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Autore: ValeDowney    28/09/2015    2 recensioni
"Storybrooke sembra una cittadina come tutte le altre, se non fosse per il fatto che non è sulle carte, nessuno sa della sua esistenza e i cittadini sembrano nascondere qualcosa. Rose, una bambina dolce ma curiosa e sempre in cerca di guai, scoprirà, insieme al suo amico Henry, che qualcosa di magico si aggira per quella città"
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The Rose of true Love

 
 
 
Capitolo XIV: Il Cacciatore e la bambina -  Prima Parte


 
Storybrooke del passato
 
Graham stava viaggiando sulla sua macchina lungo la strada che percorreva la foresta. Il cielo era uggioso e non prometteva di certo una buona giornata. Ma una buona giornata la sarebbe stata se Graham avesse fatto rispettare la legge tra i cittadini. Dopotutto si trattava del suo compito e il sindaco, che aveva piena fiducia in lui, non voleva errori da parte sua.
Stava per lasciare il confine della foresta quando, con la coda dell’occhio, vide dei movimenti provenire dagli alberi. Gli sembrò di vedere, anche solo per un istante, qualcosa di rosso e bianco muoversi velocemente verso una direzione. Poteva essere un animale, ma da ciò che sapeva non vi erano molti animali – se non nessuno – nella foresta. Decise comunque di togliersi il dubbio e, dopo aver parcheggiato e spento la macchina sul ciglio della foresta, si addentrò  nella vegetazione.
Più camminava per la folta radura e più si sentiva in pace con se stesso. Non lo aveva mai ammesso apertamente, ma odiava la vita di città. Lui amava molto più trascorrere del tempo in posti calmi e isolati dal forte rumore cittadino.
Senza accorgersene, arrivò in un punto della foresta dove la vegetazione era più rigogliosa e, in quel momento, sentì… piangere. Chi poteva piangere? Di certo non un animale. Forse era qualcuno che si era perso e non ritrovava più la strada di casa. Ma quello sembrava il pianto di un neonato, visto che l’intensità del suono era molto alta per essere quella di un adulto.
Graham continuò a seguire quel suono e, appena arrivò a destinazione, rimase a bocca aperta. Davanti a quella che sembrava una piccola tana – e che in realtà lo era, dentro a una cesta si trovava una neonata e stava piangendo.
 
Storybrooke del presente
 
Era trascorsa una settimana da quando era avvenuto l’incidente della miniera. Il luogo era stato messo sotto sequestro fino a nuovo ordine del sindaco. Proprio Regina non voleva che la notizia del salvataggio dei due bambini e di Archie venisse diffusa dalla stampa. Ma in città non si parlava altro che del gesto eroico compiuto da Emma. La ragazza era diventata una “salvatrice” per i cittadini, anche se per Henry lo era sempre stata. E ciò non piacque, ovviamente, a Regina.
“E’ una cosa ineccepibile! Quella donna mi sta rovinando!” replicò Regina un giorno, mentre se ne stava seduta dietro la scrivania nel suo ufficio con Sydney Glass di fronte a lei.
“Ha solo salvato tuo figlio, la figlia di Gold e il Dottor Hopper. Non ha fatto nulla di che” disse Sydney.
“Ma per i cittadini ora è un' eroina! È già tanto che non le abbiano eretto una statua per questo suo gesto. Avrebbe fatto meglio a tenere il naso fuori da quella faccenda!” replicò Regina portandosi una mano su una tempia.
“Dovresti esserle debitrice: dopotutto ha salvato la vita di tuo figlio. Senza di lei, chissà ora dove sarebbe” disse Sydney.
“So solo che ora si trova a casa a fare i compiti. Mentre tu, invece di difendere quella donna, dovresti stare dalla mia parte!” replicò Regina.
“Ma io sono dalla tua parte. Vuoi o non vuoi far soffrire il Signor Gold? Se ben ricordo, abbiamo ancora quella faccenda in sospeso con quella bambina. Com’è che si chiamava? Ah, sì, Lucy Hunter. Voleva farla pagare alla piccola Rose” spiegò Sydney.
“Ti occuperai tu di quella bambina e dei suoi capricci. Ora io ho altri problemi a cui pensare” disse Regina.
“Che cosa devi fare?” domandò Sydney.
“Affari miei! Tu occupati delle due mocciose e vedi di non fallire! O ci saranno amare conseguenze per te” replicò Regina.
Ma a insaputa del sindaco, Henry non si trovava a casa ma…
“E così tua madre pensa che tu ti trovi a casa? Geniale da parte tua mentirle” disse Rose, mentre insieme a Henry e Paige si trovavano nel retro del negozio di Gold.
“Non capisco se la tua frase sia ironica oppure no. Ma ti dirò che non le ho detto assolutamente niente, se non che facevo il bravo e che sarei rimasto in casa” spiegò Henry, mentre davanti a sé, sul tavolo, teneva il suo libro.
“Be', le hai mentito” disse Rose.
“Ok, dobbiamo continuare con l’Operazione Cobra e, già che ci siamo, mettiamoci in mezzo anche l’Operazione Coccodrillo” disse Henry, aprendo il libro.
“Ehm… preferirei non inserire anche l’Operazione Coccodrillo. Non vorrei che mio padre si insospettisse troppo” disse Rose.
“Va bene. Allora, come ben sapete, l’obiettivo dell’Operazione Cobra è quello di far credere a Emma che lei sia la Salvatrice, così la maledizione verrà spezzata e tutti riavranno i loro ricordi della Foresta Incantata. Direi che siamo a buon punto considerando che abbiamo un sacco di persone dalla nostra parte” spiegò Henry.
“Per un sacco di persone quante intendi?” chiese Paige.
“Be', ci sono Emma, il Signor Gold, Archie, Mary Margaret, David Nolan e Ruby” rispose Henry.
“Considerando che mio padre non ama l’Operazione Cobra, Ruby sta in un mondo tutto suo e Mary Margaret e David Nolan – soprattutto quest’ultimo – non si sa che facciano, non abbiamo molte persone dalla nostra parte. Ah, sì, e poi c’è anche Archie” spiegò Rose.
“Ma Archie fa parte dell’Operazione Cobra” disse Henry.
“Era solo un mio temporaneo sostituto. Ora che siamo ritornati amici, il posto è ritornato mio…. almeno spero” disse Rose.
“E che ne dite del cacciatore?” domandò Henry.
“Cacciatore? Quale cacciatore?” chiese Paige.
“Lui. Il nostro sceriffo” rispose Henry indicando un’immagine sulla pagina. Rose e Paige si fecero più vicine e guardarono l’immagine. In effetti si trattava di un cacciatore da come era vestito e stava accanto a un cervo morto con una freccia conficcata nella pancia.
“Graham? Lui sarebbe il cacciatore?” domandò stupita Rose.
“La Regina cattiva si fidava molto di lui e si fida tutt’ora. Faceva qualunque cosa lei gli chiedesse. Be', diciamo non proprio qualunque cosa. Una volta, per esempio, ha risparmiato la vita a una principessa” rispose Henry.
“Ovvio: a Biancaneve. La Regina Cattiva la voleva morta, ma il cacciatore non l’ha uccisa, portandole il cuore di un cinghiale” disse Rose.
“Sarei sorpresa nel sentire che non si trattava di Biancaneve” disse Henry.
“Era Biancaneve: la storia racconta così. O, almeno, quella che mi ha sempre letto mio padre” disse Rose.
“Quella è la versione di tuo padre. Ma c’è un’altra versione ed è in questo libro” disse Henry.
“Se nel libro non è Biancaneve quella che il cacciatore non uccide, allora chi è?” chiese Paige ma, prima che Henry potesse risponderle, sentirono la campanella tintinnare.
“E’ mio padre. Presto, nascondi il libro” disse Rose.
“Perché?” domandò Henry.
“Nascondilo e basta! Non voglio che sospetti qualcosa” replicò Rose. Henry fece appena in tempo a nascondere il libro sulle sue ginocchia che Gold entrò tenendo tra le mani, anche se con la destra faceva un po’ fatica visto che teneva anche il bastone, tre bicchieri di plastica.
“Ho per caso interrotto qualcosa?” chiese Gold guardandoli.
“Niente di che. Noi stavamo solo…solo… guardando queste cose” rispose Rose mentre ognuno dei tre teneva in mano un oggetto diverso preso a caso lì accanto.
“Siete molto gentili a offrirvi volontari così in anticipo per l’inventario che dovrò fare fra qualche mese” disse Gold facendo un piccolo sorriso e i tre rimisero subito a posto gli oggetti.
“Hai fatto presto” disse Rose.
“Granny’s sta solo dall’altra parte della strada. E poi so che a lasciarvi da soli anche solo per cinque minuti metterei a rischio l’incolumità del negozio” disse Gold mettendo davanti a ognuno di loro un bicchiere di plastica. I bambini aprirono i coperchi dei bicchieri, assaporando il dolce profumo di cioccolata calda con cannella per Henry; tè caldo per Paige e tè alla fragola per Rose.
Mentre Henry e Paige incominciarono a sorseggiare le loro bevande, Rose guardò il padre domandogli: “Papà, non è che mentre eri da Granny’s, hai notato qualcosa di strano?”
“Se parli di sua nipote, lei è sempre strana” disse Gold.
“Non parlavo di Ruby. Ma qualcosa di strano riguardante…che ne so… una nuova coppia” disse Rose.
“Figurati se mi vado ad impicciare delle vite altrui. Non sono affari miei ed è meglio per te bere il tuo tè prima che si raffreddi” disse Gold. Senza obiettare, Rose bevve il suo tè alla fragola anche se la sua mente stava già macchinando qualcosa. Sorseggiò un altro sorso. Poi però propose, riguardando il padre: “Non è che potremmo uscire?”
“Avete finito tutti i compiti?” chiese Gold e, dopo che i bambini ebbero annuito, aggiunse: “Va bene. Dopotutto, l’aria naturale è molto più salutare rispetto alla polvere che c’è qua dentro.”
“Forse, se prendessi una domestica, non ci sarebbe tutta questa polvere” suggerì Rose.
“Non ho bisogno di mani estranee tra i miei oggetti. Sono capace anche da solo di riordinare tutto quanto. E poi, la polvere racconta solo le tante storie degli oggetti sulla quale è presente” spiegò Gold e, voltandosi, stava per ritornare nel davanti del negozio, quando si fermò; si avvicinò a Henry e, sussurrandogli, aggiunse: “E, la prossima volta Signorino Mills, veda di nascondere meglio il suo prezioso libro” e se ne andò. I tre bambini si guardarono e Paige stupita domandò: “Ma voi avete capito come fa?”
“Rimarrà un mistero” rispose Rose.
“Il padre è tuo. Dovresti saperlo” disse Henry guardandola. Rose lo guardò senza dire nulla.
 
Poco dopo…
 
“Era questa la tua idea di uscire? Andare al commissariato?” chiese Paige.
“Io la trovo un’idea geniale, così potremmo parlare con Graham dell’Operazione Cobra” disse Henry.
“In realtà la mia idea era un’altra. Henry, mi dici quante persone vuoi nella tua operazione segreta?” domandò Rose.
“Graham è fondamentale, essendo stato un alleato fidato della regina cattiva. Potremmo cercare di fargli ricordare un sacco di cose sulla sua vita passata. E quale sarebbe questa tua idea?” rispose Henry.
“Diciamo che un po’ riguarda anche la nostra operazione” disse Rose ed entrarono nel commissariato. Graham alzò lo sguardo da alcune carte che stava leggendo proprio nel momento in cui i bambini entrarono.
“Mi dite perché voi tre venite sempre qua? Non è un posto per bambini” chiese loro.
“Pensavamo di starti simpatici. È così che tratti i tuoi amici?” domandò Rose.
“Se state cercando la Signorina Swan, è in giro per alcune commissioni e non so quando ritornerà” disse Graham, dando loro la schiena e mettendo via le carte in uno scaffale.
“In verità, eravamo qua per te” disse Rose. Graham si rivoltò verso di loro. Poi chiese: “Riguarda tuo padre? E’ per qualche accordo che non ho rispettato?”
“Mio padre stavolta non c’entra nulla. Volevamo sapere come…ecco… consideri la Signorina Swan” rispose Rose. Henry e Paige la guardarono stupiti. Loro non sapevano nulla dell’idea della loro amica.
“Perché ti interessa? Non credo sia per un compito di scuola” domandò Graham.
“Solo curiosità” rispose Rose.
“Siamo solo amici se è ciò che vuoi sapere” disse Graham.
“Vedo come vi guardate o, specialmente, come tu guardi lei. Vorresti che lei contraccambiasse ma non vuoi rischiare” spiegò Rose.
“Rose, avanti, lo sai che a me puoi dire la verità. Se c’entra tuo padre, dimmelo e basta” disse Graham.
“Ma perché pensi sempre che c'entri mio padre?! E’ solo curiosità mia” disse Rose.
“Va bene. Se proprio vuoi saperlo, i miei sentimenti al momento sono molto confusi. Non so cosa decidere” disse Graham.
“Cosa o chi?” chiese Henry. Graham arrossì leggermente per poi dire: “Ma la volete smettere?! Almeno Paige non si impiccia.”
“Mi son sempre piaciuti gli amori misteriosi” disse Paige.
“Come non detto” disse Graham portandosi una mano sulla faccia.
 “Se sei indeciso, perché non la porti fuori a cena?” domandò Rose.
“Chi scusa?” chiese Graham.
“Ma Emma, naturalmente. E chi se no? Il Sindaco?!” rispose ridendo Rose.
“Già” disse ridendo un po’ Graham. Ma poi si fece serio e domandò: “E se dovesse dire di no?”
“Se non glielo chiederai mai, non potrai mai sapere la sua risposta” rispose Rose.
“Vorrei tanto sapere perché tieni così tanto alla mia vita sentimentale” disse Graham.
“Perché sei amico mio, e da un po’ di giorni ti vedo strano” disse Rose.
“In effetti è diverse notti che faccio sempre lo stesso sogno. Poi mi sveglio come se fosse stato tutto reale” spiegò Graham.
“Magari sono visioni del passato” disse Henry. I tre lo guardarono in silenzio. Poi Graham chiese: “Allora che cosa mi consigliate di fare?”
“Te l’ho già detto prima: invitala fuori a cena o, se proprio non vuoi fare ancora le cose in grande, portala semplicemente da Granny’s” spiegò Rose e Graham la guardò senza dire altro.
Poco dopo, Rose, Henry e Paige stavano passeggiando per la via principale.
“Rose, adesso saresti così gentile da dirci che cosa hai in mente con Graham?” domandò Henry.
“Anche perché sei stata molto misteriosa con noi” aggiunse Paige.
“La mia idea era quella di far mettere insieme Graham ed Emma, in modo che Graham facesse credere a Emma. Ma, ovviamente, noi dovremmo prima far credere a Graham” spiegò Rose.
“Ci ho capito poco in questo tuo giro di parole, ma se facciamo ricordare Graham, di conseguenza lui ci aiuterà a far ricordare Emma, vero?” disse Henry.
“Diciamo di sì. Però prima dobbiamo trovare Emma” disse Rose.
“Perché vuoi trovarla?” chiese Paige.
“Ogni risposta a suo tempo” rispose Rose. Trovarono Emma davanti a Granny’s. Si avvicinarono a lei. La ragazza si voltò verso di loro.
“Buongiorno, Signorina Swan. Bella giornata, vero?” disse Rose. Emma sospirò per poi domandare: “Avanti, che cosa c’è, Rose?”
“Crede che ci sia qualcosa?” chiese Rose.
“Con te c’è sempre qualcosa. O con te o con tuo padre” rispose Emma.
“Anche tu ce l’hai con mio padre?! Ma mi dite che vi ha fatto?!” disse stupita Rose.
“E’ irascibile” rispose Emma.
“Lo posso diventare anche io” disse Rose facendo un piccolo sorriso.
“Non saresti sua figlia. Allora, di cosa volevate parlarmi?” domandò Emma.
“Ha mai pensato di uscire con Graham?” chiese Rose.
“E ora questo da dove salta fuori?” domandò Emma guardando stupita i tre bambini.
“Noi lo troviamo molto carino” disse Paige.
“E, inoltre, è anche molto leale” aggiunse Henry.
“Sul fatto che sia leale, lo metto in dubbio” disse Emma.
“In che senso?” chiese Paige.
“Lasciamo perdere” rispose Emma. Poi guardò Rose e aggiunse: “Ma perché volete che esca proprio con Graham?”
“Non mi dica che ha già puntato gli occhi su qualcun altro?!” domandò stupita Rose.
“No. Non è quello. È solo che…” iniziò col rispondere Emma.
Ma Rose la bloccò dicendole: “Allora vedrà che non se ne pentirà ad uscire con Graham. E poi che cosa le costa?”
Emma ci pensò un po’ su e guardò i tre in silenzio. In quel momento, però, videro un po’ distante Regina che stava parlando con Moe French. Ricordandosi di ciò che era successo l’ultima volta con quell’uomo e della poca simpatia nei confronti del sindaco, Rose disse, riguardando Emma: “Be', sarebbe bello se uscisse con Graham. Voi due formate proprio una bella coppia. Ma ora dobbiamo andare. Abbiamo un sacco di cose da fare.” E, velocemente se ne corse nel negozio di suo padre che si trovava dall’altra parte della strada.
Henry e Paige guardarono Emma e poi, senza dire nulla, seguirono velocemente l’amica. Emma non fece neanche in tempo a chiedere spiegazioni che Regina si avvicinò a lei, parlandole.
Dall’interno del negozio dei Pegni, Rose, Henry e Paige osservarono le due donne parlare, standosene davanti alla porta.
“Ci è andata bene. Per poco non ci vedeva” disse Rose.
“Per poco non vedeva me. Se avesse scoperto che ero in giro con voi, anziché a casa a fare i compiti, mi avrebbe dato una bella sgridata” disse Henry.
“Solo quella? Un po’ pochino considerando che persona è” disse Rose. I tre continuarono a guardare le due fuori, non accorgendosi che dietro era comparso Gold, il quale domandò: “Invece di starvene lì a spiare la gente altrui, perché non mi aiutate qua in negozio?”
I tre bambini si voltarono verso di lui e Rose rispose: “Non stavamo spiando nessuno.”
“A me sembra il contrario. Vi ho visti prima che stavate parlando con la Signorina Swan” disse Gold.
“Esatto. Solo con la Signorina Swan. Il sindaco non era incluso nella conversazione” disse Rose.
“Visto che, per il momento, non avete nulla da fare, vi do due opzioni: aiutarmi a mettere a posto alcuni oggetti oppure fare il bagno a Excalibur” disse Gold e tutti voltarono lo sguardo verso la volpe che, sentendosi nominare, si destò dal suo sonno nella cesta posta dietro al bancone. L’animale scosse negativamente la testa alla sola idea di finire in una bacinella piena d’acqua. Lei e l’acqua non andavano molto d’accordo.
Poco dopo, i tre bambini si trovavano nel retro bottega, seduti a terra intorno a una bacinella colma d’acqua, dentro alla quale vi era Excalibur. I bambini erano ricoperti di schiuma, così come la volpe.
“Forse sarebbe stato meglio se avessimo scelto l’altra opzione. Penso che sarebbe stato meno traumatico che fare il bagno a Excalibur” disse Paige.
“E tu reputi meno traumatico mettere a posto oggetti pieni di polvere? Buon per te” disse Rose.
“Magari troviamo pure qualcosa di interessante” disse Henry.
“Seriamente, Henry, cosa speri di trovare tra cose vecchie di molti anni a parte ragni e ragnatele?” chiese Rose.
“Be', questo è un Negozio dei Pegni: gli oggetti presenti qua dentro nasconderanno sicuramente un passato misterioso” spiegò Henry.
“Pensala come vuoi ma, per me, rimarranno sempre vecchi oggetti portati qua da persone che volevano solo guadagnare qualcosa in cambio di altro” disse Rose. Quando Excalibur si scosse e l’acqua finì addosso a loro.
“Basta! Ci rinuncio! Siamo più zuppi noi di lei. È impossibile farle il bagno” disse Rose, gettando la spugna nella bacinella.
“Quindi, di conseguenza, scegliete l’altra opzione?” si sentirono domandare. I tre voltarono lo sguardo, per vedere Gold sulla soglia della porta, tenendo in mano qualcosa.
“Quello che cosa è?” gli chiese la figlia.
“Un asciugamano” rispose Gold. Rose sgranò gli occhi per poi replicare: “Già sapevi che sarebbe andata a finire così?!”
“Quando voi ve ne andate in giro a curiosare, io mi dedico ad altro e ciò include anche cercare di fare il bagno a Excalibur. Sapevo che non ci sareste riusciti. Io ci ho rimesso tre completi nuovi” spiegò Gold.
“Avresti potuto avvertirci prima” disse Rose mentre si asciugava con l’asciugamano appena datogli dal padre per poi passare l’oggetto agli amici.
“Excalibur non è solo mia. Quindi anche tu devi prenderti cura di lei” disse Gold. Excalibur uscì dalla bacinella con la pelliccia tutta bagnata. Andò accanto a Gold. Questi abbassò lo sguardo, dicendole: “Vedi di non andare a bagnarmi il negozio o se no userò te come straccio.” Excalibur si scosse lì accanto a lui. Gold rivolse lo sguardo ai bambini.
“Dobbiamo proprio fare quell’altra cosa?” domandò Rose.
“Così almeno starete fuori dai guai” rispose Gold e, con il bastone, spostò in avanti un primo scatolone.
“Siamo a casa da scuola e non è giusto farci lavorare” disse Rose.
“Quando sarai diventata grande, potrai decidere anche da sola. Ma finché vivrai con me, rispetterai le mie regole” spiegò Gold spingendo, sempre con il bastone, un secondo scatolone.
“Le tue regole sono infinite. È impossibile rispettarle tutte” disse Rose.
“Sono contento anche se ne rispetterai alcune” disse Gold spingendo, infine, un terzo scatolone. I bambini si avvicinarono a essi, guardando i tanti oggetti che vi erano. Alzarono lo sguardo quando Gold disse loro, facendo un piccolo sorriso: “Buon lavoro” e, insieme a Excalibur, se ne andò nel davanti del negozio.
Passò un’ora da quando i tre avevano iniziato a mettere a posto tutti quegli oggetti presenti negli scatoloni e, se prima con Excalibur si erano bagnati e riempiti di schiuma, ora erano ricoperti di polvere.
“Non so voi, ma sto pensando che tutto ciò sia solo un’altra punizione appositamente pensata dalla mente diabolica di mio padre” disse Rose.
“Non credo, anche perché le punizioni, di solito, le dà solo a te” disse Paige e Rose le lanciò un’occhiataccia.
A un certo punto, Henry disse: “Ehi, guardate cosa ho trovato.”  Dal suo scatolone, estrasse un coltello.
“Davvero magnifico” disse Rose osservando l’oggetto.
“Infatti è stupendo” disse Henry.
“La mia era una frase ironica. È semplicemente un coltello appartenuto a qualcuno” disse Rose.
“E io so anche a chi” disse Henry e, dopo aver appoggiato il coltello a terra, estrasse il suo libro dallo zainetto. Ne voltò velocemente le pagine fino a fermarsi a una storia. Mostrò alle amiche l’immagine.
“Al cacciatore?!” disse stupita Paige.
“Confrontate bene i due coltelli: noterete che sono uguali” disse Henry.
“Io noto solo che hanno una lama e un manico” disse Rose. Henry mise il libro a terra e, riprendendo il coltello, spiegò mostrandolo alle amiche: “ Questo era davvero del cacciatore. Sul manico sono incisi un cervo e un lupo.” Rose osservò il manico del coltello in silenzio.
“E questo sarebbe una buona cosa?” chiese Paige.
“Potrebbe aiutarci con la nostra operazione. Lo daremo a Graham e, forse, lui ricorderà” rispose Henry.
“Che cosa ne pensi, Rose?” domandò Paige e guardarono l’amica. Rose osservò ancora il coltello. Poi alzò lo sguardo e rispose: “E’ solo un coltello. Magari non è nemmeno appartenuto a Graham”
“Però, prova a pensarci: non credo che questo coltello fosse nello scatolone per caso. E, guarda caso, tuo padre ci fa rimettere a posto proprio questi oggetti” spiegò Henry.
“Tra i quali compare anche il coltello” aggiunse Paige.
“Come hai sempre detto, tu non credi alle coincidenze. Come non ci crede tuo padre” iniziò col spiegare Henry e, dopo averle consegnato il coltello e preso il libro, continuò: “Quindi è venuto il momento di credere in quello che c’è qua dentro.” Mise una mano sulla copertina. La stessa cosa la fece anche Paige. I due guardarono Rose. All’inizio esitò. Poi però allungò una mano, appoggiandola sulla copertina.
“Insieme, faremo credere e la maledizione si spezzerà. Uniti si può affrontare ogni sfida” disse Henry. Rose se ne rimase in silenzio, non del tutto convinta.
Venne sera e, a Villa Gold, Paige e Rose si trovavano nella camera da letto di quest’ultima. Erano sedute sul letto e stavano osservando il coltello. Erano riuscite a nasconderlo alla vista di Gold, mettendolo all’interno dello zainetto da scuola, anche se comunque Gold aveva lo stesso sospettato qualcosa, soprattutto dopo che Excalibur aveva incominciato a curiosare all’interno dello zainetto.
“Tu non credi veramente alla teoria di Henry, vero? L’ho notato dal tuo sguardo poco convinto” disse Paige. Rose sospirò per poi dire: “Non è che non gli credo. È che penso sia solamente un’altra coincidenza, anche se ho sempre detto di non credere alle coincidenze”
“Cerca di non commettere l’errore dell’altra volta: Henry non deve pensare che lo stai solo assecondando, invece di credergli” disse Paige.
“Ma io gli credo. Stanno succedendo troppe cose strane tutte in una volta” disse Rose. Si sentì bussare alla porta e la voce di Gold dall’altra parte: “Bambine?”
“Solo un attimo” disse Rose e, guardando Paige, aggiunse sottovoce: “Nascondi il pugnale” e le consegnò l’oggetto. Gold continuò a bussare mentre Paige correva velocemente da tutte le parti cercando un nascondiglio per il coltello. Finalmente lo trovò. Aprì l’armadio e lo nascose tra alcuni vestiti a terra.
“Bambine, posso entrare?” chiese Gold bussando un’altra volta. Paige corse velocemente sul letto al fianco di Rose. Quest’ultima rispose: “Vieni pure dentro.” Gold aprì la porta, seguito da Excalibur.
“Bambine, vi credevo già a letto. Avete visto che ore sono? È tardi” disse Gold.
“Ma noi siamo già a letto” disse sorridendo Rose e Paige annuì.
“Ognuno nel suo. Tu, ci sei già” disse Gold indicando, con il bastone, la figlia. Poi, spostò l’oggetto verso Paige, aggiungendo: “Mentre tu, nella tua camera.” E lo rimise a terra. Le due bambine si guardarono per poi ridere.
“Come mai siete così contente?” domandò Gold. Le due lo riguardarono. Poi Rose rispose: “E’ che sono felice per essere ritornata amica con Henry.
“Solo per quello?” chiese Gold.
“Perché ci deve essere altro?” domandò Rose.
“E’ che, di solito, quando voi tre vi ritrovate insieme, architettate sempre qualcosa. Non è che anche questa volta avete in mente un piano?” chiese Gold.
“Ti sembrerà strano, ma questa volta siamo semplicemente felici. Forse è stato un bene che la miniera sia quasi crollata, così io e Henry abbiamo potuto chiarirci e ritornare a essere amici” rispose Rose.
Ma la bambina non si accorse di aver toccato un tasto dolente. Infatti Gold replicò: “Non dire una cosa del genere! Stavi quasi per morire e io non ero lì a proteggerti! Non voglio più che parli di quella miniera! Capito?!”
Ci fu silenzio. Poi Rose abbassò lo sguardo e tristemente disse: “Scusami papà”.
Gold si sedette sul letto e, mettendo una mano sotto il mento della figlia, in modo che così lei lo guardasse negli occhi, le disse: “Se ti avessi persa, non mi sarebbe rimasto nessuno. Tu sei la mia unica famiglia e sei troppo importante per me. Ricordatelo sempre.”
Rose lo abbracciò. Paige li guardò sorridendo, così come Excalibur li osservava da terra, scodinzolando.
Padre e figlia si guardarono e Gold disse: “E ora a nanna.” Excalibur salì sul letto. Fece un paio di giri e, dopo essersi acciambellata, sbadigliò.
“Ma noi non abbiamo sonno. Non è che potresti raccontarci una storia?” propose Rose. Gold le guardò inarcando un sopracciglio e persino Excalibur alzò la testa.
“E così volete una storia?” disse Gold facendo un piccolo sorriso.
“Sì. Ma deve essere una bella e che Paige non abbia mai sentito” disse Rose. Gold sembrò pensarci un po’ su. Poi disse: “Va bene. Allora vi racconterò del Cacciatore e della bambina.
Rose e Paige si guardarono stupite ed Excalibur drizzò le orecchie. Poi voltarono nuovamente lo sguardo verso Gold e Rose disse: “Non l’ho mai sentita. Sicuro che esista?”
“Volevi che raccontassi una storia che la Signorina Grace non ha mai sentito, vero?” domandò Gold.
“Sì ma…” iniziò col rispondere Rose.
Ma Gold la interruppe dicendo: “Allora lasciamela raccontare. E poi vedrai che piacerà anche a te. Dopotutto è una storia nuova... be'... più o meno."
Le bambine e la volpe porsero del tutto l'attenzione su di lui. Quindi, Gold, incominciò: “Anni fa, un cacciatore stava perlustrando la foresta, quando sentì degli strani rumori. Dapprima pensò che fosse un animale e…”
Ma Rose lo interruppe dicendo: “No. Un momento. Non ci sono animali nella foresta di Storybrooke.”
“Ho mai parlato di Storybrooke? Questa è una foresta di una favola” disse Gold.
“Lascialo continuare, Rose” disse Paige.
“Allora. Dove ero rimasto… ah, già… dapprima il cacciatore pensò che fosse un animale. Seguì i rumori, fino ad arrivare al luogo da dove provenivano. Non si trattava di un animale, ma di una neonata che stava piangendo. La trovò accanto a una piccola tana” continuò Gold.
“Una piccola tana?! Scommetto una tana di volpe, vero? Di certo non poteva essere quella di un lupo” disse Rose, interrompendo nuovamente il padre.
“Vuoi che continui la storia o preferisci interrompermi ogni volta?” chiese Gold.
“Sto incominciando a dubitare che si tratti di una storia. Ma di qualcosa che sia già accaduto” rispose Rose.
“E’ tutto frutto della mia immaginazione. Volevi una storia nuova e io ti sto accontentando. O, almeno, sto cercando di farlo, visto che continui a interrompermi” disse Gold.
“Va bene. Non ti interromperò più” disse Rose. Gold sorrise e proseguì con il racconto.




Note dell'autrice: Buon pomeriggio Oncers. Siete ancora emozionati dalla prima puntata della quinta stagione? Io sì e Rob è stato il migliore. Il momento della rosa incantata dentro alla teca di cristallo non parliamone: feelings a go go per il film d'animazione della Disney che ho sempre adorato e che adoro tutt'ora (è il mio preferito). Non vedo l'ora che arrivi domenica per il secondo episodio. Emma mi mette soggezione. Meglio Rumple. E poi la storia di Excalibur e il pugnale...ok mi fermo per noi spoilerare nulla a chi ancora non ha visto la puntata.
Passiamo quindi al capitolo. Come vi avevo anticipato precedentemente, questo capitolo è incentrato su Graham. Ebbene sì. E' il nostro amato sceriffo/cacciatore a trovare una Rose neonata nella foresta accanto a quella piccola tana (chissà di quale animale). Secondo voi, Graham prenderà con sè la piccola Rose? Forse è anche per questo che i due, in futuro, sono amici.
E ora ai ringraziamenti. Ringrazio tutti/e coloro che recensiscono, leggono o hanno messo tra le preferite e seguite la storia. Ringrazio anche tutti coloro che leggono la storia in silenzio e sono arrivati fin qua, sperando di non avervli annoiato troppo. Inoltre ringrazio anche la mia amica Lucia per il grande aiuto che mi da.
Con questo ci rivediamo alla seconda parte del capitolo e buon inizio di quinta stagione, Oncers

 

  
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