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Autore: Willows    27/09/2015    2 recensioni
E Mackenzie convinta di essere tanto diversa dalla sorella non l'ha ancora capito che in realtà sono uguali.
No, non uguali, ma speculari ecco, sono due facce di una stessa medaglia, parecchio arrugginita e malconcia, se permetti. Sono entrambe altamente distruttive, ma in maniera opposta.
Mackenzie è esplosiva, come un'eruzione, un tornado, uno tsunami, distrugge tutto ciò che tocca, tutto che che incontra, che ama. Perché questo è l'unico modo che conosce per potere sopravvivere, per poter andare avanti: prendere tutto ciò che ha davanti e distruggerlo fino a ridurlo in briciole. Solo cenere e macerie.
Mentre Ffion, beh lei è implosiva, la distruzione il caos, le avviene tutto dentro. Paradossalmente l'unico modo che conosce di sopravvivere è quello di distruggere se stessa, di annientarsi e annullarsi completamente, fino a ridursi ad un inutile cumulo di pelle, ossa e sangue.
Sono uguali, ma opposte ed è difficile dire chi delle due sia messa peggio.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Unapologetic

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Wellston, di notte, ha un certo fascino, nota con sorpresa Mckenzie, mentre aspetta che Zayn la venga a prendere nella stessa strada in cui, poche ore prima, l’ha lasciata. Non sa se sia l’eccitazione per la serata che l’aspetta, il pensiero di rivedere Zayn, l’idea di poterlo baciare di nuovo, che renda tutto così piacevole, eppure si trova a ammirare il paesaggio offerto dalla piccola cittadina finora disprezzata. I lampioni illuminano con una luce arancione le enormi e vuote strade, le stelle brillano qua e là nel cielo e ovunque regna una grande pace.
Per una volta non piove, ma si sente nell’aria l’odore di terra e asfalto bagnato, che sembra quasi la promessa di un futuro temporale. Kenny è in piedi al margine della strada, in bilico sul bordo del marciapiede, con l’enorme parka nero che inghiotte la sua figura e un beanie nero a ripararle la testa dal debole vento. In una mano ha un sacchetto contenente i vestiti usati per la rapina, che è riuscita a togliere appena arrivata a casa senza che nessuno si accorgesse di niente, mentre l’altra è infilata nella tasta del giubbotto.
Kenny si sente la padrona della notte in quel momento e non sa se sia a causa della rapina appena fatta, del bacio scambiato con Zayn o semplicemente di Wellston, ma era esattamente questa la sensazione che stava cercando e adesso vuole solo godersela. Mentre è immersa nei suoi pensieri una macchina sconosciuta si accosta al marciapiede, abbagliandola con i fari, per poi suonare il clacson una, due volte.
Mackenzie ha già il dito medio pronto e un vaffanculo sulla punta della lingua, quando il finestrino si abbassa e compare il viso di Niall Horan che, un po’ pallido e agitato, le dice:
«K è successo un casino, sali in macchina e ti spiego tutto».
Ora, Mackenzie Lynch non è una persona che si fa prendere dal panico facilmente, anzi è nota per la sua abilità nel mantenere la calma anche nelle situazioni più disperate, ma se qualcuno le dice che è successo un casino, cinque ore dopo aver commesso una rapina, beh viene naturale pensare al peggio.
«Niall, che cazzo è successo? Parla!» urla una volta salita in macchina e già si immagina le sirene delle polizia che suonano e le luci che lampeggiano, mentre delle volanti li inseguono per tutta la città.
«Si tratta di Zayn» sputa fuori Niall dopo qualche secondo di esitazione.
E se da una parte Mackenzie è decisamente più tranquilla, dall’altra è come se avesse un nuovo peso sullo stomaco. Non le piace l’idea che possa essere successo qualcosa a Zayn, o che il ragazzo si sia potuto mettere nei guai.
«Cos’ha fatto?» domanda sospirando per poi appoggiare la testa contro il finestrino appannato.
«Sarebbe più corretto chiedere cosa gli hanno fatto» risponde criptico Niall, mantenendo lo sguardo fisso sulla strada, senza fornire ulteriori spiegazioni.
Kenny sbuffa esasperata, ma rimane in silenzio e aspetta pazientemente che Niall la conduca da Zayn.
Dopo cinque minuti la macchina si ferma di fronte alla piccola casetta circondata da un vasto campo d’erba, in cui si sono trovati nemmeno una settimana prima per organizzare la rapina.
Niall non fa nemmeno in tempo a spegnere la macchina che Mackenzie è già balzato fuori e si sta dirigendo con passo spedito verso l’abitazione, la preoccupazione che le attanaglia lo stomaco e la voglia di scoprire e capire che cosa diavolo sia successo.  Una volta aperta la porta, la prima persona che vede non è Zayn, bensì Harry Styles, il ragazzo che le dà ripetizioni e per cui- con ogni probabilità- sua sorella Ffion si è presa una sbandata.
«Styles?!- esclama stupida e confusa dalla presenza del ragazzo- cosa ci fai qui?»
Harry rimane per qualche secondo in silenzio, altrettanto sorpreso dalla presenza di Mackenzie- perché questa volta non ha dubbi che si tratti di lei- ma proprio nel momento in cui si decide a  parlare Niall fa irruzione della piccola abitazione, comparendo alle spalle di Kenny.
«Harry, come sta Zayn? È tutto a posto?» domanda con tono concitato, superando la ragazza e avvicinandosi al riccio.
«Si, Zayn sta bene, non è nulla di serio solo qualche botta e graffio- spiega per poi estrarre qualcosa dalla valigetta di pelle che, Kenny non si era nemmeno accorta avesse- ho portato una pomata da spalmare sugli ematomi e delle pastiglie da prendere nel caso in cui il dolore fosse troppo forte.»                                                                  
«Allora? Si può sapere cos’è successo? Dov’è Zayn?» li interrompe Kenny esasperata dalla situazione e dal fatto che non ha la più pallida idea di cosa sia successo. Da come parlano sembra che Zayn sia stato ferito, ma come è successo? La rapina c’entra in qualche modo?
«È in camera sua- risponde Harry con tono apprensivo- ma avrebbe bisogno di riposo, è ancora…»
La ragazza non ascolta nemmeno la fine della frase che subito si dirige verso la camera da letto del moro, mormorando un coglioni a denti stretti, rivolto ai due ragazzi alle sue spalle.
Al centro della stanza c’è un letto ad un piazza e mezza, è disfatto e le coperte stropicciate sono ammucchiate ai piedi di esso, ci sono due armadi, un comodino pieno di accendini, posaceneri e pastiglie, e una scrivania piuttosto vuota e polverosa. Le tapparelle sono chiuse e l’unica fioca luce presente proviene dalla piccola abat-jour poggiata sul comodino. Camera di Zayn è esattamente come il resto della casa: piccola, disordinata e con la puzza di fumo che ormai sarà penetrata anche nella moquette.
Tuttavia la stanza ha un che di accogliente, forse a causa delle pareti, che sono piene di scritte, poster, disegni e foto. Non c’è nemmeno uno spazio libero, ogni centimetro dei quattro muri è coperto da qualcosa.
«Ciao» dice una voce bassa e profonda alle spalle della ragazza.
Mackenzie sa bene a chi appartiene quella voce, così si gira di scatto, desiderosa di vedere con i propri occhi il ragazzo, ma la visione che le si presenta davanti non è delle migliori.
Zayn, infatti, ha un labbro spaccato e uno zigomo -uno dei suo alti e taglienti zigomi- tumefatto, si stringe l’addome con espressione dolorante e fa fatica a camminare.
«Sdraiati Zayn, ti reggi a mala pena in piedi- ordina immediatamente Kenny, offrendo il suo braccio come appoggio- che cazzo hai combinato?»
Zayn rifiuta sdegnato il braccio della ragazza «Non sono paralitico, so ancora camminare da solo» mormora a denti stretti, ma si dirige immediatamente verso il letto, su cui si stende, emettendo qualche gemito di dolore.
«Allora? Mi vuoi spiegare che cazzo è successo o no?» domanda nuovamente Kenny, trattenendo a stento l’impulso di andare da Zayn e toccare con mano ogni centimetro della sua pelle, per controllare che stia bene e che non ci siano ferite gravi.
«Warner Santini» dice semplicemente Zayn, come se questo nome bastasse come spiegazione. Warner Santini è l’usuraio a cui Zayn doveva i soldi, ma Kenny non riesce a capire per quale motivo possa aver fatto una cosa del genere, visto che adesso i soldi li ha.
«Santini, l’usuraio? Per favore potresti usare le tue parole da bambino grande e spiegare cos’è successo? Niente monosillabi.»
«Prima di passarti a prendere per andare alla festa io e Niall eravamo in un pub e c’era anche Santini, mi ha chiesto i soldi, millecinquecento come d’accordo, e io gli ho detto che li avrebbe avuti nel giro di qualche giorno. Lui ha deciso che qualche giorno non era abbastanza in fretta, così ha alzato il prezzo e quando gli ho risposto me le ha date» conclude, alzando gli occhi verso il soffitto, continuando a stringersi convulsamente l’addome.
«E quando ho cercato di aiutarlo si è preso anche quelle che spettavano a me- aggiunge Niall, che Kenny non si era nemmeno accorta fosse entrato nella stanza- io ora devo andare amico, ti lascio le pastiglie che mi ha dato Harry nel caso in cui i dolore si facesse insopportabile e la pomata da mettere sull’addome. Ti chiamo domani per sapere come stai.»
Niall si avvicina al letto di Zayn e gli dà un veloce abbraccio, prima di fare la stessa cosa con Kenny e lasciare la stanza.
Kenny è assolutamente senza parole. Si sente atterrita, sconfitta e delusa dalla situazione generale. Pensava che un volta fatta la rapina tutto si sarebbe sistemato, Zayn avrebbe risanato i suoi debiti e loro avrebbero potuto continuare a divertirsi, uscire, andare alle feste, senza nessun tipo di preoccupazione. Non aveva previsto che una cosa del genere potesse accadere e rovinare completamente il suo piano.
«Non dici niente?» domanda Zayn, visto che Kenny non ha ancora pronunciato mezza parola.
La bionda si avvicina al letto e si siede proprio di fianco a Zayn, attenta a non fargli male o a toccare qualche parte ferita, poi prende una sigaretta, l’accende e sbuffando mormora:
«Cosa vuoi che ti dica Zayn, siamo nella merda- si prende qualche secondo di pausa, giusto il tempo di fare un tiro- di nuovo.»
Lui sembra piuttosto sorpreso dalle sue parole e prontamente interviene per correggerla:
«Io sono nella merda, voi -tu e Niall- non c’entrate niente.»
«Piantala di far finta di non aver bisogno del mio aiuto, che se non fosse stato per me, adesso saresti morto» dice con durezza, ma consapevole della verità nelle proprie parole. Sta freneticamente pensando ad una soluzione, un modo per trovare altri soldi ed evitare che Zayn venga picchiato un’altra volta e solo una cosa le viene in mente: un’altra rapina. Sa che è pericoloso, che sta giocando con il fuoco e che è già tanto se sono riusciti a farla a franca una volta, ma ormai non ci sono altre vie d’uscita.
«Quanto?» domanda dopo cinque interminabili minuti di silenzio.
«Quanto cosa?» è la risposta assonnata di Zayn, la stanchezza e tutti i medicinali che ha in corpo stanno avendo la meglio su di lui.
«Quanto vuole Santini? Ed entro quando?» domanda nuovamente Kenny prendendo la mano di lui fra le proprie, per poi stringerla nel tentativo di svegliarlo.
«Ne vuole altri tremila entro il mese prossimo» sussurra, guardandola con occhi socchiusi.
«Dovremo fare altre due rapine, ma dovremmo farcela. Sarà difficile, ma non impossibile» decreta sicura di sé perché non può arrendersi e lasciare che succeda qualcosa a Niall e Zayn. Ormai si sente troppo coinvolta per potersene andare e fingere che non sia mai successo niente, dire loro “arrangiatevi, adesso sono fatti vostri” e poi sparire per sempre. Inoltre brama quella sensazione di eccitazione e pericolo che ha provato durante l’ultima rapina, sensazione che per lei è sempre stata intossicante, le fa girare la testa e crea dipendenza, come una droga.
«Che cazzo stai dicendo Kenzie, è una follia, non possiamo fare altre rapine…» la voce di Zayn si fa sempre più bassa e debole e, tempo di finire la frase, si è già addormentato.
«Non preoccuparti, non lascerò che succeda niente a te e Niall» sussurra prima di lasciargli un bacio sulla fronte e uscire in punta di piedi dalla stanza.
Mackenzie ci è dentro con tutte e due le scarpe in questa storia e, forse, non se n’è nemmeno resa conto.
 
 
 
Mackenzie sente per la notizia per la prima volta a scuola, il giorno seguente, mentre cammina insieme a Liam e Ffion per i corridoi.
«Hey Kenny hai presente il posto in cui siamo andati a mangiare i brownies settimana scorsa?» domanda il ragazzo di punto in bianco.
«Quello che faceva un caffè pessimo? Come si chiamava, Polly’s Pie?» ribatte la ragazza con indifferenza, fingendo di ricordarsi appena della piccola tavola calda in cui si sono recati nemmeno una settimana prima.
«Penny’s Pie- la corregge subito Liam- comunque ci hanno fatto una rapina, cose da matti.»
«Se? Che strano, questo genere di cose non succedono mai nelle piccole cittadine» continua a dissimulare Kenny, fingendosi del tutto indifferente alla notizia. Prova una strana sensazione in quel momento, come se Liam stesse parlando di un indovinello di cui lei sa la soluzione, ma che non vuole e non può svelare. Sente il brivido della paura di poter essere scoperta e l’eccitazione per aver compiuto un’azione così esagerata e spregevole.
«Ti immagini se fosse accaduto quando eravamo lì noi? Due uomini con il passamontagna che entrano e ci puntano una pistola alla tempia…»
«Per fortuna non è successo- interviene Ffion, rabbrividendo all’idea che in giro possano esserci individui di questo genere – si è ferito qualcuno? Hanno preso i colpevoli?»
Mackenzie finge di guardare il cellulare, ma in realtà ascolta tutto quello che esce dalla bocca di Liam, preoccupata che la polizia sappia troppo. Il ragazzo dice che la polizia non ha in mano niente, sa solo che si tratta di due uomini, entrambi armati e che sono stati molto abili nel loro lavoro, probabilmente non è la prima volta che lo fanno. Anche Ffion ascolta tutto molto attentamente e alla fine quando chiede a Liam come faccia a sapere tutte queste cose, il ragazzo si limita a stringersi nelle spalle e mormorare:
«Mio papà è il capo della polizia di Welston quindi mi raccomando non dite in giro queste cose, sono informazioni riservate.»
Mackenzie non può fare a meno che esultare internamente al pensiero di quante informazioni può sottrarre a Liam senza alcuna difficoltà e senza destare il benché minimo sospetto.
Quel ragazzo si sta rivelando pieno di sorprese e Mackenzie non può che essere felice di aver stretto con lui un così forte legame, certa che i vantaggi che otterrà saranno molti.
«Dai Liam basta parlare di cose tristi e andiamo a teatro, non vedo l’ora di scoprire che cosa ha in serbo Trudy per me-  afferma Kenny ironica tirandolo lievemente per il braccio, per poi avvicinarsi alla sorella e stamparle un rumoroso bacio sulla guancia- noi stellina ci vediamo dopo a casa e buona fortuna con il tuo appuntamento dallo psicologo.»
Il primo impulso che pervade Mackenzie non appena entra nel piccolo auditorium della scuola è quello di scappare. Trudy le sta venendo incontro con in mano una copia del libro “Lo strano caso del dottor Jekyll e Mister Hyde”, i dvd delle due trasposizioni cinematografiche fatte e Mackenzie non ha pensato a niente d tutto ciò. Non ha nemmeno letto tutto il libro.
«Bene, penso che tutti abbiate ricevuto la mia email e che quindi abbiate preparato qualcosa» dice Kenny improvvisando, ben consapevole di non aver mandato nessuna email.
«Quale email?- ribatte prontamente Trudy- io non ho ricevuto niente.»
«Oh che strano, ero proprio convinta di averle mandate, ne sei sicura?» insiste la bionda.
Dopo che tutti, compreso Liam, confermano di non aver ricevuto niente Kenny decide di far finire la lezione prima, visto che nessuno ha avuto la decenza di prepararsi un pezzo.
«Per la prossima settimana voglio che ognuno di voi si prepari qualche riga del personaggio che vorrebbe recitare, badate che non accetterò più scuse- li ammonisce perentoria- se non avete pronto niente, siete fuori dalla recita.»
Dopo che tutti i ragazzi, che sono circa una ventina, hanno lasciato l’aula, Liam si avvicina a Kenny e:
«Sei incredibile» dice trattenendo a stento le risate.
«Non so a cosa tu ti riferisca» risponde Mackenzie, mentre controlla di aver in borsa il libro ed entrambi i film, che le sono stati gentilmente offerti da Trudy.
«Tu non hai mai mandato nessuna email! Non ti sarà neanche venuto in mente di organizzare un programma, ma nonostante tutto sei riuscita a farli sentire in colpa» continua sbalordito, senza smettere di ridere.
«Sono una ragazza piena di espedienti- ribatte stringendosi fra le spalle- e adesso muoviti, che oltre ai compiti di matematica ho un libro da leggere e due film da guardare.»
Liam scuote la testa sospirando, come se ormai avesse perso ogni speranza con lei.
«Kenny, ma almeno sai di cosa parla?» le domanda una volta che sono entrambi saliti sulla sua macchina.
«Diciamo che so i passaggi fondamentali, c’entra una pozione e gente che muore, lo spettacolo verrà una bomba.»
 

Ffion è seduta in un piccolo bar che dista dieci minuti dallo studio dello psicologo, con una tazza di tè caldo in mano e un biscotto ancora intatto davanti a sé. Anche oggi ha deciso che non sarebbe andata dallo psicologo, perché davvero, non ne ha bisogno. I giorni passano lentamente, ma passano. Non è felice, ma non è nemmeno triste e le va bene così, si accontenta di vivere bloccata in questa sorta di impasse, in cui tutto è annebbiato e ogni emozione che prova sembra sbiadita, ovattata.
Il suono del campanello posto sopra la porta, segno che è appena entrato qualcuno, la scuote dai propri pensieri e quando alza la testa rimane stupita dalle persone che si trova davanti. Uno lo riconosce immediatamente, è Zayn Malik, il nuovo amico di sua sorella, mentre l’altro, un ragazzo biondo e piuttosto magro che indossa sempre snapback, pensa di averlo visto un paio di volte a scuola, ma non sa il nome.
Proprio nel momento in cui sta per abbassare lo sguardo per concentrarsi sul proprio tè il ragazzo biondo si volta e le sorride, agitando la mano destra in segno di saluto.
«Ciao Kenny! Pensavo avessi teatro oggi» dice allegro, mentre le si avvicina.
Ffion è nel panico, è successo quello che temeva sarebbe potuto accadere: l’hanno scambiata per Mackenzie.
La soluzione migliore sarebbe quella di alzarsi e dirigersi a testa bassa verso l’uscita, senza guardarli né degnarli d’attenzione, così da evitare di doverci parlare. Tanto lei non li conosce e non le interessa che opinione possano farsi di lei, sarà compito di Kenny spiegare la situazione e lei è sicura che sarà in grado di inventarsi una scusa decente per giustificarla.
Tuttavia nel momento in cui alza lo sguardo si accorge che è troppo tardi perché i due ragazzi sono in piedi proprio di fronte a lei, bloccandole qualsiasi via di fuga. Zayn che ha un brutto livido sullo zigomo destro e un labbro spaccato sembra confuso di vederla lì, mentre Niall la guarda sorridente, aspettando solo una sua risposta.
Quando il silenzio si è fatto troppo imbarazzante Ffion capisce che è arrivato decisamente il momento di parlare, così scuote la testa e:
«Mackenzie è mia sorella, io sono Ffion» sussurra, spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, visibilmente nervosa e abbandonata.
«Non sapevo che Kenny avesse una gemella, Zayn tu lo sapevi?- esclama stupito Niall- comunque io sono Niall Horan, mentre lui è Zayn Malik»
«Piacere di conoscervi, io sono Ffion» ripete nuovamente la bionda. Spera con tutta sé stessa che i due ragazzi se ne vadano e non cerchino in qualche modo di intavolare una conversazione con lei.
«Dai Niall andiamo, lasciamola stare» dice Zayn, parlando per la prima volta da quando è entrato nel piccolo locale, mentre tira per il braccio l’amico.
«È stato un piacere conoscerti Ffion, saluta tua sorella» esclama Niall entusiasta, mentre si avvicina al bancone insieme a Zayn per ordinare.
Ffion tiene la testa bassa e gli occhi rivolti alla propria tazza di tè per tutto il tempo e, soltanto nel momento in cui sente il campanello suonare e vede che i due ragazzi hanno abbandonato il locale riesce a rilassarsi.
Capisce perché sua sorella sia attratta da Zayn, quel ragazzo oltre essere assurdamente bello emana un’aurea di mistero e pericolo a cui, per i tipi come Kenny, è impossibile resistere. Aspetta altri dieci minuti prima di alzarsi e dirigersi silenziosamente verso lo studio dello psicologo, dove sua mamma verrà a prenderla fra circa quindici minuti. Mentre cammina è troppo immersa nei propri pensieri per rendersi conto che, dall’altro lato della strada, seduto su una panchina Zayn Malik sta studiando ogni sua mossa.

 






Ciao a tutti! Mi scuso per il lungo ritardo, ma ho dovuto studiare per il test di medicina e poi ho avuto un po’ di fatica a continuare a scrivere, comunque ecco il nuovo capitolo.
Altre novità tutte insieme: Kenny ha deciso che dovranno fare altre rapine visto che la situazione con Santini sta lentamente degenerando, ha scoperto che il padre di Liam è il capo della polizia di Wellston (cosa che potrebbe esserle molto utile in futuro) e Ffion ha finalmente conosciuto Zayn e Niall!
Ok, adesso credo sia arrivato il momento di parlare di cose importante: non so e continuerò questa storia.
Premetto che io l’adoro: adoro la trama, l’ambientazione, adoro i personaggi e i luoghi, adoro scriverla e passo intere giornate a chiedermi se una determinata scena potrebbe essere adatta alla storia o meno. Penso che sia normale per una “nuova arrivata” faticare ad affermarsi, visto che molte persone si fermano a leggere gli autori che già conoscono senza sperimentare nulla di nuovo, e lo accetto! Ma penso anche che ogni persona abbia i suoi limiti e, forse, zero recensioni negli ultimi quattro capitoli e una caduta in picchiata delle visualizzazioni è il mio. Non era così che mi immaginavo di scrivere questa storia, essendo praticamente una delle mie prime (perché le altre che ho iniziato non sono mai state finite) avrei bisogno di consigli, pareri, suggerimenti. Qualcuno con cui confrontarmi insomma, che poi sarebbe il motivo principale per cui avevo deciso di pubblicarla su un sito: confrontarmi con l’opinione di altre persone.
Probabilmente andrò avanti a scrivere la storia (adoro troppo la trama e i suoi personaggi per lasciarla così, a metà) ma non credo continuerò a pubblicare. Per adesso vi saluto, magari un giorno ritornerò con questa o un‘ altra storia :)
alessandra

Ps: non prendetela come un ricatto, non è che io stia chiedendo un tot di recensioni per continuare a pubblicare, non è davvero così. Solo che, se la storia evidentemente non piace, che senso ha continuare a pubblicare? Un bacio a tutte quelle che hanno letto e si sono sforzate di lasciare un parere, siete state molto gentili.

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