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Autore: cryleshton    27/09/2015    2 recensioni
(dal testo)
"Improvvisamente, come un lampo nel buio, un’immagine prende forma nella sua mente, vivida e fiammeggiante, e le dita esili corrono alla base del collo; la runa è ancora lì, anche se sbiadita. Non lo lascerà mai. E neanche i ricordi lo faranno, saranno sempre dentro di lui a riportare in superficie il viso del suo parabatai, l’unico che abbia mai conosciuto ogni sfumatura della sua anima.
William Owen Herondale."
Raccolta di cinque OS.
La storia partecipa al contest THE 5 THINGS I LOVE ABOUT YOU indetto da Down Hanna’s Ally” e “The Writers’ Game”.
Genere: Fantasy, Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Carstairs, William Herondale
Note: Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Once we made a promise,  we swore we'd always remember
No retreat, baby, no surrender
Blood brothers in a stormy night
With a vow to defend
No retreat, baby, no surrender.

 
«Izzy fischiò, lanciando un’occhiata dall’altra parte della tenda. “Guarda là.”
Clary guardò... e guardò di nuovo. Vide una ragazza sui diciannove anni, con i capelli castani sciolti e il viso dolce.
[…] Teneva per mano un ragazzo molto bello e dall’aria molto familiare, con i capelli scuri arruffati; era alto e slanciato, e indossava un elegante abito nero e una camicia bianca che gli metteva in risalto il viso dagli zigomi alti.
[…] “Zaccaria” disse Isabelle.»  – da Città del Fuoco Celeste.
 
Jem sa che tutti gli occhi sono puntati su lui e Tessa, ne è ben consapevole. D’altronde un ex Fratello Silente a braccetto con una strega, non è da tutti i giorni, neanche nel mondo degli Shadowhunters.
Eppure non gli interessa, non sente l’imbarazzo attaccarsi alle ossa, continua per la sua strada a fianco alla donna della sua vita.
Solo — solo, gira la testa per un istante e lo guarda.
Guarda Alec, da lontano.
Alec e nient’altro che lui.
Ammira i suoi capelli neri e gli occhi blu come l’oceano che scrutano ogni angolo del locale.
Vede le labbra scoprire leggermente i denti bianchi, un sorriso soffice come zucchero filato.
Osserva le spalle muscolose che sembrano conferirgli un’aria forte e sicura.
Ma Jem sa che non è così. Lo capisce dalle maniche mangiucchiate della felpa, dal labbro costantemente tra i denti, dallo sguardo basso quando qualcuno gli rivolge parola.
E, improvvisamente, vederlo lì vicino a Magnus, lo riporta indietro di un secolo. Come in un film, gli tornano alla memoria i ricordi di una vita passata – i bordi sfocati come in un sogno luminoso.
Ripensa a Will e all’aura di fragilità che lo rendeva speciale.
Ripensa a quella volta in cui lo aveva trovato rannicchiato contro il muro, la testa piegata sulle ginocchia – un mucchio di ossa dimenticato dal mondo. Gli era sembrato una campana di vetro in procinto di sgretolarsi e diventare polvere. E, per ironia della sorte, gli era venuta in mente una delle sue citazioni preferite: siamo polvere ed ombra. La ripeteva costantemente, come un mantra, come se dovesse ricordarlo fino all’ultimo respiro. All’inizio, a Jem, era parsa una frase tetra, di quelle che ti fanno venire la pelle d’oca, ma, dopo averci riflettuto qualche ora, aveva capito. Quelle quattro parole erano Will. Non c’era niente di lugubre e triste, c’era solo la sua essenza. Si sentiva precario in un mondo già troppo sul filo del rasoio, sapeva che sarebbe bastato un soffio di vento, una piccola spinta, per farlo crollare come un castello di sabbia.
Era un tipo dal carattere mutevole, William, non capivi mai quale sarebbe stata la sua prossima mossa, se sarebbe stato felice o sul punto di piangere. Non che lo facesse davanti agli altri ma, ormai, James coglieva il suo stato d’animo da un solo movimento degli occhi.
Guarda Alec, stringendo forte la mano di Tessa, e ripensa al suo amico, fratello, l’unico che riusciva a completarlo davvero.
Ripensa alla sua fragilità.
Ripensa alla sua forza.
Erano queste due caratteristiche a renderlo speciale.
Opposte.
Complementari.
Senza, non sarebbe stato lo stesso.
E Jem non avrebbe passato i cinque anni più felici della sua esistenza.
Senza Will, la vita non sarebbe stata degna di essere chiamata tale.
 
«How could I say farewell to you?»
«Come avrei potuto dire addio a te?»
   
 
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