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Autore: Gelidha Oleron    27/09/2015    1 recensioni
"Le principesse non stanno con i pirati, Bibi" si abbassò la visiera del cappello sugli occhi, non riuscendo però a mascherare l'amarezza di un sorriso sghembo "Accade soltanto nelle fiabe, questo dovresti saperlo"
"Ma tu sei molto più di un pirata!" ribattei con le lacrime agli occhi, ostinata "Chi si ferma alle apparenze è soltanto uno sciocco che non ti conosce bene!"
"Tu hai tutto" si fece serio "Servitù, palazzi sfavillanti, gioielli costosi... l'ultima cosa di cui hai bisogno è un fuorilegge squattrinato che oscuri la tua popolarità"
"Credi davvero che m'importi di tali futilità?"
"Il punto è che io non merito i tuoi sospiri d'amore, principessa. Sono sporco dentro. E nemmeno le tue lacrime possono curarmi"
Perché Ace, sfuggente, era oceano: andava e tornava come le onde del mare, indecise, traportate dal vento, come la risacca che non appena tocca sabbia viene immediatamente risucchiata dalla marea, così lui era impaziente di tornare al largo.
Kosa, impetuoso, era deserto indomabile: impossibile controllarlo, impossibile sfuggirgli. Diventava, così, un'oasi di terra sicura in mezzo al tempestoso mare d'incertezza.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kosa, Nefertari Bibi, Portuguese D. Ace
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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"Video meliora proboque, deteriora sequor"
 
(Ovidio)
 
 
 
 
 
"Un'esplosione?" chiesi a Pell, in preda all'agitazione.
"Sì, principessa, al porto di Nanohana" confermò lui "Pare che dei pirati volessero attaccare il regno, ma improvvisamente si è scatenato un incendio che ha distrutto la loro nave"
"Dici sul serio?" sgranai gli occhi "Dobbiamo andare lì immediatamente"
"Ci sono già Chaka e Karl con la squadra delle anatre combattenti" m'informò lui, categorico "Non è necessario esporla ad inutili rischi"
Alzai un sopracciglio, contrariata "Invece ci andremo"
In cuor mio, vedevo già la sua sagoma che si stagliava tra il fumo e la distruzione: così, come una farfalla attirata dalle fiamme, andai incontro al pericolo pur non avendo la certezza della sua presenza ma, martellante, un ostinato presentimento.
Pell volle accompagnarmi a tutti i costi, così sfrecciammo attraverso l'isola alla velocità della luce con i nostri cavalli e fummo a Nanohana in men che non si dica.
"Le fiamme sono altissime" mormorò un Pell particolarmente preoccupato, arrivando in città "Farebbe meglio a non avvicinarsi"
Per tutta risposta, invece, spronai il mio cavallo ad accelerare e, attorniati da una folla di sudditi immensamente felici del nostro arrivo, giungemmo tra le navi del porto mentre tutti ci ringraziavano e ci acclamavano.
"Principessa, finalmente è arrivata lei!"
"Hanno catturato i pirati, abbiamo scampato il pericolo!"
Scesi dal mio cavallo e, tra la folla, lo vidi: la visiera del cappello gli copriva gli occhi, mentre le braccia erano intrecciate in una posizione di sufficienza, la schiena e un piede appoggiati alla nave che bruciava.
"Ace!" gli corsi incontro immediatamente, non curandomi delle persone né tantomeno di Pell.
Lui alzò lo sguardo interrogativo, poi mi riconobbe "Principessa Bibi!" sorrise.
Era dentro me, la consapevolezza di trovarci lui: il suo era un fuoco che conoscevo bene, poteva mostrarsi pericoloso e distruttore, ma con me era stato solo protezione... mi aveva solo riscaldata, cullata, rinsavita.
"Che ci fai qui?" mi fermai ad un passo da lui, incurante delle fiamme che, sapevo, non avrebbe mai permesso mi facessero del male "Ero convinta che fossi alla ricerca di Barbanera!"
"Lo sono, infatti" confermò "Ma le mie ricerche ad ovest non hanno prodotto risultati" abbassò lo sguardo, poi fece spallucce "Attraversavo questo mare, mi sono avvicinato al porto e ho visto che questa nave voleva attaccarvi"
"Teatrale" commentai ironicamente "Ma indubbiamente molto gentile, ti ringrazio"
Improvvisamente, dei getti d'acqua iniziarono ad inondare le nave, ponendo fine, così, al mastodontico incendio provocato da Ace Pugno di Fuoco: incredibile cosa fosse capace di fare quel ragazzo!
"Dovremmo spostarci da qui" suggerì e, mentre c'incamminavamo, ancora confusi tra la folla che ci osservava sbalordita e gli uomini intenti a spegnere il fuoco, ci raggiunse Karl.
"Karl!" gli corsi incontro per abbracciarlo, sembrava provato dall'incendio ma, per tutta risposta, si fiondò addosso ad Ace con intenzione di beccarlo.
"Hey, ma cosa fai?" cercai di fermarlo, ma fortunatamente il capitano della seconda flotta di Barbabianca riusciva a sfuggire facilmente ai suoi attacchi.
"Hai ragione, hai ragione" gli sorrise "Il fuoco ha distrutto la base della tua squadra di papere, lo so" fece un balzo straordinario, mentre Karl, arrabbiatissimo, continuava a dargli addosso "Mi dispiace molto, ti giuro che non l'ho fatto apposta"
Mi portai una mano sul viso, mentre mi guardavo attorno e mi rendevo conto che, in effetti, la base delle anatre combattenti di Nanohana era stata ridotta davvero male: in un nanosecondo, arrivarono alla carica anche tutte le altre che, assieme a Karl, tentarono di attaccare Ace, il tutto con un largo pubblico di spettatori a metà tra il sollevato per il pericolo scampato e l'incredulo per la scena a cui stavano assistendo.
"Karl, basta!" provai a farlo ragionare, mentre Ace, pur di non far del male alle anatre, iniziò a correre verso il centro della città.
"Fermatevi!" gridai ancora, ma ormai si era scatenato un inseguimento senza pari.
"Conosce quel pirata, principessa?" si avvicinarono Chaka e Pell.
Annuii, mentre con lo sguardo seguivamo ancora tutti e tre la scia di quella rincorsa "Sì, è il fratello di Rufy Cappello di Paglia, il pirata che ci aiutati a sconfiggere Crocodile"
Le persone si addolcirono, così anche i due vigili soldati "Allora è il benvenuto"
Sospirai "Purché non faccia ulteriori danni"
 
 
 
 
 
Non rividi né Ace né Karl per tutto il pomeriggio, fino a quando non tornai ad Alubarna e, da lontano, mi accorsi di qualcuno che sedeva penzoloni ai confini della città.
"Finalmente ti ho trovato!" esclamai vittoriosa, una volta che l'avevo raggiunto "Karl non ti ha dato tregua, vero?" mi sedetti accanto a lui.
"Bibi!" mi sorrise di rimando "Quel papero è una forza della natura" scosse la testa "Mi è stato alle calcagna tutto il giorno, instancabile"
"Sei stato molto gentile a non colpirli" lo ringraziai "Sono molto importanti per noi"
"Lo immaginavo" disse semplicemente, volgendo lo sguardo di fronte a sé.
Caldo il tramonto all'orizzonte, volgeva i suoi bagliori dorati sull'afoso deserto: una palla infuocata meno potente, scommetto, del suo pugno di fuoco annientatore; una rossa energia meno vitale, lo so, del suo sorriso luminoso.
"Questo è il punto migliore per ammirarlo" confessai, volgendo a mia volta gli occhi verso quello spettacolo che lasciava sempre senza fiato.
"Adoro questa terra" ammise d'improvviso lui, sorprendendomi a più non posso "Sono davvero contento che sia tornata al suo originario splendore. E molto è merito tuo"
Mi fece quasi emozionare "Grazie..."
E i colori del deserto si fondevano tra loro, impossibile distinguerli dal cielo: un abbraccio di giallo, rosso e arancione con cui Ace s'identificava alla perfezione: lui era fuoco fuori e dentro, fiamme i suoi occhi, il suo corpo vibrante energia che bruciava.
Ci scambiammo uno sguardo intenso e ricco d'aspettativa, dopodiché avvicinò il volto al mio e, posata delicatamente la mano destra sul mio viso, chiuse gli occhi e mi baciò.
Accolsi per la seconda volta la sua lingua nella mia bocca, mentre le nostre labbra si esploravano avide. Ace baciava come viveva: era passionale, eccitante, intenso.
"Mi sei mancato..." sussurrai quasi istintivamente, senza riuscire a trattenermi, mentre entrambi abbassavamo lo sguardo senza, però, allontanarci.
"Ho cercato di non pensare più a quella notte nel deserto..." prese a dire, poi, come se dovesse liberarsi di un peso "Ma non riesco a togliermela dalla testa" finalmente, alzò il viso e puntò gli occhi dritti nei miei con decisione "Odio doverlo ammettere, ma è così" concluse quasi con rabbia, come se il pensiero di me lo infastidisse a tal punto da non farlo concentrare completamente su Barbanera anche se, di questo ne ero più che certa, l'ipotesi era altamente improbabile.
Gelosa della sua presenza manipolatrice nei tuoi pensieri e soddisfatta di averlo spodestato, almeno per un momento: oh, Ace, ma perché gli permetti di distruggerti in questo modo? Come se avesse monopolizzato la tua vita, questo scopo ti consuma, si nutre dei tuoi resti e, lentamente, ti vedo sbiadire...
Ci hai messo troppa rabbia: concediti un po' di me che, per tua stessa ammissione, riesco ad insinuarmi nella tua mente in modo quasi più scaltro del tuo nemico.
"Anche io non ti ho più dimenticato" lo riportai alla realtà "Speravo tanto che tornassi..." gli sorrisi calorosamente "Stasera sei invitato a cena a palazzo"
"Che cosa?" sgranò gli occhi, allarmato "Bibi, apprezzo davvero molto il tuo gesto, ma non credo sia il caso di..."
"Sciocchezze!" mi alzai e lo tirai con una mano "Mio padre sarà ben felice di averti come ospite, sa quanto ci hai aiutati!"
"Ma io non ho fatto proprio niente!" provò a protestare.
"E poi sarai affamato!" lo presi per la gola "Vedrai, la cuoca di corte preparerà qualcosa di speciale!"
 
 
 
 
 
La cena si svolse in modo composto, fino a quando non iniziammo a mangiare: la mia famiglia accolse Ace con calore, chiedendogli di suo fratello e dei suoi progetti.
Karl, invece, provò per l'ennesima volta ad attaccarlo senza, però, speranza di successo.
La presenza di un pirata al palazzo reale era un qualcosa di assolutamente inedito: era strano vedere questo ragazzo, bello come il sole, ma inevitabilmente a torso nudo e tatuato, in contrasto con gli abiti di corte e le usanze regali.
Tuttavia, Ace fu all'altezza della situazione: si mostrò garbato ed educato, per nulla intimorito dalla differenza di costumi, e seppe sostenere una conversazione anche piuttosto seria con mio padre sulle responsabilità di un capo.
I problemi sorsero quando arrivarono le prime portate: Ace si fiondò sul cibo in modo avventato ed estremamente affamato, ma quando si accorse che stavamo osservando la sua voracità con gli occhi sgranati, iniziò a mangiare sempre più lentamente, sempre più lentamente fino a quando, all'improvviso... si addormentò.©
 
 
 
 
Note dell'autrice:
 
"Vedo ed approvo le cose migliori, ma seguo le peggiori" - (Cicerone).
 
Quarto capitolo di "Terra Marique" e grande ingresso di Ace! Mi andava di farlo entrare in scena in modo plateale, ma anche buffo -spero vi siate divertite come me ad immaginare Karl e le anatre che lo rincorrevano!-
Mi è piaciuto creare anche questo contrasto: Karl che vuole bene a Kosa / Karl che odia Ace; non so, mi sembrava divertente.
Per quanto riguarda il secondo paragrafo, vorrei postarvi un'immagine di Alubarna per farvi capire cosa s'intende con "sedeva penzoloni ai confini della città":
 
 
 
 
 
Come potete notare, la città è costruita in mezzo al deserto, quindi ci si può sedere tranquillamente ai confini e ammirare il panorama di fronte (tra l'altro, essendo completamente visibili a qualcuno che sta arrivando in città proprio dal deserto).
Infine, bacio tra Bibi ed Ace e grande cena al palazzo reale! Non avevamo dubbi che Ace si sarebbe comportato educatamente, vero? Però, per l'ennesima volta, abbiamo dovuto fare i conti con la sua narcolessia! xD
Sperando che anche questo capitolo vi sia piaciuto, attendo i vostri commenti e vi ringrazio <3
  
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