Crossover
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Autore: Crybaby    13/02/2009    1 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Saint Seya; Naruto]
Il principale avversario di Sailor Moon è tornato, ma questa volta le sue intenzioni vanno ben oltre il desiderio di vendetta. Sette squadre di guerrieri, provenienti da quattro diverse realtà, partono alla volta dei quattro angoli dell'universo nel tentativo di riportare la normalità e sventare l'ultima, definitiva, minaccia di Chaos.
PARTE 1: ANTEFATTO
1-7 Prima parte
8-15 Seconda parte
PARTE 2: LE SETTE SQUADRE
16-28 Ub, Minako, Rock Lee, Tenten, Ami, Kiba & Akamaru
29-40 Gaara, Haruka, Shiriu, Shino, Temari & Mister Satan
41-50 Makoto, Shun, Michiru, Hotaru, Choji & Ino
51-61 Setsuna, Kankuro, Hinata, Goten, Pan & Naruto
62-75 Shikamaru, Rei, Hyoga, Shaina, Trunks & Usagi
76-83 Gohan, Ikki, Sakura, Videl, Neji & Seya
84-88 Vegeta & Bulma
PARTE 3: TUTTI CONTRO CHAOS
89-103 La Città
104-115 La Fortezza
116-119 Resa dei conti finale
PARTE 4(cap. 120): EPILOGO
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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(Nelle descrizioni di W e G mi sono ispirato rispettivamente ad un personaggio di Street Fighter Alpha e ad uno di King Of Fighters, di cui non ricordo il nome. Le somiglianze però si fermano qui, eh!)

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L’Esercito Di Chaos – Seconda Parte

Un’autostrada sospesa a mezz’aria, adornata solo di lampioni nemmeno troppo luminosi, sovrastava i tetti degli edifici della città del Chaos e ne circondava la fortezza. Un’autostrada quasi completamente deserta, occupata soltanto da una grossa motocicletta, grigio e blu metallizzato, e da chi ci stava a bordo: un ragazzone dagli azzurri capelli corti, occhiali da sole, sorriso abbagliante, vestito di una tuta di pelle nera. Scorrazzando nel frattempo a tutto gas, il ragazzo si stava intrattenendo a parlare al suo cellulare.
-Ciaooo, F! Finalmente ti sei decisa ad accettare il mio invito, eh? Vedrai, sarà una serata fantastic… ah, non mi chiami per quello? E per cosa, allora? Ah, i nemici del capo stanno venendo qui, e in massa?! Capisco… Nessun problema, sai bene che il tuo L non si fa mai cogliere impreparato! Avevo giusto intenzione di uccidere qualcuno, e questa invasione capita proprio al momento giusto! Riguardo al nostro appuntamento, a quando lo rimandiamo? Pronto? F, ci sei ancora?
Sentendo solo dei tuu-tuu dall’altra parte, l’androide L lanciò il cellulare davanti a sé e ci passò sopra con entrambe le ruote della sua moto, sbriciolandolo.
“E brava F, continua a rifiutarmi! Quando arriveranno gli scocciatori ti farò vedere di che pasta è fatto l’uomo che hai scaricato… Ma che diavolo!”
L sterzò e frenò bruscamente, bloccandosi a mezzo millimetro dal naso di un bambino (capelli e occhi neri, vestito di stracci), immobile come un palo al centro della corsia.
-Che cazzo stai facendo, H? Per poco non ti mettevo sotto!
Il bimbo fissò L per un attimo, per poi abbassare lo sguardo con aria triste.
-Ecco bravo, fai il dispiaciuto adesso! Piuttosto, hai saputo dell’arrivo dei visitatori?
Il piccolo H fece di sì con la testa.
-Bene, perché non ho voglia di ripetere tutto. Dimmi un po’, tu cosa farai quando te li ritroverai davanti?
Nessuna risposta. H continuò a fissare L con i suoi occhioni inespressivi.
-Ah già che tu non spiccichi una parola. Del resto ti chiami H, come la lettera muta… Certo che quella vecchia rimbambita di Baby Bulma ha avuto proprio una fantasia quando ci ha creati. Tu che ne pensi?
Idem come sopra.
-Bene. Se ora gentilmente ti sposti, ti saluto.
Con il piccolo H che si sedette sul ciglio della strada, L potè così riprendere a sgommare.

Un centinaio di metri più sotto, nei bassifondi della città, altri membri dell’esercito avevano ricevuto la notizia.
-Non sto più nella pelle, gente! Finalmente potrò sgranchirmi le ossa…
-Le giunture, W! Le giunture! Noi siamo androidi, te lo vuoi mettere in testa una buona volta?
-…e andiamo, R! Smettila di fare il pignolone! Un po’ di serietà in meno non guasta!
W (ragazzino magro, capelli rossi, occhi neri, pelle abbronzata, vestito solo di un paio di boxer verdi, con mani e piedi fasciati), al centro di una piccola piazza, si stava esercitando prendendo l’aria a calci e pugni e compiendo diversi tipi di salto da un muro all’altro. R (ragazzo più grande, calvo, piccoli occhi neri, vestito con un completo rosso scuro), con la schiena appoggiata contro lo stipite di una porta e a braccia conserte, lo osservava con aria stanca.
-Beato te, W, che sei sempre così ottimista. Io invece non sono poi tanto entusiasta all’idea di affrontare i nemici del capo, ancora non ho preso confidenza con i miei poteri…
-Questo perché non ti sei mai dato la pena di esercitarti! Se avessi seguito il mio consiglio, a quest’ora saresti molto più tranquillo!
-Dovreste darvi una calmata, tutti e due. A mio avviso non c’è alcuna ragione di agitarsi.
A parlare in questo modo un terzo ragazzo, seduto sul davanzale di una finestra, con una gamba appoggiata ad essa e l’altra ciondoloni.
Pelle grigia, capelli bianchi sparati in aria, occhi azzurri, indossava una stranissima tuta viola senza maniche, piena di borchie, catene e cerniere. Particolare del suo aspetto che saltava subito all’occhio: orecchie, naso, labbra, palpebre e pure su una guancia dava bella mostra di sé una collezione di anelli e orecchini metallici, alcuni dei quali collegati tra loro da una catenina.
-E sentiamo, G, quale sarebbe questa tua ragione?- gli chiese il giovane W, visibilmente irritato.
-Insomma, non avete sentito le aure che stanno arrivando? Sono piccole, minuscole, delle formichine insomma! E questi sarebbero i nemici che dobbiamo temere? Ma per favore! Mi meraviglio di voi!…
-E-ehm… G…- disse R, laconico -le senti così piccole perché sono ancora parecchio lontane da qui (ignorante…)
-Ah… beh…
L’androide G arrossì e si scurì in volto allo stesso tempo, sotto le risate del collega W.
-Ah ah ah ah! Guardatelo, un attimo prima fa il gradasso e l’attimo dopo si vergogna come se si fosse fatto la pipì e la popò addosso! Che scena memorabile!
-ADESSO BASTA!!!
Con un balzo, G si parò minaccioso di fronte a W, squadrandolo dall’alto in basso.
-Ascolta- disse a denti stretti -non so che cavolo di personalità ti abbia conferito Baby Bulma e non mi interessa saperlo. L’unica cosa che mi è parsa di capire è che ti piacciono i combattimenti, vero?
-Esatto!
-Ben, dunque è lì che voglio concentrarmi. Facciamo una scommessa: se questi “visitatori” sono forti come credi tu, allora mi inchinerò a te e ti inciterò come una stupida cheerleader mentre li affronti, magari con P e V come corpo di ballo…
-Questo mi piace, affare fatto!
-Aspetta. Se invece si scopre che ho ragione io, mi siederò comodo comodo ad osservare te e i visitatori mentre venite maciullati da lui…
Dicendo questo, G indicò la finestra alle sue spalle. Da dentro l’edificio si sentì rimbombare un ruggito spaventoso.
-L-lu-lui?- balbettò W, mentre il pomo d’Adamo gli saliva e scendeva in gola.
-Esatto, lui. Che c’è, ora sei tu quello che se la fa sotto?
-Io… no! Questo mai! Accetto la tua scommessa!
Detto questo, i due androidi si strinsero la mano, mentre un altro ruggito da un centinaio di decibel riempiva l’aria.
-Scusa- chiese R, sudando freddo -sei sicuro di averlo incatenato bene al muro?
-Ce-certo! (almeno spero…)

-Questa è la segreteria telefonica di N. In questo momento non posso rispondere, mi so facendo un bel bagno rilassante. Se avete qualcosa da dire, aspettate il segnale acustico. Sempre che sia una cosa bella, altrimenti non datevi nemmeno la pena di parlare!
-Sono F. Farai meglio a de-rilassarti. I nemici di Chaos Goku stanno arrivando. Ciao.
La bionda F conlcuse il messaggio e spense il cellulare, andandosi poi ad appoggiare stancamente al parapetto della terrazza.
“Quella N mi da sui nervi! Ma si può essere più superficiali di così? Vabbè, cerchiamo di fare il punto: con questa ho contattato undici membri dell’esercito, che con me fanno dodici. Direi che sono a buon punt… oh-oh.”
La ragazza avvistò nel cielo un puntino luminoso, che via via si faceva sempre più grande.
“Una navicella spaziale. Sei aure al suo interno. A questo punto, si può dire che la pacchia sia ufficialmente finit… ah?!”
Di fronte agli occhi increduli di F, un raggio d’energia bianco centrò in pieno il veicolo, facendolo esplodere. Abbassando lo sguardo, l’androide vide il suo collega L, sempre in sella alla sua moto, sorriderle compiaciuto dall’autostrada.
“Ma guarda. Allora non è poi così male…”

Perdendosi nei rispettivi sguardi, nessuno dei due si accorse della sfera luminosa staccatasi dall’esplosione. Soprattutto, nessuno si accorse che tutte e sei le aure erano ancora accese.

  
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