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Autore: bookslikedrug    29/09/2015    1 recensioni
Il mondo non è popolato solo da uomini, ma anche da nazioni. Le diverse personificazioni di ogni stato del mondo si ritrovano ogni mese per discutere di problemi e di come risolverli. Ma quando un segreto che potrebbe cambiare per sempre le vite di due nazioni e quelle dei propri abitanti viene rivelato, come faranno gli stati mondiali a ristabilire l’ordine?
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Germania/Ludwig, Giappone/Kiku Honda, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nyotalia
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un gioco solitario.

 

-Angolo Autrice-
Non temete! Sono ancora viva! Diciamo che la terza superiore mi ha investito come un treno ad alta velocità ugh. La cosa positiva è che ho imparato a sistemare i capitoli oddio! Presto aggiornerò anche le altre storie, lo prometto. Per ora, buona lettura!
 
 
Amelia era al centro di quella stanza che definiva “armadio”, seppur lo spazio fosse sufficiente a contenere un letto matrimoniale insieme al mobilio. Ormai aveva esaminato tutto lo spazio intorno a sé, neanche un centimetro quadrato si era esentato dalla sua ispezione, tuttavia non aveva trovato ciò che cercava. Si legò i capelli in una coda –doveva fingersi un ragazzo ma non voleva dire che si sentisse come uno di loro, almeno in casa voleva mantenere la sua femminilità, mentre fuori era costretta a portare parrucche e ad abbassare il tono della sua voce.- e tornò in cucina, dove suo fratello la aspettava da una buona mezz’ora.
“Sei riuscita a trovare il vestito che cercavi?”
No, l’oggetto della sua ricerca, un bellissimo vestito verde smeraldo che si era comprata durante il secondo dopoguerra, era completamente sparito. Svanito. Scomparso. L’unico vestito che aveva mai deciso di comprare si era volatilizzato. Non che avesse un particolare valore affettivo, l’aveva solamente trovato in un negozietto per le vie di Manhattan a basso prezzo e aveva deciso di usufruirsene per riservare al caro Russia una visita durante la guerra fredda: chi avrebbe mai sospettato che la dolce e cara Amelia in realtà non fosse solo una spia americana ma anche la personificazione della nazione rivale? Eh, bei tempi quelli, quando non esisteva internet e il terrore di una terza guerra mondiale incombeva come una falce appesa sopra le teste dei sopravvissuti alle precedenti. Beh, forse non proprio bellissimi, decenti diciamo, ecco! Con tutto quel pensare si era anche dimenticata dell’esistenza di suo fratello, che intanto continuava a parlare di cose probabilmente molto poco eroiche. Finalmente si decise ad ascoltarlo.
“…quindi, secondo me, dovresti confidarti anche con una ragazza e…”
“Cosa?!” Aveva sillabato la parola proibita: confidarsi. Lei non poteva assolutamente confidarsi, non aveva imparato nulla in cinque secoli con gli europei suo fratello?
“Ascoltami un momento prima di buttarmi fuori di casa! Io posso stare al tuo fianco e sostenerti ma non posso davvero consigliarti o aiutarti riguardo a questioni femminili, capisci? Confidandoti con una ragazza –molte personificazioni sono donne, Vietnam ad esempio, oppure Biellorussia, o Ukraina, o anche Ungheria-, confidandoti potresti non solo trovare un’amica ma anche un nuovo alleato! Pensaci: non tutte le personificazioni sono contro di te, e comunque sei l’America, puoi sempre minacciarli di attaccarli o dichiarare un embargo contro di loro.”
Amelia rifletté sulle parole del fratello, effettivamente non era una pessima idea. Molto spesso si lamentava con Matthew o con Cuba –i rapporti tra le due nazioni potevano non essere dei migliori, ma erano stati amici e, come semplici “uomini”, lo erano ancora. Dopotutto non puoi sempre decidere il tuo presidente e tantomeno puoi sottrarti agli ordini impartiti dai tuoi superiori.- di come alcuni vestiti la facessero sembrare grassa, o di come le persone fossero talmente ignoranti da non saper distinguere tra le scarpe col tacco e le zeppe, ricevendo soltanto uno sguardo interrogativo e un cenno col capo come risposta. Forse una presenza femminile era esattamente ciò che mancava alla ragazza. Tuttavia prima che potesse esprimere i suoi pensieri al fratello, il campanello di villa Jones suonò.
“Ahh! Adesso che faccio? E se fosse Russia? O il mio presidente? O, peggio ancora, Inghilterra? Non possono vedermi così, non sono pronta! Vai tu!”
E, dopo aver speso parecchia energia a correre intorno alla casa cercando di sistemare il disordine, spinse il fratello verso la porta, abbandonandolo al suo destino per salire al piano superiore. Matthew sospirò e mormorò qualcosa che assomigliava a sorelle, per poi aprire la porta e salutare gli ospiti inattesi.

Il meeting era appena finito e né Francia né Inghilterra avevano un posto dove andare. Il loro aereo sarebbe partito solo il giorno dopo, causa meteo, e tutti gli hotel sembravano magicamente pieni.
“Perché…” sbuffò Arthur dopo il quarto hotel senza stanze libere. “Perché di tutte le persone devo essere bloccato a New York con te? Almeno ci fosse una stanza libera!”
“Mon cher, tutti gli hotel che abbiamo visitato avevano una stanza libera, non è colpa loro se tu non vuoi condividere un letto matrimoniale.”
“Puoi scordarti che venga a letto con te, Francis. In tutti i sensi! E comunque avremmo fatto più in fretta se tu avessi accettato di alloggiare in un hotel con meno di sei stelle, o che non avesse un menù speciale di cucina francese.”
“Puoi scordarti che dorma in uno stupido hotel a cinque stelle, sono scomodi! E comunque la cucina francese è una delle migliori, dopotutto la Francia è sublime quando si tratta di passione, in tutti i sensi!” E con questo Francis dichiarò il dibattito concluso, se per ‘concluso’ s’intende dare le spalle all’altra persona e proseguire senza voltarsi. 
“Seguimi Arthur, mi sono ricordato di un posto che soddisferà entrambi!”
L’inglese non poté far nulla se non seguire quella stupida rana. A volte si chiedeva come facesse ad innamorarsi sempre delle persone più strane.
Dopo vari incroci, due vie chiuse e un paio di domande rivolte a passanti, i due si trovarono di fronte all’immensa casa Jones, la villa privata del loro piccolo ragazzo. Arthur aveva capito dove l’uomo volesse andare circa a metà del percorso e, per quanto gli fosse sgradita l’idea di chiedere aiuto ad Alfred, concordò che fosse l’idea migliore. Ciò che invece trovò estremamente singolare era il fatto che, dopo aver aspettato quella che sembrava un’eternità, la porta venne aperta da Matthew.
“Matthew? Cosa ci fai qui?” Lo precedette Francis.
“Oh, ehi ciao PAPA E DADDY!” Le ultime due parole le aveva urlate, per quanto il tono del ragazzo potesse permettere. “Come state? Oh, uhm, io sono venuto qui subito dopo il meeting, per vedere Alfred… Voi perché siete qua?”
I due uomini intanto avevano superato il Canada e proseguivano verso la cucina: dopo una passeggiata per New York erano affamati!
“L’aereo è stato cancellato e non ci sono hotel liberi quindi ci chiedevamo se Alfred potesse ospitarci per la notte.”
Dopo le parole dell’Inghilterra, un ragazzo di non più di 19 anni si precipitò giù dalle scale per crollare rovinosamente addosso ai suoi “genitori”.
“Ciao pa’! Ciao daddy! Come va? Certo che potete stare qua! Potete prendere il letto matrimoniale! Cosa mi dite? Vi è piaciuto il meeting da me? E...”  
“Calmati, mon cher. Per ora abbiamo solo fame, tutte le domande dopo cena!”
Tuttavia dopo due portate francesi e il dessert, le nazioni erano troppo stanche per parlare, così concordarono di andare tutti a letto e basta. Matthew alloggiò nella camera che gli era stata riservata dal fratello, Alfred aveva la propria e Arthur e Francis dovettero dormire sul letto matrimoniale –tutte le personificazioni sapevano che Alfred possedeva molte più stante ma, sinceramente, a chi interessava?-. 
Le luci erano ormai tutte spente a casa Jones, tranne una. Arthur si stava avviando assonnato verso la camera che condivideva con Francia, quando una conversazione catturò la sua attenzione.
“So che hai paura, però dovresti dire a papa e daddy il tuo segreto. Loro ti capiranno.”
“Ti ho già detto cosa ne penso e non ho voglia di ripeterlo...”
Arthur aveva sentito un rumore di passi avvicinarsi alla porta. Si allontanò senza far rumore e proseguì verso la sua camera, fingendo indifferenza verso la camera di Alfred. Il pensiero di quel segreto, tuttavia, lo tormentò tutta la notte: cosa poteva essere talmente orribile da spaventare la nazione Americana?
   
 
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