa di incredibilmente familiare in quell’evento. Qualcosa che portò la mente di tutti a diversi anni fa, gli anni forse più duri nella vita del padre di quel ragazzino furibondo.

Doomshiku, dal canto suo, osservava incredibilmente stupito, i denti stretti in una smorfia atterrita.

«Non… ci posso credere…» sussurrò, mentre l’energia attorno al ragazzino si dissolveva lentamente, facendolo piegare in avanti per lo sforzo del grido appena emesso.

Subito tutti poterono vedere come la pelle di Keiichi fosse diventata di un grigio chiaro; i muscoli, già piuttosto sviluppati, apparivano ora più tonici; i canini evidentemente sviluppati, visibili dalla smorfia di rabbia sul volto del ragazzino.

Ma ciò che più di ogni altra cosa lo sorprese, visibile solamente a lui, furono i due occhi di un giallo brillante, tagliati da una sottile pupilla scura, permeati da molte lacrime.

«Come è potuto accadere?…» sussurrò nuovamente il demone, mentre Keiichi si rimetteva lentamente in piedi. Il giovane hatwa continuò a guardarlo, con uno sguardo carico d’odio, finché non iniziò ad avanzare lentamente verso di lui.

«È… È la stessa trasformazione di suo padre!» gridò Crilin, constatando quello ci cui si erano ormai resi conto tutti. Pamelaera l’unica a non ascoltare: continuava a guardare il suo bambino, questa volta con orgoglio, vedendo quanto potente fosse riuscito a diventare. Sentì improvvisamente una mano toccargli la spalla: si voltò per vedere il volto sorridente di Whis.

«Fa bene a sentirsi orgogliosa: il padre lo sarebbe, eccome!» le disse, confortando la donna.

«Si, peccato sia lontano anni luce dalla potenza del suo avversario!» commentò ancora Bills, apparendo sempre leggermente insensibile. Si mise comunque a riflettere sul comportamento strano di Doomshiku, che sembrava essere rimasto colpito dalla cosa: «Whis, voglio osservare più da vicino.»

Intanto, Keiichi continuava ad avvicinarsi a Doomshiku: il demone, spiazzato da quella trasformazione, manifestazione di quello che era il suo potere, rimaneva immobile.

Il giovane hatwa, però, non attese: si lanciò con forza contro Doomshiku, tentando di colpirlo con un calcio che il demone comunque parò. Tentò di tempestarlo di colpi, saltando da una parte all’altra, volando ogni volta sopra la testa del mostro, che si limitava a schivare e a parare.

«Non capisco! Non sta reagendo!» commentò Trunks, osservando da lontano.

«C’è qualcosa di strano in Doomshiku…» commentò Vegeta.

«È sorpreso, anche più di quanto possiamo esserlo noi.»

I saiyan si voltarono mentre Bills e Whis discendevano lentamente fra loro.

«Evidentemente nel giovane figlio di Daniel Ryder deve essersi trasferito parte del potere di Doomshiku stesso, non ci può essere altra spiegazione.» concluse il Dio della Distruzione, sogghignando, mentre Keiichi, dopo l’ennesima parata da parte di Doomshiku, gli atterrava nuovamente di fronte.

Il volto del ragazzino era piegato in una smorfia rabbiosa, mentre fissava il demone ancora piuttosto interdetto.

«RIDAMMI IL MIO PAPÁ!» urlò improvvisamente, lanciandosi a velocità impressionante contro Doomshiku: e, per lo stupore dei presenti, riuscì a colpirlo con un potente pugno, che lo fece arretrare di pochi passi.

Keiichi, infuriato, riuscì a colpirlo una, due, tre, quattro volte, con colpi che parvero danneggiare parecchio il demone, visto come continuava a subire senza mostrare alcun segno di reazione. Il ragazzo colpì nuovamente il demone con un potente calcio all’altezza della spalla, prima di atterrare e caricare un nuovo attacco.

Prese a colpirlo con una lunga serie di pugni al ventre, con il demone che anche questa volta parve non reagire, finché Keiichi non si distacco, caricando un pugno ancora più forte.

Pensò di riuscire a colpirlo nuovamente, ma nel giro di un secondo si sentì afferrato per il polso, e nell’istante successivo si ritrovò a guardare negli occhi un Doomshiku apparentemente ancora più arrabbiato di quanto non lo fosse stato qualche minuto prima.

Il demone ruggì in faccia a Keiichi, con potenza, prima di colpirlo con un pugno allo stomaco. Lo colpì poi anche al volto, prima di lanciarlo lontano.

Keiichi, dolorante, regredì immediatamente al suo stato normale, mentre Doomshiku si avvicinava ancora rapidamente: come per Goku, stava ora preparando una sfera di ki nel suo palmo.

«Non so come tu abbia fatto ad ottenere quel potere…» disse, con un tono palesemente irritato «ma di ben due cose sono certo: la prima, che non ne sei degno, esattamente come tuo padre…»

Tutti gli spettatori osservavano, in preda al terrore, mentre Doomshiku si avvicinava sempre di più. Le lacrime tornarono a bagnare gli occhi di Pamela.

«… la seconda, che adesso morirai.»

Keiichi lo vide puntare il braccio verso di lui: una lacrima gli spuntò sul viso illuminato dalla sfera di Doomshiku.

«Papà…» sussurrò, intravedendo la fine.

Tutti rimasero paralizzati, mentre Doomshiku era sul punto di spazzare via il giovane Keiichi, che voltò la testa, serrando gli occhi.

Il giovane hatwa era convinto che sarebbe morto da un momento all’altro: le lacrime avevano ormai completamente bagnato le sue guance, mentre i pensieri si soffermavano sul suo papà, sui suoi sorrisi, i suoi incoraggiamenti. Presto avrebbe avuto modo di poterlo riabbracciare.

Finché non si accorse che erano passati diversi secondi. Un mugugno, forte, lo fece voltare: e ciò che vide lo sconvolse.

Doomshiku aveva le mascelle serrate in una smorfia, quasi di dolore trattenuto, e sembrava avere una sorta di tremore, come se si fosse improvvisamente bloccato: il suo sguardo guardava dritto, senza osservare nulla di particolare.

Tutti osservarono sopresi questa nuova reazione del demone, che emise un nuovo gemito, più intenso, portandosi le mani alla testa. Keiichi si voltò, appoggiandosi sui gomiti, osservando il demone, che emise un nuovo gemito: il giovane hatwa fu comunque reattivo, strisciando rapidamente all’indietro, visto che dopo quel gemito Doomshiku colpì con forza il suolo.

Ma più che per colpire Keiichi, quello parve più un pugno di grande frustrazione. «V-Vattene…» sussurrò, a denti stretti.

Keiichi rimase nuovamente immobile, nella stessa situazione, chiedendosi se si stesse rivolgendo a lui, così che finì per non accorgersi di un nuovo colpo, ancora più forte, che stava per toccare il suolo.

Ne avrebbe sicuramente risentito, se, improvvisamente, due braccia pelose non lo avessero afferrato giusto in tempo. In un istante, si ritrovò in mezzo agli altri saiyan: si voltò, per vedere il volto del suo salvatore, ancora piuttosto malandato.

«Grazie zio Goku…» gli sussurrò, ricevendo un sorriso in risposta, prima che entrambi tornassero ad osservare Doomshiku, la cui sofferenza sembrava essere aumentata: ora era in grande agitazione, non riusciva a stare fermo; le sue mani stringevano con forza la sua testa.

Whis ebbe come un’illuminazione, mentre osservava il demone.

«Whis, lo percepisci anche tu?» gli chiese il suo padrone, anche apparendo visibilmente sorpreso. Il cenno del suo attendente fu una risposta più che soddisfacente: «Com’è possibile?» disse, a bassa voce, mentre osservava Doomshiku, il cui fastidio sembrava essersi ulteriormente accentuato.

Baby, che fino a quel momento era rimasto nascosto, evitando anche l’ultimo, grande sfogo distruttivo di Doomshiku contro Goku, vide finalmente la possibilità di svignarsela: se fosse riuscito ad avvicinarsi ad uno dei rifugiati, escludendo gli amici dei saiyan, avrebbe potuto tranquillamente infiltrarsi nuovamente tra loro, sperando che quel mostro lo lasciasse nuovamente in pace.

Il demone, intanto, era in preda ad un’incredibile agitazione: nella sua testa era ricomparso qualcosa che gli stava dando un incredibile fastidio, e che stava arduamente lottando contro di lui. Qualcosa che credeva di aver debellato…

«ESCI DALLA MIA TESTA!» gridò, improvvisamente, generando una potente scarica di energia, che scavò il terreno attorno a lui.

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“NO! Ti sei spinto troppo oltre, grandissimo figlio di puttana, e ora ne pagherai le conseguenze!”

TU NON DOVRESTI NEMMENO ESSERE VIVO, MISERO INSETTO… HO SOPPIANTATO LA TUA ANIMA!

“Invece no, a quanto pare: guarda un po’, il grande Doomshiku ha fallito! Però devo dirti che, come è successo anche a te, sono anch’io sorpreso di essere ancora vivo!”

E COSA PENSI DI FARE? NON RIUSCIRAI A FERMARMI! TI HO GIÁ SCONFITTO UNA VOLTA, NON CREDERE CHE IO NON POSSA RIFARLO!

“No… questa volta sarà diverso… Doomshiku, hai minacciato  quello che non dovevi minacciare, HAI MINACCIATO MIO FIGLIO! E forse ora potrai incolparlo di avermi permesso di essere nuovamente qua!”

BASTARDO! UNA VOLTA CHE MI SARÓ DISFATO DEFINITIVAMENTE DI TE, LUI SARÁ IL PRIMO A MORIRE!

“No, non lo farai… Io te lo impedirò!”

AH SI? E COME PENSI DI RIUSCIRCI? SEI SOLAMENTE UN DEBOLE, LO SEI SEMPRE STATO!

“Si… Me lo hai sempre detto, anche tempo fa… Ma io sono consapevole che il vero debole qui, sei solo tu.”

AHAHAH! QUESTA È VERAMENTE BUONA!

“E devo ringraziare solamente te, che mi hai permesso di rendermene conto…”

NON FARMI RIDERE, RYDER!

“Quando te ne renderai conto, per te sarà ormai troppo tardi…”

SAPEVO FOSSI SPIRITOSO, MA NON A QUESTI LIVELLI! MA TI CONFERMI COMUNQUE UNO STUPIDO… AVEVI LA POSSIBILITÁ DI CONTROLLARE QUESTO POTERE, TE L’HO DATA IO STESSO, E TU HAI RIFIUTATO!

“E questo non fa che avvalorare la mia tesi… tu sei un debole perché sei il primo a temermi. E adesso comprendo perché tu mi abbia scelto…”

SMETTILA…

“Magari in uno scontro fisico, avresti sicuramente avuto la meglio. Ma tu hai sempre saputo quanto forte fosse il mio spirito. Ed è un’altra cosa che comprendo solo ora…”

E QUINDI TROPPO TARDI!

“Questa è una tua convinzione…”

NON PUOI! SONO IO, QUI, IL PIÙ FORTE!

“Forse Goku non te lo ha spiegato in modo abbastanza chiaro, cosa significhi lottare per qualcosa… permettimi di darti ripetizioni!”

NON OSARE…

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Tutti i presenti poterono osservare Doomshiku agitarsi sempre più convulsamente, mentre la sua aura attorno a lui scavava il terreno, causando un piccolo terremoto.

«Che gli sta succedendo?!» domandò Pan, voltandosi verso il padre, che pareva comunque saperne meno di lei: «Non lo so… Sembra come in preda ad una forte emicrania…»

Bills, quel punto, non riuscì a trattenere un risolino.

«Che c’è di tanto divertente?!» si voltò, scocciato, Vegeta, dimenticandosi chi fosse il suo interlocutore, che lo guardò irritato per un istante, prima di tornare a sogghignare, in piedi, con le mani dietro la schiena, di fianco ad un Whis che portava un sorriso pieno d’orgoglio in viso.

«Mi fa sorridere che nessuno di voi abbia ancora compreso, che stiamo assistendo alla fine di Doomshiku.» disse il Dio della Distruzione, sorprendendo un po’ tutti «La cosa mi lascia comunque un po’ invidioso, ma non posso che esserne felice.»

Gli altri si guardarono tra loro, cercando di trovare una spiegazione a ciò che Bills aveva appena affermato, finché a fornirla non fu Doomshiku stesso: il demone, che fino a quel momento era rimasto, tremante, con le braccia strette attorno alla vita, piegato su se stesso, si alzò improvvisamente in piedi, urlando come pazzo, generando un’altra fortissima ondata di energia.

La cosa andò avanti per qualche secondo, mentre il gruppo di guerrieri continuava a non comprendere pienamente cosa stesse accadendo.

Finché, senza preavviso, il corpo di Doomshiku ebbe una nuova, improvvisa convulsione, e vi fu un forte bagliore accecante, che costrinse tutti i presenti a coprirsi gli occhi.

In quello stesso istante, un rivolo di fumo nero partì dal corpo della creatura, muovendosi a spirale attorno ad essa, mentre lo sfogo energetico di Doomshiku si spegneva lentamente, il corpo della creatura che cadde in avanti, cadendo su un ginocchio.

Proprio in quel momento, la creatura aprì gli occhi, lasciando nuovamente stupiti i presenti, quando poterono vedere che erano gialli, non più rossi, con una sottile pupilla nel mezzo.

E allora tutti poterono comprendere, quando poterono sentire un’altra aura provenire dal corpo della creatura: un’aura familiare, che lasciò di stucco parecchi dei presenti, prima che diversi, larghi sorrisi facessero la loro comparsa, anche sui volti degli spettatori fermi sulla sporgenza rocciosa, che osservavano da molto lontano. Negli occhi di due persone in particolare si formarono le lacrime, nel percepire l’aura di Daniel Ryder.

Nello stesso istante, il fumo nero che si era generato dalla creatura iniziò ad aggregarsi, andando a formare un’altra familiare figura…

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Mi alzai faticosamente in piedi: ancora non riuscivo a concepire cosa fossi riuscito a fare, ma la cosa che più mi premeva, in quel momento, era fargliela definitivamente pagare, dopo averlo scacciato definitivamente dal mio corpo.

Mi accorsi di essere ancora nella sua potentissima forma, quando notai le mie mani squamose e sentii la lunga coda dietro di me.

Mi voltai giusto un istante, guardando quel gruppo di guerrieri coraggiosi che avevano fronteggiato Doomshiku: mi sentì fiero nel poter dire che quelli erano miei amici, ma ancora più fiero nel vedere, tra loro, il volto sorridente di mio figlio.

Keiichi aveva fronteggiato con coraggio con un avversario imbattibile, solamente per me: non solo, mi aveva anche rivelato da cosa derivasse quella sua grande energia. In quel momento, non potei che sentirmi orgoglioso di lui.

«A quanto pare, è così che deve finire…» disse una voce, profonda che interruppe il flusso dei miei pensieri e mi fece leggermente voltare: potei vedere, poco più in alto rispetto a me, in un’indistinta forma fumosa.

Ad uno sguardo superficiale, non era che una massa di fumo scuro, ma io sapevo meglio di altri di cosa si trattasse: era lui, Doomshiku, che mi osservava. Lo riconobbi, soprattutto, per gli inconfondibili occhi vuoti, di color rosso rubino che mi guardavano.

Per l’ultima volta.

«Non sia mai che Doomshiku perda il suo onore…» proseguì «devo ammettere la sconfitta. Ti ho sottovalutato…»

Mi voltai nuovamente, rifiutandomi di guardarlo ancora: la sua voce bastava e avanzava. Caricai nella mia mano destra tutto il ki che potessi accumulare in questa forma.

«Ora, fai valere la mia scelta.»

Non lo delusi. Mi girai di scatto, portando rapidamente avanti il braccio destro, facendo partire un’onda mastodontica, che lo investì: mentre la sfogavo, mi lasciai andare ad un forte grido, che in realtà uscì come un potente ruggito, che accompagnò l’intero corso dell’onda verso Doomshiku, o ciò che ne restava, finché non lo colpirono.

I rivoli di fumo nero si contorcevano all’apice del colpo energetico: gridai a tutta forza, con la voce gutturale di quel mostro, mettendoci ancora maggiore potenza.

Finché il colpo non andò ad esplodere nello spazio, portandosi con lui l’anima di quell’essere immondo, e con lui, anni di sofferenze e timori, di ansie e insicurezze, che mi avevano tormentato fin da quando ero un bambino.

Era finita, finalmente.

Potei sentire il mio animo farsi improvvisamente più leggero al pensiero: Doomshiku non c’era più.

Ma c’era un ultimo compito da svolgere: mi aveva chiesto una cosa, di far valere la sua scelta.

Ignorai le esultanze dei guerrieri che accorrevano verso di me, e mi lanciai subito in aria, trovandolo immediatamente: si era avvicinato di soppiatto al gruppo di rifugiati, ormai era veramente a pochi metri. Non esitai, lanciandomi in mezzo a loro, ignorando altre grida terrorizzate: cercai di atterrare comunque senza causare danni. Non appena mi sentì arrivare, tornò immediatamente nella sua forma tangibile: il suo volto era una maschera di orrore.

Tremava come una foglia, mentre mi avvicinavo lentamente a lui.

«S-Senti, non possiamo discuterne? In fondo voi hatwa siete persone socievol-HNGH!» Non gli permisi di finire: lo afferrai immediatamente per il collo, facendo attenzione a stringere con forza. Lo guardai cercando di mostrargli tutto l’odio che covavo nei suoi confronti, e la sua espressione terrorizzata mi fece capire che l’obbiettivo era stato raggiunto.

Ciò che mi piaceva di questa forma era proprio la possibilità di manipolare con facilità le energie vitali più deboli. Ma la cosa ancora più interessante, erano tutte le tecniche che conosceva: e una, in particolare, mi parve adatta al caso.

«Guardami negli occhi…» gli dissi, mentre continuava a dimenarsi. Le sue iridi blu finirono comunque per incontrare immediatamente le mie: veramente ingenuo.

In un attimo, lo travolsi con ogni tipo di dolore provato nella mia esistenza, gli feci sentire quella per la morte dei miei genitori, la paura per l’incolumità dei miei amici, le parole di mia nonna sul suo letto di morte… Ad esse, aggiunsi quella di tutta la razza hatwa, che già Doomshiku aveva fatto provare a tutta quella povera gente: ora, Baby si sarebbe gustato tutto il menù.

Avvertì come una sensazione di godimento nel vederlo soffrire: la soppressi all’istante.

Negli occhi e nella bocca di Baby si generò un potente bagliore bianco, dopo di che esplose in un lampo di luce accecante. Alla fine, la mia mano riemerse pulita, come se nulla ci fosse mai stato dentro.

Ora si, che era veramente finita.

Finché non udii quel sussurro alle mie spalle: «Daniel…»

Mi voltai, per vedere Pamela che si avvicinava, esitante, a me.

In quel momento fui colto da un improvviso terrore, realizzando cosa fosse successo: il mostro che in tutti quegli anni mi ero portato dentro aveva nuovamente messo tutti in pericolo.

E questa volta ci era andato vicino. Troppo vicino.

Mi sentii responsabile, mi sentii colpevole: non potevo ricongiungermi agli altri, non in questo momento.

Decollai più velocemente che potei, cercando un posto dove poter rimanere solo: Doomshiku forse non c’era più, eppure sentii nuovamente un gigantesco peso nel mio animo.

Peccato che quegli occhi di rettile non fossero in grado di piangere.


NOTE DELL’AUTORE
Ehilà gente! I’m back! Ora finalmente ho molti meno pensieri per la testa, e posso mettere un po’ più di me stesso in questo progetto, che voglio assolutamente vedere terminato!

Allora, che ne pensate di questa rivisitazione della saga di Baby? È stato un bel lavoro per me, così come buoni si prospetterebbero gli latri miei progetti di “modifica” a Dragon Ball GT. Anche se, francamente, mi chiedevo se proseguire non fosse superfluo: mi piacerebbe avere anche la vostra opinione, voi lettori che mi seguite da un po’, riguardo questa cosa. Sinceramente, mi piacerebbe iniziare un nuovo progetto, sempre legato a questa storia, ma prima mi piacerebbe terminare il lavoro su “I still don’t know, what my destiny is…”. In ogni caso, anche solo una normale recensione al capitolo è ben accetta, come sempre, che sia negativa, neutra o positiva!

Dragon Ball è proprietà di Akira Toriyama.

Alla prossima!
   
 
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