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Autore: Simok    01/10/2015    2 recensioni
"Quasi mille anni sono passati da quando Son Goku abbandonò il ventottesimo Torneo Tenkachi assieme ad un piccolo ragazzino dalla carnagione scura di nome Ub. E proprio lui, beneficato di una vita incredibilmente lunga grazie ai poteri di Majin Bu, sarà il protagonista di questa storia. Un eroe solitario dedito alla protezione del suo pianeta e della pace nell'universo, ma non più il dolce ragazzo che lottava per guadagnarsi il pane per la sua famiglia. Costretto a vedere tutti i suoi amici, e i loro figli, ed i figli dei loro figli morire, il suo animo è stato indurito dal tempo e dai lutti sino ad essere nulla di più di un freddo guardiano di pietra dalla potenza incredibile. Senza neppure la possibilità di procreare a causa delle cellule che gli donano quel potere spaventoso, la sua vita subirà una brusca deviazione quando troverà un neonato abbandonato, con una misteriosa coda di scimmia. Passato e presente si mescoleranno in quella che sarà l'ultima avventura di colui che il Leggendario Son Goku proclamò come suo erede a protettore della Terra".
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ub
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 2: Perché io sono un Saiyan

 
 



 


 
«Kogu alle tue spalle!» l'urlo di Ub arrivò giusto in tempo al suo giovane discepolo, che rapido si abbassò evitando quel letale concentrato di energia sottoforma di laser, per poi incenerire il suo attentatore con un ki blast.

«Tutto sotto controllo Ub, non ti agitare» rispose con quel suo solito sorrisetto arrogante il ragazzo. Quell'espressione, quel lieve incurvararsi dell'angolo sinistro della bocca, era ormai impressa nel cuore del moro. Da molto, ormai, era giunto alla conclusione che non poteva più fare a meno di quel piccolo ragazzetto insolente che aveva ben deciso di chiamare Kogu, un piccolo gioco di lettere con il nome del suo maestro, Son Goku appunto. Anche se c'era da dire che più che a Son Goku, la somiglianza era lampante con quello che fu il suo amico Goten: stessa corporatura tonica, stessi capelli bruni portati disordinati dinanzi al volto e soprattutto stessi occhi scuri come le profondità degli abissi. Già, la somiglianza era notevole. Soprattutto con quella divisa di arti marziali simile alla sua che il giovane Saiyan aveva insistito per farsi cucire su misura. Ma dal suo maestro aveva sicuramente preso la spropositata voglia di combattere e di mettersi alla prova contro avversari sempre più forti. Per quanto riguardava quella sua nota di insolenza e di arroganza onnipresente, non avrebbe ben saputo a chi paragonarla, se non al principe Vegeta prima che Son Goku dimostrasse di essere il migliore contro Majin Bu. Ma questo ovviamente a lui era stato solo raccontato.
 
Con un raggio di energia pose fine alle sofferenze di un rivoluzionario ancora agonizzante sul sanguinolento terreno di scontro. La battaglia era finita, l'ultimo avamposto dei rivoluzionari era caduto. Solo una roccaforte era ancora in piedi, Hidar. L'esercito intergalattico era forte e Zatron era sicuramente un ottimo comandante, ma se le voci giunte loro dagli esploratori erano vere, solo loro due avrebbero potuto scrivere la parola Fine a quella follia. Lì, in cima al torrorrione più alto, li aspettava Lui, Arthiom, il comandante della Rivoluzione. Si diceva che prima di scatenare tutto il putiferio di cui ora era protagonista, fosse stato uno dei più grandi generali su cui la Repubblica Intergalattica avesse mai potuto contare, forgiato nell'esperienza da centinaia se non migliaia di battaglie, e plasmato nel corpo da intensi allenamenti combinati con il sapere dei più grandi esperti di cybertecnologia. Era da lui che loro si sarebbero diretti.

«Sei pronto per il vero combattimento Kogu?» chiese il secolare guerriero senza voltarsi verso il suo giovane allievo.

«Sono nato pronto».

Avvertiva la sua presenza al suo fianco. Si voltò per un istante a guardarlo, forse per l'ultima volta. Sì, era pronto. Lo era sempre stato, dopotutto lo aveva ben addestrato. Dopo aver eliminato alla nascita i suoi primi due nemici, i suoi genitori, la sua vita era stata un continuo susseguirsi di vittorie. Addestrato sin dalla più tenera età, aveva imparato da piccolissimo le arti marziali e l'utilizzo dell'energia spirituale, e anche se forse gli addestramenti di Ub erano troppo rigidi, a soli 5 anni era forte già quanto un ufficiale dell'esercito intergalattico. E Ub, che ormai considerava il piccolo Kogu come un figlio, non poteva che essere più orgoglioso del suo pupillo. Quando poi ad 8 aveva risvegliato spontaneamente la trasformazione in Super Saiyan le sue abilità e la sua fama erano schizzati alle stelle. «L'eroe errante è tornato» dicevano «e con sé ha un bambino prodigio dalla forza spropositata». Così lui e il suo piccolo allievo avevano iniziato a girare per la galassia e a difendere il bene e la pace, ma sempre con la forza come piaceva a loro. Ad Ub non importava più di trovare avversari al suo livello, data la rapidità con cui il piccolo Kogu cresceva, ben presto sarebbe stato in grado di dargli del filo da torcere ed era proprio questo ciò che voleva. Continuò ad allenarlo, stando rigorosamente attento a tagliargli la coda quando rispuntava per evitare di avere a che fare con un mega scimmione magari anche in grado di sfruttare il potere del Super Saiyan e che come passatempo distruggeva tutto quello che gli capitava attorno. Fortunatamente la coda sparì dopo tre o quattro amputazioni, ma ciò non influì minimamente sulle abilità del ragazzo.

A 13 anni riuscì finalmente a superare il limite del Super Saiyan, mentre a 16 padroneggiò completamente il suo potere, nella forma che il suo maestro Son Goku aveva chiamato Super Saiyan Full Power. C'era da considerare però che la potenza di quello stadio, per come la vedeva Ub, era ben oltre il Super Saiyan del suo maestro, bensì era una sorta di stadio intermedio tra il Super Saiyan di primo livello e quello di livello successivo. Con una potenza tale, finalmente anche Ub poteva iniziare ad allenarsi discretamente, fiducioso che nell'arco di pochi anni il ragazzo avrebbe raggiunto il secondo, e magari anche il terzo livello, e sarebbe così divenuto un avversario formidabile. Ciò che veramente lo colpiva però, non era solo la facilità con cui diventava sempre più forte, ma soprattutto il modo con cui combatteva. Nulla a che vedere con lo stile di Son Goku o di nessuno dei suoi amici: il ragazzo univa le tecniche delle arti marziali con una sorta di istinto selvaggio che rendeva i suoi movimenti incredibilmente aggressivi, impulsivi, e impossibili da prevedere. Tali caratteristiche lo portarono a non perdere neppure un singolo scontro, se non contro il suo maestro, e ciò contribuì in larga parte a fargli assumere quell'aria di leggera insolenza e arroganza che non aveva quand'era più piccolo.

Comunque Ub non perse occasione, ogni qualvolta il ragazzo esagerava, di ricordargli di abbassare la cresta. Tuttavia in cuor suo sapeva di apprezzare quell'orgoglio, quella forza d'animo del ragazzo. All'età di dieci anni, quando la differenza con qualunque altro essere umano era stata lampante, aveva dovuto spiegargli ogni cosa. In pratica gli aveva sbattuto in faccia la nuda e cruda verità, le sue origini aliene, come lo aveva trovato e che probabilmente aveva ucciso i suoi genitori. Incredibilmente però il ragazzo non reagì come l'altro si era aspettato, non chiese nulla della sua famiglia, ma continuò per mesi a chiedergli della stirpe guerriera da cui discendeva, quei misteriosi Saiyan. E così Ub gli raccontò tutto quello che sapeva, ma soprattutto gli raccontò la storia del più grande Saiyan che fosse mai esistito, Son Goku.

«Pazzesco..» commentava il ragazzo con gli occhi lucidi dalla meraviglia «Ed era così forte il tuo maestro, questo son Goku?»

«Oh, molto più di quanto tu possa immaginare...pensa che sono passati mille anni da quando se n'è andato, e io ancora non ho raggiunto il suo livello» commentava Ub guardando il cielo stellato in cerca di quella stella che da qualche tempo a questa parte aveva iniziato a chiamare con il nome del suo maestro. Quel cruccio, quel non essere mai riuscito in vita a sconfiggere i tre Saiyan più forti, Goku, Gohan e Vegeta, rimaneva persistente. Con il tempo Gohan aveva smesso di allenarsi e la sua forza era calata, ma Goku continuava a ripetere che suo figlio era sicuramente il più talentuoso di tutti. Per quanto riguardava Vegeta e Goku non c'era mai stato nulla da fare: se Ub migliorava, lo facevano anche loro e rimanevano una meta irraggiungibile. Persino ora, dopo mille anni, dubitava di poter competere con loro.

«Maestro Ub...» proseguiva il ragazzo fissando la volta celeste come il suo maestro.

«Cosa c'è Kogu?».

«Crede che riuscirò mai a raggiungere questo Son Goku?» nei suoi occhi quell'irrefrenabile voglia di fissarsi un obbiettivo lontano come le stelle e di raggiungerlo.

«Sì, ne sono sicuro» rispose.

«E come fai ad esserne sicuro?»


Ub si voltò verso il suo giovane allievo. Sorrise.
«Perché tu sei un Saiyan»

«Perché io sono un Saiyan» ripeté il ragazzo fiducioso.










 
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Ciao a tutti, credo di dovervi qualche spiegazione, diciamo...ehm..editoriale XD
Questo capitolo è incentrato su quella che è stata la crescita, come guerriero ma anche e soprattutto morale, del giovane Kogu, e sottolinea anche molto il rapporto profondo che c'è tra lui e Ub e come quest'ultimo lo consideri un tassello fondamentale della sua esistenza. Detto questo spero non vi focalizziate troppo su questa storia della Rivoluzione e della battaglia dove i due si trovano, è solo uno sfondo qualsiasi per introdurre la descrizione di questo rapporto, è una sorta di riflessione che avviene dentro Ub nel momento in cui stanno affrontanto una battaglia di grande entità.
A tal proposito volevo informarvi che la Rivoluzione non rientra nella storia originale, o meglio non è di fondamentale importanza nella trama principale, ma siccome credo come idea possa dare origine ad una simpatica storia potrebbe esserci l'eventualità che io approfondisca la questione in uno Spin Off, fatemi sapere la vostra opinione ;)
   
 
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