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Autore: AgoTheTrain    29/09/2015    0 recensioni
eccomi finalmente ritornato con una nuova storia su star wars stavolta!
Siamo nel periodo della Vecchia Repubblica successivi agli avvenimenti di Revan. Un consiglio Jedi del tutto nuovo trova un giovane bambino Kymaren. La storia si accentra sulla vita di quest'ultimo che dovrà affrontare molte avversità per portare l'equilibrio nella Forza da una parte o dall'altra...
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Peace (pt.2)

 

 

Il giorno seguente ci diedero le informazioni: un cacciatore di taglie di nome Rodzaj aveva ucciso un maestro jedi su Hoth per rubargli degli holocron appartenenti ai sith. Ora si trovava su Tatooine.

In quel momento ripensai per la prima volta dopo molto tempo ai miei genitori.

Data la pericolosità della missione il maestro Hodd decise di mandare il maestro Naard ad affiancarci.

Così io, il mio maestro e Ai-deen partimmo per Tatooine.

Seduto sul sedile di quella navetta tutti notarono il mio pensieroso silenzio e il mio maestro mi disse :"Il bambino che tu eri non esiste più nel jedi che ora sei. Sgombra la mente dai pensieri. Non ho bisogno di te se pensi ad altro!"

"Si maestro avete ragione vi chiedo perdono... andrò nella stiva a meditare un po’”.

Uscii dal abitacolo mi appoggiai alla porta ormai chiusa cercando di scacciare via quei pensieri in quel momento sentii un discorso all'interno.

Ai-deen disse: "E' comprensibile ciò che vorrebbe fare al suo posto lo farei anche io se potessi."

Naard: “Non siamo qui per un viaggio di riconciliazione Ai-deen siamo qui per catturare un criminale e recuperare gli holocron. Il tempo per i giochetti è finito dall'ultima scappatella in biblioteca quando eravate bambini.”

Lei si imbarazzò, non pensava sapesse della loro fuga notturna.

Lui sorrise e disse: “Chissà perché tutti pensano che l'esser vecchio significhi esser stupido” i due si misero a ridere poi il salto nell'iperspazio finì e giungemmo su Tatooine.

Per un momento quelle risate mi diedero tranquillità e mi avviai verso la stiva.

Tutto sommato la meditazione aveva dato i suoi frutti ed ero molto concentrato tuttavia il modo migliore per scovare un criminale è quello di andare nelle cantine club o locali notturni. Così entrai in quella cantina dove non mettevo piede da molto, molto tempo.

Il tempo sembrava essersi fermato vent'anni addietro. Quelle luci, quegli odori quella confusione che da piccolo avevo già assaporato. Dovevo restare concentrato e quel luogo non me lo permetteva. La mia mente cercava il criminale mentre il mio cuore cercava la madre che da tempo non vedevo. Naard mi posò la mano sulla spalla e i pensieri per un po' sparirono. Non fu difficile individuare il cacciatore di taglie infatti era in un angolo che costringeva con la forza una ragazza poco più giovane di me a servirgli da bere e da mangiare. All'ennesimo schiaffo non ce la feci più e gli bloccai la mano prima che la colpisse nuovamente. Lui irato estrasse le pistole. Con un gesto cercai di far calmare il cacciatore cercando con la forza di entrare nella sua psiche. Due energumeni, però, mi afferrarono mentre altri presero lui e ci lanciarono in mezzo alla polvere della strada. Qui il cacciatore di taglie si ritrovò ancora con la schiava umana alla catena e strattonandola a sé, disse: “Oh se tu pensi di venire qui e fare i tuoi giochetti mentali su di me ti sbagli di grosso! Io ora uccido lei, e uccido te per la figuraccia che mi hai fatto fare.”

Io vidi la giovane ragazza impaurita dalle minacce e quindi gli dissi : “Hai già ucciso un jedi in questi giorni, due sarebbero proprio una bel salto di qualità! Sai che reputazione che ti faresti?!”

Il cacciatore sembrò riflettere su quelle parole e in effetti pensava fosse vero.

Quindi proseguii : “Lasciala andare non ti ha fatto nulla è solo una povera ragazza. Prendi me!"

La ragazza riuscì morsicandogli la mano a liberarsi e scappò dietro al muro del locale. Nella confusione non mi ero ancora reso conto che ne il maestro ne Ai-deen erano ancora arrivati. Quindi era una sfida per me.

Rodzaj: “Pfff e sia prima ucciderò te jedi poi andrò a recuperare quell'ingrata di una schiava!”

Estrassi la spada laser. Il cacciatore iniziò a lanciare mine verso di me e a sparare col suo fucile. Saltando per evitare le mine e usando la spada riuscì a deviare quasi tutti i colpi qualcuno riuscì a sfiorarmi braccia e gambe senza però causarmi danni. Vedendosi alle strette il criminale prese le ultime bombe e disse: “Vedo che te la cavi piuttosto bene peccato che queste mi faranno vincere!!!”

Io risposi: “Ancora? Pensi che sta volta possano avere qualche possibilità di fermarmi?”

Rodzaj: “Oh no no queste non sono per te! Le lancerò verso il pub facendolo saltare in aria! Conoscendo voi Jedi so già che ti lancerai nella speranza di intercettarle dandomi il tempo di scappare!”

“Dannato non puoi mettere in rischio così tante persone solo per sopravvivere!” Ma proprio in quel momento quando il cacciatore stava per attivarle un sonoro colpo di blaster lo trafisse.

Notai che il colpo era partito da dietro, mi voltai e vidi Ai-deen, allora mi rassicurai e spensi la spada.

"Fiuuuu" dissi "Ai-deen potevi arrivare anche un po' prima, fra un po' mi faceva lo scalpo!"

“Quante storie invece di ringraziarmi per l'esser arrivata ti lamenti sempre". Lei non riuscì a trattenere una risata che in breve tempo contagiò anche me.

La giovane schiava corse ad abbracciarmi e mi disse in lacrime: "Grazie, grazie mille davvero non so come potrò mai ripagarti! Tu mi hai salvato la vita!"

"Calma, non c'è bisogno che mi ringrazi questo e il compito di un jedi, ma se proprio vuoi ripagarmi prendi questi." cosi facendo le diedi una borsa piena di crediti.

Lei mi guardò perplessa: “Per cosa sono?". Alzai le spalle e le dissi semplicemente: “Sono per la tua libertà. Ora che non c'è più nessun padrone trovati un buon lavoro e magari anche una casa e una famiglia."

La giovane ragazza in lacrime mi strinse forte e mi disse : "Non conosco il tuo nome ma stai sicuro che mi ricorderò di te. Ti auguro ogni felicità”.

Sorrisi, “Io sono Kymaren e mi auguro di portare il bene in questo mondo.”

Giunse quindi il maestro Naard che recuperò gli holocron dal cadavere del cacciatore e disse: “Fortuna vuole che li avesse ancora con sé altrimenti col tuo piano li avremmo persi per sempre"

“Abbiate fede nella forza, non è ciò che mi dite continuamente?" i tre si misero a ridere e ripresero il viaggio verso la navicella.

Finita la confusione dovuta allo scontro i pensieri mi tornarono.

Quei luoghi, quelle strade, quella sabbia continuavano a non darmi pace.

Non so quanto sarebbe passato ma non sarei potuto tornare su Tatooine per un bel po' di tempo, non potevo, o meglio non volevo lasciare il pianeta senza passare da casa.

Mentre ero immerso nei pensieri mi ritrovai dinanzi ad un luogo.

Naard: “Vai, fai ciò che devi e torna da noi domani. Ricorda comunque che non puoi essere il salvatore del mondo. Potrai vederli ma non potranno venire insieme a te.”

Io non aspettai manco che finisse la frase e corsi ad abbracciarlo. Ero in lacrime, stava disobbedendo ad un ordine solo per farmi felice. Stavo andando verso la porta di casa mia, avevo il cuore in gola mi sentivo come un bambino. Non stavo più nella pelle nel rivedere i miei genitori, mi voltai e incrociai il sorriso di Ai- deen. Deglutii e andai più risoluto verso la mia meta. Sentì dei pezzi di frase che i due si scambiarono.

Naard “Oggi ha salvato numerose vite rischiando la sua si è meritato questa sosta.”

Ai-deen: “Siete una bella persona maestro.”

Naard: “Su non perdiamoci in chiacchiere qualcuno deve pur tener pronta la nave.”

“Agli ordini!” disse lei ridendo.

Mi avvicinai a quella porta che da vent'anni non superavo.

Ero emozionato non sapevo cosa avrei detto non sapevo come mi sarei comportato. Arrivai davanti alla porta, la mia risolutezza di poco prima vacillò, un pensiero poi si insinuò nella mia testa: Loro hanno già perso un figlio e ora per il mio egoismo vorrei che lo ritrovassero per riperderlo un secondo dopo? In quel momento combattei la battaglia più dura. Mi voltai con le lacrime che ancora scendevano e mi avviai verso la nave.

Quando entrai tutti si meravigliarono.

Naard: “Kymaren ma hai capito che ti ho detto di tornare tranquillamente domani?”

Io con le lacrime che ancora scendevano dissi: “Non sarebbe stato giusto, per loro...gli avrei dato un dolore troppo grande. Torniamo su Tython.”

 

Ai-deen accese i motori e partimmo.

Durante il viaggio lei si avvicinò a me: “Kim, sei stato molto forte in questa decisione.”

Il dolore mi annebbiò i pensieri. Non pensai più al codice e l'abbracciai piangendo e lei mi strinse. Non mi vergognavo, con lei potevo essere me stesso, nonostante pensai che fosse stata la scelta migliore per tutti, non sono mai riuscito a far pace con me stesso.

Restai così per tutto il viaggio fino all'atterraggio, dopo di che andammo direttamente a fare rapporto al consiglio.

Un' altra missione era stata portata a termine seppur il consiglio jedi avrebbe preferito che avessimo riportato il cacciatore di taglie vivo, ovviamente il maestro Naard era d'accordo con loro.

Il maestro Hodd disse :"E' un ragazzo ha ancora molto da imparare tuttavia per colpa sua ora non sappiamo chi volesse quegli holocron e cosa se ne volesse fare."

Naard: “La penso ovviamente come voi maestro, ma se non fosse andata così ora avremmo un'intera cantina esplosa e molti più morti. Hanno agito bene.”

In quel momento Ai-deen bussò alla porta, entrò e fece un inchino: “Maestri mi scuso per la mia interruzione ma ho informazioni su quel cacciatore di taglie."

Naard: “Dicci quel che sai dunque!"

Ai-deen: “Non ho avuto il tempo di dirlo prima ma su Tatooine durante la ricognizione mi sono imbattuta nella navetta del ladro di holocron sono entrata ed ho guardato le mappe di viaggio.

Erano cancellate ma ho una certa abilità informatica e sono riuscita a recuperarle, non che ci fosse poi molto da recuperare. Un solo mondo era segnato più volte e presumo che lì ci sia il committente."

Hodd: “La forza a volte agisce in modi inaspettati. Bene quindi qual'era questo pianeta?"

"Onderon"

A quel nome i maestri iniziarono a parlarsi tra di loro in preda ad una agitazione inspiegata, non ne capii il motivo.

Hodd disse: "Silenzio! E sia.. Un gruppo verrà mandato li a cercare il vero colpevole dell'omicidio e della rapina. Ho deciso che sarà la stessa squadra che ho mandato su Tatooine."

Io che fino ad allora ero rimasto in silenzio accettai la missione anche se mi incuriosì tutto quel parlare.

Una volta fuori dal consiglio mi avvicinai al maestro Naard e chiesi :"Maestro come mai tutti hanno avuto quella reazione al nome Onderon?"

Naard: “Speravo non l'avessi notato. Onderon è il pianeta natale dalla quale anni fa iniziò la guerra mandaloriana o anche chiamata la guerra di Revan. Inoltre su una delle lune si trova la tomba di un potente sith; anche se ormai è in rovina ed è stata saccheggiata dai predatori"

"Quindi è per la paura del lato oscuro? Ma ora non siamo in buoni rapporti con la regina di Onderon?"

Naard:"Ora si, ma nessuno ha mai messo piede su tutte le lune di Onderon tanto da poter dire che le minacce sono finite”.

"Capisco".

Naard: “Sento un tremito nella forza mio giovane padawan dobbiamo stare attenti."

Annuì e poi ci separammo.

La sera incontrai Ai-deen "Non venire con noi su Onderon chiedi all'ammiraglio di sostituirti. La forza è in movimento. Visioni confuse mi passano nel cervello e tutte piene di oscurità. Non venire te ne prego!"

La strinsi forte e la baciai.

Era da molto che non accadeva.

Lei mi disse: "Ormai so quando mi tieni nascoste le cose... Cos'hai visto nelle tue visioni?"

"Non sono visioni del futuro perché io non accetto quel futuro! Un futuro senza di te..."

"Non puoi cambiare il mio destino Kim ormai ho imparato qualcosa anche io sulla forza e so che non la si può governare, è libera e agisce in modo neutrale. Non fraintendermi non ho nessuna intenzione di morire ma ho fiducia che tu mi salverai come mi hai promesso tempo fa"

Sapevo che quando Ai-deen si metteva in testa una cosa era impossibile che cambiasse idea ma sapevo che non avrei potuto salvarla nelle mie visioni vedevo un'ombra nera con delle lunghe corna ed un immenso potere. Non ero abbastanza forte... Andai di corsa dal maestro Hodd a cercare sollievo per quelle visioni ma non ne ricevetti, l'unica cosa che mi disse fu:

"Non c'è morte, solo forza. Ricordati il codice. Non puoi permettere alle persone di non morire. La forza agisce senza che le persone possano capirne il significato.”

Non mi fermai manco a riflettere, mi alzai feci l'inchino e me ne andai. Non condividevo quel pensiero. Non avrei permesso che quel futuro si avverasse.

Il giorno seguente aspettammo che i droidi caricassero i rifornimenti e poi partimmo.

La mia mente era sempre distratta non riuscivo a non pensare a quelle visioni.

Più la nave si avvicinava a Onderon più sentivo che qualcosa sarebbe accaduto qualcosa di molto brutto, qualcosa che non avrei potuto evitare...

Naard: “Kim, devi essere concentrato ho bisogno di te quando atterriamo. Abbiamo una missione importante! Dobbiamo trovare colui che ha commissionato il furto e l'omicidio di un Jedi.”

“Perdonatemi maestro sto cercando di essere lucido ma più mi avvicino al pianeta più i miei incubi diventano opprimenti.”

Naard: “E' il potere del lato oscuro. Cerca di entrarti nella mente e distruggerti. Ricorda il codice Jedi: Non c'è emozione c'è solo pace.”

“Maestro il lato oscuro è così potente come ho letto nei dati della biblioteca?”

Naard: “Si purtroppo, in questo periodo dove tutto è allo sfascio numerosi sono i sentieri del lato oscuro. E' probabile che quello che troveremo su Onderon sia uno dei tanti caduti nella tentazione della forza. Bisogna stare attenti perché non sappiamo se incontreremo il maestro o l'apprendista; e dove c'è uno ci può essere pure l'altro.”

“Comprendo maestro. Andrò per un po' nel mio abitacolo a meditare. Quando arriveremo sul pianeta sarò pronto.”

Così andai a concentrarmi e fu una cosa molto lunga ero entrato in trance e finalmente riuscii a spegnere il cervello.

Fui svegliato da degli scossoni allorché mi precipitai verso la sala comandi.

“Che cosa succede?!”

Ai-deen: “Siamo usciti dall'iperspazio proprio dinanzi a Onderon e ci siamo ritrovati in mezzo a un conflitto!”

Osservai al di fuori e si vedevano chiaramente navi di Onderon che fronteggiavano quelle che sembravano essere navi da guerra.

Naard: “Non è possibile! Non è possibile!”

“Cosa maestro?!”

Naard: “Quelle navi... Sono Mandaloriane! Non pensavo che la guerra di Revan avesse lasciato superstiti...”

Dei raggi laser colpirono la nostra nave disattivandone gli scudi e l'iperguida.

Ai-deen: “Non possiamo muoverci! Non possiamo scappare da quest'inferno!”

Non ci fu tempo per pensare e un’altra raffica colpì uno dei motori facendoci iniziare a precipitare.

Cercammo di virare verso la luna più vicina cercando una discesa un po’ più lenta, ma non ci fu nulla da fare e ci schiantammo al suolo.

L'impatto ci fece perdere i sensi. Al risveglio mi ritrovai incastrato sotto le macerie della navicella. Raccolsi l’energia all’interno e la feci esplodere sotto forma di un onda.

Non c'erano tracce di Ai-deen o del mio maestro. Iniziai a cercarli e a chiamarli ma niente, sembravano essersi volatilizzati. Cercai di concentrarmi usando la forza ebbi una visione oscura. Due ombre che portavano via Ai-deen, del maestro Naard non avevo visto nulla. Mi misi quindi sulle tracce di lei correndo col panico che le visioni si avverassero.

Seguii le tracce che passavano per la foresta fino a uno spiazzo dove c'erano delle tende. Notai subito che si trattava di un avamposto mandaloriano. Vidi che Ai-deen era legata ad un palo sorvegliato al centro del campo.

Dovevo liberarla ma il numero dei soldati era troppo alto per sfidarlo da solo. Serviva un diversivo.

La forza o forse semplicemente la fortuna, fece sì che ascoltai una discussione di alcuni mandaloriani che parlavano di un viaggio che dovevano fare con una navicella che era in fondo al campo.

Decisi di andare a vedere se potevo usare quelle informazioni a mio vantaggio.

Vidi dei barili di combustibile di fianco alle navicelle, dovevo trovare un modo per farli esplodere e distrarre le guardie. Allora iniziai ad avanzare lentamente verso quei barili.

Mi avvicinai alla navicella e trovai lo sportello dei comandi che era al di fuori della nave.

Usai la forza e lo feci saltare via. Presi i cavi e una volta scoperchiati i barili li infilai al loro interno. Poi mi ritirai verso la foresta da dove provenivo.

L'ora di partire fortunatamente era giunta. L’accensione della nave innescò i barili incendiandoli e causando un esplosione.

La confusione attrasse le guardie al luogo dell'esplosione. Questo mi diede il tempo di correre verso il palo. Estrassi la spada laser e tagliai le catene, la presi in braccio e scappai di nuovo nella foresta.

Correndo notai una caverna e vi entrai.

Appoggiai Ai-deen al suolo aspettando che si riprendesse. Sembrava stare bene, non aveva ferite di alcun genere, vedendo ciò riuscii a calmarmi un po'. Nell'attesa rimasi a controllare che nessuno si avvicinasse al nostro rifugio.

Si svegliò dopo poco in preda al panico:

"Calmati calmati ora ci sono io qui con te "

Le carezzai dolcemente la testa per tranquillizzarla. Lei mi guardò negli occhi e mi strinse a sè.

L’abbracciai forte e le diedi un bacio. Ero davvero felice che stesse bene soprattutto a causa delle mie visioni.

"Ora devi restare qui al sicuro, io andrò a cercare il maestro Naard".

"Verrò con te Kim, non c'è posto più sicuro che stare al tuo fianco"

"Non conosco i pericoli che ci sono là fuori non so se riuscirò a proteggerti. Ti prego resta qui"

"Dovresti sapere che non riusciresti mai a convincermi a lasciarti da solo. Io verrò con te e ti guarderò le spalle come su Tatooine!".

La strinsi forte e poi la baciai nuovamente. Odiavo la sua ostinazione, sarei stato molto più tranquillo a lasciarla in quella grotta. Non ricordo quando mai sono riuscito a farmi ascoltare da lei, ma col senno del poi l'avrei di certo sedata e immobilizzata.

Era tardi per partire quindi ci sdraiammo e riposammo per tutta la notte.

Come ogni notte da molto tempo i miei sogni erano tormentati dalle solite visioni ma un nuovo dettaglio si era presentato: il luogo, era un tempio o una tomba antica circondata da alberi.

Arrivò il mattino e aspettai che si riprendesse del tutto e ci preparammo. In un qualche modo la forza mi aveva già detto dove dovevo andare.

Dovevo trovare quel posto nella foresta, lì ero certo che avrei trovato il maestro Naard e con molte probabilità anche quell'ombra dalle lunghe corna.

Uscimmo dalla caverna e cercando di non attirare l’attenzione di bestie e mandaloriani ci avviamo dove la forza mi guidava.

La foresta era un posto pericoloso di per sè, pieno di creature orribili e come se non bastasse un esercito di soldati mercenari era stabile su quella luna.

Dopo il mio intervento per liberare Ai-deen probabilmente avevano aumentato le truppe tramite dei mercenari, dovevamo stare attenti e con ogni senso ben attivo.

Fortunatamente per noi la fitta vegetazione ci permetteva di nasconderci da ogni nemico.

Fu cosi che giungemmo nelle vicinanze di quella strana piramide.

La boscaglia la celava quasi completamente.

Erbe rampicanti avevano coperto interamente la facciata. Si vedeva soltanto la lunga scalinata che portava alla porta dell’edificio.

Lungo i gradini c’erano degli uomini che stavano di guardia.

“Non sarà facile entrare” disse Ai-deen.

“La forza ci ha condotto fin qui, di sicuro saprà come farci entrare”

Non potevamo essere avventati. Sfruttando il bosco girammo intorno all'intera struttura, era enorme! I rampicanti la ricoprivano interamente, vi erano solo due vie di accesso le quali erano entrambe ben sorvegliate. Avevo paura di cosa potesse celarsi al suo interno ma ero anche curioso, perché era così tanto protetta? Girandola tutta più volte si poteva notare che c'era una parte della muraglia più bassa, lì sarebbe stato il luogo ideale per scalare quella parete! Con me avevo sempre vari oggetti per la missione tra cui delle funi. Saremmo entrati quella sera stessa, ci appostammo in quei pressi, qualche guardia sporadicamente faceva l'intero giro, era normale solo dei pazzi avrebbero provato a scalare quella parete! Mi erano sempre piaciute le sfide impossibili e Ai-deen era la mia sfida preferita.

“Una volta entrati che faremo?”.

“Ti dovrai nascondere e io mi occuperò di trovare il maestro Naard.”

“Non credo proprio che mi nasconderò io sarò al tuo fianco!”

“L’oscurità governa in quella piramide i miei sensi potrebbero essere offuscati non potrei proteggerti!”

Ai-deen si avvicinò a me: “So che farai qualsiasi cosa per difendermi.”

Ancora una volta i miei sentimenti presero il sopravvento e la baciai.

Quella volta però non ci fermammo ai baci. Facemmo l'amore.

Fu il momento più bella della mia vita, mai prima d’ora avevo sentito Ai-deen così mia. Rimanemmo stretti a lungo, fino a notte fonda, sentivo il suo profumo ancora su di me. Sentendola così vicina mi ricordai di quelle visioni e d'istinto la strinsi di più a me.

Ai-deen: “Non ti preoccupare mio dolce Kim”

“Co.. Come fai a sapere?!”

Lei rise e mi carezzo dolcemente i capelli: “Oh non ti spaventare non sono diventata Jedi tutto d’un tratto! Ti conosco troppo bene”

“Non mi prendere in giro! Comunque sei sempre convinta di volermi accompagnare eh?”

“Non ti liberi facilmente di me lo sai.”

“Voglio dirti una cosa importante prima che partiamo”

Presi un grosso respiro, non volevo avere ripensamenti, volevo che lei sapesse i veri sentimenti che ci legavano.

“ Ti amo Ai-deen, ti amo da sempre e ho preso una decisione importante; appena finita questa missione, appena tornati su Tython andrò a parlare col consiglio. Voglio lasciare l’ordine. Voglio vivere con te per sempre!”

Lo dissi tutto d’un fiato, nel buio che ci avvolgeva non vidi la sua espressione, credo che si imbarazzò. Dopo poco sentì un flebile sussurro:

“Ti amo anch’io Kim, verrò con te! Dopo stanotte non ha senso restare divisi. Per prima cosa occupiamoci del maestro Naard.”
“Come sempre hai ragione andiamo a salvarlo!”

 

Riuscimmo nel nostro intento senza troppi problemi, il buio ci stava aiutando ma ci mettemmo più tempo del dovuto. Quando riuscimmo a scendere da quel muro era già l'alba.

“Strano” pensai “non ci sono guardie all’interno”.

Correvamo per i corridoi verso il fulcro dell’emanazione del potere che sentivo. Fu così che ci trovammo dinanzi a una porta che si spalancò dinanzi a noi e ci ritrovammo in un salone illuminato.

Infondo c’era il maestro Naard incatenato, era ferito molto gravemente sembrava esser stato torturato, corsi verso di lui.

Era privo di sensi ma il polso c’era, fu in quel momento che la porta si chiuse.

Mi voltai e delle guardie afferrarono Ai-deen poi dalle ombre spuntò lui, l’uomo delle mie visioni, era uno zabrak.

“Bene bene bene… finalmente l’apprendista ha raggiunto il maestro giusto in tempo per vederlo morire! In passato mi è sfuggito per colpa di quella donna”

Il maestro riprese conoscenza e urlò: “Scappa Kim lui è il mostro che ha ucciso Vaathy! Non puoi sconfiggerlo!”

Il sith allora gli tirò un pugno che lo fece nuovamente svenire poi disse: “Il tuo maestro ha ragione non hai speranze di battermi io ho il potere che tu non hai.”

Si rivolse a Naard sollevandogli il volto : “Mi toccherà uccidere un tuo ennesimo apprendista.. Non impari mai vecchio!”

Una scarica di fulmini si abbatté sul maestro.

Non riuscivo più a stare fermo e scattai verso di lui.

Ma con la forza mi fermo e mi scaraventò a terra.

“Ci hai provato Jedi. Mmm almeno l’ultima volta era stata una bella sfida tu non vali neanche lo sforzo. Vediamo cosa succede motivandoti ancora un po'.”

Iniziò a picchiare e torturare con la forza il corpo del mio maestro.

“Smettila!” gridò Ai-deen.

Il sith allora disse: “Come tu desideri porrò fine alla sua sofferenza una volta per tutte!”

Sciolse le catene di forza che trattenevano Naard. Lo sollevo in aria stringendo con la forza il suo collo.

Cercai di alzarmi ma lo zabrak con l’altra mano mi schiacciava al suolo.

Strinse sempre di più la sua presa sul mio maestro fino a quando la lasciò.

Il corpo di Naard cadde al suolo.

In quel momento capii cosa aveva fatto: gli aveva spezzato il collo.

Le lacrime iniziarono a sgorgare e una rabbia immensa mi fece scattare verso il nemico.

“Fermo sciocco non sei nella posizione per fare qualcosa! Se ti muovi uccideremo la donna… oh si sento la tua rabbia, la voglia di uccidermi. Non molto da Jedi questi pensieri!”

Mi bloccai non potevo perdere anche Ai-deen.

“Dimmi cosa vuoi!” urlai.

“Solo vederti soffrire e nutrirmi della tua rabbia” finita la frase il sith estrasse la spada laser a doppia lama rossa e trafisse Ai-deen.

Fu un attimo, ma per me durò un'eternità. Vidi noi due insieme, i nostri figli e la nostra felicità, una piccola casa su un pianeta tranquillo. Ogni cosa si spezzò in quel momento, il mio cuore, il mio futuro ma soprattutto la mia promessa. Corsi verso di lei e l’afferrai ancora mentre il suo corpo stava cadendo a terra.

Sentivo il calore abbandonare il suo corpo. Era troppo tardi, piansi lacrime amare, lacrime che sapevano di sconfitta. Perché era stata così testarda? Perché non era rimasta in quella stramaledetta grotta!? Avrei dovuto legarcela! Continuavo a ripetermi queste frasi, il destino che volevo impedire mi aveva sopraffatto.

“Non è colpa tua….” Disse lei con gli ultimi respiri.

“E’ tutta colpa tua invece stupido Jedi non dovevi portarla qui le tue visioni te lo dicevano che io Darth Bey t’avrei ucciso!”

“H…Ha ragione”. Avevo la bocca impastata dalle lacrime e dai singhiozzi che non riuscivo più a soffocare. “Non ti ho protetta.”

Ai-deen piangeva: “Mi.. mi.. dispiace non avremo un futuro insieme. Ma tu vivi per noi!”

“Devi resistere! Devi vivere con me, per me! Senza di te cosa posso fare io?”

“Ti.. ti.. amo” disse col suo ultimo respiro poi il suo cuore cessò di battere, insieme al mio. I suoi occhi si chiusero, la poggiai a terra. Serrai i pugni, l'avrei vendicata!

L’ira che avevo dentro esplose dandomi un’elevata velocità e mi avventai sul nemico. Ero solo un uomo morto che camminava ma dovevo vendicarmi avrei ucciso quello zabrak o sarei morto tentandoci.

Estrassi la mia spada laser e mi lanciai all’assalto.

La sua maestria nell’uso della forza e della lotta con la spada laser era nettamente superiore alla mia tanto che mi fece perdere la spada laser, mi prese al volo e mi fece volare contro le pareti del tempio fino a che una crollò sotterrandomi sotto le macerie.

Sentii il sith dire: “Nulla avresti potuto contro un maestro dell’oscurità. Ora raggiungi i tuoi amici nella morte stupido Jedi. Andiamo miei seguaci la guerra spaziale è vinta l’holocron per il quale siamo venuti è preso”. L'oscurità mi avvolse.

Dovevano essere passate diverse ore quando mi svegliai. Non riuscivo a muovermi ed ero ferito. Cercai di concentrarmi ma nella mia mente rivedevo i miei amici morire.

Fu ancora una volta la rabbia dentro di me che divampò e scagliò con un onda d’urto via le macerie liberandomi.

Mi feci forza e mi sollevai. A terra ancora i corpi del maestro e della donna che amavo. Avrei tanto voluto che fosse tutto un brutto sogno.

Come un fantoccio uscii dalla vecchia piramide e crollai lungo la rampa di scale, il resto è buio.




****spazio autore: ecco a voi il secondo capitolo :) spero che vi possa piacere, fatemi sapere se vi piace o cosa ne pensate :) grazie a tutti ;)

  
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