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Autore: Strange_Guy99    30/09/2015    3 recensioni
C'è Hunter, un cacciatore di mostri orgoglioso di sé e di ciò che fa, le cui certezze verranno demolite dopo un fatale incontro.
C'è Soraya, una strega chiusa in sé stessa che non teme niente e nessuno mentre, in realtà, vuole solamente essere amata.
E poi gli immancabili angeli caduti, portatori di sventura, che cambieranno per sempre la vita dei nostri carissimi amici.
Genere: Avventura, Horror, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Andy Biersack, Ashley Purdy, Jinxx, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Sono tanti, troppi. Sembrano non finire mai.
Continuano a scendere da quella scalinata ed io sto veramente provando ad ucciderli tutti.
Ma non appena una creatura muore altre due prendono il suo posto.
«Dovete andarvene!»grido io agli angeli, prendendo rapidamente la runa di emergenza dalla saccoccia e lanciandola verso Andy.
Strano a dirsi ma l'ho trovata subito.
«Non abbiamo intenzione di andarcene.»risponde agitato Andy, sfoderando incerto la spada mentre io squarcio la gola di un essere appena arrivato.
«No.»replico fermamente io mentre il nemico si dissolve nella classica nebbia azzurra.«Non sapete combattere, non durereste due minuti.»un'altra creatura mi attacca.«ANDATE VIA!»
Mi volto, tornando a respingere l'orda di nemici.
Non capisco. Come possono averci trovato?!
Questo è il posto più sicuro al mondo! Non è possibile!
«Andy, ragiona. È un esperto»gli sussurra Jake.«Sono sicuro che se la caverà.»
L'unico con un minimo di cervello.
Non credo che si siano resi conto che se Kurt dovesse mettere le mani su di loro tutto finirebbe.
«Non stai dicendo sul serio, vero?!»sbraita Ashley contro il povero Jake.«Vorresti veramente abbandonarlo?!»
«O ve ne andate o vi sbatto fuori io a calci in culo!»rispondo io, mentre agguanto un'ascia per poi lanciarla a Buck.«E tu dammi una mano, imbecille.»
Buck caccia una risata, mentre agguanta al volo l'arma con fare deciso.
«Non potresti prendermi lo spadone in ferro lì vicino?»domanda sarcastico l'armaiolo, guardando incerto l'ascia.«Questa non mi piace.»
«TI SEMBRA IL MOMENTO, BUCK?!»Tuono io, innervosendomi sempre di più.
Non posso fare tutto da solo ed ho bisogno di serietà in momenti come questi.
Qualcuno può veramente rischiare la morte.
«Sta' calmo.»replica il fabbro, piantando la testa dell'ascia dritta nel cranio di un essere che si stava scagliando verso di lui.
Si può chiamare cranio?
Posso pensarci dopo. Ho problemi ben più importanti.
Tipo queste teste di cazzo che non se ne vogliono andare.
«Buck, puoi resistere per due minuti?»Gli chiedo, cercando di calmarmi e lanciando un'occhiata agli angeli.
È arrivato il momento di intervenire.
«Sono vecchio, ma rimango una roccia!»risponde fiero lui, combattendo agilmente.
Mi dirigo furente verso Andy, strappandogli con violenza la runa dalle mani.
Non capiscono un cazzo. Questi esseri vogliono solamente loro.
Lancio il piccolo sasso al centro del gruppo, guardandoli tutti con aria severa.
«SPRIGIONATI.»la pietra risponde al mio comando, iniziando a sprigionare una tenue luce.«E portali a casa.»
La tenue luce divampa in una potente esplosione e delle scintille iniziano a roteare rapidamente attorno agli angeli che vengono risucchiati rapidamente da un portale.
Soraya, non ti ringrazierò mai abbastanza.
Torno verso il fabbro che ha iniziato ad annaspare.
Ha incassato qualche colpo ma sembra non voler mollare.
Ci scambiamo uno sguardo d'intesa per poi incrociare le nostre armi.
Un gesto antico che ogni guerriero fa prima di un combattimento.
Significa alleanza. Cooperazione.
Roteo la falce, accumulando potenza, per mozzare la testa di un essere senza il minimo sforzo.
Non finiscono mai ed alcuni stanno addirittura provando a prendere delle armi.
Non credevo che esistessero mostri così intelligenti.
Si mantiene la capacità di pensare da morti?
A quanto pare Kurt Cobain riesce a padroneggiare alla perfezione la morte. 
È la cosa più bizzarra che mi sia mai saltata in testa.
Una risata tuona improvvisamente, facendomi sobbalzare mentre cerco di evitare un colpo di una creatura.
È Buck. Sta ridendo di gusto.
«Ti ricordi della prima volta in cui hai messo piede qui, Hunter?»domanda lui senza alcun preavviso.«Eri una merda. Piccolo, indifeso e spaventato...»
«Certo che me lo ricordo.»rispondo io mentre un sorriso amaro si piega sul mio viso.
Mi mancano quei tempi. Ero un uomo al cento percento.
Provavo sentimenti, avevo speranze e ambizioni.
Questa professione mi ha cambiato tanto. Troppo.
Mi è stata portata via la mia parte umana. Sono diventato una macchina per uccidere.
Magari è per questo che tengo così tanto agli angeli o a Soraya.
Mi fanno provare qualcosa.
Trincio lo stomaco di una creatura, con fare deciso.
Non ho tempo per pensare. I pensieri distraggono.
«Ti sembra il momento adatto per fare i sentimentali?!»domando io all'armaiolo, cercando di capire un minimo di quello che passa per la testa di quest'uomo.
«Ehy, non fa mai male ricordare il passato.»replica lui, tagliando rapidamente la gola di un essere.«E poi non ho un buon presentimento.»
E si scurisce in volto.
Rimango in silenzio.
Gli unici suoni udibili sono i rantoli degli esseri e i nostri respiri che aumentano ad ogni momento che passa.
Inizio a stancarmi, questi cosi non finiscono mai.
Incasso qualche colpo. Non fanno male.
Non così tanto.
Indietreggio un minimo, cercando di riprendere fiato.
«Hunter!»l'armaiolo grida e mi volto, pronto a sentire la stronzata di turno.
Ma a quanto pare non la sentirò. 
Né ora né mai più.
Il mondo mi crolla addosso mentre il mio cervello rallenta la sua attività, cercando di assimilare il macabro spettacolo al quale sto assistendo.
È come se il mio cervello avesse cambiato la velocità della scena, da 78 a 33 giri di disco.
La testa di Buck è a terra, a qualche centimetro di distanza dal suo corpo, e rotola, allontanandosi sempre di più.
Il resto del corpo è mosso da leggermi spasmi prima di accasciarsi a terra, esanime.
Una creatura è dietro di lui, tiene stretta una spada insanguinata nella mano destra, ed ha un sorriso agghiacciante impresso in volto.
L'ha ucciso. Decapitato.
La morte più umiliante ma anche la meno dolorosa.
È stato ucciso da un morto.
È intollerabile. A dir poco intollerabile.
La sorpresa iniziale lascia in fretta il posto alla rabbia.
Non una semplice rabbia. Una vera e propria furia.
Disperazione. Voglia di sangue.
Non dovevate toccare il mio armaiolo, il mio mentore.
Impugno la falce a due mani, mentre avverto un vero e proprio fuoco avvampare in me.
Vedo lo sguardo di alcune creature spegnersi. Adesso mi temono.
Hanno provocato la bestia e adesso subiranno la sua ira.
Gli esseri più indietro fuggono, riesco a sentire i passi rapidi che risalgono la scalinata con la stessa velocità con la quale la hanno scesa prima di affrontarci.
Anzi, di affrontarmi.
Mi scateno; sferro colpi decisi e carichi di odio.
Le creature sfumano, una per una, con una velocità spaventosa.
Stanno morendo tutte. 
Muoiono per mano mia.
Teste che volano, corpi che vengono divisi, arti che si staccano...
In poco tempo sono tutti morti.
L'unica cosa che mi dispiace è il fatto di non poter vedere il sangue o gli organi delle mie vittime.
Non è rimasto nulla. Solo il corpo di Buck.
Gli concedo una rapida occhiata prima di andare via dal negozio.
La cosa che in questo momento mi stupisce di più è la mia incapacità di dispiacermi per il fabbro.
 
 
 
 
Apro la porta del mio appartamento con fare deciso.
Sono veramente stanco.
Non bastava il dover uccidere un intero esercito, sono dovuto anche tornare a casa a piedi.
Da solo.
L'odore familiare della mia dimora riempie le mie narici mentre il calore si fa sentire sulla mia pelle.
Questa giornata sembrava infinita.
«Che cazzo è successo?!»domanda Christian, innervosito.«Perché ci hai messo così tanto?!»
«La prossima volta prova tu a sconfiggere un'orda del genere.»rispondo con calma io, massaggiandomi il collo mentre l'angelo borbotta qualcosa tipo "non-mi-hai-neanche-dato-l'occasione".
«Eravamo preoccupati, Hunter.»spiega Andy cercando di sovrastare la voce di Christian. Evidentemente non vuole farmi innervosire ancora di più.
Ottima mossa.
«Abbiamo veramente temuto il peggio.»
«Non avete a che fare con una matricola...»rispondo io, scocciato.
«Che fine ha fatto Buck?»domanda Jake con tono sicuro.
Oh, non saranno felice di saperlo.
«Ragazzi, mi dispiace moltissimo.»replico io, cercando di tagliare corto.«Ma ci ha lasciato.  Buck è morto.»
I volti di tutti e quattro gli angeli assumono in espressione dispiaciuta e giuro che le labbra di Ash stanno tremando, pronte per cacciare un singhiozz...
Un attimo. Quattro angeli? Dove cazzo è finito Jeremy?!
«Morto? Mio Dio, che parola orribile.»una voce femminile squittisce non molto lontano da noi.«Nessuno muore veramente. Un giorno ci rivedremo tutti.»
Sei paia di occhi si voltano verso la porta di camera mia dove la ragazza-bomboniera fa capolino, con un sorriso a trentadue denti stampato in volto.
È ancora viva. 
È viva e piena di energia.
«Ciaaaao.»ci saluta con un cenno della piccola mano, mentre gli occhi castani guizzano da un angelo all'altro per poi soffermarsi su di me.«Io mi chiamo Melanie.»
Mio Dio, è una cosa quasi surreale. 
Innocente quanto una bambina.
«Sei un principe?!»mi domanda con tono sognante, non staccandomi gli occhi di dosso.
«Fidati, non c'è cosa più lontana di un principe.»rispondo io, sghignazzando allegramente.
È così bizzarra.
«Come vi chiamate, ragazzi?»chiede nuovamente Melanie con allegria mentre si scioglie le lunghe trecce.
  
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