Aprì le palpebre, con le ultime luci dell'aurora che lo accecavano, quasi a volerlo ferire più di quanto non fosse già.

Lo scontro con Ikki l'aveva scombussolato: possibile che Athena l'avesse salvato quella volta a Capo Sounion? Possibile che avesse avuto considerazione proprio di lui, il gemello maledetto? Possibile che gli avesse concesso nuovamente di vedere il sole e le altre stelle? Proprio a lui, l'uomo ombra che nessuno conosceva ma che tutti disprezzavano?Lui, il traditore della Dea, colui che aveva corrotto l'animo gentile e misericordioso del fratello per brama di potere?

"Oh, Athena..."

Sospirò.
Prima di perdere i sensi, travolto dalle acque , aveva avvertito nuovamente quella sensazione avvolgente di caldo tepore di tredici anni prima, e poi una voce: "Ti perdono, cavaliere".

Possibile che Athena avesse compreso tutta la sua disperazione e solitudine? 
L'aveva protetto ancora una volta, come neanche Saga aveva mai fatto, e perdonato senza indugi!Lui!Causa di tante sofferenze e ingiuste morti!

Doveva fare qualcosa in cambio, doveva!
Non c'era tempo da perdere!

Si alzò a fatica, frastornato da tutti quei pensieri e dal dolore intenso che sentiva ovunque nel corpo.
Barcollando, fece alcuni passi.Dove mai si trovava?

D'un tratto riconobbe quel posto.

Era una spiaggia vicino al Grande Tempio, il luogo segreto dei giochi d'infanzia con Saga, prima che diventasse cavaliere di Gemini, prima che lui, Kanon, lo spingesse a una turpe fine.

"Saga!Saga....oh, fratello mio!..." cadde sulle ginocchia, stremato dalla fatica e dai ricordi, con le lacrime che scendevano copiose sul viso addolorato "...cos'ho fatto, accecato da ignobili desideri?Come non ho potuto vedere il dolore che ho inflitto a te e agli altri?Che io sia maledetto per dieci, cento, mille anni!Fratello!...potessi dare la mia vita per la tua!Io, che per primo ho insozzato il Grande Tempio con la cupidigia!Io, che ho tradito la fiducia della giustizia per le tenebre!"

Il sole era ormai tramontato da un pezzo, lasciando spazio al terso cielo serale.

Al colmo della disperazione, alzò gli occhi al firmamento, come in cerca di risposte.
Individuò velocemente Polluce, la stella che l'aveva condannato a un vita di ombra malvagia, brillava ora così intensamente da essere visibile ad occhio nudo. 

Kanon spalancò gli occhi: tutta la costellazione dei Gemelli era  ben riconoscibile e illumanava la volta celeste come un faro nella notte buia.
Poteva percepire la sacra aura dei Dioscuri, Castore battagliero e Polluce pugno di ferro , percorrere lo spazio-tempo e donargli una nuova consapevolezza sul da farsi.

"Uomo! Dedicherai la tua vita a proteggere Athena, della giustizia dea!Devi proteggerla e salvarla, come chi ti ha preceduto non ha fatto!Che tu sia il suo guerriero più fedele, padrone delle galassie!Da ora il tuo nome è Kanon di Gemini!"

Atena. Il suo più grande cruccio, il suo unico pensiero.

Doveva raggiungere il Grande Tempio e proteggere le fragili spalle di colei che aveva concesso alle sue mani di peccatore il perdono.Come uomo, come guerriero sacro a lei votato, avrebbe sradicato tutto il male possibile, anche a costo della vita.
Ora che aveva uno scopo, non poteva perder tempo.

Si alzò nuovamente e camminò verso il santuario, sul sentiero tracciato dalle stelle.

La terza casa lo aspettava.