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Autore: Persefone3    01/10/2015    5 recensioni
Aderisco con piacere all'iniziativa. Buona Lettura!
Nuova iniziativa : 12 Months Captainswan
Raccolta mensile di fanfiction dedicate ai Captainswan.
Per ogni mese 3 elementi come prompt, ognuno potrà scegliere quale gli sembra più congeniale alla propria storia,( anche più di uno) che naturalmente dovrà contenere anche il nome del mese corrente.
Gennaio: neve,camino, pattini
Febbraio: maschera, san Valentino, Super Bowl
Marzo: donne , risveglio, altalena
Aprile: scherzo, Cioccolato, pigiama
Maggio: fiori, pick nick, barca
Giugno:Estate, ciliegie, doccia
Luglio : spiaggia,temporale, gelato
Agosto: stelle, calore, mare
Settembre:vino, viaggio, passeggiata.
Ottobre: Compleanno ( Emma), coperta, zucca
Novembre: Ringraziamento, famiglia, nebbia
Dicembre: candele, vischio, anello
Abbiamo tanta voglia di leggervi!
Ideata da CSGroup
(Alexies, Alexandra_Potter, Clohy, CSLover, Lely_1324, Manu'sPirate e Pandina.)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ottobre: Drawing About You
 
Emma stava finendo di lavare i piatti. Per la prima volta, da quando aveva messo piede a Storybrooke, era riuscita a festeggiare il suo compleanno. E sul calendario quel 23 ottobre era stato evidenziato con un vistoso sole giallo.
La sua richiesta di voler cenare tutti insieme per celebrare l’occasione, aveva lasciato i suoi familiari con un palmo di naso. Non aveva voluto regali e alle loro insistenze aveva detto che il miglior regalo che avrebbe potuto ricevere era proprio riunirli attorno ad un tavolo per condividere qualcosa di speciale. Si era presa un giorno di ferie e sin dalla mattina aveva iniziato a pianificare il menù e poi si era recata a fare la spesa. Nel primo pomeriggio si era messa in cucina mentre Killian era andato a prendere Ginevra all’asilo nido. Quando era rientrato, si era messo in salotto con la bambina e aveva con sé due grosse buste. Mentre stava preparando la salsa dell’arrosto, Emma sentì le fragorose risate di suo marito e di sua figlia provenire dall’altra stanza. Erano così contagiose che, più di una volta, aveva avuto la tentazione di mollare tutto in cucina ed unirsi a loro.
 Stava assaggiando la cottura della carne, quando il suo tenebroso capitano aveva fatto capolino in cucina per prendere la merenda della bambina. Si era recato immediatamente all’armadio a giorno vicino alla porta, ma di quei barattolini non ce ne era nemmeno l’ombra.
 
- Tesoro – aveva detto mentre stava continuando a cercare – dove sono finiti quei barattolini con quella strana pappina alla frutta che di solito dai a Ginevra per merenda?
- Li ho dovuti spostare – aveva risposto Emma porgendogli un barattolino di omogeneizzato rimasto sul bancone della cucina – ho pescato la tua piratesca figlia aggrappata al ripiano ieri. Mi ha fatto prendere un colpo! A momenti si tirava dietro tutto quello che c’era a portata di mano.
 
Hook aveva iniziato a ridere mentre cercava un cucchiaino nel primo cassetto delle posate.
 
- Non c’è niente da ridere! È in queste cose che si vede la tua impronta genetica! Comunque … cosa state combinando di così divertente in salotto? Non vi sento fare altro che ridere!
- Le sto facendo vedere come si intagliano le zucche di Halloween.
- Ma cosa vuoi che ne sappia una bambina di 8 mesi di Halloween!
- Punto primo la bimba in questione ha il mio sangue nelle vene ed è, quindi, molto sveglia. Secondo, Henry mi ha detto che a scuola i papà si sono suddivisi gli oneri per gli addobbi del ballo di Halloween e così mi ha chiesto di intagliare qualche zucca così che potesse anche lui contribuire.
- E tu hai accettato?
- Certo, mica poteva essere l’unico a non contribuire. A Ginevra fanno ridere le espressioni delle zucche e ha iniziato a giocare con i pezzi che tagliavo via.
- Intagliavi zucche sulla Jolly mentre eri a spasso con la tua ciurma?
- Il tuo ragazzo mi ha fatto vedere sulla scatola magica come fare. E ora scusami ma tua figlia non ama il boxe ne tantomeno ritardare la sua merenda.
 
Hook era tornato in salotto, lasciando Emma sola in cucina. Era un pirata quell’uomo, ma sapeva fare il padre e lo sapeva fare anche bene. Da quando c’era la bambina, era sempre stato tenero e affettuoso, un filo ansioso a volte, come quando le aveva fatto il bagnetto per la prima volta, ma non sembrava proprio avere sulle spalle più di due secoli di vita.
All’ennesima risata, non aveva più saputo resistere e si era diretta in salotto: guardarlo badare alla bambina, senza che se ne accorgesse, era una delle cose che Emma preferiva fare in assoluto. Dalla porta vide Killian seduto per terra, con la schiena appoggiata al divano e Ginevra sulle gambe. Aveva svitato il vasetto di omogeneizzato e la stava imboccando con calma. Ginevra era completamente rapita dai gesti di suo padre, da tutte quelle attenzioni su di lei e lo guardava con occhi trasognanti. Emma conosceva bene quello sguardo, perché la bambina lo aveva ereditato da lei.
Il resto del pomeriggio era trascorso senza intoppi tanto che Emma non era riuscita a carbonizzare nessuna delle portate. Quando furono tutti riuniti attorno al tavolo, lei, Killian, Ginevra, Henry, Snow, David e il piccolo Neal, l’atmosfera era diventata davvero magica.
Aveva appena finito di scartare il regalo che Henry e Ginevra avevano preparato per lei, un bellissimo vestito rosso, quando Snow era tornata in salotto portando una grossa torta al cioccolato e cannella. Sopra una candelina a forma di stella.
 
- A un anno pieno di successi – aveva detto Snow poggiandola sul tavolo.
 
Non aveva fatto in tempo a spegnerla che tutti gli altri commensali stavano reclamando un discorso da parte sua. Emma aveva deciso di accontentarli subito, altrimenti non l’avrebbero mai finita.
 
- La prima cosa che voglio fare – esordì Emma – è ringraziare ognuno di voi. Siete una parte unica e importante della ma vita da cui, ormai, non posso e non voglio più prescindere. Dato che questo è il mio primo compleanno che riusciamo a festeggiare tranquillamente, mi sembrava giusto creare una serata tutta per noi. Sarò sincera, per molto tempo il 23 ottobre non è mai stato un giorno felice per me. Mi ha sempre dato l’impressione di essere lì a ricordarmi quello che non avrei mai potuto avere. E poi tre anni fa Henry è apparso nella mia vita, proprio nel giorno del mio ventottesimo compleanno. Avevo appena espresso il desiderio di non essere più sola quel giorno e così è stato. Lui ha sempre detto di volermi riportare qui per spezzare una maledizione, in realtà stava facendo molto di più: mi stava riportando a casa, dalla mia famiglia di origine. E fermarmi qui mi ha dato la possibilità di formare anche un’altra splendida famiglia, quella che divido con una persona straordinaria che ha accolto a braccia aperte me ed Henry e mi ha dato una bellissima bimba. Quindi grazie, davvero.

Erano tutti rimasti in silenzio con gli occhi lucidi ad ascoltarla mentre la mano di Hook si era poggiata su una delle sue ginocchia.
Emma posò l’ultimo piatto nella lavastoviglie e fece partire il programma. Il rumore dell’elettrodomestico sembrava conciliarsi perfettamente con il lavorio della sua testa, quando si sentì abbracciare da due possenti e fin troppo familiari braccia.
 
- Dormono? – prima di tutto l’istinto materno.
- Affermativo Capitano: il tenente Henry, dopo essersi lavato i denti, è filato subito nella sua cuccia. La principessina pirata è stata cambiata prima di crollare nel lettino della sua nuova stanzetta.
- Mi fai morire. Come era la cena?
 
Hook la afferrò per la vita, la sollevò e la fece sedere sul top della cucina. Adorava parlare con lei così. La cinse per la vita e si avvicinò alle sue labbra per baciarle.
 
- Ancora buon compleanno, amore mio.
- Grazie – disse Emma sorridendo – ma non è che per caso stai cercando di sviare la domanda?
- Era tutto buonissimo, Swan. Se non fossi stato in casa, avrei sospettato che avessi ordinato la cena da Granny.
 
Il pirata chiuse gli occhi e si ritirò in posizione di difesa, sicuro che un dolce pugno di dissenso per la sua osservazione avrebbe colpito la sua spalla di lì a pochi secondi. Invece Emma posò la fronte sulla sua spalla ed iniziò a ridere di gusto.
 
- Te lo concedo. Le mie nascoste doti culinarie hanno sorpreso anche me. Ma capisci che l’evento andava assolutamente celebrato.
 
Emma ravviò una ciocca ribelle dell’uomo prima di strofinare il naso contro il suo.
 
- A proposito marito, non hai mangiato la torta e si da il caso che io ne abbia una fetta proprio qui vicino a me – disse Emma  indicando un piattino vicino a lei.
- Quando è così …
 
Emma prese una forchetta e tagliò la fetta di torta. La portò all’altezza della bocca del pirata, che la lasciò fare. Ad ogni boccone, Hook non poteva fare a meno di guardarla in maniera sempre più seducente ed Emma era del tutto rapita da quelle effusioni. Dopo che ebbe finito di imboccarlo, posò il piattino sul bancone e pulì gli ultimi residui di cioccolata con un bacio.
 
- Bravo il mio capitano, hai finito tutto.
- Dato che i bambini dormono, che ne dici se io e te finiamo questa conversazione in salotto e magari ne approfittiamo anche per rilassarci un po’?
 
Emma non ebbe nemmeno il tempo di articolare una risposta che Hook la prese per mano e la fece scendere dal bancone della cucina affinché lo seguisse nell’altra stanza.
In salotto troneggiava una grande libreria bianca, i cui scaffali, oltre ad essere pieni di libri, erano pieni anche di fotografie. In bella mostra ce ne era una cui Emma era molto legata: la ritraeva con un camice dell’ospedale e intorno aveva sia Hook che Henry che l’abbracciavano premurosi. Aveva il viso ancora visibilmente stravolto, ma tra le braccia stringeva un piccolo fagottino rosa nato solo un’ora prima. Henry aveva insistito per scattare quella foto con l’autoscatto.
 
- Anche io adoro quella foto – disse Hook facendo accomodare Emma sul divano.
 
Sugli altri ripiani c’erano foto del matrimonio, della luna di miele, delle gite in barca e di mille altre occasioni in cui erano stati insieme, ma nessuna era paragonabile a quella.
Il pirata prese la coperta che era poggiata sullo schienale del divano e sempre pronta per essere usata. Emma si stese e poi aspettò che il pirata la raggiungesse. Quando furono entrambi comodamente sdraiati, si coprirono con la coperta. Rimasero in silenzio, lasciandosi cullare solo dal ritmo dei loro respiri.
 
- Che ore sono? – chiese Hook ad un certo punto
- È mezzanotte in punto.
- Siamo quindi al 24 ottobre.
- Assolutamente.
 
Killian allungò una mano sotto il divano e ne tirò fuori un pacchetto che porse ad Emma.
 
- Avevo detto niente regali.
- Ma questo è un non regalo di non compleanno.
- Da quando in qua conosci il paese delle meraviglie?
- Ho avuto modo di farci una capatina una volta.
- Meglio se non indago.
- Infatti, apri.
 
Emma prese il pacchetto, lo osservò per alcuni istanti e poi lo aprì. Ne tirò fuori una cartellina di pelle.
 
- E questa? Avevi altro oltre le zucche quando sei tornato, allora?
- Forse contiene qualcosa.
 
Emma la aprì e ne tirò fuori un suo ritratto fatto con il carboncino. Indossava un vestito a fiori, lo stesso che aveva durante la loro luna di miele. Sul lato del foglio, tre iniziali colpirono immediatamente la sua attenzione. KJH.
 
- Lo hai fatto tu? – chiese stupita.
- Sì
- Ma è bellissimo.
- A dir la verità ci sono un sacco di imperfezioni. Credo che sia piuttosto normale dopo 150 anni di mancato allenamento.
 
Emma stringeva il foglio nelle mani: il disegno aveva un tratto molto caldo e appassionato, si vedeva che era fatto con il cuore.
 
- Come mai hai smesso di disegnare?
 
Hook distolse immediatamente lo sguardo ed Emma capì che la cosa doveva avere a che fare con la povera Milah.
 
- Quindi le hai fatto tu quel ritratto che conservi nel cassetto della tua scrivania sulla nave.
 
Hook trasalì, come faceva Emma a sapere di quel ritratto di Milah?
 
- L’ho trovato per caso un giorno – si giustificò immediatamente lei – non volevo ficcanasare ma non ricordavo dove avevo messo un cambio di biancheria e mi è capitato per caso in mano.
 
Emma sentì il corpo del pirata irrigidirsi immediatamente.
 
- Emma non voglio che pensi male, ma non sono proprio riuscito a buttare quel ritratto. Scusami.
- Non c’è niente di cui scusarsi. E poi non ti avrei mai chiesto una cosa del genere.
 
Emma lo baciò dolcemente sulle labbra e sentì la tensione abbandonare lentamente il corpo di Hook.
 
- Eri così bella quel giorno durante la nostra luna di miele – disse Hook improvvisamente – L’altra notte non riuscivo a dormire, mi sono seduto al tavolo e disegnare mi è venuto spontaneo.
- Sei bravissimo, adoro questo disegno. Anzi credo tu mi abbia resa ancora più bella che nella realtà. Sai che facciamo? Lo appendiamo subito!
 
Si alzò di scatto e si diresse a una delle ante della libreria. L’aprì e iniziò a tirare fuori tutto in cerca di una cornice a giorno.
 
- Emma, possiamo comprarla domani, non c’è fretta – disse Hook con un filo di nervosismo nella voce.
 
Emma stava rimettendo a posto una pila di carte di cui non ricordava neanche l’esistenza, quando le cadde tutto dalle braccia. Dopo il tonfo tese l’orecchio per paura che la bambina si fosse svegliata, cosa che non accadde per fortuna. Hook le era andato subito vicino per sincerarsi che non si fosse fatta male. Stavano raccattando tutto, quando improvvisamente Emma vide un altro disegno. Raffigurava lei in piedi che cullava una Ginevra neonata. Lo raccolse stupita e poi scovò un’altra cartellina di pelle che conteneva molti disegni di lei, della bambina e di Henry, tutti siglati KJH.
 
- E questi?
 
Hook era diventato visibilmente rosso. Cercò di riprenderli, ma Emma non glielo permise volendo vederli tutti.
 
- Insomma Swan, sono disegni.
- E perché li tenevi qui nascosti?
- In questo mondo ci sono le foto, cosa ci avremmo fatto con quei scarabocchi?
- Ma quali scarabocchi! E poi ti confesso che farmi fare un ritratto era una di quelle cose che avrei sempre voluto fare. Sono incredibili, ho la pelle d’oca. – replicò lei mostrandogli la sua emozione sulle braccia.
 
Emma continuò a sfogliare quelle pagine, seduta a terra con un titubante Killian seduto accanto. Ad un certo punto, trovò una serie di suoi ritratti. Dall’abbigliamento dovevano essere stati tutti momenti su Neverland, fino a quello che la ritraeva sul confine della città prima di dimenticare tutti loro per un lungo anno.
 
- Killian, questi quando li hai fatti?
- Quando ho dovuto dirti addio. Ne ho fatto uno al giorno. Avevo paura che il tuo ricordo potesse sbiadire, ed io volevo fissare ogni particolare del tuo viso sulla carta: mi sembrava di averti ancora vicino. È stata una cosa stupida, lo so, ma mi ha aiutato a sentirmi meno solo. La mia cabina era invasa di tuoi ritratti.
 
Emma si gettò al collo del marito tanto da farlo cadere a terra. Le guance erano inondate da lacrime di gioia.
 
- È la cosa più bella che una persona mi abbia fatto e la più romantica. Perché te la sei tenuta dentro?
- Non lo so bene, forse avevo paura di sembrarti vulnerabile e sdolcinato.
- Killian Jones, sei uno stupido. Come avrei mai potuto pensare una cosa del genere? Il tuo amore mi avvolge e mi scalda l’anima e non smetti mai di avere questo effetto su di me. Domani andiamo a compare un sacco di cornici e ne appendiamo quanti più possiamo.
- Dici davvero?
- Ovviamente.
 
Il giorno dopo Emma trascinò Killian al negozio di cornici per mettere in atto il suo progetto. Una volta finito erano andati da Granny a bere una cioccolata calda prima di andare all’asilo nido a prendere Ginevra.
 
- Tua figlia impazzirà non appena ci vedrà insieme. – disse il pirata – quando la andiamo a prendere scuola tutti e due è davvero al settimo cielo. Anzi, muoviamoci o faremo tardi.
- Aspetta, ho una cosa per te.
 
Emma tirò fuori un album da disegno e un set di carboncini per disegnare nuovi.
 
- Cosa significa?
- Che non devi mai più smettere di disegnare Killian. Non importa quante foto si possano fare, è come ci hai resi sulla carta a renderci davvero speciali, quindi disegna in assoluta libertà.
- Lo farò, ma a una sola condizione.
- Quale?
- Sarai la mia modella e musa.
- Credo che ne sarò davvero onorata.
 
Emma si protese e lo baciò dolcemente: era incredibile come suo marito fosse una scoperta quotidiana e come fosse bello condividere con lui il suo essere così speciale.      



ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ottobre: ci siamo. Ouat è ricominciato e sono tutta gasata. Non vedo l'ora che arrivi lunedì prossimo per gustarmi il nuovo episodio. Un compleanno un po' diverso ha avuto la nostra Emma e finalmente ha festeggiato con la sua famiglia. Dedico questa Shot al mio dolce amore che come la cara Swan compie gli anni proprio il 23 Ottobre. 
Come sempre vi ringrazio per le letture, i commenti e gli inserimenti che mai fate mancare.
Un abbraccio enorme
Persefone
  
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