Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: giuliabianconi99    01/10/2015    1 recensioni
La mia vita cambiò totalmente con il suo arrivo: con l'arrivo di colui che cambiò definitivamente la mia vita.
Solitamente una coppia si conosce bene, va a convivere, si sposa e poi ha figli...
Noi facemmo tutto all'incontrario...
Questa è la mia vita, da quando ho scoperto di essere rimasta incinta,
incinta di Justin Bieber.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Bieber, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Pattie Malette, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alt!
Se vi urtano le scene un po' piccanti, questo capitolo non fa molto al caso vostro. Quando inizierà la parte hot, metterò dei tratteggi (----), così se non avete voglia di leggere quelle parti, potete saltare e riprendere tranquillamente la FF, passando al prossimo capitolo.
Io vi ho avvisate!

 

I WANT YOUR LOVE


Non ero mai stata a casa di Justin prima d'ora e quella fu l'occasione per entrarci per la prima volta. Non abitavamo molto lontani: circa quindici minuti di macchina.
Scaricai la valigia, ma Justin mi fermò: “Lascia, faccio io, è meglio se tu non faccia sforzi. Sai, il bambino...”.

Con una mano trascinava la valigia e con l'altra, stringeva forte la mia, come se avesse paura che gli potessi scivolare via.
Superammo il lungo vialetto fino ad arrivare alla porta d'ingresso, Justin suonò il campanello, visto che si era dimenticato le chiavi e pochi secondi dopo si presentò d'avanti a noi una figura femminile.
“Ben tornato piccolo mio. Ma chi è questa bella signorina?” chiese la donna, con fare gentile
“Ciao mamma. Lei è Catlin, la mia ragazza.”
"La ragazza che ho messo incinta" è così le avrebbe dovuto risponderle...
“Oh, ma che piacere, io sono Pattie. Dai su entrate.”
Sua madre era davvero gentile, ci fece strada lungo il salotto fino ad arrivare in cucina, dove ci chiese se volevamo qualcosa da bere:“Posso offrirvi qualcosa?”
“Io sono apposto, grazie” risposi, mostrando il mio miglior sorriso, nonostante continuassi a pensare a ciò che era appena successo
“Anche io. Mamma, volevo chiederti un piacere: è un problema se Cat rimane qui, per qualche giorno?”
“Tranquillo piccolo mio, non c'è nessun problema.”

Mi prese una mano e mi trascinò di sopra, dove posai la valigia.
Ero davvero a pezzi: la gravidanza e poi ci si era messa pure mia madre...

Qualche ora dopo, Pattie ci chiamò per il pranzo, divorai tutto ciò che avevo nel piatto senza troppi problemi. Ero davvero felice di essere tornata a mangiare regolarmente, non tanto per me, ma per il bambino. Prima che io e Justin salissimo in camera sua, Pattie ci avvisò che sarebbe uscita a momenti, perché doveva partire per lavoro, e che sarebbe rincasata dopo una settimana.
Justin ed io annuimmo con la testa, in segno di aver capito, per poi incamminarci di sopra.

Ero davvero stremata, da tutto ciò che mi era successo, così mi distesi sul letto di Justin e mi misi a riflettere.
“A cosa pensi?” mi chiese, con un tono leggermente preoccupato
“Dobbiamo trovare un lavoro e metterci dei soldi da parte” dissi, senza girarci troppo intorno
“Perché hai questi pensieri?” chiese perplesso
“Perché non possiamo vivere qui per sempre, e prima che nasca il piccolo, vorrei tanto trovare una casa tutta per noi. Va bene anche un appartamentino, giusto per noi tre.”
“Capisco. Io potrei tornare a Londra da mio padre, visto che mi dava delle belle mance...”
“Ma te ne andresti via da me, via dal tuo bambino.”
“Lo so, ma la vita come hai visto, non è tutto rosa e fiori. Ora finalmente, sono pronto anche io a prendermi le mie responsabilità. Lavorerò giorno e notte, e porterò a casa un po' di soldi, giusto per comprare un piccolo appartamento.”
“E io non faccio niente?”
“Tu già porti il peso di un bambino...”
“Ma non è niente in confronto a ciò che farai tu!” protestai
“Invece si, anzi, è molto di più!” con quella frase mi ammutolì e sul viso mi comparve un finto broncio
“Dai amore, non fare così, altrimenti...”
“Altrimenti...?” chiesi, con aria di sfida.
Senza dire un'altra parola, si fiondò sul letto e iniziò a farmi il solletico, da tutte le parti.
“Dai ahahah smettila ahahah, per favore!” dissi io a fatica, a causa del troppo ridere
“La smetto, se mi dai un bacio.”
Mi avvicinai al suo viso e gli diedi un piccolo e veloce bacio a stampo.
“E questo lo chiami bacio?” disse Just, con un tono quasi di rimprovero
“Certo, tu come lo chiami scusa?”
“Vieni qui” disse tirandomi dolcemente per un braccio, fiondandosi sulle mie labbra.
Cominciò a mordermele e a succhiarmele con passione: gli mancavo, gli mancava il mio corpo, e penso che anche uno stupido lo avrebbe capito. Staccò le sua bocca dalla mia, giusto per un istante, giusto il tempo per dirmi:“Questo è un bacio”.
Si fiondò nuovamente sulle mie labbra, infilando la sua lingua, nella cavità della mia bocca, facendo si che le nostre lingue, si sfiorassero e iniziassero una lenta danza sensuale.
“J-Justin” ansimai, ma subito mi poggiò il dito indice sulla bocca.
“Tranquilla” sussurrò, iniziando a baciarmi il collo.
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Mi lasciò una scia di dolci baci lungo la gola, per poi passare la lingua sul collo, mordendo e succhiando con foga la pelle, mentre io gli toglievo la maglietta e piano, piano anche i pantaloni. Continuava con quell'agonia, facendomi ansimare più forte e le mie unghie si infilarono sempre più in profondità nella pelle nuda della sua schiena. Mi sollevò la maglietta e la gettò in terra, dopo di che prese a massaggiarmi il seno da sopra il tessuto leggero del reggiseno, così capii che era di troppo e me lo levai in un lampo. Dal mio collo scese baciandomi la spalla fino ad arrivare al mio seno: lo baciò e lo accarezzò delicatamente, continuando la sua tortura, succhiando con ardore i miei capezzoli. Stavo letteralmente impazzendo, non so cosa mi stava succedendo, ma mi mancava davvero sentire il suo tocco sulla mia pelle, le sue labbra sul mio corpo, il suo respiro sul mio collo...
Con le mani scese ancora e ancora, percorrendo ogni centimetro della mia pelle, fino a sfiorare la mia intimità.
Mi accarezzò l'interno coscia, facendomi inarcare la schiena, eccitandomi sempre di più. Mi sfiorò il clitoride, da sopra gli slip, e iniziò a giocherellarci facendo dei movimenti circolari, prima piano, piano e poi velocemente, fino a farmi quasi urlare dal piacere, però nemmeno il tempo di farmi morire di piacere, che si fermò.
“Vuoi giocare, eh!” pensai, quasi delusa per non essere esplosa dal piacere.
Cominciò a giocare con l'elastico dei miei slip, fino a togliermeli del tutto...
Mi aggrappai con le unghie al lenzuolo e chiusi gli occhi, per assaporare di più quella stupenda sensazione, emettevo qualche gemito fino a quando all'improvviso si fermò, mi guardò con aria di sfida e cominciò a leccarmi il basso ventre, scendendo sempre di più.
Diciamocelo con tutta franchezza, quella era la seconda volta che facevo sesso e non mi andava che iniziasse già a scendere in quel posto lì, così capovolsi nuovamente la situazione, sedendomi a cavalcioni su di lui, posizionando la mia intimità esattamente sotto la sua erezione, che sentii emergere da sotto i boxer.
Cominciai a muovere il bacino avanti e indietro supra il suo membro, seguendo con le dita le linee dei suoi pettorali scolpiti: aveva un fisico da paura.
Continuai a muovere il bacino, avanti e indietro, torturandolo anche io, ma ad un certo punto mi fermai, proprio quando era quasi al culmine del piacere: lui mi aveva sfidata? Bene, questo era ciò che meritava.
“Hey! Non continui ciò che hai iniziato?” disse lui, con quel suo sorriso malizioso
“Così impari.” gli risposi, in tono di sfida
“Ah si!”
Mi prese per i fianchi e mi rimise sotto di lui:“Adesso ti insegno io le buone maniere, bambolina!”
BAMBOLINA?! Da quando in qua mi aveva iniziato a chiamare bambolina?
Entrò in me in un lampo, senza nemmeno chiedermi il permesso.
Io di getto tirai un urlo e Justin si preoccupò:“Hey, Cat tutto apposto?”
“Si, è che... vedi questa è la mia seconda volta...”
“Cosa?! Vuoi dirmi che quella sera è stata la tua prima volta?”
“Ehm si Justin...”
“Non ci credo, come mai hai aspetto così tanto, e perché non me lo avevi detto?”
“Beh, mi vergognavo un pochino e diciamo che aspettavo quello giusto, quello con cui avrei avuto una relazione seria per almeno sei mesi e poi boh, lo avremmo fatto... Ma diciamo che mi ero rotta di aspettare il principe azzurro, così quando ti ho visto in quella discoteca, ho pensato 'perché no? È anche carino...' Così eccomi qui.”
“Ah amore, mi dispiace. Se ricordo la nostra prima volta, mi rendo conto che, non sono nemmeno stato tanto delicato.”
“Tranquillo amore, tanto ormai è acqua passata, non ho nemmeno sentito così tanto dolore.”
“Ok, cercherò di fare piano questa volta.”
Iniziarono le spinte, prima lente e poi sempre più veloci.
Fu delicato, gentile e premuroso, e riuscì a portarmi in paradiso, ma la cosa più bella è che non dovemmo nemmeno più preoccuparci delle protezioni, ormai il casino lo avevamo combinato.

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^^^ANGOLO SCRITTRICE: * corro a nascondermi *
Dio mio che imbarazzo!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e come sempre aggiorno appena ricevo delle recensioni.
Un bacione e al prossimo capitolo,
Giulia XX^^^
  
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