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Autore: Flami151    01/10/2015    2 recensioni
E se Draco Malfoy non avesse mai ricevuto il Marchio Nero? Cosa farebbe della sua vita una volta tornato a Hogwarts? Se "il ragazzo che non ha avuto scelta" potesse scegliere il suo futuro, cosa accadrebbe?
Senza Draco a scontare per le mancanze di Lucius Malfoy, sarà Narcissa a prendersi la responsabilità degli errori del marito, ingaggiando col Signore Oscuro un gioco sadico e senza scrupoli, che la porterà a conoscere i meandri più bui della mente umana e a rivelare la sua umanità, celata dietro le convenzioni sociali e un passato misterioso.
Come tutto ciò influenzerà una giovane e confusa Hermione, ormai rassegnata all'idea che il suo destino sia già scritto? E come ridisegnerà i ruoli dei personaggi durante la battaglia finale?
Una storia che svela i desideri inconsci dei nostri amati eroi, portandoli a galla.
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Narcissa Malfoy, Ron Weasley, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Posta inaspettata
 
Severus mi trascina fuori dall’ufficio di Lumacorno trattenendomi per il colletto della divisa. Credo di non averlo mai visto così arrabbiato prima d’ora, ma non m’interessa. Ciò che ho da dirgli ha la priorità.
 
‹‹ Dove stiamo andando? ›› Grido io con tutta la mia forza. ‹‹ Ho bisogno di parlarti! ›› Gli strillo queste ultime parole con tutto il fiato che ho in gola.
 
‹‹ Seguimi e basta, moccioso! ››
 
Moccioso? Ma non capisce che è una cosa seria? Non c’è tempo da perdere! Devo parlargli immediatamente!
 
La testa inizia a vorticarmi mentre annaspo alla ricerca d’aria. Temo di svenire da un momento all’altro, ma Severus continua ad avanzare imperterrito, non degnandomi di alcuna attenzione.
 
Vorrei gridare ancora più forte, sperando che finalmente si volti ad ascoltarmi, ma non ci riesco: porto le mani tremanti al petto, come se questo potesse aiutare il mio cuore a rallentare i suoi battiti.
 
Finalmente arriviamo di fronte a un’aula (credo sia quella usata durante le lezioni di Rune Antiche). Ora Piton mi darà finalmente ascolto.
 
‹‹ Severus… ››
 
‹‹ Cosa ti è saltato in mente? ›› M’interrompe lui. ‹‹ Non puoi metterti a gridare a quel modo per i corridoi e tanto meno fare irruzione nell’ufficio di Lumacorno chiedendo di me! ›› La sua voce è poco più che un sussurro, ma il suo tono è minaccioso e il suo viso paonazzo.
 
‹‹ Severus è importante! ›› Continuo a urlare io.
 
Uno schiaffo mi colpisce in pieno volto, facendomi tacere di nuovo, ma aumentando a dismisura il senso di panico che mi pervade.
 
‹‹ Cosa credi che abbia pensato la gente vedendo il tuo stupido teatrino? Non basta che tutti siano convinti che tu sia un Mangiamorte ed io un servo dell’Oscuro? Devi per forza attirare l’attenzione su di noi? ››
 
Mi astengo dal replicare nuovamente.
 
‹‹ Draco, devi mantenere un profilo basso! Non puoi permetterti simili scenate! Se Lui sapesse… ››
 
Gli spingo contro il petto la lettera che ho stretto finora nel pugno. Lui la apre senza aggiungere altro.
 
Lo vedo scorrere gli occhi su quelle parole che hanno scatenato in me tale reazione.
 
Caro Draco,
ritengo sia meglio che quest’anno tu trascorra il Natale ad Hogwarts. Qui in casa siamo molto impegnati e di sicuro ti divertirai maggiormente insieme ai tuoi compagni di scuola.
Buon Natale,
Mamma.
 
‹‹ E allora? ›› Mi chiede Severus, accigliato.
 
‹‹ Non l’ha scritta lei! ›› Urlo nuovamente io, ricevendo un ulteriore schiaffo. ‹‹ Non è la sua grafia ›› Dico ora abbassando la voce. ‹‹ Inoltre lei non si firma mai Mamma. ››
 
L’insegnate di pozioni riduce gli occhi a due fessure. ‹‹ E tu mi hai disturbato per questo? Draco capisco che tu sia turbato per gli ultimi avvenimenti ma… ››
 
‹‹ No no no! Ne sono sicuro! Non è sua! E’ successo qualcosa! Quei bastardi le hanno fatto qualcosa! Non ci si può fidare di mostri come Greyback, l’ho sempre pensato! ›› Inizio a immaginare tutto ciò che quell’orribile semiumano possa averle fatto e ricomincio a tremare convulsamente.
 
‹‹ Falla finita Draco! Se questo è uno scherzo non è divertente. Narcissa sta bene! E’ a casa ed è al sicuro! ››
 
‹‹ Non è uno scherzo! Da quanto tempo non metti piede al Manor, Severus? ›› Ora gli ho afferrato il braccio, senza alcun motivo.
 
‹‹ Sono ben informato sulle vicende del Manor, e se questo non basta a calmarti, sappi che mi recherò li, durante le vacanze natalizie. ›› Dice cercando di liberarsi dalla mia stretta, ma io mi avvinghio con più forza alla sua manica.
 
‹‹ Portami con te allora! Devo assicurarmi che stia bene! ›› Mi sembra quasi di notare dell’apprensione negli occhi di Piton, ma mantengo la presa.
 
‹‹ No. Tu resterai qui come desidera tua madre. ››
 
‹‹ Ma non è stata lei… ››
 
‹‹ La conversazione finisce qui. ››
 
Io apro la bocca, senza però sapere che altro aggiungere.
 
‹‹ Ti farò avere suo notizie. ›› Dice infine il mio interlocutore prima di uscire dalla stanza.
 
Io invece rimango li, immobile.
 
 
***
 
 
Sono ancora turbata dalle vicende di ieri sera.
 
Non avevo mai visto Malfoy così scosso. Mi chiedo cosa possa essergli successo. Ora però sarà già a casa sua, proprio come Ron e tutti i miei amici.
 
Mi accorgo di essere davvero in pena per il Serpeverde, e mi soffermo a pensare sul legame che ci unisce.
 
Forse definirlo legame è eccessivo, è più una necessità.
 
Qualunque cosa sia, è buffo il modo in cui i rapporti si creano e lentamente maturino. Prima d’ora non mi ero mai accorta di provare davvero simpatia nei confronti di Malfoy. Anzi, se ci rifletto mi sembra quasi irreale, e mi chiedo se ciò che sto provando non sia solo pietà.
 
Ma nonostante io cerchi ogni giorno di convincere me stessa che le persone non cambiano e che Malfoy è sempre lo stesso Purosangue razzista e pieno di se che è sempre stato, non riesco più a provare la stessa repulsione di un tempo.
 
Ora che sono riuscita a intravedere il suo lato umano, mi chiedo come mai lo abbia sepolto per tutto questo tempo. Cosa deve aver vissuto per diventare il più arrogante Serpeverde che Hogwarts abbia mai visto (fatta eccezione di Riddle, ovviamente).
 
Scendo a pranzare, felice di potermi godere un po’ di solitudine. Passare il Natale ad Hogwarts ha i suoi vantaggi, in fondo. Per una figlia unica come me, vivere a stretto contatto con altri ragazzi 24h su 24, è un’esperienza emozionante, ma certe volte decisamente soffocante. Dopo i primi tempi inizia a farsi sentire l’esigenza di spazi privati e di silenzio. Soprattutto di silenzio.
 
In Sala Grande guardo istintivamente verso il tavolo dei Serpeverde. Ma riesco solo a scorgere un paio di studenti del primo e del secondo anno e Theodore Nott. Mi chiedo dove viva ora che suo padre è ad Azkaban.
 
Finito il mio pasto, mi dirigo in biblioteca. Forse è arrivato il momento di ricominciare a studiare.
 
 
***
 
 
Stronzetto continua a graffiarmi il dorso della mano, sperando di attirare la mia attenzione. Io lascio che si diverta, non ho voglia di spostarmi.
 
Mi faccio quasi ribrezzo da solo. Sono rimasto immobile su questo stupido letto per tutto il giorno, e nonostante il brontolio del mio stomaco e il sangue che sta iniziando a sgorgare dalla mano, non riesco a trovare le forze per alzarmi.
 
Continuo a ripensare alla lettera apparentemente scritta da mia madre e mi chiedo se Severus non abbia ragione. Forse sono davvero impazzito. Forse ho le visioni.
 
Forse dovrei solo mangiare di più, sto perdendo la mia forza fisica e anche la mente ne risente.
 
Ma ancora non sono convinto.
 
Mi alzo dal letto risoluto, sotto lo sguardo orgoglioso del gatto. Apro il cassetto del comodino di fianco a me e ne estraggo due rotoli di pergamena: altre lettere inviatemi da Narcissa qualche mese fa.
 
Srotolo le tre pagine sulle lenzuola stropicciate per metterle a confronto: l’inchiostro utilizzato è sicuramente lo stesso e anche la calligrafia dell’ultima lettera è molto simile a quella usata nelle prime due, se non fosse per le lettere g, q e le maiuscole, che sono state scritte con tratto incerto, come se qualcuno avesse avuto difficoltà a copiare l’elaborata grafia di mia madre.
 
Mi affloscio sulle spalle: non posso credere di aver perso il controllo per poche lettere ondeggianti. Questa è la conferma che sono del tutto impazzito.
 
Come se fosse una novità.
 
Tutto il tempo trascorso con la Mezzosangue doveva già essere una segno premonitore della mia insanità mentale.
 
Penso alla Granger: lei forse potrebbe essermi d’aiuto. In fondo è la strega più brillante della sua età (ho sentito i professori rivolgersi a lei con questo epiteto talmente tante volte che ormai sembra il verso di una poesia imparata a memoria).
 
Sono distratto dal rumore di passi proveniente dalla Sala Comune: credo sia Nott.
 
Esco dalla mia camera per controllare, sperando di avere ragione: ho un’insolita voglia di fare due chiacchiere.
 
‹‹ Theodore. ›› Dico io, dissimulando il mio entusiasmo.
 
‹‹ Draco, speravo di vederti. ›› Dice lui indicandomi la poltrona di fronte la sua.
 
Mi siedo, guardandolo con diffidenza.
 
‹‹ Perché? ››
 
‹‹ I pochi Serpeverde rimasti si stanno chiedendo che cosa ti sia preso ieri sera. >> Mi risponde lui, accennando un sorriso scaltro.
 
‹‹ Anche tu? ››
 
Theodore ride, senza fare però troppo baccano.
 
‹‹ Sai che me ne frega! Ero solo curioso di sapere se la tua lenta discesa verso la follia fosse già iniziata. ››
 
‹‹ Parli come se fosse inevitabilmente il mio destino. ›› Replico io con tono leggermente astioso. Non mi piace che mi si dia del folle, soprattutto oggi.
 
‹‹ Ma lo è! La gente come noi non può sperare in un futuro diverso. ››
 
Non capisco a cosa si riferisca con quel noi, e non è la prima volta. Sembra quasi che si diverta a parlare per enigmi. Ma oggi non sono in vena di rimuginare su altri misteri.
 
‹‹ Che intendi? ››
 
Lui ride ancora. Capisco che non riceverò alcuna risposta utile, così mi limito a ignorarlo e a cambiare discorso.
 
‹‹ Sai niente su ciò che sta accadendo a casa mia adesso? ›› Chiedo abbassando la voce.
 
‹‹ Allora è questo il problema. ›› Dice, tornando immediatamente serio. ‹‹ No, non comunico con Rookwood da quando sono qui ad Hogwarts. ››
 
Sono sorpreso: immagino che non sia facile vivere con un Mangiamorte sgradevole come Rookwood, ma l’ha pur sempre accolto in casa sua e credevo che tra i due si fosse creato per lo meno un rapporto di civile convivenza.
 
‹‹ Non guardarmi così. Quello non è un uomo, è una bestia, e lo sai anche tu. ››
 
Effettivamente avevo sentito storie scabrose riguardo Rookwood: tra le varie voci, girava quella secondo cui tenesse nascoste in casa sua delle Maghenò, da sfruttare per soddisfare le sue perversioni.
 
‹‹ Si ma è pur sempre… ››
 
‹‹ Un Mangiamorte? Draco svegliati! Il mondo non si divide in servi dell’Oscuro e traditori! Da certe persone bisogna stare alla larga a prescindere dalla loro idea politica. ››
 
A pensarci bene i miei genitori non sono in buoni rapporti con tutti gli altri Suoi seguaci… ad esempio credo di non averli mai sentiti parlare per più di cinque minuti con i fratelli Carrow. D’altra parte mi hanno sempre insegnato a diffidare di Babbani e mezzosangue, mai di altri Mangiamorte.
 
Theodore deve essersi accorto che le sue parole hanno avuto un certo peso, perché si alza e si dirige verso il suo dormitorio.
 
‹‹ Riflettici stanotte. ››
 
 
***
 
 
Mi sveglio madida di sudore. E’ la terza volta stanotte. Continuo a svegliarmi a causa degli incubi.
 
Penso istintivamente a Ron e ai momenti trascorsi insieme alla Tana, quando di notte ci incontravamo per sfuggire insieme ai fantasmi che tormentavano i nostri sogni. Sospiro, rinunciando definitivamente a dormire, ormai è quasi l’ora di alzarsi.
 
Mi alzo e corro a vestirmi: poiché sono sola nel dormitorio, ho deciso di dormire nuda. La sensazione delle coperte morbide sulla pelle è stata piacevole, ma il freddo mattutino è davvero traumatico. Credo che stasera indosserò il pigiama.
 
Mi lego i capelli in una coda di cavallo e scendo in Sala Comune. Noto che sono davvero pochi i Grifondoro rimasti per Natale. Probabilmente è dovuto all’annunciato ritorno di Voldemort: le famiglie preferiscono tenersi stretti i loro cari, finché sono ancora in tempo…
 
Arrivata nella Sala Grande, mi accorgo subito che i soliti quattro tavoli sono stati sostituiti con un’unica tavolata centrale. Gli studenti però continuano a chiacchierare solo con i membri della propria casa. Ogni tanto questa divisione mi sembra controproducente.
 
Prendo posto per mangiare, aspettando che la colazione si materializzi davanti ai miei occhi. Prima però c’è la consegna della posta. Pochi, infreddoliti gufi svolazzano sopra le nostre teste. Due di loro lasciano cadere le buste di fronte a me.
 
Apro la prima, da parte dei miei genitori: chiedono mie notizie e si rammaricano ancora della mia decisione di passare il Natale a scuola.
Sento improvvisamente una stretta al cuore. Mi dispiace farli soffrire, ma probabilmente passeranno un Natale più felice senza di me: sono troppo triste e abbattuta per godermi le vacanze come al solito. Preferisco studiare e non dover discutere con nessuno di questi ultimi mesi scolastici.
 
Apro la seconda busta, all’interno della quale vi è solo un biglietto scritto con un inchiostro verde smeraldo.
 
Granaio, mezzanotte.
 
Non è firmato, ma non serve.
 
Qualsiasi cosa sia successa due sere fa, ha impedito a Malfoy di tornare a casa.
 
 
***
 
 
Silente teneva lo sguardo insistentemente puntato verso la scrivania. La tensione nell’aria era palpabile.
 
‹‹ E tu sei assolutamente certo di poterci riuscire? E’ molto rischioso, potrebbe compromettere tutto ciò per cui abbiamo lavorato negli ultimi sedici anni. ›› Non alzò lo sguardo nemmeno per rivolgersi a Severus Piton.
 
‹‹ Albus, la situazione è critica. La lettera mostratami da Draco è la prova che l’elfa diceva la verità su Narcissa. ››
 
‹‹ E da quando ti preoccupi per gli altri? ››
 
Severus non si fece mancare d’animo per la domanda insolitamente aggressiva del preside.
 
‹‹ E’ una donna sola! Senza suo marito, lontana da suo figlio e trasfigurata dall’Oscuro in persona. E’ nostro dovere fare qualcosa per aiutarla. ›› E poi era quasi di famiglia, una dei pochi Mangiamorte che Piton apprezzasse sinceramente come persona, forse la sola.
 
‹‹ Mi fido di te, Severus. ››
 
‹‹ Grazie. ››
 
 
***
 
 
Ciao a tutti ragazzi!
Vorrei scusarmi per la mia assenza prolungata. Spero che i vecchi amanti di questa storia continuino ad apprezzarla e di trovare qualche nuovo fan!
Questo capitolo è un po’ breve ma il prossimo sarà più lungo e carico di avvenimenti.
A presto!
  
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