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Autore: Amantide    28/09/2015    8 recensioni
AU [Percabeth] [Caleo] [Jasper] [Solangelo]
Annabeth è single, esattamente come lo sono le sue migliori amiche: Piper e Talia.
Sembra il presupposto ideale per organizzare una vacanza insieme al mare e rimuovere definitivamente il fantasma dell’ex fidanzato dalla sua vita. A sconvolgere quella che avrebbe dovuto essere una vacanza tranquilla ci penseranno Percy, Jason e Leo. Il primo è un bagnino affascinante che ha abbandonato la città e si è rifugiato al mare, dove conduce una vita sregolata lontano da tutti. Gli altri due sono amici da sempre, di quelli che viaggiano sempre in coppia e non perdono l’occasione di fare nuovi incontri, femminili soprattutto...
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jason/Piper, Leo Valdez, Percy Jackson, Percy/Annabeth, Talia Grace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prima di cominciare ci tengo a ringraziarvi per aver aperto questa storia. Ora vi darò qualche indicazione su quello che state per leggere affinché possiate comprenderlo e spero apprezzarlo.
La storia è stata ideata d’estate ed è un alternarsi d’idee bizzarre, esperienze personali (dirette e indirette), racconti di amici/parenti, riferimenti ai vari libri, sogni e desideri. Ci tengo a sottolinearlo perché chi di voi ha letto tutti i libri della saga potrà divertirsi a cercare qualche piccolo riferimento alla storia originale. Ho cercato di mantenere i personaggi IC (fatemi sapere se ci sono riuscita) talvolta accentuandone qualche aspetto in favore della trama.
È una fanfiction assolutamente AU (ed è la prima che scrivo di questo tipo, quindi anche in questo caso fatemi sapere se ho fatto un pasticcio), che per chi non lo sapesse significa ambientata in un Universo Alternativo quindi dimenticatevi giganti, titani e compagnia bella. Sono tutti ragazzi normali, di età compresa tra i 19 e 24 anni che si godono un’estate al mare.
Per la cronaca, mentre scrivevo non pensavo a un posto di mare in particolare, diciamo che i luoghi che descrivo sono posti reali in cui sono stata ma che ho manipolato a mio piacimento e soprattutto che in realtà non si trovano nella stessa zona. Il mio consiglio è quello di immaginarvi la storia come se fosse ambientata in un qualsiasi paesino della Liguria. Mi scuso in anticipo per i momenti “superquark” che troverete sparsi qua e là, ma sono laureata in Scienze Naturali e ogni tanto mi piace snocciolare qualche nozione scientifica, spero che non risulti noiosa come cosa.
Ultimo ma non meno importante: si tratta di una Percabeth. Ci saranno dei momenti Jasper e Caleo ma sappiate che sono di contorno. Spero di avervi convinti. Buona lettura.





LUNEDì

 
 
Annabeth finì di rileggere la risposta che aveva dato all’ultima domanda del compito giocherellando nervosamente con la penna. Come sempre superava ampiamente il numero di righe consentite, ma le capitava di rado di essere penalizzata per non essere stata sufficientemente sintetica. Sollevò lo sguardo e notò i compagni ancora chini sui banchi, intenti a completare al meglio l’esame. Non era certo la prima volta che era la prima a consegnare il compito, pertanto, quando si alzò e andò verso la cattedra, non fece minimamente caso agli sguardi attoniti dei compagni. Consegnò lo scritto e ricambiò il sorriso che le rivolse il professore archiviando il suo esame mentre le augurava una buona giornata. Soddisfatta, Annabeth guadagnò l’uscita pescando il suo iphone dalla borsa.
Anche questo è andato, si disse mentre scendeva le scale scorrendo la rubrica del cellulare in cerca del numero della sua amica Talia. Appena fuori dall’università un caldo torrido la investì con prepotenza, ecco uno dei tanti motivi per cui odiava la sessione estiva.
“Talia!” Esclamò Annabeth non appena l’amica rispose alla chiamata. “Ho appena finito l’esame! Adesso che sono ufficialmente in vacanza possiamo partire!”
“Ottimo” disse la voce entusiasta di Talia dall’altra parte del telefono, “non ti chiederò com’è andato perché prenderai trenta come al solito.”
Annabeth fece una smorfia, dopo tre anni di università non si era ancora abituata ad essere presa in giro per i suoi voti troppo alti.
“Beh, in realtà ho avuto qualche problema con la seconda domanda… non ricordavo con precisione la data di nascita di un famoso architetto francese…”
“Si, si, ok probabilmente ti sei giocata la lode, adesso per favore metti il cervello in modalità vacanza, non voglio sentirti parlare di università per le prossime due settimane.”
“Agli ordini!”
“Bene, adesso fila a casa a fare le valigie!”
“Le ho fatte ieri sera” spiegò Annabeth che cominciava a boccheggiare per il caldo emanato dall’asfalto della città.
“Perfetto! Allora passo a prendere Piper e tra massimo un’ora siamo da te!” Annunciò la voce di Talia che sembrava non stare più nella pelle.
“A tra poco allora!” E così dicendo Annabeth richiuse la chiamata un attimo prima di imboccare la metropolitana.
 
Esattamente un’ora più tardi Talia imboccò la via di Annabeth con i finestrini abbassati e gli Iron Maiden a palla.
“Per l’amor di Dio, Talia, io ci abitò qui!” Gridò Annabeth dalla finestra.
“Le ho chiesto di abbassare due isolati fa!” Urlò Piper affacciandosi dal finestrino del passeggero nella speranza di sovrastare la musica dell’amica.
Annabeth richiuse le persiane della finestra e scese le scale trascinandosi a fatica la valigia che sembrava pesare più di lei.
Appena fuori dal portone vide Talia scendere dall’auto e aprirle il bagagliaio. Indossava dei pantaloncini di Jeans grigi fin troppo corti e una canotta rigorosamente nera che evidenziava la sua pelle candida. I capelli neri erano corti e più spettinati del solito, probabilmente a causa del finestrino abbassato, e sul naso brillava un anellino argentato illuminato dal sole di luglio.
“Avanti” l’esortò afferrandole la valigia e tentando invano di caricarla in macchina. “Ma cosa c’è qui dentro? Pesa come me e te messe insieme!”
“Vestiti, cosa vuoi che ci sia?” Spiegò Annabeth aiutando l’amica a sollevare il bagaglio.
“Annabeth” ringhiò Talia, “giuro che se ti sei portata anche un solo libro da studiare farò finta di non conoscerti per tutta la vacanza!”
“Non ho portato nessun libro” mugolò Annabeth puntandosi con i piedi per riuscire a spingere la valigia, “sono in pari con tutti gli esami… anche volendo non avrei nulla da studiare!”
“Molto bene! Questa si che è una bella notizia!” Commentò Talia facendo uno sforzo sovraumano che fece rotolare il trolley di Annabeth nel bagagliaio con un tonfo sordo. Poi, boccheggiando per lo sforzo, si rivolse a Piper: “Tranquilla Piper, stai pure seduta lì a metterti il mascara… non avevamo bisogno del tuo aiuto!”
Annabeth rise di gusto mentre Piper accampava scuse assurde sul fatto che non potesse aiutarle. Loro tre non avrebbero potuto essere più diverse, eppure quando erano insieme era tutto perfetto.
“Ho chiesto a mio cugino di riservarci due ombrelloni e tre lettini in riva al mare” spiegò Talia mezz’ora più tardi, mentre procedevano lungo l’autostrada sempre sulle note degli Iron Maiden.
“Tuo cugino?” domandò Piper confusa abbassando il volume della musica.
“Sì, fa la stagione giù, lavora al lido in cui andiamo fin da quando siamo bambini.” Talia mise nuovamente mano al pomello del volume e Annabeth sobbalzò per lo spavento.
“Talia, per l’amore del cielo, sto cercando di dormire, stamattina mi sono alzata alle sei per fare quel maledetto esame.” Grugnì Annabeth che se ne stava sdraiata sul sedile posteriore con un cappellino da baseball calato sul viso.
“Mancano solo due canzoni alla fine del CD, poi cambiamo genere, promesso.”
“Solo due canzoni?” fece Piper stupita, “wow, cominciavo a credere che questo disco non avesse una fine!”
Talia le rivolse un’occhiataccia e poi cominciò a cantare agitandosi come se fosse nel parterre di un concerto.
Quando l’ultima canzone fu finita Piper sospirò sollevata, non aveva mai apprezzato il silenzio così tanto.
“Ma io credevo che tuo cugino facesse l’università… non sapevo lavorasse” disse Piper desiderosa di fare conversazione.
“Infatti tecnicamente è così, ma… diciamo che ha avuto un incidente di percorso e a metà maggio ha deciso di andare a lavorare, è un sacco che non lo vedo, ora che ci penso!”
“Ehi!” Intervenne Annabeth dandole uno scappellotto, ormai aveva definitivamente rinunciato a dormire. “Abbiamo detto vacanza con le amiche e vacanza con le amiche sarà! Non è che adesso presa dalla malinconia delle vacanze in famiglia ci abbandoni per stare con tuo cugino.”
“Ma figurati!” La rassicurò Talia. “È un anno che ci sogniamo questa vacanza, e poi anche volendo trascorrere del tempo con lui non potrei… sta lavorando dopotutto.”
Piper annuì come a dire che per lei quel discorso aveva senso, poi lanciò un urlo che fece sbandare Talia e sobbalzare Annabeth.
“Cosa diavolo c’è?” chiese Annabeth allarmata mentre Talia rimetteva la macchina sulla carreggiata.
“Ragazze dobbiamo tornare indietro!” Annunciò la ragazza.
“Ma se siamo quasi arrivate!” Fece saggiamente notare Annabeth.
“Ma ho dimenticato il fornelletto!” Si lagnò Piper.
“Ma che ce ne facciamo del fornelletto? Non siamo mica in campeggio, a casa di Talia ci sono i fornelli…”
“Annabeth” intervenne Talia.
“Il forno…”
“Annabeth”
“E anche il microonde”
“Annabeth, penso che Piper si riferisca al fornelletto per lo smalto semipermanente.”
“Il cosa?” fece Annabeth che faticava a credere alle sue orecchie. “E poi tu da quando te ne intendi di queste cose?”
“Ehm… non so se l’hai notato, ma anch’io metto lo smalto!” Precisò Talia mettendo bene in mostra le unghie della mano destra che erano tutte rigorosamente nere. “Anche se non ho certo voglia di mettermi lì a fare il semipermanente. Ti darò una notizia, Piper, puoi sopravvivere per quindici giorni mettendoti quello normale!”
“Ho già capito” mugolò Piper, “mi verranno le unghie come quelle di Annabeth!”
“Ehi!” Esclamò lei risentita. “Ero sotto esame… e mi sono mangiata le unghie per lo stress” spiegò guardandosi le unghie mangiucchiate.
Piper mise il broncio e non proferì parola per i successivi dieci minuti.
Talia imboccò l’uscita che conduceva al paese in cui aveva la casa poco dopo mezzogiorno e mezza e una leggera brezza le accolse mentre procedevano lentamente nella strada che costeggiava il lungo mare.
“Ecco, guardate” disse Talia indicando la distesa di ombrelloni alla loro sinistra. “I nostri sono quelli tutti blu!”
“I Bagni Nettuno?” Chiese Annabeth nel momento in cui ci passarono davanti.
“Esatto!” Confermò Talia annuendo col capo. “Casa mia è qui dietro, siamo vicinissime, in spiaggia ci si va a piedi.”
Così dicendo Talia posteggiò l’auto in prossimità di una deliziosa casetta bianca e azzurra, perfettamente in sintonia con il contesto.
“Benvenute a casa Grace!” Disse spegnendo il motore e accingendosi a scaricare i bagagli insieme alle amiche.
“La casa non è grandissima, ma qualcosa mi dice che passeremo più tempo in giro che qui dentro, quindi non dovrebbe essere un problema. Di bagno ce n’è uno solo quindi Piper sei pregata di non occuparlo per mezza giornata!”
Annabeth annuì per sottolineare il fatto che era d’accordo e Piper sbuffò contrariata.
“La camera è di qua” spiegò Talia facendo strada alle ragazze nell’appartamento. “C’è un matrimoniale e un singolo, di solito io e mio fratello dormiamo nel divano letto che c’è di là” disse indicando il salotto, “ma visto che siamo solo tre possiamo tranquillamente stare qui tutte insieme.”
“Per me va bene, disse Annabeth lasciandosi cadere sul letto a peso morto.”
“Ehi!” Le gridò Talia, “non starai pensando di addormentarti!”
“No, no” fece Annabeth con gli occhi già chiusi.
“Mettiti il costume, se proprio vuoi dormire lo farai in spiaggia!”
Annabeth si alzò di malavoglia e cominciò a ravanare nel suo trolley alla ricerca di un costume da bagno da indossare.
Mezz’ora più tardi, le tre amiche uscivano di casa pronte ad affrontare una giornata di mare. Talia indossava una maglietta smanicata che le faceva da vestito e che riportava la stampa di un teschio con una bandana, ai piedi indossava infradito borchiate e sfoggiava degli occhiali da sole vintage che facevano un po’ a pugni con il resto dell’abbigliamento. Al suo fianco Piper sembrava una diva di Hollywood in vacanza. Aveva in testa un grosso cappello di paglia a tesa larga da cui spuntava una treccia che le ricadeva sulla spalla destra, gli occhiali erano grandi e avevano le lenti che sfumavano sui toni dell’ambra. Il copricostume era bianco e traforato e lasciava intravedere il bikini paillettato di Victoria Secret che Piper si era comprata on-line e che sosteneva fosse il top della moda oltreoceano.
Ovviamente nessuno aveva osato contraddirla, dal momento che Piper studiava design della moda ed era abbonata a tutte le riviste del settore, per non parlare del fatto che sua madre era una stilista rinomata e aveva creato la linea Afrodite in collaborazione con Versace. Concludevano il look le infradito rosa shocking dotate di zeppa che le aveva regalato sua madre e che si abbinavano alla perfezione con lo smalto che aveva sulle unghie.
Annabeth osservò le amiche e si lasciò sfuggire una risata, il diavolo e l’acqua santa, pensò rimirandole ancora una volta.
Lei era decisamente la più sobria del trio. Il suo look era semplice e pratico. Indossava un paio di pantaloncini di Jeans e una canotta monospalla. I capelli erano legati in uno chignon da cui sfuggiva qualche ciuffo biondo che le ricadeva sul viso. E, a differenza delle sue amiche, aveva dimenticato gli occhiali da sole.
Quando le tre ragazze scesero le scale che conducevano ai Bagni Nettuno, Annabeth pensò che quel lido fosse uguale a tutti gli altri. Gli architetti che avevano progettato i bar e gli spazi che conducevano alla spiaggia non sembravano essere stati molto fantasiosi. Si trattava per lo più di semplici strutture in legno, squadrate, e nella maggior parte dei casi nemmeno troppo belle da vedere.
“Vado a cercare mio cugino, voi aspettate qui!” Disse Talia mentre Annabeth s’immaginava un progetto ad impatto zero che avrebbe potuto valorizzare quel luogo e il resto della costa.
“Ragazze!” Gridava Talia sbracciandosi dalla passerella che conduceva al mare. “Da questa parte.”
Vicino a lei un ragazzo dall’abbronzatura invidiabile stava aprendo gli ombrelloni e raddrizzando i lettini. Indossava un costume da bagno che sfumava dal turchese al blu e i capelli spettinati dal vento gli conferivano l’aspetto tipico di chi vive in una città di mare e non perde troppo tempo a preoccuparsi delle apparenze.
“Ahi! Annabeth guarda dove vai!” Si lamentò Piper che era finita fuori dalla passerella rischiando di slogarsi una caviglia per colpa di Annabeth che non sembrava in grado di camminare diritto.
“Scusa” disse lei distrattamente mentre l’afferrava per un braccio aiutandola a recuperare l’equilibrio senza staccare gli occhi dal ragazzo.
“Piper” bisbigliò Annabeth mentre procedevano lungo la passerella, “ti prego dimmi che quello è il cugino di Talia.”
Piper alzò lo sguardo solo dopo essersi tolta le zeppe, non era possibile camminare sulla sabbia con quelle cose ai piedi. “E io cosa vuoi che ne sappia? L’unica cosa che so è che suo cugino si chiama Percy.”
“Beh allora prega che sia lui”
“Perché?”
“Perché?” fece Annabeth sbalordita. “No scusa ma l’hai visto? Sembra una statua, è alto, ha gli addominali scolpiti e le spalle larghe…”
“Guarda che è l’abbronzatura che fa quell’effetto” spiegò Piper scuotendo il capo, “l’ho letto su Vogue del mese scorso!” Precisò come se fosse la cosa più ovvia del mondo. “E comunque sull’alto avrei da ridire… sarà un metro e ottanta scarso.”
“Ragazze, vi muovete?” Gridò Talia che era già in costume da bagno.
“Si, è che Piper ha avuto qualche problema con le scarpe!” Gridò Annabeth in risposta sventolando le scarpe dell’amica.
“Lui è mio cugino Percy” disse Talia scompigliando ancora di più i capelli ribelli del ragazzo.
Annabeth gettò la borsa sul lettino mentre lui le tendeva una mano per presentarsi. Lei notò un tatuaggio sull’avambraccio destro e si affrettò a stringergli la mano, poi si presentò sfoggiando il suo sorriso più smagliante. La sua stretta era vigorosa e Annabeth ebbe la sensazione di avere le ginocchia molli. Come se non bastasse, i suoi occhi verde mare la trafissero senza preavviso e in quel momento si rese conto che, nonostante l’architettura di quel luogo lasciasse a desiderare, i Bagni Nettuno avevano comunque qualcosa di speciale.
Percy si presentò anche a Piper e poi chiese a Talia un documento per la registrazione. La ragazza glielo fornì e lui disse che gliel’avrebbe restituito più tardi. Poi si congedò riprendendo le sue attività.
“No, dico…” esordì Annabeth rivolta a Talia, “ma di preciso tu quando pensavi di dirmi che hai un cugino così figo?”
Talia sembrò sorpresa da quel commento, scoppiò a ridere e poi disse: “Ma mio cugino non è figo… è un idiota!”
“E da quando cervello e bellezza vanno di pari passo?” fece Annabeth togliendosi la canotta.
“Ehi!” Protestò Piper che si sentì offesa da quel commento.
“Senza offesa” disse Annabeth per mettere a tacere l’amica che si stava togliendo il cappello e il copricostume.
“Senti, sbaglio o sei tu quella che a gennaio ha dichiarato che non voleva più avere nulla a che fare con gli uomini dopo che hai scoperto che Luke ti aveva tradita?” Le fece notare Talia sperando che quella ferita si fosse ormai rimarginata.
Annabeth fece una smorfia. No, non si era per niente rimarginata.
“Non ho detto che sono in cerca di un fidanzato infatti…” sottolineò la bionda incrociando le braccia al petto.
“E allora cosa cerchi?” S’intromise Piper.
“Un passatempo estivo” dichiarò Annabeth come se fosse la cosa più normale del mondo.
“Mio cugino un passatempo estivo?” Chiese Talia quasi disgustata.
“Perché no? Fisicamente mi piace un sacco e non m’importa se è un idiota.”
“No, no e ancora no!” Protestò Talia. “Fidati, non ci sta con la testa, è un caso perso.”
“Voi due avete intenzione di parlare di tuo cugino tutto il giorno o possiamo farci il primo bagno di questa vacanza?” Domandò Piper che aveva raggiunto il bagnasciuga e sfoggiava fiera il suo nuovo bikini.
“E bagno sia!” Gridò Talia correndo incontro all’amica e trascinandola in acqua.
“Mia cugina non cambia mai!” Disse una voce calda alle spalle di Annabeth. La ragazza si voltò e si trovò di nuovo in balia di quegli occhi così profondi e misteriosi.
Annabeth deglutì cercando di non soffermarsi a rimirare i muscoli di Percy che osservava la cugina nel tentativo di affogare Piper.
“Lascio a te il documento di Talia?” Domandò lui sfoderando la carta d’identità della cugina.
“Direi di si” balbettò lei.
“Ok, grazie…”
“Annabeth” suggerì lei.
“Annabeth, giuro che adesso me lo ricordo. Allora ci vediamo.” E così dicendo raggiunse la postazione del bagnino mentre più di una ragazza si voltava a guardarlo mentre passava.
Senza nemmeno rendersene conto, Annabeth strinse a sé la carta d’identità che lui le aveva consegnato e si mordicchiò nervosamente il labbro inferiore, poi un colpo alla testa la fece trasalire.
“Tanto per cominciare quella è la mia carta d’identità e non una lettera d’amore” disse la voce pungente di Talia mentre si riappropriava del suo documento e lo metteva in borsa, “secondo, sei in spiaggia da quasi venti minuti e non hai ancora fatto un bagno!” E così dicendo lei e Piper la presero di peso e la trascinarono in acqua.
 
Un paio d’ore più tardi Annabeth si svegliò. Era sdraiata sul lettino al sole e doveva essersi addormentata senza nemmeno rendersene conto.
“La bella addormentata si è svegliata!” La canzonò Talia che era nel lettino dietro di lei con le cuffie nelle orecchie. Annabeth si mise a sedere ancora stordita dal sonno, poi prese a tastarsi la faccia e le spalle.
“Tranquilla” la rassicurò Talia, “mamma Piper ti ha messo la crema mentre dormivi!”
“Menomale che c’è mamma Piper aggiungerei” commentò la ragazza abbassando l’ultimo numero di Vogue per incrociare lo sguardo delle amiche.
“Grazie mamma Piper!” Disse Annabeth raggiungendo Talia all’ombra e sdraiandosi al suo posto costringendola a rannicchiarsi in fondo al lettino.
In quel momento Percy si avvicinò al loro ombrellone con un iphone in mano. Annabeth lo guardò avvicinarsi e pensò che aveva le tipiche spalle di chi aveva passato più tempo in acqua a nuotare che in terra a camminare, non c’era da stupirsi che lavorasse come bagnino.
“Talia, Jason dice che ti ha chiamato tre volte e non rispondi!” Disse non appena fu abbastanza vicino da non dover urlare.
“Cosa?” Domandò lei togliendosi le cuffie dell’mp3.
“Ecco appunto” commentò Percy facendo sogghignare Annabeth e Piper.
“Dicevo che tuo fratello ti ha chiamato tre volte ma visto che non hai risposto ha chiamato me, voleva avvisarti che giovedì ci raggiunge.”
“Come sarebbe ci raggiunge?” sbraitò Talia, “lo sa che sono qui con le mie amiche, non lo voglio tra i piedi!”
Percy fece una smorfia e poi parlò di nuovo: “Tranquilla, viene col suo amico Leo, starà a casa sua!”
Quella notizia sembrò distendere i nervi di Talia che si rimise le cuffie e si limitò a dire: “Se è così allora ok!”
“Fate l’aperitivo sulla spiaggia stasera?” Domandò lui appoggiandosi all’ombrellone.
“No, direi di no, non abbiamo nemmeno disfato le valigie e dobbiamo anche fare la spesa.”
“Allora vi consiglio di sbrigarvi… il lunedì il supermercato chiude presto.”
“Per me possiamo anche andare… inizio sentirmi bollente e qualcosa mi dice che Piper avrà bisogno del bagno per un’ora buona.”
La ragazza le rivolse un’occhiataccia ma poi acconsentì ad andare.
 
Come spesso succede d’estate, l’ora di cena slittò sul tardi, un po’ perché i ritmi delle località balneari sono diversi da quelli della città e un po’ perché Piper occupò il bagno per più tempo dell’ora che le era stata concessa.
“Non so come sia possibile, ma sono riuscita a scottarmi anche stando sotto all’ombrellone!” Annunciò Talia uscendo dal bagno avvolta nell’asciugamano.
“Fila a metterti il doposole, usa quello della Clinique che ho nel beauty!”
“Si mamma Piper!”
“È pronto!” Strillò Annabeth servendo la cena con l’aiuto di Piper. Talia le raggiunse e sedette a capotavola, i capelli ancora bagnati e la pelle arrossata dal sole.
“Che bello avervi qui, amiche!” Disse levando il bicchiere ed esortando le altre a fare lo stesso.
“Ma non si fanno i brindisi con l’acqua!” Protestò Piper.
“Piper” la riprese Talia, “abbiamo quindici giorni per bere alcol, se per questa sera ci limitiamo all’acqua non muore nessuno.”
“Alla nostra vacanza” disse Annabeth levando il suo bicchiere per brindare con le amiche. “E anche a tuo cugino!” Aggiunse ridendo dopo averlo svuotato.
A Talia andò di traverso l’acqua. “Ancora? Ti ho detto di levartelo dalla testa!”
Piper scoppiò a ridere. “Dovevi vedere come lo guardava mentre ti diceva della chiamata di tuo fratello, non riusciva a staccargli gli occhi dalla V delle anche.”
Annabeth distolse lo sguardo imbarazzata, sapeva benissimo che Piper non stava mentendo.
Talia le rivolse un’occhiata torva come a dire “questa te la faccio pagare” e Annabeth si vide costretta a dire qualcosa. “Beh? Te l’ho già detto che ha un bel fisico!” Disse tra un boccone e l’altro.
“E io ti ho già detto di lasciar perdere” sottolineò Talia.
“Ok” s’intromise Piper, “visto che sei così insistente te lo devo proprio chiedere…” aggiunse rivolta ad Annabeth che la guardava con aria interrogativa.
“Chiedere cosa?”
“Da quanto tempo?”
“Da quanto tempo cosa?” Domandò Annabeth confusa.
Piper sbuffò esasperata.
“Da quanto tempo non fai sesso?”
Annabeth scoppiò in una risata nervosa.
“Ma che domanda è?” disse tentando di divagare.
“Avanti” l’incalzò Talia che sembrava essere parecchio curiosa.
“Un po’” fece Annabeth vaga.
“Quantifica un po’” le chiese Talia.
“Tre mesi?” Azzardò Piper.
“Ma come fanno ad essere tre mesi se io e Luke ci siamo lasciati a gennaio?” Sbottò Annabeth infastidita dal fatto di dover nominare il suo ex.
“Mi stai dicendo che sono sette mesi che non fai sesso?” Domandò Talia sconvolta.
“Fai anche nove” ammise Annabeth abbacchiata, “nell’ultimo periodo non andava proprio…”
“Quindi dopo Luke non sei andata a letto con nessun’altro?” Chiese Piper a cui un’astinenza così lunga sembrava quasi un castigo.
“Già”
“Adesso capisco perché vuole saltare addosso a tuo cugino a tutti i costi!” Fece Piper rivolta a Talia.
“Ehi, vi sento, non fate come se non ci fossi!” Le rimproverò Annabeth, seccata.
“Ok, capisco il tuo problema, ma fidati mio cugino non fa al caso tuo!”
“È fidanzato?” Domandò Annabeth curiosa.
“No” sospirò Talia.
“Non può essere impotente…”
“Infatti non lo è!” Sbottò Talia strabuzzando gli occhi per l’assurdità di quell’ipotesi.
“Allora è gay!”
“Assolutamente no!”
“E allora che problemi ha?” Insistette Annabeth che non sapeva più cosa pensare.
“Senti, è tutto il giorno che parliamo di mio cugino… se mi prometti che per stasera non mi fai più domande a riguardo te lo spiego domani mattina.” Promise Talia che cominciava ad accusare un po’ di stanchezza.
“Ci sto!”
“Allora tutte a letto a vedere un film, che dite?” Propose Piper.
Talia squadrò l’amica e poi disse: “Va bene… ma solo se non ci obblighi a vedere il diavolo veste Prada per la decima volta!”


Angolo dell'autrice: Ciao a tutti e grazie per aver letto fino a qui. :-) Spero che la storia vi abbia coinvolto abbastanza da voler leggere il secondo capitolo perchè ce l'ho già pronto, insieme ad altri sei :-) Lo pubblicherò a breve ma prima sono proprio curiosa di conoscere le vostre impressioni, lasciatemi un commento se avete voglia e tempo. Come ho detto in alto, è la mia prima AU e quando si sperimentano cose nuove si ha sempre un po' l'ansia da prestazione. Ci tengo a migliorarmi quindi ditemi tutto quello che pensate, nel bene e nel male. 
Grazie in anticipo a chiunque mi farà sapere la sua opinione!
  
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