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Autore: _only_ hope_    27/09/2015    1 recensioni
Nota del 26.01.2018
È una vita che non aggiorno più questa FanFiction. Ho passato momenti in cui avrei voluto riscriverla daccapo, altri in cui semplicemente avrei voluto continuarla, ma le parole sfuggivano. Il fatto è che adoro questa storia, e la sento ancora mia. Ma non sento più mio lo stile, non del tutto, e ci sono anche alcune cose che fanno parte della trama che vorrei cambiare.
Probabilmente la ripubblicherò entro l'anno. Voglio riprenderla, riscriverla, finirla. Questa resterà qui, perché è parte di me.
[STORIA IN PAUSA ED IN REVISIONE]
Questa storia parte da qualche mese dopo la conclusione della mia precedente FanFiction, "Per tutta la vita".
Jo é guarita, ma nuovi arrivi rischiano di minare la felicità nella ex "casa di Meredith".
Buona letttura!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Karev, Altri, Jo Wilson, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nel futuro
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Capitolo 12

L'ufficio è affollato, ci saranno almeno dieci persone in coda: sembra che tutti si siano dati appuntamento in quel posto! Aaron è appoggiato allo schienale della poltroncina, la testa contro il muro: ha gli occhi chiusi e sonnecchia, ma almeno non sta sbuffando. Amber spera che riuscirà a trovare un lavoro, e magari nessuno gli chiederà i suoi precedenti penali: in fondo Alex è diventato medico nonostante sia stato più volte in riformatorio. Tutti meritano una seconda possibilità, compreso Aaron, compreso Luis. No, forse lui no.
Chiude gli occhi per cercare di scacciare questo pensiero dalla testa, ma sente già che l'aria comincia a mancare nei suoi polmoni. Scuote suo fratello e, non appena lui apre un occhio, gli dice che va un attimo di fuori sul terrazzo, dando la colpa al caldo. Lui annuisce, ma la guarda andare via con sguardo preoccupato: spera non si tratti di quello che pensa. Vorrebbe correrle dietro e abbracciarla, ma rimane lì: lei lo odierebbe per questo. Sospira e richiude gli occhi.
Poco dopo Amber sta prendendo dei respiri profondi appoggiata con le mani alla ringhiera del terrazzo: ha gli occhi chiusi, così non nota l'impiegato biondo che sorseggia un caffé seduto sul pavimento a pochi metri da lei. Lui la osserva per un po' e si chiede che misteri nasconda quella strana ragazza: la riconosce come la giovane donna che è venuta alcuni giorni prima, quella che gli ha lanciato un'occhiataccia nella hall. Oggi è vestita casual, indossa una T-Shirt e un paio di jeans, e deve dire che le piace di più abbigliata così.
"Ti sei accorta che piove?" le chiede ad un certo punto, quando nota che i respiri si sono fatti più regolari: la vede sussultare e scommette anche che ha riconosciuto la sua voce. Anche perché le ha dato del tu, come si sono accordati di fare.
"Dentro avevo caldo, sentivo il bisogno di una doccia." ribatte lei, facendolo sorridere.
"Tu piuttosto, non hai un lavoro da svolgere?" continua Amber, mentre si volta: lo vede seduto per terra e lo guarda male: "Che poi non ti rovini gli abiti?"
"Tanto sto seduto su una sedia, nessuno se ne accorge se ho il sedere sporco o bagnato. A meno che non lo guardino mentre sono in piedi due secondi, e la cosa diciamo che potrebbe anche farmi piacere." ribatte James, facendole scuotere la testa con faccia rassegnata.
"Comunque sto facendo la pausa delle 10 in ritardo: oggi sto nel mio ufficio e l'ho saltata perché stavo rispondendo ad un datore di lavoro. Niente di tuo, mi spiace, troppo presto"
"Andrò a piangere in un angolino!" risponde Amber mentre si siede accanto a lui, e finalmente un sorriso spunta sulle sue labbra.
"Sei fradicia, spero non ti presenterai così alle aziende!"
"Non ti preoccupare, non ti farò fare brutta figura!" esclama. Mentre ridono Amber si ritrova a guardare la pioggia; ha sempre amato osservare le gocce che cadono, ma anche ritrovarsi a correre sotto agli scrosci: se chiude gli occhi riesce a sentire la voce di Aaron o di una delle sue mamme adottive che le grida di ritornare in casa, sente i loro passi avvicinarsi e le loro braccia sollevarla da terra. Riesce anche a sentire il suono dei singhiozzi che uscivano dalla sua gola quando la costringevano a fare un bagno caldo, eliminando anche le ultime tracce di acqua piovana che erano rimaste sul suo corpicino. Luis si divertiva a rincorrerla sotto la pioggia, e ricorda che lo stesso Alex la faceva sedere sul portapacchi della bicicletta e sfrecciava con lei sfidando gli agenti atmosferici.

Comunque prima di arrivare a Seattle non aveva mai visto così tanta pioggia in così poco tempo, senza contare i continui sbalzi di temperatura e di tempo che ci sono in una giornata.
"Un attimo fa c'era il sole e, puf, ora piove: non ha senso!" commenta a voce alta.
"Benvenuta a Seattle, donna dello Iowa!" esclama lui in risposta, facendola ridere.
"Smettila di sottolineare che non sono di qui!" esclama, ma ancora ride.
"Ok, donna dello Iowa."
"Sciocco!" dice lei, dandogli un lieve pugno sulla spalla, per poi alzarsi in piedi.
"La donna bagnata dello Iowa ora torna dal fratello che ormai la crede dispersa." spiega, e lui le fa un cenno di saluto. Sulla porta, però, si ferma e si riaffaccia sul balcone:
"Comunque un giorno mi devi dire il nome del trattamento sbiancante che hai usato. Anche se so già che non me lo potrò mai permettere." conclude, per poi sparire subito. Aaron la osserva tornare e rimane sorpreso quando la vede con una faccia decisamente rilassata.
Anche Jason è rimasto a bocca aperta, poi ha sorriso tra sé tra sé: quella tipa è decisamente strana.


"Ciao" Jo si volta mentre sente Alex cingerle la vita e lo bacia.

"Ciao" gli risponde: "Che ci fai qui?"

"La Robbins, Lume di candela e il consiglio mi hanno convocato per discutere del mio ritorno." le risponde, per poi baciarla di nuovo: "Tu a che ora esci?" continua.

"Tra due ore, se non arrivano emergenze."

"Vai tu a prendere Katie, allora?" le chiede, e la vede annuire.

"Esce alle quattro, vero? Se i piani cambiano chiamo Amber, sai che le piace passare il tempo con quella piccoletta. Anzi, l'avvocato quando lo incontriamo?"

"Quando esco vado dai nonni Torrance, dovrebbe essere lì per le quattro e mezza."

"Perfetto. Fammi sapere come è andata."

"Appena torno a casa." conclude lui, per poi darle un ultimo bacio e scappare via.


Alle quattro in punto Jo si trova davanti al cancello della scuola di Caitlin e sta scrutando i volti dei bambini che escono correndo, ansiosa di incrociare quello della sua piccola. La nota qualche minuto dopo: sta camminando di fianco ad un bambino dalla pelle scura, il quale poco dopo la saluta e sale su uno dei pullmini arancioni fermi davanti all'ingresso. A quel punto Katie comincia a guardarsi attorno e i suoi occhoni azzurri si illuminano non appena incrociano quelli della Wilson. Le sue gambette cominciano a correre nella sua direzione e presto la bambina si tuffa tra le braccia di Jo, la quale la solleva e la stringe a sé: se avesse assistito ad una scena del genere qualche mese fa avrebbe guardato la donna e sua figlia molto male, chiedendosi che senso ha salutarsi in modo così esagerato, visto che si sono lasciate solo poche ore prima. Diventare madre fa cambiare prospettiva.
"Ehi, come è andata oggi?" le chiede.
"Bene. Ho giocato a calcio con Hook e altri bambini. Ho anche fatto un goal e una volta ho preso la traversa. E un'altra ho fatto fare un goal a Hook."
"Wow, brava!" commenta l'altra con entusiasmo, mentre pensa che non sapeva che Katie amasse giocare a calcio. Quanti sono gli aspetti che ancora non conosce di quella dolce bambina? Sa che sono tanti, ma non vede l'ora di scoprirli tutti, poco a poco.
"Ti va una merenda super enorme?" le chiede poi Jo, e la vede annuire con vigore.
"Con i dolci di Amber?? E se andiamo a prendere il pane al panificio buono e poi andiamo a giocare al parco??"
"E i compiti quando li fai?!" obietta la Wilson, senza ricordare che la piccola ha sempre la risposta pronta:
"Prima di cena, tanto ci metto pochissimissimo! Daiiiii" la supplica guardandola con i suoi enormi occhi color del mare. La donna sospira, al che la piccola esclama: "Yee!!!", per poi scendere dalle sue braccia e correre via, entusiasta. Jo la guarda: ci è rimasta si sasso, si stupisce ancora per l'enorme energia che ha sempre quella piccoletta. Inoltre, si è resa conto di quanto Caitlin la conosca bene. Forse questo fa parte del pacchetto 'voglio diventare la tua mamma'.
Sorride e comincia a rincorrerla, gridandole di fermarsi: quando la raggiunge la afferra per la vita e le dà un grande bacio su una guancia, poi la prende per mano e assieme riprendono a camminare. Come madre e figlia.

  
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