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Autore: ineedofthem    27/09/2015    8 recensioni
Anita, un metro e sessanta di dolcezza e allegria, è una specializzanda in pediatria. Adora il suo lavoro, sa che è quello che deve fare perché ci crede da sempre e, spinta dalla passione per questo lavoro, comincia a passare le sue giornate in ospedale.
Qui conosce Lucia: una bambina rimasta orfana, con una grave disfunzione cardiaca, ricoverata nel reparto di pediatria.
Anita sente di provare per lei un affetto profondo e il loro diventa un rapporto viscerale.
Tutto procede bene, finché non arriva lui: Luca Franzese, il nuovo cardiochirurgo dell'ospedale, e Anita capisce che la sua vita non sarà più la stessa. Riconoscerebbe quella zazzera di capelli castani e quei lucenti occhi verdi tra mille. Sa che il ritorno in città del ragazzo porterà solo guai per lei. Il rapporto con Lucia li accomuna entrambi e la piccola sembra l'unica in grado di sciogliere il suo sguardo da duro e quel carattere burbero che lui si porta dietro.
Anita crede di averci messo una parola fine su quel capitolo, ci ha avuto a che fare in passato e non intende ripetere lo stesso errore. Ma se Lucia ci mettesse il suo zampino, cosa potrebbe succedere?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricominciare'
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Capitolo 7
RICOMINCIAMO DA QUI

Capitolo 7


"Nicola, cosa ci fai tu qui?"
Il silenzio che ne segue è quasi assordante, poi Nicola ride nervoso.
"Avrei dovuto immaginare che tu fossi con lui. Ormai siete pappa e ciccia, cip e ciop"mi schernisce.
Lo guardo di sbieco, mettendo le mani sui fianchi. "Nicola...per favore, smettila"lo ammonisco esasperata da questo suo comportamento.
Lui non risponde e osserva Luca al mio fianco, poi alza le mani in segno di resa.
"Sì, hai ragione. Non sarei nemmeno dovuto venire"fa un passo indietro, avvicinandosi all'uscita, con il capo chino.
"No, aspetta!" lo fermo prima che se ne vada.
Lui mi guarda sorpreso, sono sicura che non se lo aspettasse, poi mi volto a guardare un'ultima volta a Luca e mi avvicino a Nicola, facendogli segno di seguirmi.
Scendo le scale, di corsa, senza nemmeno aspettarlo, e sento i suoi  passi alle mie spalle. In reparto avverto la sua voce chiamare spesso il mio nome, ma io non lo ascolto. Non voglio che pensi che io non sia arrabbiata con lui. Solo davanti alla porta del mio studio mi fermo e gli faccio segno di entrare. Lui a quel punto si guarda intorno, osservando qualsiasi cosa, mentre io mi libero del cappotto e della sciarpa, appendendoli.
"Chi ti ha detto che ero qui?" gli domando accusatoria.
Lui si volta a guardarmi, squadrandomi dalla testa ai piedi e sorride. Non so cosa gli stia passando per la testa e non so lui, ma io non ho proprio voglia di scherzare, non adesso.
"È la prima volta che ti vedo così, in veste di dottoressina. Ti sta bene il camice"mi fa presente.
Sapevo che avrebbe trovato anche la benchè minima scusa per sviare il discorso. Roteo gli occhi al cielo."Ripeto la domanda, chi ti ha detto fossi qui?"replico.
Lui infila le mani nelle tasche dei jeans, sposta il peso del corpo sull'altro piede e temporeggia. L'attesa è snervante.
"Carlotta..."confessa alla fine. Mannaggia lei e la sua cotta, avrei preferito che avesse continuato ad odiarlo!.
Rido nervosa e scuoto il capo. Lui mette una mano in avanti per spiegarmi. "Non te la prendere con lei, l'ho costretta"ammette, abbassando lo sguardo. Ci mancherebbe solo che mi arrabbiassi con lei.
"E cosa le hai promesso, eh?! Ormai quella ragazza pende dalle tue labbra"dico e solo in quel momento mi rendo conto di aver parlato troppo. Lui mi guarda a lungo, a fondo. "Non capisco cosa tu voglia dire. Lottie voleva solo aiutarmi. È questo che fanno gli amici, no?" mi chiede confuso.
Sì, certo! La verità è che voleva solo attirare la tua attenzione, ma questo non glielo dico. È giusto che sia Carlotta stessa a parlargli dei suoi sentimenti, se mai lo farà.
Mi soffermo, però, sulla sua ultima frase. "Sì, certo! Gli amici fanno anche questo"lo scimmiotto.
"Nicola, io sono molto delusa da te, sappilo, ti rendi conto che stavi per ricominciare?"lo accuso.
Nicola si passa una mano sul viso, dispiaciuto.
"Lo so...mi dispiace".
Gli punto un dito contro."Ti dispiace? Tu non hai nemmeno idea di come mi senta. Noi siamo qua per lavorare e non puoi nemmeno immaginare il dolore che si provi qui dentro. Lucia sta peggiorando,sai? E ho paura che possa andarsene da un giorno all'altro e Luca mi ha raccontato una storia che solo a pensarci mi vengono i brividi"la mia voce si incrina "e tu ti presenti qui con l'intenzione di prendere di nuovo questione".
Non so nemmeno per quale motivo, forse per la tensione, ma le lacrime cominciano a sgorgare dai miei occhi, lasciandolo spiazzato.
Nicola mi guarda preoccupato e fa per avvicinarsi, ma io lo scanso, dandogli poi le spalle.
"Non voglio che ti immischi nella mia vita, Nicola, e adesso lasciami sola, tra poco inizia il mio turno"gli dico, stringendo le braccia al petto, sento il suo sguardo bruciare sulla mia schiena.
"Aspetta, Anita, lasciami spiegare" lui tenta un ultimo approccio, ma scuoto la testa, indicandogli l'uscita.
Mi guarda un'ultima volta, prima di allontanarsi con gli occhi pieni di rammarico."Mi dispiace per Lucia, spero starà bene"ammette con lo sguardo rivolto alle sue scarpe e si chiude poi la porta alle spalle.
Mi passo una mano sul viso e scoppio in un pianto liberatorio.

Il giorno dopo ho un permesso per rimanere a casa, mi sveglio tardi, e fino all'ora di pranzo cerco di ammazzare il tempo sistemando il mio appartamento, leggendo qualche libro e ascoltando della buona musica.
Il campanello suona, improvvisamente, mentre sono distesa sul divano a mangiare un pò di pasta. Poso il piatto sul tavolino di fronte e mi avvio a vedere chi sia. Spalanco la porta e un uomo robusto mi si piazza davanti, ha la fronte aggrottata e madida di sudore nonostante fuori faccia freddo. La prima cosa che però mi colpisce è il mazzo di fiori, peonie rosa-per l'appunto miei fiori preferiti- che mantiene tra le mani callose.
Lo guardo senza capire e lui inizia a parlare. "Sono per lei, signorina..."fa per leggere a fatica su un notebook il mio cognome, ma io lo precedo. "Castaldo" gli dico.
Lui annuisce sovrappensiero e mi porge il mazzetto tra le mani.
Ne osservo ogni particolare, dal colore tenue dei fiori al fiocco rosso che stringe la carta crespa. Tasto le tasche, trovando alcuni spicci da consegnare all'uomo, e lui, dopo avermi ringraziato gentile,si allontana, e io rientro in casa confusa.
Mi porto i fiori vicino al viso, annusandone il profumo e poi ne tocco i petali delicatamente, sorrido. Mi affretto ad appoggiarli sul mobile dell'ingresso e afferro trepidante il biglietto, aprendolo.
"Alla dottoressina più testarda che io conosca. So di aver sbagliato e mi dispiace.
Ti prego, perdonami.
-Nic"
La calligrafia è corsiva e disordinata, tipica di Nicola; l'avrei riconosciuta anche se non ci fosse stata la sua firma sotto. Scuoto la testa e metto i fiori in un vaso pieno d'acqua. Per quanto io voglia sorvolare sulla questione, non vorrei che lui pensasse di poter ripetere lo stesso errore e di ottenere il mio perdono ad occhi chiusi. Invio un messaggio alle ragazze, chiedendo loro di passare nel pomeriggio.
Qualche ora dopo, il campanello di casa suona con insistenza, e mi appresto ad andare ad aprire.
"Ciao tesoro, come volevi siamo corse in tuo aiuto"mi saluta Lottie con un bacio sulla guancia. Le osservo con un  sorriso.
"Esattamente! Faremo di tutto pur di farti tornare il buon umore"aggiunge Cristina con i pollici all'insù e facendosi spazio in casa.
"Ah, e io ho portato il tiramisù fatto con le mie mani, quello che ti piace tanto tanto"sorride Giulia, facendomi una faccia buffa con la vaschetta incartata tra le mani.
Rido di gusto e mi tasto la pancia, imitando il brontolio dello stomaco. Poi la lascio passare e chiudo la porta, dicendole di mettere il tiramisù in cucina, mentre le altre si accomodano in salotto.
Cristina si siede al mio fianco con le gambe incrociate sul divano, Carlotta di fronte a noi sulla poltrona e Giulia si accomoda in braccio a lei, facendola borbottare.
"Allora spiegaci, a cosa è dovuto quel faccino triste?"domanda a quel punto Giulia, incrociando le braccia al petto.
Tiro un lungo sospiro e mi sistemo una ciocca di capelli dietro le orecchie, prima di cominciare a parlare.
"Nicola si è presentato in ospedale ieri sera, sapete? Io ero con Luca e stava per ricominciare a fare una scenata"ammetto affranta.
Giulia spalanca la bocca."Non ci credo"ammette.
"Sta esagerando, seriamente"aggiunge Cristina.
Carlotta mi guarda colpevole. "Non avrei dovuto dirglielo"ammette, abbassando lo sguardo.
Giulia si volta a guardarla, sorpresa. "Tu hai fatto cosa!?"trilla, alzando la voce di un'ottava.
"Aah l'amour"sospira Cris al mio fianco.
"Non fa niente Lottie, sei solo una ragazza innamorata e poi penso che non si sarebbe arreso ugualmente"le dico, rassicurandola.
"Oggi mi ha mandato quelli"indico poi i fiori che fanno capolino dal vaso e mi perdo a raccontare la vicenda nei minimi dettagli.
"Anita, sai come la penso sull'argomento, no? Nicola dimostra sempre di più di provare più di un'amicizia nei tuoi confronti"interviene Cristina, guardandomi seria.
È da un pò di tempo che continua a ripetermelo che quasi me ne sto autoconvincendo anche io, ma non riesco ad immaginare Nicola come qualcuno che vada oltre la figura di un amico, di un fratello.
"Sì, lo so"annuisco, passandomi una mano tra i capelli e tirandone leggermente le punte.
"Che sfortuna, davvero"ammette Lottie, rattristandosi."Il ragazzo che mi piace è probabilmente innamorato della mia migliore amica, beniissiimo".
La mano di Giulia stringe forte la sua. "Eh nono, non ti rattristare pure tu, adesso"le sorride, strappandole una risata.
"Ah, e non immaginavo che Franzese avesse un cuore"aggiunge Cristina sorridendo.
Mi volto a guardarla torva e lei alza le mani in segno di resa, mentre le altre ridono.
"Però, è una storia triste. Ci credo che fosse così sconvolto" ammette Carlotta.
"Vi prego,adesso però, possiamo parlare di argomenti frivoli?"domando io speranzosa.
"Oh si!"annuiscono entusiaste le altre.
Carlotta sfrega le mani tra loro divertita. "Sapevi che questa ragazza qua, l'altra sera, ha rifilato un appuntamento con Emiliano?" dice, indicando la nostra amica Giulia, che arrossisce.
"Hai capito Giulia! Dai,dai, racconta"la incito.
Lei ci guarda imbarazzata. "E' solo un'uscita tra amici, davvero"risponde, appoggiandosi una mano sul cuore melodrammatica.
Io e Cristina ci scocchiamo un'occhiata complice.
"Sì certo, come no"la prendo in giro.
"Ci aspettiamo che tu ci racconti tutto, nei minimi dettagli"aggiunge la mia amica, lanciandole un'occhiata eloquente.
"Sei nei guai"le mormora all'orecchio Carlotta, ridendo. Alla fine Giulia si arrende affranta.
"Invece la volete sapere una cosa sulla nostra Cris?"dico e loro mi guardano curiose, la diretta interessata preoccupata.
"Non vi ha parlato di Edo?" domando, mentre loro scuotono vigorosamente la testa.
"Beh io vado a prendere qualcosa da bere, lascio che sia lei a raccontarvelo"rido alzandomi.
Sento lo sguardo di Cristina sulla mia schiena e penso che mi stia maledicendo in tutte le lingue.
Torno poco dopo di là con quattro bicchieri di coca cola.
"Sembra interessante questo Edo!" ammette entusiasta Giulia, facendo arrossire l'altra.
Mi siedo di nuovo sorseggiando dal mio bicchiere e sorridendo complice.
"Ma non è giusto!"protesta Lottie."Tu lavori al fianco di quel figo pazzesco di Franzese"mi indica e io sorrido nascondendomi.
"Lei ha un appuntamento con il dolcissimo cugino di quell'idiota"punta il dito contro Giulia. "E lei, ne ha rifilato uno andando a fare un prelievo in ospedale" indica Cristina che ride.
"Non c'è nessun collega carino a scuola?"tento sorridendole.
 Lei mi guarda torva. "No! Sono tutti brutti e vecchi"confessa in una smorfia.
 Ridiamo allegramente, contagiando la stessa ragazza. "Lottie, l'amore arriverà anche per te" la rassicuriamo.
"Oddio, ma è già ora di cena!"esclama all'improvviso Cristina, controllando il suo orologio da polso.
La osservo, un sorriso sul volto. "Perchè non rimanete a mangiare qua? Prepariamo qualcosa insieme"chiedo speranzosa.
Loro annuisco balzando in piedi."Ma che non siano cotolette, eh!"mi punta un dito contro Lottie e facendomi sorridere.
Poi la guardo superiore. "Non le ho preparate, ma posso pur sempre rimediare"la avverto scherzosa.
"No...ti prego"borbotta lei mentre raggiungiamo la cucina.
"Hei Anita, prima però, posso collegare il tuo cellulare alle casse? Si cucina meglio con della buona musica"mi domanda Giulia dal salotto.
Prima che possa dire qualcosa le note di Baby Love di Petite Meller rimbombano nelle nostre orecchie e la ragazza ci raggiunge entusiasta. Prepariamo l'occorente canticchiando le parole della canzone e muovendoci a ritmo.
"Baby loooove!"trilla nelle mie orecchie Cristina, passandomi dei pomodori. Rido alla scena.
Lottie ondeggia il bacino e muove la testa mentre lava dell'insalata. Giulia invece afferra la scopa e balla biascicando parole contorte. Le adoro.
Attimi di silenzio precedono la nuova canzone dalla melodia dolce, stavolta. E' inconfondibile non riconoscere la voce roca e dal timbro potente di Barry White. Ho una passione spropositata per quel cantante, trasmessami dai miei genitori, suoi grandi fan, ma soprattutto per Just The Way you are, la canzone corrente. E' capace di farmi sognare e battere forte il cuore ogni volta che l'ascolto.
I miei occhi instintivamente si chiudono mentre la mia mente si libera dei cattivi pensieri, lasciandone spazio a uno più piacevole. Immagino il sorriso dolce di Luca, i suoi occhi verdi brillanti che mi fissano intensamente, e poi le nostre mani che si intrecciano in una stretta forte. Le voci delle ragazze sono ormai lontane e rimbombano in un eco ripetutamente, poi, all'improvviso, la voce di Giulia che mi richiama, mi fa sobbalzare, riportandomi alla realtà.
"Tesoro, tutto bene?" mi chiede preoccupata Carlotta.
Mi porto una mano al viso, tastandomi una guancia, e scappo in bagno sotto i loro sguardi confusi.

"Ragazze"comincia a parlare Lottie, incrociando lo sguardo delle due amiche? che la incitano a parlare. "Non so voi, ma io penso che Anita sia irremediabilmente cotta di Luca"confessa.
Un sorriso compare sulle labbra di Cristina."Lottie, era chiaro dalla prima volta che l'ha rivisto!"esclama. "
Aaah l'amouur" aggiunge sognante Giulia al suo fianco.

Mi sciacquo la faccia con dell'acqua fredda, scacciando ripetutamente quel pensiero che, continuamente, fa capolino nella mia mente, e mi appresto a raggiungere le ragazze, che si zittiscono alla mia vista. Per tutta la serata sento il loro sguardo insistente addosso e mi domando il perchè.

Angolo autrice:
Ce l'ho fatta! Ho finito di scrivere il capitolo proprio adesso e prima di andar a dormire ho deciso di postarlo per fare un regalino ad un'amica che mi ha chiesto con insistenza di saperne di più ahaha, si parlo di te Lottie. Non ho molto da dire, lascio a voi i commenti e poi vi consiglio per chi non la conoscesse di andare ad ascoltare just the way you are di Barry White perchè è davvero bellissima.
Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo e chi ha aggiunto la storia tra le preferite/ricordate/seguite. Questa volta spero davvero di poter ricevere qualche parere in più :)
Adesso vi lascio, alla prossima!
Buonanotte e buon inizio di settimana a tutti <3
  
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