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Autore: alessia21685    27/09/2015    4 recensioni
Quando si precipita su un isola deserta l'unica cosa che non si vorrebbe e' di finirci con la persona che piu' si odia al mondo. Lizzy e Aaron sono fratellastri e apparentemente non si sopportano. Lei crede che lui non sia altro che un bell'imbusto il cui passatempo pare essere quello di ripassarsi tutte le ragazze della scuola, dal canto suo Aaron sembra ignorare completamente la sorellastra, evitando ogni contatto che non sia strettamente necessario a causa della vita familiare.
Ma quando la tanto sognata vacanza nella casa dei loro ricchi genitori si trasforma in un incubo dopo un incidente aereo, finendo entrambi su un'isola sperduta in mezzo al mar dei Caraibi, entrambi saranno costretti a collaborare e ad appianare le rispettive divergenze se vogliono sopravvivere. Lizzy scoprira' che Aaron l'ha sempre evitata per un motivo ben preciso, un sentimento sbagliato che fra fratelli non bisognerebbe nemmeno nominare. Soprattutto quando corrisposto.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Lizzy pov:

La fusoliera stava rapidamente prendendo quota, dopo pochi minuti eravamo sopra il mare azzurro dei Caraibi diretti verso l'isolotto dove i miei genitori avevano comprato una lussuosa villetta sulla spiaggia. Da qualche minuto Aaron mi sembrava silenzioso, guardava fuori dal finestrino con lo sguardo assorto, come se fosse preoccupato per qualcosa. "Tutto bene?" domandai sinceramente sorpresa dalla cosa. "Certo." rispose lui schiarendosi la voce improvvisamente destato dai suoi pensieri, fece un sorriso di quelli che facevano sognare le mie compagne di classe, con tanto di fossette sulle guance e tutto. Poi la sua voce torno' acida come sempre " Se non mi rovinavi l'ultima sigaretta del pacchetto stavo ancora meglio". Come volevasi dimostrare, insopportabile come sempre. Non lo degnai di una risposta e mi misi a frugare nello zainetto alla ricerca dell'Ipod. Era scarico ma almeno avrei potuto fare finta di ascoltare musica in modo da non essere obbligata a parlare con lui. "Mi scusi , non sapere bene l'inglese" biascico' l'anziano Giapponese seduto di fianco a noi. "Ma giubbotti di salvataggio stare dove?" Sentii mio fratello sussurrare uno scongiuro e toccarsi i gioielli di famiglia mentre alzava lo sguardo al cielo -il solito beneducato- Mentre io cercavo di spiegare al signore che di solito i giubbotti sono collocati sotto i sedili. Cercai con la mano sotto il mio e trovai una busta trasparente contenende il giubbotto arancione, il fischietto e altri articoli di emergenza. 

" Ecco, guardi se c'e' anche sotto il suo sedile" L'anziano mi sorrise e tiro' fuori il suo pacchetto facendomi segno con il pollice in su'. Poi disse qualcosa alla moglie e insieme iniziarono a ringraziarmi fra cenni con la testa e sorrisi. "Come se un semplice giubbotto servisse a salvarti in caso di incidente aereo..." mormoro' mio fratello guardando fisso le nuvole davanti a se'. Evviva l'ottimismo. "Grazie per avermi terrorizzato ancora piu' di quello che sono" risposi asciutta. Lui si volto' e per un attimo la sua espressione mi sembro' dispiaciuta. Ovviamente mi sbagliavo . "Non c'e' di che principessa. " 

Mi infilai le cuffiette, decisa a ignorare Aaron fino all'arrivo. Lui si mise a dormire.Era passata ormai mezz'ora, non doveva mancare molto. Stavo ripensando a quanto avevo messo in valigia (speravo di averci infilato la quantita' sufficiente di shampoo e balsamo, i miei capelli tendono a diventare secchi con l'acqua del mare) quando il rumore ronzante del motore si mise a singhiozzare. La mia ansia aumento' quando sentii davanti a noi il pilota inveire in una lingua a me sconosciuta, chiaramente agitato. "Che succede? " Gridai afferrando il braccio di mio fratello. Non feci tempo a ricevere risposta perche' un esplosione sorda rimbombo' nell'abitacolo subito seguita da un odore nauseante di bruciato. Il pilota si volto' verso d noi gridando di metterci il giubbotto di salvataggio. Io ero in preda al panico.L'aereo iniziava a perdere quota, vedevo del fumo nero uscire dalla parte anteriore dell'aereo come se si fosse trattato di un arrosto bruciato. Non riuscivo a muovermi, paralizzata dal terrore. Sentivo distante la voce di mio fratello gridarmi di infilarmi il giubbotto, poi lo osservai sgomenta mentre afferrava il pacchetto da sotto il mio sedile, lo strappava e cercava di infilarmi il giubbotto. Lui non lo aveva ancora messo. Quel pensiero mi desto' dalla paralisi "Ok lo metto ora cerca il tuo! "Gridai mentre stavamo rapidamente perdendo quota verso il mare. I due Giapponesi erano anch'essi in panico, non riuscivano ad infilarsi il giubbotto, la donna continuava a gridare.

L'odore acre di fumo unito alle grida della donna mi fecero venire da vomitare. Mezzo secondo piu' tardi eravamo in acqua. Fu allora che persi i sensi.

  
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