Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
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Autore: chiara_raose    26/09/2015    0 recensioni
1° premio al concorso Holy ship [ Hetalia + Free contest ] _ AU!Ib _ "Esistono momenti dove accadono cose che la logica non sa spiegare e altri dove la risposta arriva da sola. Gilbert è morto, eppure succede qualcosa di inatteso ed inspiegabile, almeno fin quando..."
Genere: Horror, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Sorpresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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NdA • Salve! Rieccomi dopo un terribile periodo a provare a sforzarmi per sbloccarmi e scrivere qualcosa. Spero che vi possa piacere e questa storia parteciperà al simpaticissimo concorso di Holy ship [ Hetalia + Free contest ] ed inserisco di seguito anche lo specchietto con le informazioni scelte che appariranno nella storia. Spero vi possa piacere almeno un po'! Buona lettura!

Coppia: Prussia x Austria
AU: Ib
Canzone: Me minus you
Citazione: Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde.



Prologo


Aveva perso il conto dei giorni trascorsi dal momento in cui aveva oscurato il calendario in casa propria. L'abitudinaria routine di alzarsi dal letto e puntare le iridi su quella fila di numeri dalla calligrafia elegante s'era rapidamente trasformata in una dolorosa indifferenza del risveglio. Vuoto, noia ed una stanchezza opprimente sulle spalle, incapace di farti riposare o di donarti un sonno ristoratore. Chi lo conosce da tempo, ne è certo, starà dicendo che per lui non è che un sollievo l'alzarsi la mattina senza il pensiero di trovare qualcuno in casa; invece non era così. Era diventata da tempo un'agonia silenziosa quella tristezza che lo assaliva quando, giorno dopo giorno, controllando le finestre di casa, non ne trovava neanche una aperta, intrisa d'aria del suo profumo fresco. Detestava l'idea di vedere quelle finestre chiuse, sigillate prive di forzature dovute alla testardaggine di chi, con un ghigno vittorioso e spavaldo, entrava di nascosto in casa altrui per qualche infantile dispetto. La sua assenza aveva iniziato a fare, ora dopo ora, sempre più male e la nostalgia divenire tangibile.

« Vado a controllare di sopra »
« D'accordo, attenzione però che ci saranno dita di polvere »
Arricciò il naso alla sola idea dopo le parole del biondo. Un tono di voce che faticava a riconoscere in quello che era diventato un uomo senza che nessuno potesse frenarlo. Le iridi d'ametista si soffermarono ancora un momento sulla schiena ampia del tedesco, prima di percorrere gli scalini. Ci sarebbero voluti un altro paio di giorni per sgomberare la casa e sistemare le cose ed i vari oggetti. Ludwig si era finalmente deciso e lui si era offerto di aiutarlo. Gilbert, in fin dei conti, non c'era più ed il tedesco era colui che più aveva bisogno di qualcuno vicino. Immaginò l'albino accanto al fratello, consapevole che era così, per quanto conscio che fosse una speranza illusoria. Lo immaginò percorrere quelle scale a chiocciola fino ad aprire la stretta porta della soffitta. Sorrise anche, istintivamente, nel momento in cui sfiorò il pomello e girò la chiave, ancora appesa e con quel ridicolo portachiavi con la testa di un panda. Sicuramente Gilbert avrebbe fatto il circospetto, non permettendo a nessuno di sbirciare all'interno di quella stanza. Invece eccolo lì, dinanzi a quella soglia priva di protezione e ora così fragile. Aprendola, Roderich si accorse con sorpresa del fatto che non era così insolita come stanza e che anche la polvere non aveva ancora preso del tutto il sopravvento. Gli scaffali alti fino al soffitto si alternavano fino in fondo alla stanza e guidando in un serpentino percorso un possibile visitatore. Gli parve di esser entrato in una biblioteca. Osservò quella infinità di volumi, scoprendo che gli scaffali avevano una forma ad U, fino all'ultimo angolo, dove Gilbert pareva aver allestito un salottino privato. La poltrona spessa e scura pareva essere stata morbida un tempo e una serie di scatoloni erano ordinatamente sistemati al suo fianco, ai piedi di una lampada.

« Roderich, tutto bene? »
« Sì, sto controllando »
« Dovremo iniziare a pensare alla cena »
L'austriaco allungò il braccio ed osservò l'orologio da polso. Aveva ragione. Aveva perso tempo dietro gli scatoloni dopo aver spolverato per bene la poltrona. Ricordi, momenti e piccoli pensieri si erano alternati rapidamente, ad ogni documento che estraeva dal cumulo. Aveva anche trovato il flauto traverso che l'albino suonava speranzoso del fatto che nessuno lo sentisse davvero. Era sempre stato egocentrico, ma troppo orgoglioso al contempo, quando si trattava di un pezzo di vita a cui teneva e che lo avrebbe reso più fragile ed umano agli occhi altrui. Faceva sempre di tutto per non far preoccupare gli altri, nel suo strambo modo di comportarsi. Infastidiva e, al contempo, aiutava a distrarsi dai problemi ed era sempre stato pronto a sacrificare se stesso per qualcuno di caro. Lo aveva fatto anche quella volta...
   
 
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