Guardo
dall’alto, da un monte sperduto…
qui arrivano
solo i più forti, i più coraggiosi…
…i più
sfortunati…
…i derelitti
della società, gli emarginati…
…gli
scarti…
…gli
inutili…
…chi è senza
qualcosa…
…pochi…
…quasi
tutti…
…chi è morto
dentro…
Questo è il
regno di chi è solo…
Un
diverso…
Anche quella
sera, con la luna luminosa, l’uomo si avviava sorridendo sulla strada che lo
avrebbe fatto allontanare da quella maledizione. Pochi soldi in tasca come al
solito. Ma un pacchettino in tasca; e più lo guardava più sorrideva, anche se
dagli occhi non fuggiva che tristezza. Guardò nelle sue mani nere di lavoro e di
natura, mentre camminava lentamente da solo lungo il marciapiede. Solo due
sigarette. Poi per quel mese nulla più.
Ma si, in fondo
è natale…
La fiamma
divampò nell’aria. Non quella dell’accendino…
Poco lontano il
suo capanno, e tre ragazzi scappavano senza voltarsi verso il buio di un parco
poco lontano.
Corse anche
lui…
Poi la vide
stesa a terra nell’erba gelata, coi vestiti strappati dal fuoco e dalla
violenza, e la pelle troppo scura per poterla riconoscere come
prima.
Chissà se quelle
lacrime avrebbero potuto spegnere tutte quelle fiamme…
L’uomo estrasse
dalla tasca il pacchetto e l’appoggiò sull’addome della ragazza. Un bacio sulla
fronte riarsa, e una sensazione da far schifo. Poi la prese in
braccio.
“Buon Natale…”
le augurò senza avere una risposta. E si avviò verso la casa cadente e in
fiamme, dove un’altra piccola creaturina li aspettava nel suo letto di
fuoco…
Negli
ultimi tempi sembra azzeccata un’ideologia del genere per una persona sempre
contro e sempre diversa. Spero che anche questo capitolo sarà apprezzato come i
precedenti, soprattutto per quello che sta succedendo in giro…per capire se
veramente siamo diventati così assurdamente psicotici da non capire che dietro
ad uno straniero c’è prima di tutto una persona…
Grazie
nuovamente a chi legge, commenta e apprezza!