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Autore: queenjane    02/10/2015    5 recensioni
Il mio esperimento continua, dopo Golden Age, Silver Age, Bronze Age, ecco l'età degli Eroi, un ciclo, in sintesi da leggere come storia a sé stante oppure uno spin off del Dragone e della Rosa.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Abbiamo avuto un incontro e lo ho stordito di chiacchiere, come al solito, poi ho lanciato l’idea.
Va bene, vi copriamo, ma non fate guai, la mattina andremo tutti e quattro, ci ritroviamo nel pomeriggio, un giro ve lo meritate, alla fine del conciliabolo nella stanza di mia sorella.
Grazie, è la prima volta, con Andrè non c’è verso.
Finisco di mettermi d’accordo, in un tramonto in cui trionfa il color malva e il color pesca, pregustando questa giornata, quindi vado verso la porta, ma sulla soglia  mi giro
- Ti voglio bene anche per questo, lo sai-
E’ la prima volta in assoluto che  glielo dico, le iridi chiare si spalancano per la sorpresa.
Le sorrido e poi vado via, le guance in fiamme.
-Et bonjour aussi à vuos!
Il mio buongiorno è ridente come il cielo color indaco di questa primavera, piena di fiori, foglie e rondini in volo.
Ci salutiamo alla barriera di San Martino, orario di rientro concordato, il Generale nulla dice se Xavier mi porta da qualche parte, ma avrebbe molto da ridire sul mio chaperon odierno, tranne che lui è mio amico, fine.
Giriamo per il centro, Notre Dame, le piccole vie intorno, senza fretta, osservando le bancarelle che vendono dai fiori ai guanti, i venditori che decantano la loro portentosa mercanzia, la migliore che esista.
Giriamo e giriamo, siamo vestiti in modo semplice, io non ho soldi, lui qualche moneta, poi all’ora di pranzo ci infiliamo in una locanda diciamo dignitosa e mangiamo, parlando del più e del meno.
La gente va e viene, centellina tra le travi e le tavole rese scure dal fumo, odore di arrosto e vociare intermittente…
Allora glielo chiedo, tra i resti di un pasticcio di carne e verdure, mentre sta bevendo un sorso di vino, perché se ne vuole andare, cose sue, mi ha detto tante cose, non questo, e soprattutto dove.
Per rincominciare, in semplicità, a volte un posto può diventare troppo stretto ed il mondo è troppo grande.
Rimani in Francia, qui ci sono io …
Scrolla la testa scura, un movimento netto e deciso, quando è così la sua decisione è irrimediabile, non muterà parere.
-Fai tu, ribatto, ricordi il duca Guglielmo di Normandia, che conquistò l’Inghilterra e divenne re?.
Era un bastardo, ma non lo dico, la storia piace anche a lui, poi capisco di avergli dato ragione.
Appunto, magari era così anche per lui.
– Forse-  concordo, dandogli un pugno leggero sul braccio.
– Però se un posto ti va stretto, anche i libri aiutano-
- Così fai tu-
Arrossisco, ha capito, poi dichiaro che forse è meglio uscire,
-….-
  • Ordiniamo un po’ di torta, vuoi?
  • Magari alle prugne …
  • Sentiamo
  •  …
  • -… Io non ho parole, che schifo-
  • ….
    - Oddio farsi mettere mani addosso da una prostituta di pieno giorno è.. deleterio, ma l’hai stordita con una testata e che corsa!-
    Ansima e ride insieme, poi vedo io pure il lato ridicolo.
    – Se si attacca a due così mal arnese come noi, era messa male.. Vai, andiamo a vedere la Senna-

Il sole danza e si riflette sull’acqua, scaglie azzurre e dorate, l’aria è satura dei profumi di primavera e di un addio, non so proprio se lo rivedrò.
Poi gli chiedo chi pensa sia davvero, un filo di voce, a lui, che se ne sta andando.
– NON mi picchiare- In via preventiva e cautelare, ride e rido pure io.
Prende fiato, quindi esala, - L’erede delle Amazzoni, un uragano che ebbe la misericordia di difendere un reietto da tre tormenti, più dei grandi, che giocava con la neve e un capriolo-

Sospiro, smetto di ridere, la serietà germoglia, improvvisa e  mi torna in mente quella volta che ad Ahumada, trovammo una coccinella e esprimemmo un desiderio, quale sarà stato il suo?
- Scemo che sei-

- Pensa quello che vuoi, io ho risposto il mio-
Lo  scruta da sotto in su, il mento appoggiato contro il  braccio.
– Scusami-
Non è colpa sua, rifletto, e di impulso, mi tiro
sulle punte, per dargli un bacio sulla guancia, un raro gesto di affetto.
Lui sposta il viso e si sfiorano le labbra, un gesto dolce e delicato, appena un battito, una frazione.
Spalanca gli occhi, io mi tiro indietro con una rotazione del busto, so che è giusto così, in fondo.
–Andiamo, non voglio fare tardi-

Al congedo, ci abbracciamo, una breve stretta, né addio od arrivederci, solo ciao, suona meno definitivo.

(CATHERINE)
Dove va, Cat, non me lo ha voluto dire…-
- Ha promesso il segreto, se vuoi te lo dico io-
Una mezza verità, con l’intesa che resta tra noi.
– Xavier va a fare il punto della situazione nelle Corti del Nord, lui lo accompagna-
Mi fa una carezza sul braccio, sospira. 
… Stai crescendo, Oscar, gambe lunghe e, di profilo, un accenno di seno, scatti repentini di umore … Ora fai sempre da te il bagno, ti è venuto un pudore esagerato, strano, chiosa Marie. 
–Tagliamo corto, lo sa in modo specifico delle mestruazioni?-
Scuote la testa, è tanto presto, ancora non è il momento, il Generale non ci pensa e sua madre è a corte, se Luoise avesse avuto solo un decimo della grinta di mia madre … Eravamo sempre punto e a capo.  Magari avrei accennato in dettaglio al ritorno, decisi,l’indomani partivo, ufficialmente, per tre settimane, per controllare il lascito, nel Nord della Francia, con una scorta.
Le avevo raccontato delle prostitute, dato risposte alle domande più imbarazzanti, accennato da dove venivano i  bambini, sapendo che ascoltava tutto e vedeva tutto, pure sul ciclo mensile non me la ero sentita di entrare troppo in dettaglio, né peraltro mi era stato richiesto.

ho congedato la scorta la seconda mattina, inventando un voto da sciogliere e un ritiro spirituale,  con l’intesa di ritrovarci a tot di tempo.  Lascio una lauta mancia, istruzioni di dire che sono qui, poi salgo si Tintagel e, direzione Calais, poi Londra, con i miei bravi dispacci, sono o non sono un agente segreto, il dragone?.
E trovo Alexander, sorridente e dorato come un iris, le stagioni passate hanno aggiunto del fascino alla sua persona.

Sono passati quasi sei anni, l’ultima volta era ad un ballo, ma ritroviamo il cameratismo di chi ha vegliato e complottato, ma l’attrazione che avevo per lui è meglio se la scordo. 
Da come mi guarda, intuisco, una curiosa prescienza, che mi trova splendida così come sono, da sempre e per sempre.

Come in un passato neppure troppo lontano ho avuto per altri, fugaci piaceri, pur non frequentando Versailles, ove è la regola, anche io non mi sono fatta mancare nulla- noia, curiosità, lussuria, al diavolo i falsi moralismi, la fedeltà di Xavier era solo pirite, l’oro degli stolti, ho voluto dimenticare il più possibile quanto accaduto lo scorso anno..
Né mi voglio ritenere migliore di quanto non sia.
.. Come ballare su una corda sospesa, ridevamo molto, parlando tanto, poi a Londra venimmo coinvolti in una rissa.
 Scappando, dopo averle date e prese, all’alloggio fu inevitabile  toccarci per vedere i lividi
 – Catherine- il mio nome all’inglese, entrando in una frontiera che portava al paese dell’altrove, senza ritorno, un previsto disastro che era stato solo rimandato.

 
   
 
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