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Autore: Delfi_SirioStars    02/10/2015    1 recensioni
Ho cercato di creare nella mia immaginazione un possibile primo incontro tra il ladro e la regina
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood, Roland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4
 
-Forse posso fare ancora qualcosa!- esclamò la regina facendosi spazio tra il padre e il figlio. Si allontanò qualche passo dal tavolino e lanciò un incantesimo contro il bambino. Aspettò qualche istante e poi si riavvicinò subito a Roland.
-Roland ti prego ascoltami se sei lì!- disse la donna scuotendo il piccolo. –Non puoi fare questo a tuo padre! Non puoi fare questo a me- aggiunse fermandosi –Roland!-.
 Rassegnata, la mora, potette solo piegarsi per dare delicatamente un bacio sulla fronte del piccolo Roland. –Mamma…- disse il piccolo aprendo poco a poco gli occhi, mentre la donna sbalordita e incredula si alzava lentamente fino ad arrivare a guardare il volto del bambino finalmente veglio, e soprattutto vivo.
-Roland!- esclamò il padre dirigendosi verso il figlio e prendendolo in braccio per poi farlo girare più volte.
-Roland! Roland! Roland!- facevano da sottofondo in coro gli altri ladri presenti. Quel coro accompagnato dalle dolcissime risate di padre e figlio, mentre la mora invece rimaneva a guardare. Ma Robin, voltandosi verso la regina e vedendo che non mostrava alcun sorriso ma sembrava scocciata, fece segno agli amici di scendere in giardino e portare con loro il piccolo Roland. La regina si voltò verso il panorama che si vedeva attraverso il balconcino per evitare l’uomo, che non fece caso al suo gesto.
-M’lady..- cominciò l’uomo cercando le parole per ringraziare la mora.
-Sua maestà…- lo corresse la donna.
-Non so proprio come ringraziarti! Oh, ringraziarvi, Sua maestà-  disse l’uomo non sapendo contenere la sua felicità, e inchinandosi ironicamente. La regina stufa si voltò e si ritrovò davanti il dolce sorriso di Robin felice. E all’improvviso si ritrovò la tra le sue braccia.
D’un tratto la donna, sorpresa, si sentì al sicuro, lontano dal mondo della Regina Cattiva, in un mondo che, finalmente, sembrava essere felice, ma che a lei faceva paura. Paura di rimanere scottata come l’ultima volta che aveva amato. Quel mondo fantastico e pieno di amore non faceva per lei. E perciò cercò di allontanarlo.
-Scusate, non ho saputo trattenermi- disse l’uomo cercando di contenere le risate causate dall’enorme felicità che la donna gli aveva donato.
-Cerca di contenerti! Sono la regina, e posso tranquillamente farti decapitare!- rispose secca la mora.
-Perché non venite con me e l’allegra brigata a festeggiare Roland?- chiese l’uomo speranzoso di ricevere un sì.
-Non festeggio con dei ladri, e soprattutto per un motivo talmente banale-
-Vi sembra un motivo banale Roland? E poi sono sicuro che lui sarebbe felice di vedere la sua eroina festeggiare per lui!- esclamò l’uomo senza perdere il sorriso. –Ti prego mamma- supplicò il piccolo spuntando da dietro la porta. La regina gli mandò un occhiata, poi si voltò verso Robin e non potette fare altro che rassegnarsi alle suppliche di quei due ladruncoli sospirando.
 
Nell’immensa foresta non facevano altro che risuonare le risate e i canti prodotti dai ladri che bevevano e danzavano felici, mentre la regina si dimostrava indifferente, nascosta dietro un albero, seduta. Il biondo dagl’occhi azzurri vedendo che la donna non c’era tra i suoi amici, andò a cercarla trovandola poco più lontana dall’accampamento. La mora sembrava riflettesse su qualcosa di importante, ma l’uomo non ci fece caso. –Maestà, gradite bere qualcosa?- domandò cortesemente l’uomo porgendole una piccola bottiglia di whiskey e sedendosi accanto a lei. –No, grazie- rispose la donna spostando la bottiglia da davanti.
-Qual è il vostro nome?- chiese il fuorilegge. –Regina-
-Vi calza a pennello- mormorò l’uomo guardandola, in risposta ricevette un occhiataccia della mora.
-Scherzavo- aggiunse Robin alzando le mani. –Lo spero per te- minacciò la regina.
-Sembri pensierosa, cosa ti preoccupa?- curiosò il biondo.
-Descrivimi il mostro che ha attaccato Roland- disse Regina.
-Perché? Ne sai qualcosa?-
-Rispondi e basta-
-Se insiti, beh, sembrava avesse le ali di un drago, la testa di un toro e il corpo di un leone, può sembrare patetico ma è così- descrisse l’uomo. La donna alzò la testa cercando di guardare il cielo e sentendosi in colpa, visto che quel demone sembrava lo stesso creato da lei.
-Ma senza di te Roland non ce l’avrebbe mai fatta, non so proprio come ringraziarti Regina- disse felice l’uomo.
-No- rispose la donna con voce rotta.
-Cosa?- chiese il biondo perplesso.
-Senza di me non sarebbe successo nulla-
-Continuo a non capirti, spigati meglio- continuò il fuorilegge.
-Semplicemente che se non ci fossi stata io Roland non avrebbe rischiato nulla- concluse la mora.
-Ma che stai dicendo? Senza di te Roland non sarebbe qui! Tu sei stata un eroina per lui!- esultò Robin alzandosi e aprendo le braccia al vento.
-Basta!- esclamò Regina mettendosi in piedi per guardare il biondo negli occhi.
-Sono stata io a creare quel mostro- disse secca la donna facendo rimanere di stucco il fuorilegge.
-Che cosa? Quindi è colpa tua se ho rischiato di perdere l’unica ragione della mia vita!- si infuriò Robin. –E’ perché non riuscivi a stare senza Roland e me la volevi far pagare per averlo portato via giusto!?- aggiunse l’uomo. Ma Regina, non volendogli assolutamente dire che aveva creato quel mostro per proteggere il suo cuore infranto e sepolto, cercò di inventarsi qualcosa.
-NO! Ho creato quel mostro per proteggere il castello dai brutti ladri come te e i tuoi rozzi amici!-
-Da me e i miei rozzi amici e? nessuno sarebbe mai venuto a rubare nel castello della Regina Cattiva! Nessuno avrebbe mai osato rischiare la decapitazione da una donna spietata e senza cuore!! NESSUNO VISTO L’ANIMO DIABOLICO CHE C’E’ IN TE!- esclamò l’uomo accecato dalla rabbia, non pensando a quello che diceva.
-Che ci facevate in quella parte della foresta!!! Vi avevo avvertito che se sareste tornati vi avrei ucciso!! Non ti venire a lamentare con me adesso!!-.
-Ci eravamo andati perché avevamo sentito dei rumori!! quando siamo arrivati abbiamo visto un uomo incappucciato che lottava contro il demone e abbiamo cercato di aiutarlo ma lui ne ha approfittato per scappare!!!-.
-Cosa? Com’è possibile?- chiese la donna tra se e se spaventata visto che  qualcuno poteva averle “rubato il cuore” nel senso negativo della frase.
-Non mi interessa, ma sappi che d’ora in poi, visto che non vuoi rozzi ladri tra i piedi non ci rivedrai più!- concluse l’uomo a denti stretti e andandosene.
La Regina si era appena resa conto di aver definitivamente perso Roland, e qualcosa la intimava a non andare a vedere se le avevano rubato il cuore e chiudersi in una stanza buia, buttare la chiave e rimanere lì fino alla fine dei suoi giorni. In quel momento sembrava la soluzione più plausibile. Ma la curiosità la pungeva troppo per farla fermare. Così decise di andare a vedere. Si mise a correre fino ad arrivare nel punto in cui aveva sepolto il cuore, e si ritrovò davanti il demone che le ringhiava contro, pronto ad attaccare. Ma la donna facendo valere la sua autorità ordinò al mostro di stare seduto e buono, come fosse un cucciolo di cane. Si mise a scavare a terra più che poteva e si rese conto che il cuore era sparito. Le venne un colpo. Si bloccò tutto d’un tratto. Ora, qualcuno poteva fare di lei ciò che voleva. Delusa e per la prima volta spaventata, la Regina dovette tornare a casa da sola, a piedi e in vestaglia da notte, mentre il vento gelido le veniva incontro. Chi poteva essere il suo nuovo nemico?
 
 
“Spazio autrice”
“Povera Regina, cosa farà adesso? Chi le ha rubato il cure (nel senso letterale della parola)?? E Robin se ne andrà veramente senza far più rivedere alla donna il piccolo Roland?? Lo scoprirete… nei capitoli futuri ahahaah!  =) spero questo capitolo vi sia piaciuto! Alla prossima! Cercherò di aggiornare il più presto possibile! =)”
   
 
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