Quanti?

Quanti giorni erano passati da quando Saga l'aveva abbandonato in quel posto?

Che fosse ancora irato con lui?

In fondo aveva solo detto la verità.
E non era forse lui stesso a dire che era meglio essere feriti dalla verità, piuttosto che essere ammaliati da una menzogna?

Scrutò il cielo. 

"Ancora poco" pensò " e spunterà l'alba."

L'alta marea si stava ritirando, come un nemico che da tregua prima di nuova battaglia.

Completamente fradicio, si guardò intorno, nervoso.

Maledizione!Che diavolo aveva detto di sbagliato?

Aveva semplicemente proposto un'azione chiara e decisa a suo fratello: levare di mezzo la mocciosa, quel pomposo del Gran Sacerdote e Sagitter; in tal modo ognuno avrebbe avuto quel che voleva: Gemini il potere, e lui...lui non sapeva bene cosa, ma intanto potevano pensare a farlo.

Cosa diavolo c'era di male?

Cosa c'era di difficile, per Saga?

Bastava che rifilasse sempre la stessa solfa, di cui sembrava tra l'altro molto convinto:
"Fratello!Parli di uccisioni e tradimenti come fossero inezie!Mi vergogno di te!Se ti sentisse nostra madre!"
Eppure lui sapeva, aveva visto.
.
L'angelo sul volto, il demone nel cuore.

Roteò gli occhi, stizzito.

Era talmente fradicio da esser sicuro di avere anche il cervello a mollo.

Gli pareva di stare per impazzire.
Eppure non accadeva: un momento era al limite, e quello successivo era ancora lì a combattere, alla faccia di quel fratello egoista e bugiardo che l'aveva rinchiuso.

Ah!Se solo fosse riuscito a liberarsi!
Si sarebbe vendicato di tutte le offese, di tutte le umiliazioni!In un conto solo!

No, no,No!
Doveva calmarsi e riflettere!Essere cauto e...dannazione.

L'acqua si stava nuovamente alzando, fredda e veloce.
Un terrore sovraumano lo assalì: sarebbe morto!
Lì, ora, in quel momento!
In quel posto abbandonato dagli dèi e dagli uomini!
Solo! Con l'unica compagnia dei lamenti di chi, prima di lui, non ce l'aveva fatta!

Ecco!
L'acqua aveva già superato i polpacci!E in un battito di ciglia quel liquido di morte era già alla vita.
Maledisse la sua debolezza mentre una raffica di vento gelido lo gettava in acqua, il respiro già corto e affaticato.
Incespicò, cercando di risalire in superficie, azione ardua d'altronde, dato che la corrente d'acqua lo spingeva giù, sempre più giù...

Riemerse a fatica, bisognoso d'aria: la marea non avrebbe avuto MAI ragione di lui.

Si fece appiglio con le mani a una fessura della cella, lo sguardo da pazzo e una nuova determinazione nell'animo.
"Demoni che siete sotto terra, demoni padri dei padri!Accogliete la mia supplica!Che il Grande Tempio d'Atena si tinga del rosso sangue della dea e del suo seguito!Giacciano tutti senza vita e annicchiliti!Che nessuno scampi alla mia maledizione!" gridò, in un ultimo impeto di forze, prima che il vento lo travolgesse nuovamente.





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Angolo dell'autrice!

Salve, o lettori!
Prendo questo piccolo spazio per ringraziare i miei due recensori (uso il maschile come neutro, non odiatemi ç_ç) Hikachu e falcediluna *porge biscotti e fiori insieme a Kanon* Io e Kanon non avremmo mai pensato che qualcuno avrebbe apprezzato qualcosa scritto su di lui ç_ç Grazie <3
Scritto ciò, non so cosa aggiungere D: Spero che anche questo capitolo vi piaccia e....prossimamente su Canale 5 "50 sfumature di Kanon"!
Non cambiate canale! *fugge via*