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Autore: _valy    28/09/2015    2 recensioni
Tre volte in cui Brittany S. Pierce si ritrova nel loft Lopez-Hummel-Berry in Bushwick, New York.
O, Rachel Berry rimane senza parole per la quarta volta in tutta la sua vita; Quinn Fabray è totalmente disinteressata nei confronti di chiunque non sia Rachel; Kurt Hummel ha scoperto un nuovo locale gay e Santana Lopez non può credere ai suoi occhi.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Kurt Hummel, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Brittany S. Pierce vs New York, Atto II

o Lesbiche e gatti sono una coppia decisa dal cielo.
 


 

 
 

 
Venerdì 20 dicembre 2013
 
 

 
 
Santana non può credere ai suoi occhi – anzi, alle sue orecchie.
Ha passato gli ultimi quattro giorni (quattro!) ad organizzare tutto: Kurt ha chiamato tutti gli sfigati del Glee che è riuscito a rintracciare e ha prenotato hotel e ostelli per tutti quelli che non potevano fermarsi a casa di amici o amici di amici, mentre lei ha contattato ogni singola persona di cui aveva il numero in rubrica, alla disperata ricerca di un bar o di una discoteca decente, ma abbastanza bisognosa di soldi da chiudere un occhio – o anche due – sulla minore età di un gruppo di clienti cui servire alcool e buona musica.
Ha addirittura dovuto chiamare quella stronza di Margaret e sorbirsi una romanzina sull’adeguato comportamento da tenere dopo una notte di passione tra amiche (Santana ha chiuso la chiamata precisandole che “Grazie a Dio io e te non siamo mai state amiche, e io faccio il cazzo che mi pare con le ragazze che mi porto a letto!”).
 
Ma ha fatto tutto questo, e l’ha fatto (quasi) volentieri, perché Rachel è stata scelta come migliore alunna del suo anno e come volto-immagine della NYADA, ed è dunque stata insignita dell’onore di terminare, con due canzoni grondanti emozioni, lo spettacolo di fine semestre della scuola (parole sue, non di Santana) – e insomma, è qualcosa per cui vale la pena festeggiare, giusto?
(Il fatto che il locale scelto sia un noto ritrovo gay è soltanto un bonus, non certo la ragione principale per gli impegni organizzativi di Santana.)
 
E adesso, dopo tutte quelle ore di prove e riprove e altre prove ancora, dopo aver incantato tutti gli spettatori e averla fatta addirittura commuovere un poco (una lacrima appena, sul serio), quella cretina della nana che cosa fa? Viene da lei e con la sua solita faccia da deficiente le dice che “È troppo tardi per andare da qualche parte a festeggiare; io sono esausta, tu sei esausta, la maggior parte dei  nostri ospiti ha passato la giornata a lezione e poi in viaggio. Mi sembra più sensato rimandare la festa a domani e andare a casa a riposarci”.
Davvero, non può credere alle sue orecchie. Sono le 23/37 di un venerdì sera: come diavolo fa ad essere tardi? E sì, potrebbe aver sbadigliato una volta o due negli ultimi dieci minuti, ma questo non significa nulla!
Sta per rispondere esattamente questo, condito con una manciata di insulti (che non scadono mai), quando coglie uno strano guizzo negli occhi di Quinn, che non ha abbandonato un attimo Rachel da quando questa è uscita dalle quinte alla fine dello spettacolo. Gli occhi della bionda si illuminano in un modo stranamente cospiratorio e Brittany, da poco arrivata al fianco di Quinn, ride di gusto ed insiste “Sì, dobbiamo proprio andare a casa”.
 
Ecco. Santana non avrebbe dovuto dare a Brittany le chiavi del loft e incaricarla di andare a prendere Quinn in stazione, mentre lei era occupata con i BerryPapà: Brittany non va mai lasciata libera di agire.
Perché se c’è una cosa che Santana sa fare è decifrare il linguaggio del corpo della sua ritrovata migliore amica, e quella frase, pronunciata con quel sorriso maligno? È sicuramente un codice per “Abbiamo organizzato una festa a sorpresa per Rachel nel vostro loft e tu non ti arrabbierai perché mi vuoi bene” (“e perché dopo usciremo e andremo in quel locale gay a rimorchiare”).
È solo per quella silenziosa e cifrata promessa che dopo un paio di grugniti e insulti Santana acconsente ad andare a casa.
 
 
 
Ok – forse non conosce il linguaggio di Brittany bene come credeva.
Perché quando apre la porta del loft, dopo una assurda corsa lungo le scale per anticipare Rachel e rovinare la sorpresa, e convinta di venire assordata dagli “Evviva!” e dagli “Auguri!” non a lei indirizzati, le luci sono spente e tutti gli angoli dell’appartamento sono silenziosi. Nessuno degli sfigati del Glee esce da chissà dove, perché nessuno è lì. Nemmeno Kurt, che a quanto pare è davvero andato a dormire a casa di Mark. (Cavolo, ha seriamente bisogno di ripetizioni in “Interpretazione di discorsi in codice”).
Il loft è silenzioso e mediamente freddo, e tutto è esattamente com’era quando è uscita alle quattro di questo pomeriggio, se non per le due enormi valigie che sa appartenere a Quinn e a Britt, una borsa gialla contenente delle lenzuola, un trasportino per animali nero, un’altra borsa contenente chissà che –
 
Miao.
Miao.
Oh no. Oh fottutissimo no.
 
“Oh mio Dio!! Un gatto? Ma è bellissimo! Oh Dio, grazie, grazie..”
Cazzo, Rachel Berry sta iperventilando e c’è un minuscolo gatto completamente nero nel suo salotto.
“Hai visto che bello Rachie? È il nipote di Tubbs! O forse la nipote, ho guardato ma non –“
Quindi quella traditrice di Brittany sapeva e non ha fatto nulla per impedire questo abominio. (Santana è assolutamente certa che l’idea di regalare un gatto a quella diva della sua coinquilina non sia stata della sua migliore amica, per quanto questa possa amare gli animali.)
E non c’è nessuna festa a sorpresa, nessun locale gay, nessuna ragazza tutta gambe da portare a casa – e probabilmente non ci sarà nemmeno in futuro, perché quale lesbica vuole avere a che fare con una ragazza che divide l’appartamento con un gatto?
 
“Ei Tana, hai visto? Non è adorabile?” (Sì, Rachel ha iniziato a chiamarla Tana, nonostante le sue proteste.)
Santana  è ben abituata a fingere di non avere una coinquilina, quindi non le viene affatto difficile ignorare quella sfigata di Rachel, intenta ad allattare con un fottutissimo biberon il suo nuovo animale da compagnia e a blaterare di quanto questo sia sicuramente il più bel regalo della sua intera vita – un po’ più difficile è fingere di non aver immediatamente pensato “Sì, lo è”.
 
Grazie a Dio ce la fa, perché risponde con un “Potrebbe anche essere Olivia Wilde, se svuota la sua vescica sulle mie lenzuola quella è la porta”.
(Quinn le tira uno scappellotto sulla testa, ma va beh. La sua reputazione da stronza è salva.)
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
Alle 15/05 di giovedì, l’idea che ha appena avuto le sembra la migliore di sempre. Si sente talmente intelligente da prendere il telefono, chiamare Brittany e reclutarla come aiutante-alleata nella sua missione “Regalo di Rachel”. Il fatto che Brittany, studentessa modello del MIT, la reputi “un assoluto genio” non fa che confermare la sua decisione.
 
Alle 21/28 di quella stessa sera, mentre cerca su Google negozi o rifugi per animali che non le sembrino gestiti da mafiosi, per scoprire che il più vicino al loft è a diciassette isolati (e venti minuti) di distanza, l’idea non le sembra più così geniale. Ma l’occasione è perfetta e ormai ha già richiesto e ottenuto i servigi di Brittany, quindi non può tirarsi indietro.
 
Alle 10/56 di venerdì mattina, Ashley le fa notare che “È un regalo un po’ insolito per un’amica, non ti pare?”. Quinn non risponde, ma decide che la sua compagna di corso farà a meno dei suoi dettagliatissimi appunti di “Teoria della comunicazione visiva” per tutto il prossimo semestre.
 
Alle 15/12, pochi minuti prima della partenza del suo treno per New York, la stessa Ashley la chiama per notificare un cambiamento di opinione: “In fin dei conti, voi siete grandi amiche e ne avete passate tante insieme. E non siete nuove alle lampanti dimostrazioni d’affetto, ora che ci penso. Insomma, lei per il tuo compleanno è venuta qui, ti ha cucinato pranzo e cena e si è addirittura sorbita per tre ore quel noiosissimo documentario giapponese. In confronto a questo il tuo regalo è niente!”. Quinn le risponde con un semplice “Grazie Ash”, ignorando il “Questo vuol dire che me li dai gli appunti?” con cui la sua amica ha chiuso il discorso.
 
Alle 15/27, quando il suo schermo improvvisamente si illumina con un nuovo messaggio di 'Rach' che dice “Ti prego, dimmi che sei riuscita a prendere il treno e che stasera ci sarai”, Quinn non ha dubbi: il suo regalo sarà perfetto.
 
Un’ora e mezza dopo, Brittany la saluta e la abbraccia con la sua solita forza, prima di confermarle che “Rachie lo adorerà!” (e iniziare a parlare di Lord Tubbington e di strani legami di parentela felini, Quinn è troppo impegnata a trascinare la sua immensa valigia per i corridoi di Grand Central Terminal per prestare più di una dose minima di attenzione).
 
Dubbi di tutt’altra natura la assalgono quando entra nel rifugio per animali 'Tomorrow Pets' e viene sommersa da un centinaio di gatti di ogni razza, età e dimensione. Per venti minuti li guarda, studiandoli uno per uno, tentando di capire qual è il più adatto per Rachel – il tutto, ovviamente, con scarsissimi risultati. È soltanto quando Brittany la informa che il suo telefono ha squillato e che probabilmente Santana le ha appena mandato un messaggio per chiederle informazioni sul viaggio e per fornirle alcune indicazioni generali sulla serata, che Quinn si rende conto che hanno poco tempo e troppe cose (ancora) da fare. Così decide mentalmente che il primo gatto che vedrà una volta giratasi sarà il prescelto.
 
Quindici minuti dopo esce dal rifugio con un trasportino nero, una borsa con del cibo e della sabbietta e una lettiera. Brittany, dietro di lei, esce con un bellissimo batuffolo di pelo nero e due occhi blu.
Oh sì – non può fare a meno di pensare mentre ferma un taxi e lancia un’occhiata veloce al micio tra le braccia della sua amica – Rachel lo adorerà.
“Santana un po’ meno”, le fa notare Brittany una volta che si sono sedute sul taxi, “Non so perché ma non le sono mai piaciuti i gatti”.
“Pff, un motivo in più per regalarne uno a Rachel”.
(Il fatto che eviti di precisare che Santana ha problemi esclusivamente con Lord Tubbington – e per ottime ragioni – e non con tutti i gatti, è un chiaro segno dei progressi che ha fatto come persona e come amica.)
 
Arrivano al loft alle 18/30 e hanno a malapena il tempo di sistemare le valigie, dare qualcosa da mangiare e da bere al gatto e poi chiuderlo in un lato dell’appartamento, prima che sia l’ora di prepararsi e prendere un altro taxi, direzione Major Theater, NYADA.
Hanno uno spettacolo cui assistere, dopotutto.
 
Stare seduta per praticamente due ore su una poltrona scomoda, in attesa che arrivi il turno di Rachel, non è il modo migliore per trascorrere la serata, soprattutto quando alla destra di Quinn Leroy Berry non fa che chiedersi “Ma che fine ha fatto la mia stellina?” e alla sua sinistra Brittany si diverte ad applaudire ad ogni occasione e con tutta la foga di cui dispone.
È al limite della sua sopportazione, letteralmente ad un passo dall’alzarsi e sgranchirsi in qualche modo le gambe e la schiena, quando – finalmente! – quel mediocre ballerino (il cui unico difetto è in realtà essere stato indicato quale nuovo aspirante spasimante di Rachel da Brittany, informata da Santana, che ha saputo tramite Kurt) si inchina ed esce di scena – e dopo un paio di minuti di silenzio, annunciata da un chiaro “Rachel Berry”, compare sul palco la vera protagonista della serata.
 
E wow.
Davvero, Quinn non ha parole per descrivere quello che prova nell’esatto momento in cui la ragazza apre la bocca ed inizia a cantare, accompagnata dall’orchestra della scuola.
Rachel è lì, ad una ventina di metri da lei, eppure per Quinn è su un altro pianeta: è di un altro pianeta. L’intera platea è in silenzio, mentre la voce di Rachel, intensa e potente, e la base suonata dall’orchestra echeggiano per l’intero teatro.
 
Poco prima che finisca la seconda canzone, che come la prima sembra essere stata ideata e scritta appositamente per quella dea là sul palco, Quinn si risveglia dal suo stupore e ne approfitta per osservare le reazioni di chi le sta accanto.
Leroy è immobile, sguardo fisso davanti a sé e mano salda in quella del marito.
Brittany è sull’orlo della poltrona, pronta ad applaudire e a regalare a Rachel una standing ovation.
Al suo fianco Santana – oh mio dio! – si sta asciugando il più discretamente possibile una lacrima, con un fazzoletto che nascondeva chissà dove.
(Quinn la prenderebbe in giro per giorni, se non fosse troppo impegnata ad invidiarla per avere avuto l’accortezza ed il buon senso di munirsi di fazzoletti, in previsione di questo momento.  Lei non lo è stata, e ora non le resta che sperare che il suo mascara resista a quel paio di lacrimucce che le sono scappate e non la trasformi in un panda albino.
Sapere di essersi commossa per la performance di Rachel è una cosa, che tutti i suoi amici lì presenti se ne rendano conto è un’altra. Lei e Rachel possono essere amiche – lo sono – ma lei ha pur sempre una reputazione da difendere.)
 
 
I suoi amici si rendono conto di quanto si è commossa – e di quanto assomigli ad un panda albino – quando un quarto d’ora dopo la fine dello spettacolo Rachel raggiunge tutto il gruppo nella hall della NYADA. Dopo aver salutato Leroy e Hiram, la ragazza scorge Quinn e le si avvicina sorridente, per poi fermarsi di fronte a lei e inchinare leggermente la testa di lato, quasi fosse insicura di quale potrebbe essere il giudizio della bionda sull’intero spettacolo d’Inverno della sua università, e soprattutto della parte che lei ha interpretato in esso.
Quinn non può fare a meno di fissarla a bocca aperta per un attimo prima di dirle “Stai scherzando? Sei stata fantastica!”, gettarle le braccia attorno alla vita e abbracciarla, stringendo con tutte le sue forze e – sì, piangere un po’. Poco.
(Il fatto che i suoi occhi sono rossi dipende dalla nuova marca di lenti a contatto. E se il mascara è colato non è certo colpa della quantità di lacrime di gioia versate, ma esclusivamente della pessima marca del suo mascara. Avrebbe dovuto tenere in conto che Maybelline non era una marca affidabile.)
 
Dopo che Rachel ha salutato e ringraziato tutti i presenti, arriva il momento di cambiare i piani per la serata.
Con una nonchalance degna di una performance da Oscar (è sempre molto modesta), Quinn propone a Rachel di rimandare i festeggiamenti all’indomani, adducendo come scusa la stanchezza generale causata dalle lezioni e dalle ore di viaggio. Gli sbadigli di Sam e di Santana non fanno che confermare la sua tesi.
Finalmente, dopo aver salutato i papà Berry e aver chiamato un paio di taxi per portare i ragazzi ai loro hotel o ai loro appartamenti, Quinn, Brittany e Rachel (c’è anche Santana, ma non fa che lamentarsi, quindi Quinn ha deciso di fingere che non sia presente) salgono sul loro taxi e si dirigono verso il loft.
 
Alle 23/57, la bionda comincia a dubitare, per l’ennesima volta in queste ultime trentasei ore, della sua decisione e del regalo vivente che ne è derivato.
 
Quindici minuti dopo, è a un passo dal precipitarsi su per le scale e irrompere in casa, afferrare il gatto e scappare dalla faccia della terra senza dare spiegazione alcuna. (Non lo fa, perché l’ascensore del condominio è ancora fuori uso e le sue gambe non sono più quelle di una volta.)
Insomma, come diavolo le è venuto in mente di fare una cosa del genere?
Chi mai regala un gatto ad un’amica, che per giunta ha tormentato per anni e in modi a cui non vuole ripensare?
Davvero, Santana la prenderà in giro a vita e a Rachel probabilmente nemmeno piacerà. È certa che tra un paio di giorni, quando chiamerà per sapere come sta, le dirà che lo ha dovuto –
 
“Oh mio Dio!” – ok, Rachel è entrata nel loft e ha visto il gatto. Dall’espressione disgustata che ha sul volto, lo stesso vale per Santana. “Un gatto? Ma è bellissimo!”
E con questo Rachel si getta tra le sue braccia e inizia a farfugliare “Grazie”, misti a “Oh Dio!” e a “Ti sei ricordata!” e – seriamente, quella ragazza dovrebbe darle un po’ più di credito, perché come potrebbe mai dimenticarsi del suo compleanno e del fatto che due mesi fa Rachel le ha confessato di aver sempre desiderato avere un gatto, ma di non aver mai potuto prenderne uno perché suo padre Hiram  è allergico al pelo dei felini?
 
Quinn non risponde, ma la stringe forte a sé, finché dopo una decina di secondi Rachel si stacca dall’abbraccio, soltanto per prendere il gatto dalle braccia di Brittany ed iniziare a dargli il latte con quel fantastico biberon rosa che ha comprato poche ore prima, il tutto sussurrandogli che non appena capirà se è un maschio o una femmina sceglierà un nome appropriato.
E così, trentadue minuti dopo la mezzanotte, mentre Rachel la guarda con le lacrime agli occhi dalla gioia e Santana le giura vendetta nei giorni a venire, Quinn non ha dubbi: comprare un gatto a Rachel Berry è stata la migliore idea di sempre.
 
(Santana e i suoi “Forse prima di prenderle un gatto da crescere insieme avresti dovuto farle presente che state insieme” a parte.
È davvero troppo felice per rimuginare su quante persone la credano lesbica.)



 
   
 
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